domenica 8 luglio 2007

A Piacenza precipitò un aereo chimico?

Il 14 agosto 2006 a Piacenza precipitò un C-130. Si hanno dei fondati sospetti che il cargo schiantatosi nei pressi della città emiliana fosse un aereo chimico. D’altronde, da un punto di vista statistico, considerando tutte le imponenti, pletoriche squadriglie impegnate nell’attività di avvelenamento della biosfera, sarebbe sbalorditivo se, ogni tanto, non accadessero degli incidenti a qualcuno delle migliaia dei velivoli chimici.

Il Corriere della sera riportò la notizia nel modo seguente
: “Un quadrimotore C-130 (1) algerino è caduto a Piacenza, in un campo del quartiere Besurica. L'aereo si è disintegrato nell'impatto e le tre persone a bordo sono decedute. Il velivolo era un cargo civile in volo da Algeri a Francoforte. Lo schianto non ha provocato danni alle case circostanti né a persone a terra. Il pilota aveva lanciato un allarme alla torre di controllo di Milano, dicendo che c'era una perdita di potenza ai motori. Un testimone avrebbe anche visto del fuoco uscire da un motore del velivolo prima dell'impatto a terra. L'impatto al suolo del velivolo è stato devastante: pezzi del quadrimotore sono sparsi nel raggio di chilometri e dove l'aereo ha toccato terra si è creato una cratere (…)

Singolari furono gli sviluppi, perché qualche giorno dopo l’incidente, i media cominciarono a riferire della presenza di uranio impoverito nei rottami dell’Hercules.

Tali nuovi elementi furono così riportati dal quotidiano La Repubblica il 17 agosto.


“Rottami all'uranio quelli del C-130 algerino caduto domenica sera alla periferia di Piacenza. Rottami che qualche curioso si è portato a casa come macabro ricordino della tragedia nella quale hanno perso la vita tre persone. Una prassi, quella del souvenir, che sta suscitando non poche preoccupazioni a Piacenza proprio per la presenza, nei rottami, di uranio impoverito.

"Non toccate quei rottami - ammonisce infatti Ettore Sassi dell'Arpa di Piacenza, cui la Procura della Repubblica ha affidato i controlli sulla contaminazione - potrebbero essere radioattivi". Ovviamente, specificano le forze dell'ordine, non esiste alcun reale pericolo, purché la gente si mantenga a debita distanza dalla zona del disastro, che comunque è transennata e vigilata.

Questa mattina i tecnici dell'A.R.P.A. hanno eseguito un nuovo sopralluogo nell'ampia area in cui sono disseminati i resti dell'Hercules ed è confermato che alcune parti dell'aereo erano rivestite di uranio impoverito. Notizia peraltro confermata da parecchi esperti, tra cui Marco Saba (componente dell'Enadu, rete europea contro l'uranio impoverito), secondo il quale l'Hercules C130 viene costruito con contrappesi fatti proprio di questo materiale, "che sicuramente si è sparso in tutta la zona dove è precipitato il cargo".

Affermazioni che hanno destato preoccupazioni e qualche polemica. Leonardo Masella, capogruppo di Rifondazione comunista in Regione, sostiene che si tratta di notizie "agghiaccianti". "E' urgente che le indagini facciano chiarezza sulle cause dell'incidente - prosegue Masella - e contestualmente sulla presenza o meno dell'uranio impoverito nel velivolo”. (…)

Nulla si può escludere. Forse, anche se ciò è improbabile, visto il ruolo ambiguo delle istituzioni, veramente si volle evitare che le persone restassero contaminate, ma le sollecite operazioni per transennare l’area del sinistro e la stretta vigilanza delle forze dell’ordine suscitano qualche legittimo dubbio. Ci si adoperò in ogni modo affinché non si scoprissero alcune anomalie dell’aeromobile, come la presenza di dispositivi erogatori atti all’irrorazione chimico-biologica? Seppure stia divenendo una pericolosa consuetudine(2), appare inquietante che si adoperino contrappesi costituiti dal micidiale uranio impoverito.

(1) I C-130 sono tra gli aerei impiegati nell’attività di spargimento di sostanze chimiche. Vedi, ad esempio, Nenki, Chemtrails Les tracés de la mort, Quebec, 2003, p. 60



(2)
Decine di migliaia di tonnellate di materiale radioattivo sparso per anni su tutta la superficie del pianeta. Uranio nei proiettili, nelle mine e per blindare i carri armati. Uranio come contrappeso nella costruzione di aerei civili e militari, elicotteri, satelliti, navi e barche a vela. Uranio come schermante nelle stanze degli ospedali e nelle apparecchiature diagnostiche. Persino nelle leghe per le otturazioni dei denti e nelle mazze da golf. Nessun freno all'uso delle scorie radioattive, nessuna misura protettiva, nessun controllo.

Si ringrazia M.B. per gli spunti offerti, utili alla pubblicazione dell'articolo.

8 commenti:

  1. ciao a tutti...
    a qualcuno risulta di aver visto aerei rilasciare brevi scie, dopodichè smette lascia all'improvviso e... puff sparisce l'aereo? io oggi ho fatto questo tipo di avvistamento... per ben tre volte in pochi minuti. e sono sicuro di non essermi sbagliato. scusate se è fupri dell'argomento del post.

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  2. Ciao. Che interrompano all'improvviso l'erogazione di aerosol, non è raro. Vedi, ad esempio, quanto ripreso in questo video.

    Per quanto riguarda la "sparizione", può essere benissimo dovuta al fatto che, una volta interrotta l'erogazione chimica, essi si mimetizzino meglio nella cappa atmosferica, che fa da schermo e li nasconde così alla vista.

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  3. Ne stanno succedendo di tutti colori,forme,sostanze...
    ora anche le illusioni ottiche!...
    A Ostuni è ancora presente l'illusione ottica che siano scomparsi tutti da oltre 15 giorni!
    ...non mi resta che concludere così!oppure è qui per vacanza il BOSS DEI BOSS!
    Buon pomeriggio a tutti
    Angela

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  4. Ciao Angela. Dalle osservazioni delle mappe satellitari, sembra che siano molto attivi nel nord e centro Europa, in questo periodo. E' solo questione di disponibilità di mezzi, secondo me.

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  5. L'altro ad occhio nudo ho visto un aereo (nero però) che irrorarva a gran velocità tre scie e poi dopo qualche sbuffo una delle tre si è interrotta. Quale miglior prova per chi mi stava a fianco ed ha notato la cosa!
    Ormai sono così sfacciati che basta un impegno minimo per accorgersi del problema.

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  6. Ciao Pietro. Se parliamo di impressioni, io ho avuto due volte l'impressione che un aereo sia letteralmente sparito e una volta l'impressione che un aereo sia sbucato dal nulla.

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