giovedì 1 febbraio 2007

L'effetto serra non esiste

Pennivendoli, “meteorologi”, scemenziati continuano a cianciare di “effetto serra”, il vero capro espiatorio di tutti i cambiamenti climatici, il deus ex machina per “spiegare” fenomeni come il riscaldamento globale, la siccità, l’aumento del numero e dell’intensità degli uragani… Ebbene l’”effetto serra”, nei termini in cui lo descrivono i media di regime, non esiste.

In verità, per effetto serra, si deve intendere la conservazione dell’energia termica che il Sole irradia sulla Terra e che è causata dall’azione di assorbimento selettivo dell’atmosfera. La luce della nostra stella riscalda il pianeta durante le ore di insolazione, ma, per le proprietà dei gas che formano l’atmosfera, non si disperde altrettanto facilmente durante le ore notturne. Il risultato è che la superficie terrestre tocca una temperatura media di equilibrio più elevata di quella dello spazio e la vita può prosperare su Gaia. Se, però, l’opacità dell’atmosfera al calore irraggiato dalla superficie si accresce, in modo eccessivo, per via di alcune sostanze, si ha un incremento dei valori termici. È importante ricordare che nell’ambiente “scientifico” e tra i comuni mortali, si definisce “effetto serra” un fenomeno che è poco attinente con quanto accade nelle serre. Fu il fisico britannico John Tyndall (1820-1893) a scoprire che il biossido di carbonio (CO2) è paragonabile al vetro, perché lascia passare le radiazioni luminose, ma scherma quelle termiche. La luce che entra in una serra e giunge fino al suolo, che è di colore scuro, viene assorbita. Dopodichè il terreno comincia a sprigionare invisibili radiazioni calorifiche. Quando tali radiazioni colpiscono il vetro sono riflesse verso l’interno sicché si forma una trappola per il calore.

Un altro fisico, Robert W.Woods, (1868-1955) nel 1909 dimostrò che la spiegazione di Tyndall non era esatta. Woods costruì una serra di salgemma: il salgemma è trasparente alla luce, ma lascia filtrare anche il calore. Nella serra così costruita non si sarebbe dovuto osservare il greenhouse effect: invece l’aumento di temperatura fu ugualmente rilevato, sebbene di poco inferiore a quello registrato nelle serre di vetro. Woods dimostrò che il calore viene imprigionato grazie al fatto che l’aria racchiusa nelle strutture non può circolare liberamente, con moti di convezione.(1) L’effetto descritto da Tyndall esiste, ma contribuisce pochissimo all’innalzamento della temperatura. Quanto accade nelle serre ed attorno a Gaia dovrebbe essere definito “effetto aria” o “effetto atmosfera”.

Il riscaldamento globale è una fenomeno reale, ma è dovuto solo in minima parte alle emissioni di gas serra, poiché altri sono i fattori che lo provocano: il cambiamento della risonanza Schumann, l’irradiazione di onde elettromagnetiche a bassisima frequenza attraverso H.A.A.R.P., le scie chimiche. Prima, però, di soffermarsi sulle reali cause del global warming, occorre evidenziare una contraddizione che mina tutte le pseudo-argomentazioni circa l’”effetto serra”. Se veramente, come raccontano i “meteorologi”, i “fisici” dell’atmosfera ed i loro pusillanimi e ripugnanti portavoce, il fenomeno fosse soltanto dovuto ai gas serra e non alle scie chimiche, per quale motivo le precipitazioni sono diminuite? Ad un incremento dei valori termici, dovrebbe corrispondere una maggiore traspirazione ed evaporazione, fenomeni alla base della formazione di corpi nuvolosi carichi di umidità, nubi che, in concomitanza di particolari condizioni fisico-chimiche, portano piogge, nevicate e grandinate. Orbene, l’aumento della temperatura globale è rilevabile, ma le precipitazioni sono sempre più rare, a causa dello spargimento nell’atmosfera di sali di bario, dalle proprietà igroscopiche, ossia di assorbimento dell’umidità. Moltissime volte sono stati visti, fotografati e filmati cumuli e cumulonembi gonfi di umidità: queste nubi sono state rapidamente dissolte, in seguito al passaggio di velivoli che li hanno inseminati con sali di bario.

L’incremento dei valori termici planetari è una manifestazione che alcuni ricercatori ritengono naturale e legata a cicli climatici.

Già nel III millennio a.C. circa, come appurato dall’ingegner Giovanni Vinci e da altri, si ebbe un optimum climatico. Allora popoli indoeuropei vivevano a latitudini settentrionali, tra la Danimarca e la Norvegia, dove le condizioni climatiche e pedologiche erano relativamente adatte ad alcune forme di agricoltura e di allevamento. Quando il clima diventò, via via più rigido, gli Indoeuropei sciamarono in ondate successive verso sud, nell’Europa centrale e mediterranea, dove, col passare del tempo, si mescolarono con le popolazioni autoctone.

Nell’XI secolo d.C. i Normanni, in seguito ad una mitigazione delle circostanze climatiche, si diressero, con le loro agili e veloci imbarcazioni, verso nord, approdando in Islanda ed in Groenlandia. In Groenlandia fu possibile praticare per alcuni decenni l’agricoltura e l’allevamento, prima che il clima divenisse più freddo.

Il problema deve quindi essere visto in modo del tutto diverso: l’incremento della temperatura non è, se non in misura trascurabile, una conseguenza delle attività economiche e di un modello di “sviluppo” errato, ma un esito del cambiamento della risonanza Schumann, esito accentuato e catalizzato da H.A.A.R.P. e dalle scie velenose.

I perversi fini della maledetta sinarchia sono i seguenti: falcidiare la popolazione, inquinare la biosfera, determinare sconvolgimenti climatici, causare la siccità in modo da appropriarsi delle residue e sempre più preziose risorse idriche e per commercializzare sementi o.g.m. resistenti all’aridità, introdurre nuove tasse per fingere di combattere il riscaldamento globale, in realtà deliberatamente acuito ed accelerato.



(1) La convezione è una forma di propagazione del calore caratterizzata dal fatto che ogni trasferimento di calore è accompagnato da spostamento di materia. In fisica dell’atmosfera, si può avere una convezione intensa, una leggera oppure una limitata alla media troposfera.

Fonti:

Scienze naturali, Milano, 2005, a cura di M. Tozzi, s.v. effetto serra
G. Vinci, Omero nel Baltico, Roma, 1995
Zret, Effetti dello spargimento di sali di bario, 2006
Id.,
Focus su focus, 2006


Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
Puoi votare le mie notizie anche in
questa pagina.


Attacco all'informazione CLICCA QUI

CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti

1 commento:

  1. Gratis il modo x accumulare anidride carbonica e fermare il cambiamento climatico

    Ciao a tutti, come va?

    Il cambiamento climatico imperversa, per fermarlo bisognerebbe accatastare miliardi di tonnellate di anidride carbonica sotto forma di legno o cellulosa.

    Qualche anno fa Bill Clinton ( presumibilmente il chairman del governo mondiale) aveva promesso un ricco premio, un milione di euro, a chi avesse trovato un facile metodo per prelevare dall'atmosfera grandi quantità di anidride carbonica.

    Vi spiego come, nella maniera che cerco di fare da oltre 20 anni rischiando la vita, subendo minacce di morte tutti i giorni, venendo boicottato, diffamato e perseguitato quotidianamente dagli scagnozzi di Bill Clinton: raccogliendo foglie.

    Provo a dirvi il problema completo.

    Da una parte bisogna interrompere le emissioni serra utilizzando la Serpentina di Schietti invece di petrolio, carbone, gas, legname.

    Poi bisogna riforestare ovunque possibile in particolare le aree desertificate subsahariane, anche coltivando alberi da frutta, perchè il legno è fatto di carbonio, che si ricava dall'anidride carbonica.

    Poi infine bisogna utilizzare le foglie di parchi, giardini e boschi per produrre cellulosa invece degli alberi delle foreste.

    Le foglie se vengono lasciate marcire nei boschi emettono gas serra. Idem se vengono bruciate negli inceneritori.

    Se invece venissero raccolte e lavorate per produrre cellulosa, l'anidride carbonica verrebbe immaganizzata. Possono anche essere utilizzate per produrre cubi e pannelli per edilizia.

    E non verrebbero tagliate le foreste per produrre carta igienica, scottex, carta.

    Pensate ai parchi e giardini di tutto il mondo, pensate ai boschi, pensate a quanti miliardi di tonnellate di foglie vengono prodotte ogni anno dagli alberi che vengono lasciate marcire o vengono bruciate negli inceneritori.

    Secondo i miei calcoli, insieme alla Serpentina e alla riforestazione, con le foglie in 15 anni sarebbe possibile fermare il cambiamento climatico.

    Parlatene a tutti, Schietti sa come fermare il cambiamento climatico, Schietti sa come immagazzinare miliardi di tonnellate di anidride carbonica, utilizzando le foglie per produrre cellulosa, ma ogni volta che ne parla cercano di ucciderlo.

    Nel 2008 in Val di Vara venne rasa al suolo la mia foresta con cui cercavo di dimostrare pubblicamente con servizi giornalistici quotidiani in internet che si poteva diventare ricchi, salvare le foreste e fermare il cambiamento climatico pulendo i boschi, raccogliendo foglie, ricci di castagne, pigne e tagliando alberi morti.

    Ogni volta che spiego che la soluzione al cambiamento climatico sono le foglie comincia a squillare il telefono di casa mia e subisco minacce di ogni genere, per favore aiutatemi.

    Grazie dell'attenzione, in attesa della Serpentina di Schietti, della cellulosa ricavata dalle foglie, la parola a Dio e alla prossima catastrofe generata dal cambiamento climatico, ogni volta sempre peggiore.

    Domenico Schietti
    http://domenico-schietti.blogspot.com/

    RispondiElimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.