È datata 14 gennaio 1999 una relazione europea sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera. Questo rapporto è stato steso dalla Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa. La relatrice è l’onorevole Maj Britt Theorin, il relatore per parere l’onorevole Olsson. Si tratta quindi di un documento con tutti i crismi dell’ufficialità, redatto da una commissione del Parlamento dell'Unione, in cui si fa esplicito riferimento al sistema H.A.A.R.P., una sigla che sta per ’”High Frequency Active Auroral Program”.
Gli scopi di HAARP, realizzato sulla base di un brevetto di Eastlund, non sono conosciuti con precisione: nondimeno, assodato che si tratta di un apparato – come è chiarito nel brevetto - “per alterare (sic) una zona nell’atmosfera terrestre, nella ionosfera e/o nella magnetosfera”, se ne può evincere che gli scopi principali sono i seguenti: creare condizioni climatiche artificiali, modificando le condizioni magnetiche della ionosfera, interferire con i sistemi di radio-comunicazione degli stati nemici, intercettare velivoli e missili a bassa quota, disturbare i campi magnetici degli organismi viventi.
La Commissione evidenziò e deplorò i rischi insiti nell’uso di tale impianto, ma colse anche le insidie peculiari di altre sperimentazioni, come, ad esempio, le esplosioni nucleari nell’atmosfera che deteriorarono lo strato di ozono. È noto che la coltre di ozono, che si forma tra 15 e 60 kilometri di quota, protegge la biosfera dai raggi ultravioletti di lunghezza d’onda tra 200 e 300 nm. Funge quindi da schermo per le radiazioni nocive.
Gli estensori del documento esortarono poi i governi della Russia e degli Stati Uniti d’America a por fine alle “ricerche” nel settore dell’elettromagnetismo applicato alla modificazione delle condizioni meteorologiche: è qui evidente l’allusione ad una presunta guerra climatica tra Russia e Stati Uniti, in cui sono coinvolti naturalmente molti scienziati, alcuni dei quali (russi) periti recentemente in misteriosi disastri aerei. Secondo Tom Bearden, all’interno di questo conflitto invisibile, non dichiarato, ma micidiale, giocano un ruolo decisivo le scie chimiche: infatti, come già spiegato in altri articoli, con le scie velenose, vengono sparsi anche cristalli di quarzo e sali di bario al fine di accrescere l’efficienza della propagazione elettromagnetica, diffusione volta, oltre che ad alterare i fenomeni atmosferici, anche ad influire negativamente sull’umore e sulla salute delle persone, tra cui purtroppo sono sempre più diffuse sindromi depressive, patologie cardiache e tumorali etc.
Il palese riferimento al sistema H.A.A.R.P., nell’ambito della corposa e chiara relazione, è un implicito riconoscimento dell’esistenza del problema riguardante le scie chimiche che dunque non sono un’invenzione di visionari, ma una tragica realtà, come, del resto, attestato dallo Space preservation act del 2001.
Sfortunatamente il rapporto della Commissione è rimasto lettera morta: sia l’esecutivo statunitense sia quello russo hanno ignorato la richiesta di spiegazioni e le sollecitazioni ad interrompere l’attività, anzi le rispettive aviazioni hanno continuato e continuano imperterrite ad irrorare vaste aree del pianeta, dalla Siberia all’America settentrionale, dall’Africa bianca all’Asia centrale, dall’Europa al Medio Oriente, incuranti delle proteste di qualche istituzione, di molti cittadini, di scienziati, di associazioni per la tutela dell’ambiente e della salute. Non solo, i vertici militari puntellano la loro nefanda attività sull’inerzia e la connivenza di governi e media ufficiali, ma soprattutto sul balzano autolesionismo di tutti quei forsennati che, invece di levare la loro voce contro i distruttori degli ecosistemi (vedi la relazione in oggetto), digrignano i denti e vomitano insulti contro chi li informa e, quando può agire, agisce pure nel loro interesse.
Fonti:
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005 s.v. ozono
Etleboro, Le scie chimiche degli dei, 2006
G. Federici, Manovre di guerre stellari in Asia centrale?, 2006
V. Gambino, D. Benvenuti, Scie chimiche: qualcuno ha deciso di usare il cielo per esperimenti segreti, Diegaro di Cesena, 2004
A. Manucci, Guerra invisibile
A. Marcianò, Il simbolo del caduceo, 2005
Relazione della Commissione europea sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera, 1999
Space preservation act, 2001 (H. R. 2977)
Zret, Effetti dello spargimento dei cristalli di quarzo, 2006
Id., Effetti dello spargimento dei sali di bario, 2006
Gli scopi di HAARP, realizzato sulla base di un brevetto di Eastlund, non sono conosciuti con precisione: nondimeno, assodato che si tratta di un apparato – come è chiarito nel brevetto - “per alterare (sic) una zona nell’atmosfera terrestre, nella ionosfera e/o nella magnetosfera”, se ne può evincere che gli scopi principali sono i seguenti: creare condizioni climatiche artificiali, modificando le condizioni magnetiche della ionosfera, interferire con i sistemi di radio-comunicazione degli stati nemici, intercettare velivoli e missili a bassa quota, disturbare i campi magnetici degli organismi viventi.
La Commissione evidenziò e deplorò i rischi insiti nell’uso di tale impianto, ma colse anche le insidie peculiari di altre sperimentazioni, come, ad esempio, le esplosioni nucleari nell’atmosfera che deteriorarono lo strato di ozono. È noto che la coltre di ozono, che si forma tra 15 e 60 kilometri di quota, protegge la biosfera dai raggi ultravioletti di lunghezza d’onda tra 200 e 300 nm. Funge quindi da schermo per le radiazioni nocive.
Gli estensori del documento esortarono poi i governi della Russia e degli Stati Uniti d’America a por fine alle “ricerche” nel settore dell’elettromagnetismo applicato alla modificazione delle condizioni meteorologiche: è qui evidente l’allusione ad una presunta guerra climatica tra Russia e Stati Uniti, in cui sono coinvolti naturalmente molti scienziati, alcuni dei quali (russi) periti recentemente in misteriosi disastri aerei. Secondo Tom Bearden, all’interno di questo conflitto invisibile, non dichiarato, ma micidiale, giocano un ruolo decisivo le scie chimiche: infatti, come già spiegato in altri articoli, con le scie velenose, vengono sparsi anche cristalli di quarzo e sali di bario al fine di accrescere l’efficienza della propagazione elettromagnetica, diffusione volta, oltre che ad alterare i fenomeni atmosferici, anche ad influire negativamente sull’umore e sulla salute delle persone, tra cui purtroppo sono sempre più diffuse sindromi depressive, patologie cardiache e tumorali etc.
Il palese riferimento al sistema H.A.A.R.P., nell’ambito della corposa e chiara relazione, è un implicito riconoscimento dell’esistenza del problema riguardante le scie chimiche che dunque non sono un’invenzione di visionari, ma una tragica realtà, come, del resto, attestato dallo Space preservation act del 2001.
Sfortunatamente il rapporto della Commissione è rimasto lettera morta: sia l’esecutivo statunitense sia quello russo hanno ignorato la richiesta di spiegazioni e le sollecitazioni ad interrompere l’attività, anzi le rispettive aviazioni hanno continuato e continuano imperterrite ad irrorare vaste aree del pianeta, dalla Siberia all’America settentrionale, dall’Africa bianca all’Asia centrale, dall’Europa al Medio Oriente, incuranti delle proteste di qualche istituzione, di molti cittadini, di scienziati, di associazioni per la tutela dell’ambiente e della salute. Non solo, i vertici militari puntellano la loro nefanda attività sull’inerzia e la connivenza di governi e media ufficiali, ma soprattutto sul balzano autolesionismo di tutti quei forsennati che, invece di levare la loro voce contro i distruttori degli ecosistemi (vedi la relazione in oggetto), digrignano i denti e vomitano insulti contro chi li informa e, quando può agire, agisce pure nel loro interesse.
Fonti:
Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005 s.v. ozono
Etleboro, Le scie chimiche degli dei, 2006
G. Federici, Manovre di guerre stellari in Asia centrale?, 2006
V. Gambino, D. Benvenuti, Scie chimiche: qualcuno ha deciso di usare il cielo per esperimenti segreti, Diegaro di Cesena, 2004
A. Manucci, Guerra invisibile
A. Marcianò, Il simbolo del caduceo, 2005
Relazione della Commissione europea sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera, 1999
Space preservation act, 2001 (H. R. 2977)
Zret, Effetti dello spargimento dei cristalli di quarzo, 2006
Id., Effetti dello spargimento dei sali di bario, 2006
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