Pordenone - Scie chimiche, sostegno alla battaglia di Claut Al legale sono giunte numerose lettere e mail dopo l'esposto presentato in Procura a Pordenone Lettere, filmati, articoli di stampa.
L'esposto presentato dall'avvocato Vitto Claut alla Procura della repubblica di Pordenone, per chiedere accertamenti sul fenomeno delle scie chimiche, ha suscitato curiosità e interesse in molte regioni d'Italia. Nello studio del legale sono arrivate, nei giorni scorsi, lettere e mail da diverse regioni, da parte di persone che da anni si occupano dell'argomento e che stanno combattendo una battaglia per cercare la verità su queste strane presenze. Anche nelle vicine province di Treviso e Venezia "sarebbero" state avvistate di frequente le scie, ovvero tracce prodotte da aerei cargo militari che "depositerebbero" sostanze nocive e cancerogene nell'atmosfera e di conseguenza nei terreni. Claut, dopo aver notato questa presenza nei cieli pordenonesi, ha deciso di documentarsi e, trovando studi che avanzano serie perplessità sulle conseguenze che queste emissioni avrebbero sull'ambiente e sulla salute, ha deciso di chiedere l'intervento della magistratura in qualità di presidente del Codacons.
L'esposto è naturalmente contro ignoti, ma è correlato a un'alta intensità di traffico aereo nei cieli della provincia, dovuta anche alla presenza di una delle più grandi basi Usaf. L'iniziativa ha quindi attirato l'attenzione di chi già da anni cerca di ottenere il riconoscimento del fenomeno anche in Italia. In Sardegna, per esempio, si è creato addirittura un comitato per la sensibilizzazione della popolazione e delle autorità rispetto al fenomeno, mentre in Sicilia, nella provincia di Enna, si è registrata la stessa presenza. All'avvocato hanno scritto anche insegnanti della capitale che stanno raccogliendo materiale per parlare del rischio a scuola (superiore) e altre persone che in regione stanno promuovendo la raccolta di informazioni e materiali sul fenomeno. "Non mi aspettavo un simile ritorno - commenta Claut -, speriamo di poter portare avanti questo importante tema".
Ci sono stati anche parlamentari che si sono interessati del problema. In Sardegna, in seguito alla formazione del comitato, il senatore Gianni Nieddu ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha risposto che non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche (sic!). Se da una parte, infatti, la preoccupazione delle popolazioni e la richiesta di informazioni crescono, dall'altra il mondo "scientifico" è diviso sulla natura di queste scie. Alcune associazioni (al momento una di Padova e una di Pisa) stanno anche raccogliendo firme per una petizione da inviare a tutti i principali organismi politici italiani ed europei per chiedere norme urgenti che tutelino i cittadini e impediscano la formazione e dispersione nell'ambiente delle scie chimiche.
Martina Milia (Fonte: Codacons Friuli Venezia Giulia)
http://www.codacons.it/
L'esposto presentato dall'avvocato Vitto Claut alla Procura della repubblica di Pordenone, per chiedere accertamenti sul fenomeno delle scie chimiche, ha suscitato curiosità e interesse in molte regioni d'Italia. Nello studio del legale sono arrivate, nei giorni scorsi, lettere e mail da diverse regioni, da parte di persone che da anni si occupano dell'argomento e che stanno combattendo una battaglia per cercare la verità su queste strane presenze. Anche nelle vicine province di Treviso e Venezia "sarebbero" state avvistate di frequente le scie, ovvero tracce prodotte da aerei cargo militari che "depositerebbero" sostanze nocive e cancerogene nell'atmosfera e di conseguenza nei terreni. Claut, dopo aver notato questa presenza nei cieli pordenonesi, ha deciso di documentarsi e, trovando studi che avanzano serie perplessità sulle conseguenze che queste emissioni avrebbero sull'ambiente e sulla salute, ha deciso di chiedere l'intervento della magistratura in qualità di presidente del Codacons.
L'esposto è naturalmente contro ignoti, ma è correlato a un'alta intensità di traffico aereo nei cieli della provincia, dovuta anche alla presenza di una delle più grandi basi Usaf. L'iniziativa ha quindi attirato l'attenzione di chi già da anni cerca di ottenere il riconoscimento del fenomeno anche in Italia. In Sardegna, per esempio, si è creato addirittura un comitato per la sensibilizzazione della popolazione e delle autorità rispetto al fenomeno, mentre in Sicilia, nella provincia di Enna, si è registrata la stessa presenza. All'avvocato hanno scritto anche insegnanti della capitale che stanno raccogliendo materiale per parlare del rischio a scuola (superiore) e altre persone che in regione stanno promuovendo la raccolta di informazioni e materiali sul fenomeno. "Non mi aspettavo un simile ritorno - commenta Claut -, speriamo di poter portare avanti questo importante tema".
Ci sono stati anche parlamentari che si sono interessati del problema. In Sardegna, in seguito alla formazione del comitato, il senatore Gianni Nieddu ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, che ha risposto che non è possibile confermare l'esistenza delle scie chimiche (sic!). Se da una parte, infatti, la preoccupazione delle popolazioni e la richiesta di informazioni crescono, dall'altra il mondo "scientifico" è diviso sulla natura di queste scie. Alcune associazioni (al momento una di Padova e una di Pisa) stanno anche raccogliendo firme per una petizione da inviare a tutti i principali organismi politici italiani ed europei per chiedere norme urgenti che tutelino i cittadini e impediscano la formazione e dispersione nell'ambiente delle scie chimiche.
Martina Milia (Fonte: Codacons Friuli Venezia Giulia)
http://www.codacons.it/
Ciao Straker.
RispondiEliminaConfermo le attività del comitato in Sardegna. Ma, nonostante ci si stia muovendo ormai da tempo, troviamo le stesse resistenze che trovano tutti gli altri amici delle altre regioni... e di tutto il mondo.
Da poco ho avuto un confronto con dei ragazzi che studiano nella facoltà di fisica di cagliari... Mi hanno confermato che le scie destano enorme interesse nel loro ambiente, ma vi sono tantissime voci contrastanti e non si sa da che parte pendere. Mi hanno anche indicato un blog in cui un professore universitario della loro facoltà smentisce l'esistenza delle scie.
Come potete vedere la battaglia è dura anche da noi.
Saluti
S.
Ciao nonsiamosoli. Siamo dei Donchisciotte che combattono contro i mulini a vento dei poteri forti. Ovvio che i più scaltri e melliflui oppositori alla realtà delle scie chimiche siano proprio coloro che vengono lautamente foraggiati con stipendi da ladrocinio. Vedasi certi professori universitari, che si avvantaggiano della loro fama e posizione per sbandierare ai quattro venti la loro "scie-menza". Personalmente sono sempre più incacchiato e più mi faranno arrabbiare, tantopiù diventerò determinato a combatterli. Sono spregevoli individui e dovranno capitolare, prima o poi. Insistiamo. La verità, presto o tardi, verrà a galla ed i disinformatori affonderanno nelle loro menzogne.
RispondiEliminaMolti professori universitari o sono ignoranti o sono in mala fede o ambedue le cose. E' ovvio che le istituzioni non possono ammettere che esse nocciono gravemente ai cittadini. Ecco spiegato il motivo di reticenze, resistenze, censure, smentite, ma chi conosce il potere non si sorprenderà neppure. Ciao e grazie.
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