A completamento dell’articolo Analisi di fibre contenute nelle scie, pubblichiamo un breve ma significativo rapporto conclusivo, stilato da un’équipe di scienziati, da cui si evince che le nanotecnologie stanno diventando una vera minaccia: il rischio non consiste solo nella diffusione di nuove patologie, come il Morgellons, ma pure nella possibilità di controllare le persone, essendo probabilmente queste nanomacchine dei microscopici ricetrasmettitori sintonizzati su basse e bassissime frequenze. È uno scenario inquietante, soltanto in apparenza fantascientifico e legato, ancora una volta, all’infame operazione “scie chimiche”. Ci si chiede se sia possibile interferire in qualche modo con il funzionamento di questi dispositivi iperminiaturizzati, attraverso onde elettromagnetiche di particolare frequenza o con altri sistemi. Si sollecita dunque la collaborazione di esperti per studiare delle possibili contromisure.
Strumenti nanotecnologici invadono i tessuti umani: essi sono in grado di assemblarsi e di replicarsi. Sono nanotubi e nanocavi con sensori, alcuni dei quali contengono DNA o RNA modificati e combinati geneticamente. Queste nanomacchine prosperano in ambienti alcalini ed usano l'energia bioelettrica dell'organismo umano ed altri elementi non identificati per funzionare. Esiste un'evidenza che tali nanomacchine abbiano al loro interno delle batterie.
Si ritiene anche che siano sintonizzate su frequenze di microonde, EMF ed ELF (H.A.A.R.P.). Si ignora a quale fine. I sintomi correlati alla presenza di queste fibre colorate o trasparenti, che generalmente non formano croste, guariscono molto lentamente e non assomigliano a quelli causati da infezioni batteriche. Tra i sintomi più diffusi si annoverano annebbiamento mentale, senso di spossatezza, depressione. E' anche appurato che queste nanomacchine sono state trovate nei fluidi organici, negli orifizi e nei follicoli piliferi.
Fonte: Rense.com
Strumenti nanotecnologici invadono i tessuti umani: essi sono in grado di assemblarsi e di replicarsi. Sono nanotubi e nanocavi con sensori, alcuni dei quali contengono DNA o RNA modificati e combinati geneticamente. Queste nanomacchine prosperano in ambienti alcalini ed usano l'energia bioelettrica dell'organismo umano ed altri elementi non identificati per funzionare. Esiste un'evidenza che tali nanomacchine abbiano al loro interno delle batterie.
Si ritiene anche che siano sintonizzate su frequenze di microonde, EMF ed ELF (H.A.A.R.P.). Si ignora a quale fine. I sintomi correlati alla presenza di queste fibre colorate o trasparenti, che generalmente non formano croste, guariscono molto lentamente e non assomigliano a quelli causati da infezioni batteriche. Tra i sintomi più diffusi si annoverano annebbiamento mentale, senso di spossatezza, depressione. E' anche appurato che queste nanomacchine sono state trovate nei fluidi organici, negli orifizi e nei follicoli piliferi.
E' stato riportato che le nanomacchine collegate al Morgellons sembrano avere una specie di intelligenza di gruppo, come le api di un alveare. Pare che tali fibre possano facilitare infezioni batteriche e virali. Alcuni filamenti mostrano resistenza a temperature superiori ai 1400 gradi Fahrehneit. E' controverso se queste nanomacchine possano essere sterilizzate, usando le apparecchiature mediche impiegate a tale scopo negli studi dentistici e nei centri ospedalieri. Esiste una forte evidenza che lega il Morgellons alle operazioni di irrorazione chimica (chemtrails), sebbene la prova di una trasmissione per via aerea della patologia sia, per ora, indiziaria.
Fonte: Rense.com
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