La fantascienza è un genere di anticipazione e, come un tempo per mezzo della mitologia, erano trasmesse delle conoscenze codificate, così, da quando la science-fiction è divenuta uno strumento di comunicazione, attraverso la letteratura ed il cinema, molti messaggi attuali sono veicolati ed accennati. La realtà imita la fantasia, ma resta sempre un po’ indietro e la realtà vera è spesso più inverosimile ed assurda di tanti parti dell’immaginazione.
Ulteriore conferma di ciò proviene dalla pellicola francese di cui pubblichiamo la recensione a cura di Domitilla Pirro. La produzione, a metà tra genere fantascientifico e filone gotico, come intuisce l'autrice della critica, pur essendo del tutto digiuna di temi pionieristici, è contesta "di simbologie e rimandi mai del tutto palesati". Tra le simbologie non esplicitate, si potrebbe rintracciare l'adombramento della dominazione per opera degli Arconti su un pianeta-penitenziario che è la Terra. Altri richiami: l'avvento del Messia (vero o falso?) e, più prosaico, ma non meno ignorato, il tema dell'intervento bioingegneristico sull'umanità, tramite nanostrutture con cui i prigionieri sono controllati e ... mutati.
Osserva la Pirro: "Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare la razionalità fuori dalla sala". Temiamo che sia proprio questa "razionalità" (alias misera logica duale), presente in sala ed in ogni dove, ad impedire di vedere le nanometriche minacce e, dietro, il volto oscuro dell'invisibile.
Spazio profondo, futuro imprecisato: la stazione orbitante Dante 01 ospita una buona mezza dozzina di spietati criminali, senza possibilità di recupero ed altrettanti tecnici pronti ad usarli come cavie.
Sono, infatti, gli esperimenti più atroci quelli che vengono condotti consensualmente su questi soggetti apparentemente inermi, esposti ad iniezioni letali ed a mappature genetiche misteriose... finché fuga non sopraggiunga. Il precario equilibrio mantenuto con ferocia tra i prigionieri, agli ordini di César (Dominique Pinon, feticcio di Jean-Pierre Jeunet), viene sconvolto dall’arrivo dell’indecifrabile Saint George (Lambert Wilson, a suo tempo il Merovingio dei fratelli Wachowski), isolato lassù per ragioni troppo grandi da poter essere banalmente intuite, finché, al susseguirsi di atti di violenza reciproca in crescendo, non sembrerà essere troppo tardi per qualsiasi salvezza.
Il regista Marc Caro, ombra di Jeunet già in Delicatessen" e in The city of lost children', prosegue il suo percorso dark in bilico tra la fantascienza classica e le derive filosofico-messianiche più o meno recenti. Si tratta indubbiamente di un’opera d’autore ricca di simbologie e rimandi mai del tutto palesati, con un proprio particolarissimo senso estetico al limite della claustrofobia. Caro dirige con stile un cast sicuramente capace, districandosi nel suo non solidissimo script, senza eccessive sbavature, con un occhio alla Commedia dantesca: il lavoro è articolato in gironi infernali, ma si arresta bruscamente nel conteggio. [...] I crani rasati dei protagonisti, simili, eppure tanto diversi nelle pulsioni e nelle turbe profonde, emergono minacciosi dal buio e si nascondono negli angoli ciechi del circuito interno di videosorveglianza, debitamente alternato alle riprese.
Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare la razionalità fuori dalla sala. Si assiste quindi a tutti gli stilemi del caso, dal rollio interstellare alle panoramiche dell’adiacente pianeta infuocato, dalla retorica sull’Eletto allo stato di trance semiperenne, dalle visioni oniriche agli esserini tentacolari.
La sensazione è che una serie impietosa di tagli in fase di montaggio, insieme con qualche ipotizzabile problema di distribuzione/produzione, non abbiano certo aiutato nel valorizzare e promuovere un oscuro gioiellino cult come questo, né in patria né - a quanto ci risulta - altrove. Peccato.
La frase: "Se aspiriamo alla luce, dobbiamo imparare ad allontanare le ombre".
Leggi qui la recensione scritta da Domitilla Pirro.
Ulteriore conferma di ciò proviene dalla pellicola francese di cui pubblichiamo la recensione a cura di Domitilla Pirro. La produzione, a metà tra genere fantascientifico e filone gotico, come intuisce l'autrice della critica, pur essendo del tutto digiuna di temi pionieristici, è contesta "di simbologie e rimandi mai del tutto palesati". Tra le simbologie non esplicitate, si potrebbe rintracciare l'adombramento della dominazione per opera degli Arconti su un pianeta-penitenziario che è la Terra. Altri richiami: l'avvento del Messia (vero o falso?) e, più prosaico, ma non meno ignorato, il tema dell'intervento bioingegneristico sull'umanità, tramite nanostrutture con cui i prigionieri sono controllati e ... mutati.
Osserva la Pirro: "Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare la razionalità fuori dalla sala". Temiamo che sia proprio questa "razionalità" (alias misera logica duale), presente in sala ed in ogni dove, ad impedire di vedere le nanometriche minacce e, dietro, il volto oscuro dell'invisibile.
Spazio profondo, futuro imprecisato: la stazione orbitante Dante 01 ospita una buona mezza dozzina di spietati criminali, senza possibilità di recupero ed altrettanti tecnici pronti ad usarli come cavie.
Sono, infatti, gli esperimenti più atroci quelli che vengono condotti consensualmente su questi soggetti apparentemente inermi, esposti ad iniezioni letali ed a mappature genetiche misteriose... finché fuga non sopraggiunga. Il precario equilibrio mantenuto con ferocia tra i prigionieri, agli ordini di César (Dominique Pinon, feticcio di Jean-Pierre Jeunet), viene sconvolto dall’arrivo dell’indecifrabile Saint George (Lambert Wilson, a suo tempo il Merovingio dei fratelli Wachowski), isolato lassù per ragioni troppo grandi da poter essere banalmente intuite, finché, al susseguirsi di atti di violenza reciproca in crescendo, non sembrerà essere troppo tardi per qualsiasi salvezza.
Il regista Marc Caro, ombra di Jeunet già in Delicatessen" e in The city of lost children', prosegue il suo percorso dark in bilico tra la fantascienza classica e le derive filosofico-messianiche più o meno recenti. Si tratta indubbiamente di un’opera d’autore ricca di simbologie e rimandi mai del tutto palesati, con un proprio particolarissimo senso estetico al limite della claustrofobia. Caro dirige con stile un cast sicuramente capace, districandosi nel suo non solidissimo script, senza eccessive sbavature, con un occhio alla Commedia dantesca: il lavoro è articolato in gironi infernali, ma si arresta bruscamente nel conteggio. [...] I crani rasati dei protagonisti, simili, eppure tanto diversi nelle pulsioni e nelle turbe profonde, emergono minacciosi dal buio e si nascondono negli angoli ciechi del circuito interno di videosorveglianza, debitamente alternato alle riprese.
Il patto stipulato sin dalle prime immagini con lo spettatore, come in ogni film di genere che si rispetti, è quello di lasciare la razionalità fuori dalla sala. Si assiste quindi a tutti gli stilemi del caso, dal rollio interstellare alle panoramiche dell’adiacente pianeta infuocato, dalla retorica sull’Eletto allo stato di trance semiperenne, dalle visioni oniriche agli esserini tentacolari.
La sensazione è che una serie impietosa di tagli in fase di montaggio, insieme con qualche ipotizzabile problema di distribuzione/produzione, non abbiano certo aiutato nel valorizzare e promuovere un oscuro gioiellino cult come questo, né in patria né - a quanto ci risulta - altrove. Peccato.
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.. Quindi ogni cinema di fantascienza dagli albori ad oggi, trapelano sempre comunque qualcosa di TRISTEMENTE reale (vedetevi il significato di "fantascienza").
RispondiEliminaChe sia di origine voluttuaria o non questo è veramente quasi IMPOSSIBILE da stabilire però lo scopo è il medesimo.
Persino Alice nel paese delle meraviglie troviamo mistificazioni,doppisensi allegorici,messaggi facilmente travisabili; tutto questo penso,credo sia per abituare la nostra psiche a dei cambiamenti che ineluttabilmente devono avvenire..
Il grosso del maligno ad ogni modo concentra sempre più il suo potere sui media TG,tv classica,.. secondo me i cinema li usano come ciliegina sulla torta per il loro sporco disegno..
Non disperate gente, GLI MANCA POCO DA GIOCARE... IL CAMBIAMENTO LO AVVERTIRANNO LORO PER PRIMI!
..garantito... (il detto "chi semina vento raccoglie tempesta" vale per tutti... e poi dai....tempo al tempo vedrete con i vostri occhi)
ciao a tutti
ps
Quetzacolt non è una leggenda
"Chi è arrivato a conoscere il mondo ha scoperto un
RispondiEliminacadavere e chi ha scoperto un cadavere è al di sopra del mondo."
Vangelo di Tommaso
basti guardare anche solo il titolo.
RispondiEliminaSapete chi era Dante vero?
Fate una piccolissima ricerca su internet e vedrete (per chi non lo sa ancora) a quale gruppo apparteneva Dante.
Un film che per me è molto attinente al concetto è "Serenity" e un manga di nome "Biomega" o "Alita"
RispondiElimina...un'altro film invece che collega "Serenity" e "Alice nel paese delle meraviglie" sarebbe "Mimzy - Il segreto dell'universo"
RispondiEliminaI messaggi sono stati inviati: qualcuno forse li capterà.
RispondiEliminaCiao
Dante era un cripto-templare e ne pagò lo scotto.
RispondiEliminaHo provato a fare una ricerca su flickr di "anni 50". Risultato una marea di foto e cartoline di quegli anni. Il cielo era BLU e non c'è nessuna traccia di qualche scia strana in cielo! L'altro giorno mi sono pure riguardato l'album di famiglia, mai un cielo strano...
RispondiEliminache dire... questa potrebbe essere la miglior prova!
Senza dubbio. Vogliono farci credere che tutto questo scempio sia normale, i maledetti.
RispondiEliminaSanremo. 30 gradi celsius all'ombra, ma il cielo è stato riempito di decine di scie persistenti. Mi pare che la presa per i fondelli sia arrivata al limite. Ho mandato un messaggio a Giuliacci (giuliacci.mario), via Skype ed ho chiesto serie spiegazioni. Non credo che mi risponderà, ma se gli rompiamo un po' i marroni, non è un'idea tanto male.
Personalmente ho trovato tracce evidenti di scie chimiche in foto che risalgono al 1993 (immagini pubblicate in una guida turistica).
RispondiEliminaIn questi giorni nuova ondata di irrorazioni, dopo la quasi pausa tradizionale (almeno nella mia zona) di luglio. Da due giorni lunghissime e nitide scie che sembrano fatte col righello, sul cielo azzurro.
Il progetto di teller parte sul finire degli anni 80.
RispondiEliminaAnche qui oggi un attacco ben concertato durato due ore, al fine di sciogliere i cumuli. Poi più nulla.
Il bello è che da satellite lo scempio non si vede.
Hanmar, giustamente mio fratello ha "cassato" il tuo stupido commento, laddove scrivi...
RispondiEliminaScusa comandante, ma trovo che pecchi di incoerenza giusto un tantino...
Nel tuo post del 27/07/08 hai inserito una splendida immagine satellitare con la didascalia che recita:
" Scie chimiche su corridoi aerei commerciali"
(http://ww w.tankerenemy.com/2008/07/volo-747-qantas-ancora-una-collisione.html#links)
Oggi, nei commenti al post del 29/07/08 scrivi:
"Anche qui oggi un attacco ben concertato durato due ore, al fine di sciogliere i cumuli.
Poi più nulla.
Il bello è che da satellite lo scempio non si vede."
30 luglio, 2008 12:32
(https://ww w.blogger.com/comment.g?blogID=29183301&postID=1966142096830961222)
Ma insomma, 'ste benedette scie si vedono dal satellite o no???
Saluti
Hanmar
Ma ti voglio rispondere lo stesso.
Se tu non fossi privo di neuroni, avresti compreso ciò che intendevo dire, ovvero... (te lo scrivo in cubitale, così, magari ti entra in quella zucca vuota).
OGGI CONSTATO CHE LE OPERAZIONI CON SCIE PERSISTENTI DELLA MATTINATA, NON SI VEDONO SUL SITO CHE MOSTRA LE MAPPE CON UNO SCARTO DI 15 MINUTI IN TEMPO REALE, 24 ORE SU 24. NE DEDUCO CHE ORA DEVONO AVER COMINCIATO A FILTRARE ANCHE LE IMMAGINI MOSTRATE DA QUEL SATELLITE. INTENDI?
Ora, per favore, torna al tuo loculo, becchino!
sai qual'è una cosa che mi viene in mente? siccome siamo immersi in questa nebbiolina chimica che a stento fa vedere le poche nuvole reali credo che queste irrorazioni cosi massiccie tendono a coprire quello che accade più in alto in modo che non ci è dato da vedere... può essere?
RispondiEliminaAlcuni la pensano così, ma io non credo. Siamo immersi in un plasma elettroconduttivo utile al condizionamento.
RispondiEliminaA ROMA C'E' UNA "CAPPA" IMPRESSIONANTE!!!
RispondiEliminaCIAO RAGAZZI!!!
Qualcuno di mia conoscenza parlerebbe di inquinamento. :-|
RispondiElimina