venerdì 22 settembre 2006

L'alluminio nelle scie chimiche: un'altra conferma

Radar è ormai vocabolo di uso corrente, che nasce come sigla di Radio detecting and ranging. Con la parola radar, si indica un sistema in grado di individuare la posizione di un ostacolo naturale o di determinare la direzione e la velocità di un corpo in movimento, nave o aeromobile, sfruttando la caratteristica di ogni oggetto di riflettere le onde elettromagnetiche, generando un’eco. In linea di principio, il radar è formato da un trasmettitore e da un ricevitore affiancati e dotati di antenne direttive. Il trasmettitore irradia un impulso elettromagnetico che si propaga in linea retta alla velocità della luce e, quando colpisce un bersaglio, viene in parte riflesso. L’antenna del ricevitore capta l’impulso riverberato. L’eco giunge al ricevitore con un ritardo rispetto all’istante di emissione, uguale al tempo impiegato a percorrere due volte (andata e ritorno) la distanza che separa il ricevitore dal target. Ciò consente di misurare la distanza, attraverso un apposito dispositivo elettrico. Il radar è usato nella navigazione marittima ed aerea per localizzare eventuali ostacoli presenti lungo la rotta o l’aerovia e per guidare il traffico dei velivoli. Sono molto sviluppate le applicazioni in ambito militare per individuare concentramenti di truppe, per comandare missili etc.


I radar usufruiscono generalmente di onde ad altissima frequenza (1.000-10.000 Mhz), irradiate da un generatore che emette brevi impulsi, della durata da 0,1 a 10 microsecondi.

Agli inizi degli anni ‘80 circa, cominciò ad essere operativo un nuovo tipo di trasmissione radar che copriva un’ampia gamma delle onde corte: per realizzare ciò, si rese necessario la creazione di una specie di specchio aereo capace di riflettere negli strati più alti dell’atmosfera, prescindendo dal normale riverbero ionosferico, le onde elettromagnetiche per farle rimbalzare al suolo. Determinando una copertura artificiale attorno al pianeta, per mezzo della diffusione di metalli quali soprattutto l’alluminio, è possibile ottenere uno schermo che assicura una riflessione pressoché totale a 360 gradi, secondo il tipo di antenne adoperate.

Da almeno cinque lustri ricercatori indipendenti, scienziati e giornalisti denunciano lo spargimento, attraverso la micidiale operazione “scie chimiche”, dell’alluminio insieme con altri metalli e sostanze. L’alluminio è un metallo assai nocivo per la salute umana, perché il particolato si fissa nell’organismo che non lo metabolizza. Evidentemente per i militari i danni cagionati alle persone ed agli ecosistemi sono del tutto trascurabili. I benefattori dell’umanità continuano, infatti, a spargere impunemente sostanze tossiche, ma negano con incredibile improntitudine l’esistenza stessa dell’attività di irrorazione: è, invece, palese che le scie esistono e sono una realtà mondiale. Il fine di migliorare ed intensificare l’impiego delle apparecchiature radar spiega per quale motivo l’inquietante problema non risparmi ormai quasi nessun paese al mondo, complici e succubi i governi ed i media.

Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. radar
Zret, Effetti dello spargimento di alluminio, 2006

Ringraziamento

Esprimo la mia gratitudine a Jointall per le preziose informazioni da lui fornite in merito al nuovo sistema di trasmissioni radar.

4 commenti:

  1. Le scie chimiche non risparmiano neanche la provincia di Napoli e Avellino. Oggi sabato 23 settembre alcuni aerei hanno irrorato la zona (anche se, fortunatamente, non siamo ai livelli mostrati dalle Vostre foto). Diversamente dagli altri che ho osservato nei giorni scorsi (cielo limpido a parte qualche nuvoletta) le scie non scompaiono subito, anzi si diradano, ma gli aerei non sembrano volare a bassa quota, e ne sento il rumore (non mi trovo in città) solo quando oltrepassano casa mia. Le attività "sospette" sono iniziate verso le 15 o poco dopo ed ora, le 15.40, il vento è improvvisamente aumentato. Come ogni irrorazione che si rispetti viene effettuata da più velivoli in tempi diversi, per non dare nell'occhio. Forse mi sarò sbagliato, ma come mai gli ammassi nuvolosi si intensificano sotto quelle scie ed il tempo sta cambiando?

    Appena ho un 'po di tempo mi armerò di videocamera e fotocamera nuove e vi manderò qualcosa, sperando di essere utile. Questa storia deve finire!

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  2. Ciao, Danilo. La Tua testimonianza è importante, anche perché si distingue nel silenzio della regione campana. Perché non ti iscrivi al forum di scie chimiche.org ? Mancano i reports dalle province meridionali d'Italia, che non sono di certo escluse dagli interventi chimici.

    Ti spettiamo!

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  3. Ciao, Pir. Sbaglio se affermo che sono prezzolati disinformatori di professione? Non credo, vero? ;)

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