sabato 3 giugno 2006

San Pietro non scia

Absit iniuria verbis

Non possiedo la verità, ma ho un fiuto acutissimo per la menzogna.

È stato notato che, sopra il Vaticano, il cielo è terso ed azzurro, non essendo deturpato da quelle cicatrici biancastre conosciute come scie chimiche. In due occasioni, però, nel firmamento che sovrasta la cupola di S. Pietro, furono osservate delle croci velenose formate dalle aviocisterne: il giorno in cui si svolsero le esequie di Giovanni Paolo II e nel primo anniversario della sua morte. Che cosa arguire da questa singolare “coincidenza”? Gli astuti manipolatori dell’ebete volgo sanno come agire: essi sono ciarlatani travestiti da taumaturghi. I fedeli, simili per sprovvedutezza ai telespettatori che acquistarono i numeri per vincere al lotto da una starnazzante emiliana, leggono segni soprannaturali in banalissime - la banalità del male - scie chimiche. Difficilmente vedremo molte strisce letali sopra la mastodontica cupola, se non in concomitanza con alcune ricorrenze “simboliche”, giacché colui che, senza tregua, discetta di “amore” (il sommo orefice ha persino scritto un’eccelsa, originalissima enciclica intitolata Deus caritas est) è proprio chi non ha la più pallida idea di che cosa sia.

Non si narri la storiella risibile secondo la quale la Chiesa cattolica si sarebbe opposta e sarebbe tuttora in conflitto con la Massoneria, come congettura Franco Cardini, un cattolico “moderato” che, con i suoi modi pacati e le sue argomentazioni ragionevoli, è assai più pericoloso delle orde di fanatici fondamentalisti, a qualsiasi setta appartengano. Colui crede che la pubblicazione e la diffusione del romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci, sia stata orchestrata dall’amministrazione statunitense per vendicarsi della Chiesa che era contraria (sic) all’intervento armato in Iraq. Una fiaba del genere si può raccontare a grulli patentati, non a chi ha un briciolo di intelligenza. I conflitti sono redditizi per le banche: perché mai privare le banche di Sua Santità di cospicui proventi? Devo ricordare che San Paolo IMI è un istituto di credito cattolico? Inoltre Massoneria e Chiesa, come nota, tra gli altri, J. Levy, sebbene sembrino incompatibili, sono contraddistinte da una curiosa complicità fra insigni porporati ed esponenti di varie logge, implicati in sordide operazioni finanziarie. D’altronde per i massoni stessi, la famigerata P 2 era una loggia proibita, che operava come società segreta, controllata internamente dal Vaticano. Lo stesso tanto venerato Giovanni Paolo II fu legato a doppio filo a quell’influente e corrotta conventicola denominata Opus “Dei”. Sono tutte verità che la Curia romana mira ad occultare: perciò devia l’attenzione su oziose dispute pseudo-teologiche circa la divinità (sic) di Cristo, il celibato del Messia e frottole simili, mandando all’attacco manipoli di inquisitori come Cantalamessa, Cardini, Introvigne, Lista, Messori, Socci… tronfi e saccenti oracoli di millenarie, spudorate menzogne in cui possono credere solo i decerebrati come loro.

Per codesti infantili, patetici scribacchini si possono anche inscenare spettacoli di soli rotanti e di Madonne parlanti, facendo credere loro che siano epifanie divine. Considerato il loro infimo livello intellettivo e la credulità, consiglierei loro di leggere Harry Potter, invece di cimentarsi nell’esegesi dei Vangeli.


Fonti:

J. Levy, La Banca vaticana: mafia, riciclaggio e nazismo all’ombra del papa, 2003
Zret, Le due Marie, 2006
Id., L’idra di Lerna, 2006

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