Francesco Magris, in una scadente raccolta di saggi intitolata Tornaconti, dedica una riflessione all’Europa ed al disordine mondiale secondo Todorov. Todorov è un semiologo, noto (?) soprattutto per le sue più astruse che ingegnose elucubrazioni narratologiche. [En passant, osservo che la narratologia è una disciplina piuttosto arida e pedantesca che sarebbe opportuno applicare per comprendere alcuni aspetti della realtà (Vedi La narratologia tra Storia e storie) piuttosto che per eseguire la vivisezione dei testi letterari].
Todorov, nel libro Il nuovo disordine mondiale Le riflessioni di un cittadino europeo, ritiene che gli interventi statunitensi in Iraq ed Afghanistan abbiano trasformato la guerra da difensiva in preventiva. “In nome della sicurezza interna, della lotta al terrorismo internazionale e di altri principi piuttosto vaghi, quali il diritto d’ingerenza e l’azione umanitaria, si legittima l’uso della forza in qualunque stato, anche in assenza di esplicita aggressione. Si delinea così un interventismo militare dilagante per opera degli Stati Uniti che ignorando il fragile ruolo dell’O.N.U. nel regolare i conflitti del pianeta, si traduce in una nuova politica imperiale… Questa politica poggia su una radicata convinzione dell’attuale classe dirigente statunitense: la certezza che agli Stati Uniti, in virtù della loro ineguagliabile potenza e consolidata civiltà, sia affidato il compito di esportare i propri valori dappertutto nel mondo”.
Come giudicare questa brillante analisi di Todorov? Se, da un lato, è vero che la politica statunitense in questi ultimi lustri è diventata particolarmente aggressiva e spregiudicata(1), il discorso dell’intellettuale bulgaro è un’accozzaglia di logori luoghi comuni che non si perdonerebbero neppure ad uno studente di prima liceo. Ahi noi, il livello dell’intellighenzia è questo, ossia infimo! Assai raramente le nazioni hanno condotto guerre difensive: l’espressione stessa “guerra difensiva” è solo un ipocrita eufemismo, una trufferia di parole per nascondere attacchi sferrati con ignobili pretesti e con operazioni false flags. Non è un caso se la legittimazione di un conflitto a fini difensivi (apparenti e non reali), si trova nelle pagine di quel lussurioso ed insincero ladruncolo di pere, conosciuto come Agostino d’Ippona.
Circa il “fragile ruolo dell’O.N.U.”, avrei qualche dubbio: in una realtà in cui quasi nulla è come si manifesta, l’infame ed onnipotente O.N.U. è tutto fuorché debole. Non sono forse velivoli di questa mostruosa organizzazione internazionale a sorvolare interi paesi per diffondere sostanze nocive, nell’ambito della mefistofelica operazione “scie chimiche”? In verità, alle nazioni è stata sottratta la sovranità: il cielo appartiene all’O.N.U. ed i velivoli della morte possono liberamente scorrazzare in ogni dove. Lo faceva notare, tra gli altri, l’avvocato Vitto Claut del CODACONS Friuli: non esiste neppure uno strumento normativo, sebbene inefficace, a mo’ di grida manzoniana, contro i voli criminali, se non l’articolo 32 della Costituzione.
Inoltre che gli Stati Uniti siano così potenti come sembrano è tutto da dimostrare: sono afflitti da un debito pubblico astronomico, il dollaro è debole e la loro economia, quella sì, è fragilissima tanto che le missioni militari hanno consentito di rimandare, non di evitare un collasso economico pauroso, avendo aumentato a dismisura i profitti dell’industria bellica e petrolifera. Se proprio si vuole individuare una superpotenza mondiale, bisogna menzionare il Vaticano(2).
Infine mi piacerebbe sapere che cosa s’intenda per civiltà e per valori, riferiti agli Stati Uniti: saranno per caso valori bollati? La classe dirigente dell’Impero di USAtana e di mille altri stati è costituita da nullità assolute o da congreghe di satanisti, a proposito dei quali non ha alcun senso citare i valori, se le parole hanno ancora un significato e non sono soltanto flatus vocis.
Dunque questi sono gli intellettuali: ora omuncoli che, se sono in buona fede, non vedono di là dal proprio naso (almeno avessero il naso di Cirano…), ora scaltri manipolatori (emblematico il caso di Bario Tozzi) che, con qualche lenocinio e con una reputazione mal acquisita ed immeritata, imbrogliano persone ingenue assetate di verità e di giustizia.
(1) In realtà lo è sempre stata: si pensi alla dottrina Monroe, solo che ora è divenuta più sfacciata.
(2) Le Isole Cayman sono sotto il controllo del Vaticano. Secondo un rapporto del giugno 2002 del Dipartimento del Tesoro americano, basato su stime della Federal Reserve, solo in titoli U.S.A. il Vaticano possiede 298 milioni di dollari: 195 in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine (49 milioni in bond societari, 36 milioni in emissioni delle agenzie governative e 17 milioni in titoli governativi) più 1 milione di euro in obbligazioni a breve del Tesoro. L’advisor britannico The Guthrie Group, nei suoi tabulati, segnala una joint venture da 273,6 milioni di euro (!) tra I.O.R. e partners statunitensi. Di più è impossibile sapere. Basta un esempio per capire dove i segreti vengono custoditi: le Isole Cayman sono il paradiso fiscale caraibico, spiritualmente guidato dal cardinale Adam Joseph Maida che, tra l’altro, siede nel collegio di vigilanza dello I.O.R. Le Cayman sono state sottratte al controllo della diocesi giamaicana di Kingston per essere proclamate Missio sui iuris, alle dipendenze dirette del Vaticano. (Fonte: UAAR)
Todorov, nel libro Il nuovo disordine mondiale Le riflessioni di un cittadino europeo, ritiene che gli interventi statunitensi in Iraq ed Afghanistan abbiano trasformato la guerra da difensiva in preventiva. “In nome della sicurezza interna, della lotta al terrorismo internazionale e di altri principi piuttosto vaghi, quali il diritto d’ingerenza e l’azione umanitaria, si legittima l’uso della forza in qualunque stato, anche in assenza di esplicita aggressione. Si delinea così un interventismo militare dilagante per opera degli Stati Uniti che ignorando il fragile ruolo dell’O.N.U. nel regolare i conflitti del pianeta, si traduce in una nuova politica imperiale… Questa politica poggia su una radicata convinzione dell’attuale classe dirigente statunitense: la certezza che agli Stati Uniti, in virtù della loro ineguagliabile potenza e consolidata civiltà, sia affidato il compito di esportare i propri valori dappertutto nel mondo”.
Come giudicare questa brillante analisi di Todorov? Se, da un lato, è vero che la politica statunitense in questi ultimi lustri è diventata particolarmente aggressiva e spregiudicata(1), il discorso dell’intellettuale bulgaro è un’accozzaglia di logori luoghi comuni che non si perdonerebbero neppure ad uno studente di prima liceo. Ahi noi, il livello dell’intellighenzia è questo, ossia infimo! Assai raramente le nazioni hanno condotto guerre difensive: l’espressione stessa “guerra difensiva” è solo un ipocrita eufemismo, una trufferia di parole per nascondere attacchi sferrati con ignobili pretesti e con operazioni false flags. Non è un caso se la legittimazione di un conflitto a fini difensivi (apparenti e non reali), si trova nelle pagine di quel lussurioso ed insincero ladruncolo di pere, conosciuto come Agostino d’Ippona.
Circa il “fragile ruolo dell’O.N.U.”, avrei qualche dubbio: in una realtà in cui quasi nulla è come si manifesta, l’infame ed onnipotente O.N.U. è tutto fuorché debole. Non sono forse velivoli di questa mostruosa organizzazione internazionale a sorvolare interi paesi per diffondere sostanze nocive, nell’ambito della mefistofelica operazione “scie chimiche”? In verità, alle nazioni è stata sottratta la sovranità: il cielo appartiene all’O.N.U. ed i velivoli della morte possono liberamente scorrazzare in ogni dove. Lo faceva notare, tra gli altri, l’avvocato Vitto Claut del CODACONS Friuli: non esiste neppure uno strumento normativo, sebbene inefficace, a mo’ di grida manzoniana, contro i voli criminali, se non l’articolo 32 della Costituzione.
Inoltre che gli Stati Uniti siano così potenti come sembrano è tutto da dimostrare: sono afflitti da un debito pubblico astronomico, il dollaro è debole e la loro economia, quella sì, è fragilissima tanto che le missioni militari hanno consentito di rimandare, non di evitare un collasso economico pauroso, avendo aumentato a dismisura i profitti dell’industria bellica e petrolifera. Se proprio si vuole individuare una superpotenza mondiale, bisogna menzionare il Vaticano(2).
Infine mi piacerebbe sapere che cosa s’intenda per civiltà e per valori, riferiti agli Stati Uniti: saranno per caso valori bollati? La classe dirigente dell’Impero di USAtana e di mille altri stati è costituita da nullità assolute o da congreghe di satanisti, a proposito dei quali non ha alcun senso citare i valori, se le parole hanno ancora un significato e non sono soltanto flatus vocis.
Dunque questi sono gli intellettuali: ora omuncoli che, se sono in buona fede, non vedono di là dal proprio naso (almeno avessero il naso di Cirano…), ora scaltri manipolatori (emblematico il caso di Bario Tozzi) che, con qualche lenocinio e con una reputazione mal acquisita ed immeritata, imbrogliano persone ingenue assetate di verità e di giustizia.
(1) In realtà lo è sempre stata: si pensi alla dottrina Monroe, solo che ora è divenuta più sfacciata.
(2) Le Isole Cayman sono sotto il controllo del Vaticano. Secondo un rapporto del giugno 2002 del Dipartimento del Tesoro americano, basato su stime della Federal Reserve, solo in titoli U.S.A. il Vaticano possiede 298 milioni di dollari: 195 in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine (49 milioni in bond societari, 36 milioni in emissioni delle agenzie governative e 17 milioni in titoli governativi) più 1 milione di euro in obbligazioni a breve del Tesoro. L’advisor britannico The Guthrie Group, nei suoi tabulati, segnala una joint venture da 273,6 milioni di euro (!) tra I.O.R. e partners statunitensi. Di più è impossibile sapere. Basta un esempio per capire dove i segreti vengono custoditi: le Isole Cayman sono il paradiso fiscale caraibico, spiritualmente guidato dal cardinale Adam Joseph Maida che, tra l’altro, siede nel collegio di vigilanza dello I.O.R. Le Cayman sono state sottratte al controllo della diocesi giamaicana di Kingston per essere proclamate Missio sui iuris, alle dipendenze dirette del Vaticano. (Fonte: UAAR)
Le cifre appartenenti al Vaticano, che citi in nota, dovrebbero essere quisquilie di fronte al reale ammontare delle ricchezze da esso possedute. Non soltanto enormi liquidità ma anche beni immobili, paretcipazioni azionarie, obbligazioni di tutte le più grandi firme del mondo. Un patrimonio da capogiro trilionario che fanno, come ben osservi, dello staterello la maggiore potenza finanziaria del Pianeta in grado di controllare e ricattare alla bisogna tutto e tutti.
RispondiEliminaE una fortuna accumulata nel modo più spregiudicato e amorale. Un piccolo esmpio: la politica del Cattolicesimo da sempre avversa a qualsiasi forma di contraccezione non impedì ai signori del Cupolone di possedere negli Anni Sessanta e Settanta il maggior pacchetto azionario di una indusria farmaceutica, la svizzera Serono ora defunta, che era la più grande produttrice europea di pillole contraccettive. Ma v'è sicuramente dell'altro e ben più grave e non procedo oltre.
Eppoi levata di scudi se si osa parlar male del Vaticano. Pazzesco!
RispondiEliminaE' sola la punta dell'iceberg, in effetti. Evidentemente "pecunia non olet". Ciao
RispondiEliminaAddendum:
RispondiElimina"Il Vaticano possiede enormi investimenti presso gli istituti Rothschild di Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, la Banca Hambros, il Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha ingenti investimenti presso la Morgan Bank, la Chase-Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e presso altri istituti di credito. Il Vaticano possiede miliardi di quote delle più potenti multinazionali, come Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Electric, International Business Machines, T.W.A. etc. Facendo una stima prudenziale, nei soli Stati Uniti tali quote ammontano ad oltre 500 milioni di dollari.
In un documento pubblicato come parte integrante di un prospetto informativo relativo ad investimenti obbligazionari, l'arcidiocesi di Boston ha stimato le sue risorse in seicentotrentacinque milioni di dollari ($ 635,891,004), vale a dire 9.9 volte le sue passività. Questo significa un valore netto di cinquecentosettantuno milioni di dollari ($ 571,704,953). Non è quindi difficile risalire alla stupefacente ricchezza della Chiesa, una volta che aggiungiamo gli introiti delle vent’otto arcidiocesi e delle 122 diocesi degli U.S.A., alcune delle quali sono anche più doviziose di quella di Boston.
Per avere un'idea del patrimonio immobiliare della Chiesa universale, si può prendere come riferimento l'osservazione fatta da un membro della Conferenza cattolica di New York, che ha testualmente affermato: “Probabilmente la nostra chiesa è seconda solo al governo degli Stati Uniti, per quanto riguarda il volume annuo di acquisizioni.” Un'altra dichiarazione di un sacerdote cattolico e ripresa dalla stampa statunitense, è forse ancora più eloquente:”La Chiesa cattolica –ha affermato- dovrebbe essere considerata la maggiore azienda negli Stati Uniti. Abbiamo una filiale in ogni luogo. I nostri capitali ed il patrimonio immobiliare dovrebbero essere più cospicui di quelli di Standard Oil, A.T.& T. e di U.S. Steel messi assieme. Il nostro ruolo di contribuenti dovrebbe essere secondo solo a quello degli uffici delle entrate del governo degli Stati Uniti d'America”.
La Chiesa di Roma, una volta sommati i suoi patrimoni, è il maggior agente di cambio del mondo. Il Vaticano, indipendentemente dai vari papi di passaggio, si è sempre di più orientato verso gli USA. Il Wall Street Journal ha affermato che le transazioni finanziarie del Vaticano nei soli Stati Uniti sono state così importanti che spesso riguardavano la compravendita di oro per lotti da uno o più milioni di dollari alla volta.
Il tesoro del Vaticano in metalli preziosi è stato stimato dalla pubblicazione United Nations World Magazine come ammontante a diversi milioni di dollari. Una gran parte di questo tesoro è immagazzinata in lingotti presso la U.S. Federal Reserve Bank, mentre il resto è custodito in banche britanniche ed elvetiche. Questa, comunque, non è che una piccola quota della ricchezza del Vaticano che, nei soli Stati Uniti, è più consistente di quella delle cinque aziende più floride della nazione. Se a questo si aggiungono proprietà immobiliari, azioni e titoli all'estero, la cospicua fortuna della Chiesa cattolica diventa così imponente che risulta impossibile darne una valutazione credibile.
La Chiesa cattolica è il maggiore potere finanziario e detentore di beni oggi esistente. È il maggior possessore di ricchezze materiali, più di qualsiasi altra singola istituzione, azienda, banca, fiduciaria, governo o stato dell'intero pianeta. Il papa, in qualità di amministratore ufficiale di questo immenso Eldorado, è di conseguenza il più facoltoso individuo del pianeta. Nessuno può realisticamente stimare quanto valga il suo patrimonio in termini di milioni di dollari".
Ciao Zret, il Vaticano manovra con le sue immensa ricchezze la politica mondiale. Alla faccia della povertà che Cristo predicava! Saranno anche ricchissimi, ma presi individualmente, con le dovute eccezioni, sono gli uomini più poveri della Terra. Su questo non ho alcun dubbio.
RispondiEliminaPenso che il tesoro vaticano sia più facilmente definibile in termini di miliardi di dollari, fantastiliardi di dollari... Paperon dè Paperoni potrebbe sbiancare
RispondiEliminaE mi raccomando! Donate l'8 per mille alla Chiesa cattolica... che ha bisogno.
RispondiEliminaSenza parole! Zret, dove hai preso quei dati?
RispondiEliminaCiao Demetrio, i dati sono tratti dal sito UAAR, ma riportati anche in altri portali. Li ho trovati, digitando Cayman Vaticano; altre notizie sono desunte da un testo di Karlheinz Deschner. Tra l'altro, la sede della BCE si trova alle isole Cayman... Ciao
RispondiEliminaCiao Zret, grazie della dritta. Alla prossima!
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