Ho tradotto e riassunto uno studio dell’ingegnere statunitense Clifford Carnicom, uno dei primi ad interessarsi del problema concernente le scie chimiche, anche grazie alle sue notevoli competenze nel campo della fisica e della biologia. Le osservazioni di Carnicom devono essere uno sprone per compiere altre ricerche in un campo dominato da una censura impenetrabile e da una capillare opera di disinformazione, ma anche uno stimolo ad agire prima che sia troppo tardi.
Il fenomeno che mi accingo a descrivere è stato definito in modi diversi: filamenti di polimeri, fibre delle scie chimiche, filamenti elettrostatici, materiale di ricaduta delle scie chimiche etc. Comunque lo si chiami, è un fenomeno reale ed osservabile in certe precise condizioni. Questi filamenti si trovano dappertutto (abiti, capelli, suppellettili, stoviglie, alimenti…): scoprire la loro presenza può essere sconvolgente. Essi sono tre volte più sottili di un capello umano e trasparenti. Normalmente sono invisibili, ma diventano visibili grazie ai raggi ultravioletti: infatti, se si prende un tubo fluorescente agli ultravioletti della lunghezza di 18 pollici, si può compiere una conturbante scoperta. Bisogna indossare una maglietta scura, andare in giro per un po’, quindi entrare in una camera buia. Acceso il tubo fluorescente, si vedono dei filamenti da cui promana una luce azzurra. Si rimarrà sorpresi da quanti se ne vedranno in ogni dove, soprattutto sugli specchi, ma anche fluttuare nell’aria e sulla superficie degli oggetti.
Ci sono molte persone che, negli anni 70, usavano questi tubi UV per illuminare gli ambienti e creare effetti di atmosfera: essi non notarono mai niente di simile a tali filamenti. Queste fibre si possono vedere anche al microscopio: appaiono allora traslucide, diafane e costellate di chicchi e di granuli. È possibile anche scorgerle sugli specchi colpiti dalla luce diretta del sole. È una visione spettrale.
Non sappiamo che cosa siano né a che cosa servano, ma è evidente che i filamenti sono legati alle scie chimiche e che sono più abbondanti quando piove. In ogni caso, tali fibre sembrano essere correlate all’aumento dei casi di asma tra la popolazione: biochimici, microbiologi, ricercatori, medici, persone che usano normalmente microscopi sono invitati a collaborare per studiare questo fenomeno e per indicare quali possono essere eventuali rimedi per questa nuova, gravissima forma di inquinamento ambientale.
Il testo originale è a questo indirizzo.
Il fenomeno che mi accingo a descrivere è stato definito in modi diversi: filamenti di polimeri, fibre delle scie chimiche, filamenti elettrostatici, materiale di ricaduta delle scie chimiche etc. Comunque lo si chiami, è un fenomeno reale ed osservabile in certe precise condizioni. Questi filamenti si trovano dappertutto (abiti, capelli, suppellettili, stoviglie, alimenti…): scoprire la loro presenza può essere sconvolgente. Essi sono tre volte più sottili di un capello umano e trasparenti. Normalmente sono invisibili, ma diventano visibili grazie ai raggi ultravioletti: infatti, se si prende un tubo fluorescente agli ultravioletti della lunghezza di 18 pollici, si può compiere una conturbante scoperta. Bisogna indossare una maglietta scura, andare in giro per un po’, quindi entrare in una camera buia. Acceso il tubo fluorescente, si vedono dei filamenti da cui promana una luce azzurra. Si rimarrà sorpresi da quanti se ne vedranno in ogni dove, soprattutto sugli specchi, ma anche fluttuare nell’aria e sulla superficie degli oggetti.
Ci sono molte persone che, negli anni 70, usavano questi tubi UV per illuminare gli ambienti e creare effetti di atmosfera: essi non notarono mai niente di simile a tali filamenti. Queste fibre si possono vedere anche al microscopio: appaiono allora traslucide, diafane e costellate di chicchi e di granuli. È possibile anche scorgerle sugli specchi colpiti dalla luce diretta del sole. È una visione spettrale.
Non sappiamo che cosa siano né a che cosa servano, ma è evidente che i filamenti sono legati alle scie chimiche e che sono più abbondanti quando piove. In ogni caso, tali fibre sembrano essere correlate all’aumento dei casi di asma tra la popolazione: biochimici, microbiologi, ricercatori, medici, persone che usano normalmente microscopi sono invitati a collaborare per studiare questo fenomeno e per indicare quali possono essere eventuali rimedi per questa nuova, gravissima forma di inquinamento ambientale.
Il testo originale è a questo indirizzo.
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