Per un paio di giorni, in tutta l’Italia o quasi la perversa operazione scie chimiche è stata sospesa o per ragioni logistiche oppure perché gli impetuosi venti settentrionali l’avrebbero vanificata.
Finalmente, dopo un lunghissimo periodo segnato da un micidiale attacco chimico, si è potuta godere qualche ora di sole e si è potuto ammirare un firmamento terso, di un azzurro intenso, anche in regioni industrializzate in cui l’aria è piuttosto inquinata. Le temperature inoltre si sono repentinamente abbassate, anche perché la coltre artificiale che imprigiona il calore si è dissolta. Questi primi giorni di novembre sono stati uno scampolo dell’estate di San Martino e, per una volta, una “tradizione” meteorologica è stata rispettata. Si è notata una differenza sensibile tra il cielo opaco e sfregiato dalle cicatrici chimiche e l’aria cristallina, di quando in quando solcata da qualche aereo di linea con la sua effimera e cortissima scia di condensazione.
È questa una riprova (per chi ne avesse ancora bisogno) che l’offuscamento globale (in inglese global dimming) di cui cianciano tanto alcuni “scienziati” non è una manifestazione naturale, bensì un fenomeno provocato dallo spargimento di elementi come l’alluminio che attenuano la radiazione elettromagnetica proveniente dal sole. Si deve qui rammentare che la diminuzione della luce non è un effetto collaterale delle attività umane, ma un risultato scientemente perseguito ed ottenuto da una banda di criminali per i loro inconfessabili scopi. Perciò quando “uomini politici” ed “ambientalisti” lanciano l’allarme per il destino del pianeta, adducendo come causa di ogni squilibrio ecologico il solito fantomatico effetto serra, occorre ricordare che mentono in modo spudorato. Costoro sono abituati a raccontare bugie, sempre e comunque: è il loro compito, per dir così, istituzionale.
Purtroppo i piloti chimici, come molti paventavano, hanno ripreso, dopo una breve pausa, i loro voli. Attendiamoci di nuovo il cielo sporco, l’aria mefitica ed insalubre, con tutto il corollario di mappe satellitari contraffatte e di forum appestati dai disinformatori.
Ricordiamoci, però, che non praevalebunt: non prevarranno.
Finalmente, dopo un lunghissimo periodo segnato da un micidiale attacco chimico, si è potuta godere qualche ora di sole e si è potuto ammirare un firmamento terso, di un azzurro intenso, anche in regioni industrializzate in cui l’aria è piuttosto inquinata. Le temperature inoltre si sono repentinamente abbassate, anche perché la coltre artificiale che imprigiona il calore si è dissolta. Questi primi giorni di novembre sono stati uno scampolo dell’estate di San Martino e, per una volta, una “tradizione” meteorologica è stata rispettata. Si è notata una differenza sensibile tra il cielo opaco e sfregiato dalle cicatrici chimiche e l’aria cristallina, di quando in quando solcata da qualche aereo di linea con la sua effimera e cortissima scia di condensazione.
È questa una riprova (per chi ne avesse ancora bisogno) che l’offuscamento globale (in inglese global dimming) di cui cianciano tanto alcuni “scienziati” non è una manifestazione naturale, bensì un fenomeno provocato dallo spargimento di elementi come l’alluminio che attenuano la radiazione elettromagnetica proveniente dal sole. Si deve qui rammentare che la diminuzione della luce non è un effetto collaterale delle attività umane, ma un risultato scientemente perseguito ed ottenuto da una banda di criminali per i loro inconfessabili scopi. Perciò quando “uomini politici” ed “ambientalisti” lanciano l’allarme per il destino del pianeta, adducendo come causa di ogni squilibrio ecologico il solito fantomatico effetto serra, occorre ricordare che mentono in modo spudorato. Costoro sono abituati a raccontare bugie, sempre e comunque: è il loro compito, per dir così, istituzionale.
Purtroppo i piloti chimici, come molti paventavano, hanno ripreso, dopo una breve pausa, i loro voli. Attendiamoci di nuovo il cielo sporco, l’aria mefitica ed insalubre, con tutto il corollario di mappe satellitari contraffatte e di forum appestati dai disinformatori.
Ricordiamoci, però, che non praevalebunt: non prevarranno.
L'avevo già visto: mi sembra che affermi che bisogna rassegnarsi. Disento: frangar, non flectar.
RispondiEliminaThanks for link
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