sabato 3 marzo 2007

Scoppia la testa: gregge sterminato

Sul quotidiano sardo "La Nuova" di oggi, è stata pubblicata una notizia che getta una luce inquietante su quanto sta nascostamente avvenendo nei cieli di Sardegna ed in tutte le altre regioni d'Italia. Riportiamo il sommario dell'articolo, firmato da Bernardo Asproni. Di seguito il link per leggere l'intero pezzo.

"Lula. In un ovile, su una collina ad un paio di chilometri dal centro abitato, presso il santuario di San Francesco, si sta consumando lo sterminio di un gregge di pecore di circa 400 capi. Sino a ieri erano circa 240 i capi stramazzati improvvisamente al suolo nell'arco di un mese. Colpito da un male misterioso, l'animale perde improvvisamente sangue dal naso e dalle orecchie, ma, quel che fa impressione, è che il cranio si spacca ed il cervello fuoriesce".

Lula, è lo stesso paese dove è stato riscontrato un caso di sospetto di "morbo di Morgellons", malattia da collegare alle scie chimiche. Contemporaneamente, in tutta la Sardegna centrale è esplosa un'epidemia di rinite con secrezioni filamentose mai viste prima.
Da segnalare che in questo caso i velivoli chimici sono stati osservati sorvolare a quote particolarmente basse, tanto da spaventare il bestiame con il rombo dei motori
.

Clicca QUI per leggere l'intero articolo.


Ringraziamo "Satirus" e Giulio Concu per la segnalazione e per il materiale fornitoci.

16 commenti:

  1. Bruttissima, soprattutto perché, a meno che non si tratti di sequestri di persona, della Sardegna i media non parlano mai.

    E' palese che si stanno svolgendo esperimenti biologici su interi territori abitati e tutto con il benestare delle associazioni ambientaliste, del governo e dei media di regime.

    RispondiElimina
  2. Io non mi angoscerei: gli ambientalisti, comandati dal pecoraro scarno, ci salveranno.
    Ciao pir.

    RispondiElimina
  3. Ciao Zret magari è collegato alle alghe che si trovano ultimamente negli abbeveratoi dei pascoli in quota che fanno ammalre il bestiame da me...

    Ciao da Poseidon

    RispondiElimina
  4. Ciao Ropuros, potrebbe essere. In ogni caso, sono situazioni inquietanti. I veterinari brancolano nel buio: speriamo si riesca a fermare in qualche modo gli avvelenatori, prima che sia troppo tardi. Ciao

    RispondiElimina
  5. Ho passato al microscopio un po' di polvere raccolta dallo ionizzatore. Sfido io che gli animali tirano le quoia! Pubblicherò le immagini in un prossimo articolo.

    RispondiElimina
  6. Mi relazionavano di un allevatore biologico del nord est, che le sue vacche si rifiutano di mangiare l'erba di primo taglio o di abbeverarsi nei contenitori che raccolgono l'acqua piovana.

    RispondiElimina
  7. La cosa che mi allarma, oltre alle pecore, è l'inspiegabile morìa
    di api negli USA e in Europa. Dovremmo prendere in considerazione le scie chimiche?

    RispondiElimina
  8. La cosa che mi allarma, oltre alle pecore, è l'inspiegabile morìa
    di api negli USA e in Europa. Dovremmo prendere in considerazione le scie chimiche?

    RispondiElimina
  9. Bravo salmoriglio. La vicenda delle api scomparse dagli alveari in alcuni stati U.S.A. è un altro campanello d'allarme e se 2+2 fa ancora 4, io non esisterei a considerare una responsabilità nelle irrorazioni di bario, alluminio, quarzo, manganese, selenio, torio, rame e chissà cos'altro in atmosfera.

    RispondiElimina
  10. USA, E' MISTERO SULLA MORIA DELLE API
    martedì 20 febbraio 2007
    Ultimo aggiornamento martedì 20 febbraio 2007

    Negli Stati Uniti è mistero sulle api. Una misteriosa malattia, infatti, le sta decimando da qualche settimana a questa
    parte.

    A rischio c'è l'impollinazione di molte colture e, di conseguenza, sono in vista danni per centinaia di migliaia di dollari

    Apicoltori in crisi

    In ventidue stati Usa gli apicoltori hanno registrato perdite fino all'ottanta per cento della loro popolazione di api. Questo ha impedito loro di affittare le famiglie per l'impollinazione dei mandorli e, più avanti, dei meli e dei mirtilli. Dave Hackenberg, un allevatore della Pennsylvania, ha riferito di aver perso circa duemila arnie, ognuna delle quali può ospitare fino a 50mila api, e ha stimato una perdita pari a 350mila dollari.

    Morti incomprensibili

    L'individuazione delle cause della moria degli insetti è difficilmente individuabile, perché spesso gli alveari sono vuoti, a parte la regina e poche operaie. Jeff Pettis - ricercatore al dipartimento di agricoltura di Beltsville, nel Maryland - sostiene che le api potrebbero morire per una combinazione di fattori, tra cui la presenza di parassiti e carenza di polline. Si indaga anche su un possibile collegamento con le consistenti perdite di api registrate ultimamente in alcuni Paesi europei.

    IFG, 20 febbraio 2007

    Greenplanet.net - La rete del biologico su internet dal 1995 - Organic and Ecological community

    RispondiElimina
  11. Mi sento di escludere nel modo più assoluto e risoluto che la moria di pecore sia imputabile ad un aumento della pressione arteriosa delle medesime.Nel caso di rialzo pressorio anche 'stratosferico' al massimo potranno saltare arterie od arteriole del circolo encefalico ma mai e poi mai arriverà a scoppiare il cranio agli animali. Si potrebbe girare la notizia a Linda Moulton How che è una delle maggiori esperte mondiali di mutilazioni aliene sugli animali e di accidenti capitati ai medesimi per colpa di forze ignote. Giustamente Angela sull'altro blog ha ipotizzato un intervento ufologico al fine di spiegare un evento tanto strano. Quindi si potrebbe trattare di un 'burst' o scoppio di energia tramite l'utilizzo di microonde pulsate e diretto agli animali. Ed evidentemente un fascio ad essi mirato poichè agli accompagnatori umani per fortuna pare non sia successo nulla.
    Oppure dovremmo pensare ad un agente patogeno sconosciutissimo e ovviamente frutto dell'ingegneria genetica disperso in certe aree della Sardegna tramite 'chemtrails'.
    Altre possibilità non ne vedo.

    'Pour en finir' ingentissimo spargimento da alcuni giorni di materiali tossici da parte delle solite cisterne aeree facenti capo alla Nato sulla Bassa Padana, quale non si vedeva da moltissimo tempo. A titolo di curiosità ieri ho visto disegnare un paio di croci chimiche su un paio di chiese della zona. Mi sembra di ricordare che fatti del genere siano già stati segnalati in altre zone , forse a Roma.
    Non posso poi esimermi dal fare i miei complimenti al popolo sardo per il coraggio e la matura consapevolezza circa il nostro problema.

    RispondiElimina
  12. E' praticamente certo che le pecore siano morte perchè colpite con un corpo contundente, probabilmente un badile. Trovate l'articolo che ne parla sul Giornale di Sardegna di oggi (5 marzo) a pag. 32. Potete scaricare gratuitamente il PDF del giornale da http://gds.li/ (ma va fatto entro oggi).

    Faccio notare soprattutto il fatto che negli ovili vicini a quello interessato dalla "moria" non si è mai registrato niente del genere. Inoltre la moria è "misteriosamente" cessata quando sono iniziati controlli prolungati sulle pecore, per accertare la causa dei decessi.

    Qual'è la morale? Mai lanciarsi in ipotesi balzane senza avere un po' di materiale. Altrimenti si perde qualsiasi credibilità.

    RispondiElimina
  13. Attendiamo verifiche in un senso e nell'altro. Mi appare strano, però, che si prendano a badilate 250 pecore. Ad ogni modo... noi abbiamo riportato la notizia. I fatti non sono comunque isolati. Se dai uno sguardo agli avvenimenti di questi ultimi tre/quattro anni, ti accorgerai che episodi simili si sono già verificati in Sardegna. Per non parlare delle malformazioni, sia animali, sia di feti umani. Badilate anche lì?

    RispondiElimina
  14. Riporto una testimonianza dal luogo dei fatti, fresca di giornata...

    Sabato scorso, sono andato di persona a verificare la notizia della Nuova Sardegna, quel che c'è scritto sull'articolo (stranamente ed eccezionalmente per un giornale italiano) è esattamente la verità dei fatti, c'è solo qualche anedotto omesso che riguarda un grande luminare della scienza veterinaria dell'Università di Sassari (facoltà fra le più rinomate in Europa) il quale dopo breve sopralluogo (munito però di sopracalzari e tuta protettiva ... che non si sa mai) ha dato dello scemo al povero pastore (67 anni al lavoro 7 giorni su 7 da prima dell'alba a ben oltre il tramonto, però pare che "questi" siano il cancro della società, portatori di tutte le sventure) sentenziando che cose del genere non sono possibili che niente al mondo può causare un simile fenomeno e che quindi era il pastore stesso a uccidersi le pecore a bastonate (240 su 400 in un mese, senza nessun indennizzo previsto preventivamente e senza assicurazione). Il pastore senza manco offendersi, abituato al disprezzo ed alla spocchia dei "dottoroni", si è limitato a dichiarare mestamente: "Deo non bi so maccu!" (N.d.R. Io non sono matto). Al "professorone" è stata consegnata un pecora sotto cellophan ... la quale è stata ritrovata poche centinaia di metri distante buttata in una cunetta (!?! Questo per chi ha fede nella scienza !?!).
    Il "professorone" ... però ... il giorno dopo ha rilasciato una dichiarazione dove afferma che si tratta sicuramente di patologia perchè il fenomeno si è verificato davanti agli occhi di due suoi "eminentissimi colleghi" sulla parola dei quali non vi è possibilità di dubbio.

    Il fenomeno è accertato al di la di ogni ragionevole dubbio, le pecore stanno bene vengono visitate, poi se vengono spaventate o fatte correre una certa percentuale mediamente 2% crolla a terra inizia a perdere sangue da bocca naso orecchie e gli si spacca la testa (in alcuni casi completamente, tanto da poterci infilare la mano dentro) ed il cervello fuoriesce, la cosa strana è che non vi sono segni di sfibramento da sovrapressione nell'aorta, nel cuore o da altre parti il fenomeno sembra coinvolgere esclusivamente il cervello il quale in pochi secondi (se ho capito bene anche post mortem) esercita una pressione di decine di atmosfere.

    La cosa che mi colpisce è che questo è lo stesso paese, che in tempi non sospetti, è stato segnalato come particolarmente preso di mira dagli sciatori, i quali hanno spesso colpito con voli radenti, passando a volte in mezzo alla valle, tipo Cermis, con aviogetti leggeri. E' dove si è presentato un probabile caso di morgellons.

    RispondiElimina
  15. Qualcuno di mia conoscenza meriterebbe una badilata sulla zucca: forse rinsavirebbe... Non mi riferisco a te, Urbano, che potrai capire solo osservando e riflettendo un po'. Ciao

    RispondiElimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.