Absit iniuria verbis
Rosalind Peterson è un’agronoma che ha compiuto approfonditi studi nel campo della silvicoltura, della produzione cerealicola e del clima. Recentemente è stata intervistata all’interno del documentario prodotto dalla rete nazionale statunitense Toxic sky? (Il punto interrogativo si potrebbe tranquillamente togliere), la prima inchiesta giornalistica seria sul problema delle scie chimiche.
La professoressa Peterson ha espresso le sue vive preoccupazioni per le sempre più frequenti operazioni nei cieli di Stati Uniti e Canada, operazioni tese ad indurre modifiche delle condizioni meteorologiche. La scienziata ha purtroppo confermato che i venefici voli sono collegati allo spargimento di bario e di alluminio trimetile. Il bario, come è noto, assorbe l’umidità atmosferica, mentre l’alluminio, tra le altre cose, riflette la luce solare. Da agronoma, la Peterson ha soprattutto evidenziato la correlazione tra scie velenose ed il depauperamento del patrimonio forestale: alberi ed arbusti privati dell’umidità atmosferica, anche sotto forma di nebbia, si ammalano e deperiscono. Le foglie ingialliscono e le chiome si diradano. Sono gravi anche i danni causati alla produzione agricola: le rese dei cereali, in questi ultimi anni, sono diminuite.
La ricercatrice ha anche evidenziato il nesso tra aumento del riscaldamento globale e la diffusione di virulente epidemie influenzali: in questo caso, evidentemente, bisogna ricordare che un habitat caldo e malsano favorisce la proliferazione di virus e batteri. Infine la Peterson paventa una possibile modificazione della corrente a getto per opera del diabolico sistema H.A.A.R.P. Come se non bastasse, il Congresso, nonostante le proteste di agricoltori, cittadini, scienziati, sta accingendosi ad approvare una legge con cui autorizzare “esperimenti” per determinare alterazioni climatiche. In realtà. è solo un provvedimento che serve a legittimare quello che da almeno quindici anni de facto accade già. Ambigua poi risulta la posizione dell’ente governativo nazionalsocialista conosciuto come NASA: l’agenzia, infatti, condivide l’allarme per il riscaldamento globale che attribuisce –udite! udite!- a non meglio specificate scie persistenti, un ipocrita eufemismo che serve ad indicare le scie chimiche. Infatti, da quando le innocue scie di vapore acqueo, in contraddizione con quanto spiegano i luminari dell’MD-80, sono persistenti? Allora non sono scie di condensazione: ergo i piloti, con l’augusto capo cinto di verdeggiante alloro, o mentono in modo spudorato oppure non hanno frequentato (scolaretti discoli!) i corsi organizzati dalla NASA con cui s’insegna che, essendo state del tutto ed arbitrariamente cambiate le leggi fisiche, le scie di condensazione non si dissolvono più. Questo è dimostrato dal fatto che, in inverno le nuvolette di fiato, composte per lo più da vapore acqueo, non si disperdono, ma danno origine ad enormi banchi di nebbia che si addensano nella Pianura padana.
Come è ovvio qualcuno obietterà dicendo che la Peterson, pur essendo una scienziata, è incompetente: orbene, piloti laureati, caudatari dei potenti e meteorologi da strapazzo, tenetevi la vostra margherita hack. Chissà che tra un’osservazione e l’altra delle stelle, in un improvviso, inatteso momento di lucidità, non vi spieghi la siderale differenza tra scie chimiche e scie di condensazione. Infine, nel malaugurato caso di insorgenza di patologie, invocate il soccorso del vostro angela custode.
Rosalind Peterson è un’agronoma che ha compiuto approfonditi studi nel campo della silvicoltura, della produzione cerealicola e del clima. Recentemente è stata intervistata all’interno del documentario prodotto dalla rete nazionale statunitense Toxic sky? (Il punto interrogativo si potrebbe tranquillamente togliere), la prima inchiesta giornalistica seria sul problema delle scie chimiche.
La professoressa Peterson ha espresso le sue vive preoccupazioni per le sempre più frequenti operazioni nei cieli di Stati Uniti e Canada, operazioni tese ad indurre modifiche delle condizioni meteorologiche. La scienziata ha purtroppo confermato che i venefici voli sono collegati allo spargimento di bario e di alluminio trimetile. Il bario, come è noto, assorbe l’umidità atmosferica, mentre l’alluminio, tra le altre cose, riflette la luce solare. Da agronoma, la Peterson ha soprattutto evidenziato la correlazione tra scie velenose ed il depauperamento del patrimonio forestale: alberi ed arbusti privati dell’umidità atmosferica, anche sotto forma di nebbia, si ammalano e deperiscono. Le foglie ingialliscono e le chiome si diradano. Sono gravi anche i danni causati alla produzione agricola: le rese dei cereali, in questi ultimi anni, sono diminuite.
La ricercatrice ha anche evidenziato il nesso tra aumento del riscaldamento globale e la diffusione di virulente epidemie influenzali: in questo caso, evidentemente, bisogna ricordare che un habitat caldo e malsano favorisce la proliferazione di virus e batteri. Infine la Peterson paventa una possibile modificazione della corrente a getto per opera del diabolico sistema H.A.A.R.P. Come se non bastasse, il Congresso, nonostante le proteste di agricoltori, cittadini, scienziati, sta accingendosi ad approvare una legge con cui autorizzare “esperimenti” per determinare alterazioni climatiche. In realtà. è solo un provvedimento che serve a legittimare quello che da almeno quindici anni de facto accade già. Ambigua poi risulta la posizione dell’ente governativo nazionalsocialista conosciuto come NASA: l’agenzia, infatti, condivide l’allarme per il riscaldamento globale che attribuisce –udite! udite!- a non meglio specificate scie persistenti, un ipocrita eufemismo che serve ad indicare le scie chimiche. Infatti, da quando le innocue scie di vapore acqueo, in contraddizione con quanto spiegano i luminari dell’MD-80, sono persistenti? Allora non sono scie di condensazione: ergo i piloti, con l’augusto capo cinto di verdeggiante alloro, o mentono in modo spudorato oppure non hanno frequentato (scolaretti discoli!) i corsi organizzati dalla NASA con cui s’insegna che, essendo state del tutto ed arbitrariamente cambiate le leggi fisiche, le scie di condensazione non si dissolvono più. Questo è dimostrato dal fatto che, in inverno le nuvolette di fiato, composte per lo più da vapore acqueo, non si disperdono, ma danno origine ad enormi banchi di nebbia che si addensano nella Pianura padana.
Come è ovvio qualcuno obietterà dicendo che la Peterson, pur essendo una scienziata, è incompetente: orbene, piloti laureati, caudatari dei potenti e meteorologi da strapazzo, tenetevi la vostra margherita hack. Chissà che tra un’osservazione e l’altra delle stelle, in un improvviso, inatteso momento di lucidità, non vi spieghi la siderale differenza tra scie chimiche e scie di condensazione. Infine, nel malaugurato caso di insorgenza di patologie, invocate il soccorso del vostro angela custode.
Penso che Zret prendesse ad esempio i maggiori esempi di ottusità negazionista su base scientifica (la loro), ovvero Margherita e Pierino.
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