venerdì 1 febbraio 2008

In Italia il numero delle api si è dimezzato nel 2007

Tempo fa pubblicammo alcuni articoli sul decremento della popolazione delle api: sembra che la situazione si sia ulteriormente aggravata. Il numero dei preziosi imenotteri continua a diminuire, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa. Le cause sono semplici da identificare: campi elettromagnetici sempre più diffusi e potenti che disorientano le api e forse indeboliscono la loro capacità di ipercomunicare; pesticidi; veleni contenuti nelle scie chimiche. E' stato appurato che in parecchi casi la morte delle api era da attribuire a dosi massicce di metalli. Le chemtrails mietono vittime tra questi insetti: a chi toccherà in un futuro non lontano? Quando qualcuno si sveglierà, sarà troppo tardi.

Proponiamo ora un breve ma agghiacciante articolo sul tema segnalatoci dal gentilissimo amico di Planetaesclavo.

In Italia il numero delle api è diminuito della metà nel corso del 2007. E' l'allarme lanciato da un portavoce del Ministero dell'"Ambiente". Secondo il portavoce, il problema deve essere attribuito ai cambiamenti climatici (sic) ed alla contaminazione degli ecosistemi.

A causa della morte delle api, molte colture di ortaggi e di frutta non sono state impollinate. Come conseguenza, il settore agricolo ha patito un danno di 250 milioni di euro. Una situazione analoga si osserva negli altri stati europei, dove la diminuzione oscilla tra il 30 ed il 50 per cento.

La situazione è peggiore, però, negli Stati Uniti (non è un caso n.d.t.), dove la percentuale va dal 60 al 70.



Leggi qui l'articolo in spagnolo.

6 commenti:

  1. Povere api, mi viene il nervoso, la nostra natura uccisa da un branco di
    delinquenti.Queste cose mi fanno veramente incazzare.

    RispondiElimina
  2. Funnyman, chi pecca contro la Natura non sarà perdonato.

    Ciao!

    RispondiElimina
  3. Non solamente le api ma anche gli anfibi ci stanno lasciando come illustrava giorni fa il sito di Linda Moulton Howe.
    Non più rane, non più rospi, non più raganelle, non più anfibi notturni e prevalentemente terricoli di cui non ricordo i nomi e che notavo uscire la sera per cibarsi ormai diversi anni or sono.
    'Terre gaste' ovvero 'terra devastata' recitavano i romanzi arturiani del Medio Evo.E non solo la terra e l'aria intrisa di porcherie, ma anche e soprattutto l'etere ammorbato da miriadi di vibrazioni elettromagnetiche artificiali che disturbano api ed altri animali come gli anfibi.
    Un film di oltre quarant'anni fa si chiamava 'Africa, addio'; il film attuale potremmo intitolarlo invece 'Pianeta Terra, addio'.

    RispondiElimina
  4. Già, Paolo. Riassumo in due parole...

    Sono cazzi.

    RispondiElimina
  5. vero, ora ricordo e metto in connessione, gli anfibi stannos comparendo,

    contemoraneamente alle api, al raccolto ... all'umanità?

    riprendo questo drammatica notizia sul mio blog sperando che serva a qualcosa

    RispondiElimina
  6. api farfalle,rane,rospi,azzarderei il 75% se non di più di animali scomparsi,i più delicati i più piccoli,i più indifesi, coloro che nessuno mai ha considerato, ora che non ci sono più siamo qui a rimpiangerli.Rocordate anni fa che bello era alzarsi,aprire la finestra vedere un prato con api sui fiori, farfalle che volavano libere, uccelli
    che cantavano felici e rane ranocchi
    che sguazzavano nel loro habitat.E questo ora non cè più ECCOME MI STO INCAZZANDO, eccome li rimpiango.zret spero malanga abbia ragione.Sono stanco.

    RispondiElimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.