Segnaliamo volentieri una raccolta di liriche, Il mondo non ascolterà, di cui è autore Reverendo Stone. Alcuni componimenti sono ispirati al tema delle scie chimiche: può un problema tanto crudo divenire materia di ispirazione artistica? E' già accaduto, con risultati degni di nota, con i Muse, il gruppo britannico che ha dedicato qualche canzone a H.A.A.R.P, con Sickscience, Beck e Dave Vonkleist che, negli Stati Uniti denunciano, ora in modo quasi straziato ora con dolente lirismo, non tanto le chemtrails quanto la stolida, granitica indifferenza della massa rispetto ad una cospirazione globale, solo all'apparenza indolore. In Italia, attendiamo ancora che qualche cantante o gruppo decida, attraverso un pezzo musicale, di aprire il vaso di Pandora: ne uscirebbero molti mali, ma il male maggiore è il silenzio. Sono preferibili parole inascoltate ad un vile e complice silenzio.
"Nella silloge Il mondo non ascolterà, il Reverendo Stone chiama in causa il Corano, la Bibbia, Lou Reed, la Poesia, i Lego, la Storia, la Politica, la Nutella, Jeeg Robot, Antonin Artaud, Paolo Conte ed infiniti altri nomi e mondi. E' difficile fare ordine e forse anche inutile. Sono affollatissime queste pagine, colme di citazioni e suggestioni, eppure c'è spazio anche per la solitudine, c'è spazio (e verbo) per un Io Lirico che (anche suo malgrado) resta al centro del racconto. I "luoghi" hanno altresì un peso decisivo in questa raccolta. Territori della memoria, dell'infanzia (dei "magnifici anni '80") e luoghi emotivi, dove la geografia ed i sentimenti trovano una declinazione comune (è il caso di una Berlino viva e vivida che qui è madre e matrigna, amante pericolosa e seducente). E' provocatoria questa scrittura, talvolta crudele e, fin dall'inizio, contraddittoria laddove nell'incipit il Reverendo Stone celebra l'inutilità delle parole, convinto (e convincendo) che il mondo, appunto, non ascolterà, che le parole (e la poesia) non basteranno..."
[Dalla prefazione]
Qui la pagina personale dell'autore.
"Nella silloge Il mondo non ascolterà, il Reverendo Stone chiama in causa il Corano, la Bibbia, Lou Reed, la Poesia, i Lego, la Storia, la Politica, la Nutella, Jeeg Robot, Antonin Artaud, Paolo Conte ed infiniti altri nomi e mondi. E' difficile fare ordine e forse anche inutile. Sono affollatissime queste pagine, colme di citazioni e suggestioni, eppure c'è spazio anche per la solitudine, c'è spazio (e verbo) per un Io Lirico che (anche suo malgrado) resta al centro del racconto. I "luoghi" hanno altresì un peso decisivo in questa raccolta. Territori della memoria, dell'infanzia (dei "magnifici anni '80") e luoghi emotivi, dove la geografia ed i sentimenti trovano una declinazione comune (è il caso di una Berlino viva e vivida che qui è madre e matrigna, amante pericolosa e seducente). E' provocatoria questa scrittura, talvolta crudele e, fin dall'inizio, contraddittoria laddove nell'incipit il Reverendo Stone celebra l'inutilità delle parole, convinto (e convincendo) che il mondo, appunto, non ascolterà, che le parole (e la poesia) non basteranno..."
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Sì, è triste (quanto utile) che l'oggetto di ispirazione di liriche, brani musicali ed altre opere sia quello che il mondo sia costretto a vivere per colpa di un gruppo di squilibrati, abbandonando sempre più temi che invece ci farebbero sognare (sarebbe più bello pensare al sole o al cielo dipinto di blù, cioè ormai, sempre più un sogno); vuol dire che purtroppo l'arte si è dovuta adeguare ai tempi che corriamo, dedicando parte dei suoi lavori ad opere di denuncia (e questo è dedicato ai pochi che, da persone famose o in vista, si sono degnate di dare sfogo a questa realtà). Se aspettiamo i giornalisti........!!! Tempi duri. Ciao.
RispondiEliminaSono voci che gridano nel deserto, un deserto reale e metaforico.
RispondiEliminaCiao!