venerdì 30 gennaio 2009

Scie chimiche all'interno di "Rebus", programma di Odeon TV

Riprende su Odeon TV e su Odeon SAT la trasmissione, condotta da Maurizio Decollanz, "Rebus, questioni di conoscenza". Prima della nuova serie vera e propria che comincerà il 13 aprile, andranno in onda quattro puntate denominate "Sequel" con le quali si tireranno le somme degli argomenti affrontati nel precedente ciclo.

Nelle prime quattro puntate saranno ricapitolati i seguenti temi:

1 - ufologia
2 - scie chimiche, 11 settembre 2001 e signoraggio;
3 - misteri dell'antico Egitto, Maya e 2012;
4 - i misteri celati nei Vangeli, la figura di Maria Maddalena e di S. Giovanni.

L'appuntamento è quindi per lunedì 2 febbraio alle 21.30 su Odeon TV e su Odeon SAT (Sky827).



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TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale

CHEMTRAILS DATA

Range finder: come si sono svolti i fatti


Scie chimiche: la distruzione dei cumuli. Metodologie e motivazioni

Nell'ambito delle operazioni di aerosol clandestine nei cieli del mondo (chemtrails o scie chimiche), le ricerche svolte in questi ultimi mesi hanno portato ad alcune conferme sia per quanto riguarda gli obiettivi di questi esperimenti militari sia per quanto concerne i metodi e le strategie.

Tempo addietro, abbiamo mostrato diverse riprese video che evidenziavano un dettaglio rilevante: gli elementi chimico-biologici vengono dispersi, in moltissime occasioni, al di sotto o all'interno dei cumuli da bel tempo e quindi a quote non idonee alla formazione di scie di condensa.

I cumuli sono nubi di tipo basso. Essi si trovano a quote comprese tra gli 800 ed i 2.300 metri e si formano generalmente in presenza di alta pressione. Di solito quindi compaiono nelle giornate di bel tempo oppure subito dopo un acquazzone. I cumuli denotano valori di umidità atmosferici piuttosto alti.

A questo punto nasce un problema: i sistemi di comunicazione militare di ultima generazione tra le stazioni radar a terra, i satelliti, i velivoli con o senza pilota, i nanosensori wireless hanno bisogno di due condizioni:

a) Il medium atmosferico deve essere reso elettroconduttivo attraverso la dispersione di metalli quali l'alluminio ed il bario
b) I valori di umidità relativa devono mantenersi su livelli bassi

I militari hanno risolto questo problema, impiegando squadriglie di aerei che rilasciano nell'atmosfera (alle quote dei cumuli) sali di bario, trimetilalluminio e gel di silicio, così da creare un canale per le frequenze radio e, nel contempo, disgregare i cumuli presenti nonché impedire la formazione di nuovi.

Una volta che questo compito è terminato, altri velivoli vengono dirottati sulle aree nelle quali si deve operare una serie di sorvoli definibili "di mantenimento".

Ecco quindi spiegato l'impiego di aerei che, palesemente, rilasciano scie di tipo evanescente pur con temperature estremamente basse e che alcuni possono scambiare per contrails. Ciò rientra nell'esigenza di ottenere una valida dissimulazione nella creazione di una copertura elettroconduttiva a bassa quota che sia costituita da strati artificiali o da nebbia chimica. Infatti gli elementi dispersi con le scie di tipo non persistente hanno la capacità di diffondersi in tempi brevi nell'ambiente circostante, creando un effetto da vetro smerigliato. Il cielo appare opaco, riflettente, abbagliante. La colorazione azzurro pallido al mattino e bianco latte al pomeriggio, nonché la completa assenza di cumuli da bel tempo, rivelano la presenza di attività di aerosol che tutto sono fuorché scie di condensa.

Download video in Mpeg-2 formatI servizi meteo annunceranno giornate soleggiate con "innocue velature di passaggio" o nebbie diffuse... in realtà sono micidiali nebbie di ricaduta, originate dalla presenza di metalli ed altri elementi diffusi in atmosfera.





Scie Chimiche: La Distruzione Dei Cumuli - Metodologie E Motivazioni - video powered by Metacafe



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Range finder: come si sono svolti i fatti

L'On. Brandolini interroga nuovamente il governo sulle “Scie chimiche”

«Si continua a dare risposte non esaurienti su un fenomeno che può avere pesanti ricadute sulla salute dei cittadini»


Cesena, 28 gennaio 2009

L’onorevole PD Sandro Brandolini torna a chiedere al governo di fare chiarezza sul fenomeno delle cosiddette “scie chimiche”. «Finché il governo non farà piena chiarezza continuerò a chiedere risposte», commenta.

Dallo scorso mese di giugno, infatti, il deputato cesenate è giunto alla sua terza interrogazione parlamentare. «È necessario fornire ai cittadini, fortemente preoccupati dalla crescente presenza di scie anomale, un’adeguata e documentata informazione». Cosa che il governo, nella persona del Ministro della Difesa, secondo l’On. Brandolini non sta facendo.

Nella risposta alla seconda interrogazione, lo scorso 16 dicembre, dal Ministero si affermava che “le indagini svolte hanno consentito di escludere il coinvolgimento degli aeromobili dell’Aeronautica Militare nella generazione o emissione di scie differenti da quelle normalmente dovute alla condensazione del vapore acqueo. L’Aeronautica Militare, inoltre, non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche, né si hanno evidenze relative ad aeromobili militari che, operando a bassa quota sul territorio italiano, abbiano disperso o irrorato sostanze chimiche”.

«Il Ministero però non ha detto – spiega ancora Brandolini – quali ricerche scientifiche sono state eseguite, quali indagini sono state svolte e quali elementi sono stati raccolti sull’insieme di voli, militari e non, effettuati nello spazio aereo nazionale che abbiano avuto come effetto il rilascio di scie chimiche».

«Inoltre – prosegue Brandolini – con la nuova interrogazione, presentata alla Presidenza del Consiglio e ai Ministri della Difesa, dell'Ambiente e dell'Università e Ricerca, si chiede al governo se non ritiene di monitorare e registrare tempi, luoghi e modalità entro cui nello spazio aereo nazionale si formano scie chimiche, in modo da realizzare una banca dati utile a definirne la natura e le eventuali conseguenze su salute, clima e ambiente».

L'interrogazione (cofirmatari gli Onorevoli Antonio La Forgia, Alessandro Bratti, Manuela Ghizzoni) si conclude con la richiesta di sapere se l'Aeronautica Militare o altri soggetti pubblici sono coinvolti e con quali compiti, nel progetto di cooperazione Italia/USA su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici.


LEGGI LA TERZA INTERROGAZIONE

LEGGI LA RISPOSTA DEL MINISTRO ALLA SECONDA INTERROGAZIONE


Ringraziamo ^DaNiEl^ per la pronta segnalazione.




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mercoledì 28 gennaio 2009

Lacerazioni nella magnetosfera: fenomeno naturale o, almeno in parte, artificiale?

Il 6 luglio 2008 pubblicammo l'articolo intitolato Progetto Starfish: il giorno in cui il cielo si incendiò. A distanza di circa sei mesi, apprendiamo che la magnetosfera terrestre, stando a studi condotti dalla N.A.S.A., sarebbe deteriorata ed in maniera piuttosto grave. Ora, pur senza escludere che si tratti di un fenomeno naturale (l'indebolimento del campo magnetico è dimostrato e data dal I sec. d.C), ricordiamo che, sin dagli anni '50 del XX secolo, vengono compiute sperimentazioni che hanno danneggiato la coltre magnetica del nostro pianeta. Oggi varie tecnologie militari molto avanzate consentono di manipolare la magnetosfera sicché non sorprende se, attraverso alcuni strappi, sono penetrate potenti emissioni di origine sconosciuta. Nei giorni 25 e 26 gennaio, infatti, per più di venti ore la magnetosfera è stata oggetto di blasts potentissimi di matrice ignota: il Sole è calmo in questo periodo e non è quindi una manifestazione collegata all'attività dell'astro.

Forse questi fenomeni sono gli effetti collaterali di folli progetti bellici legati anche allo Scudo spaziale, forse sono, invece, il risultato scientemente voluto di azioni perpetrate dai mentecatti del complesso industriale e militare. En passant, ricordiamo che molti recenti disastri erano innaturali e che il magnetismo terrestre è fondamentale per quella che il console Alberto Perego definì, negli anni '50, "aviazione elettromagnetica". Dunque assistiamo alle conseguenze di una guerra spaziale invisibile? Ci attende un black out artificiale dei sistemi di telecomunicazione, per un anno considerato simbolico dalla sinarchia?

Proponiamo uno studio tratto da AG sul tema.



I cinque satelliti THEMIS della N.A.S.A. hanno scoperto un buco nel campo magnetico terrestre dieci volte più grande di qualsiasi cosa in precedenza si pensava esistesse. Il vento solare può fluire attraverso questa apertura per "caricare" la magnetosfera per potenti tempeste geomagnetiche. Ma il buco non è di per sé la più grande sorpresa. I ricercatori sono ancora più stupiti dallo strano ed inaspettato modo in cui si è formato, ribaltando le idee a lungo sostenute dalla fisica spaziale.

"In un primo momento non potevo crederci", afferma lo scienziato del progetto THEMIS David Sibeck del Goddard Space Flight Center. "Questa constatazione altera sostanzialmente la nostra comprensione dell'interazione tra vento solare e magnetosfera.

La magnetosfera è una bolla di magnetismo che circonda la Terra e ci protegge dal vento solare. Esplorare la bolla è un obiettivo chiave della missione THEMIS, lanciata nel febbraio 2007. La grande scoperta è avvenuta il 3 giugno 2007, quando le cinque sonde sono passate attraverso la frattura, appena si è aperta. I sensori a bordo hanno registrato un torrente di particelle di vento solare che fluiva nella magnetosfera, segnalando un evento di inaspettate dimensioni ed importanza.

"Il buco è enorme — quattro volte più grande della Terra stessa," spiega Wenhui Li, un fisico spaziale presso l'Università del New Hampshire che ha analizzato i dati. Il collega di Li Jimmy Raeder, anch'egli del New Hampshire, afferma "1027 particelle al secondo sono fluite nella magnetosfera: ciò corrisponde ad un 1 seguito da 27 zeri. Questo tipo di afflusso è di un ordine di grandezza superiore a quello che pensavamo fosse possibile."

L'evento è cominciato con un piccolo avvertimento, quando una dolce raffica di vento solare ha emesso un fascio di campi magnetici dal Sole alla Terra. Come una piovra che avvolge i suoi tentacoli intorno ad una grande vongola, i campi magnetici solari hanno avvolto la magnetosfera e l'hanno aperta, rompendola. Il buco si è creato per mezzo di un processo chiamato "riconnessione magnetica." Dai poli della Terra, i campi magnetici solari e terrestri si sono collegati (riconnessi) per formare canali per il vento solare. I canali sopra l'Artico e l'Antartico rapidamente si sono estesi; in pochi minuti si sono sovrapposti sull'equatore terrestre per creare il più grande buco magnetico mai registrato da un satellite che orbita intorno alla Terra.

La dimensione del buco ha colto di sorpresa i ricercatori. "Abbiamo visto cose come questa in precedenza," afferma Raeder, "ma mai su così vasta scala. Per tutto il giorno il bordo della magnetosfera è rimasto aperto al vento solare."

Le circostanze sono state ancora più sorprendenti. I fisici spaziali hanno creduto a lungo che i fori nella magnetosfera si aprissero solo in risposta ai campi magnetici solari che puntano a sud. Il grande buco del giugno 2007, tuttavia, si è aperto in risposta ad un campo magnetico solare che puntava a nord.

"Ad un profano questo fatto può sembrare un cavillo, ma per un fisico spaziale è quasi un evento sismico," spiega Sibeck. "Quando lo dico ai miei colleghi, la maggior parte reagisce con scetticismo, come se stessi cercando di convincerli che il sole sorge ad ovest."

Ecco il motivo per cui non possono credere alle loro orecchie. Il vento solare preme contro la magnetosfera terrestre all'altezza dell'equatore dove il campo magnetico del nostro pianeta punta a nord. Supponiamo che un fascio di magnetismo solare arrivi e che punti anch'esso a nord. I due campi dovrebbero rinforzarsi a vicenda, corroborando le difese magnetiche della Terra e chiudendo la porta al vento solare. Nel linguaggio della fisica spaziale, un campo magnetico solare che punta a nord è chiamato un "IMF settentrionale" ed è sinonimo di protezione!

"Così si può immaginare la nostra sorpresa quando un IMF settentrionale arriva ed invece entra," afferma Sibeck. "Questo capovolge completamente la nostra comprensione delle cose."

Gli I.M.F. settentrionali non innescano in realtà tempeste geomagnetiche, nota Raeder, ma preparano il terreno per le tempeste, caricando la magnetosfera con il plasma. Una magnetosfera carica è pronta per le aurore, per le interruzioni di energia ed altri disturbi che possono aver luogo quando una C.M.E. (espulsione di massa coronale) la colpisce.

Gli anni a venire potrebbero essere particolarmente vivaci. Raeder spiega: "Stiamo entrando nel ciclo solare 24. Per ragioni non del tutto comprese, le C.M.E. nei cicli solari a numeri pari (come 24) tendono a colpire la Terra con un bordo d'entrata magnetizzato a nord. Tale C.M.E. dovrebbe aprire un varco e caricare la magnetosfera con il plasma poco prima che la tempesta abbia inizio. E' la sequenza perfetta per un evento davvero grande."

Sibeck concorda. "Questo fatto potrebbe portare alle più forti tempeste geomagnetiche che abbiamo mai visto in molti anni."

Autore: Dr. Tony Phillips - Credit: Science@ N.A.S.A.

Leggi qui l'articolo su Altrogiornale.



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martedì 27 gennaio 2009

L'ape e la goccia killer (articolo di Manuela Cartosio)

L'articolo che pubblichiamo, tratto dal quotidiano Il Manifesto ed a firma di Manuela Cartosio, passa in rassegna le varie ipotesi circa la preoccupante moria delle api: l'interpretazione prevalente attribuisce la diminuzione degli imenotteri all'uso dei neonicotinoidi. Questa spiegazione è plausibile, ma, con Franco Bovone, ricordiamo che questi insetti spesso muoiono in aree in cui in cui non si usano fitofarmaci. “Nel Parco naturale Capanne di Marcarolo – sottolinea Bovone – le api continuano a morire, sebbene non si usino i pesticidi indicati come causa e non vi sia attività antropica inquinante". Dunque che tra i motivi della quasi estinzione siano indicate le onde elettromagnetiche e le scie chimiche è quanto mai corretto.

«Basta far politica sulle api!», tuona Agrofarma. A mandare su tutte le furie l'associazione delle imprese produttrici di fitofarmaci è la «guttazione». E' la spiegazione, parzialmente inedita, del perché un po' in tutto il mondo le api stanno morendo a sciami. L'hanno presentata alcuni ricercatori dell'Università di Padova al Congresso degli apicoltori, in corso a Sorrento.

La responsabilità degli insetticidi neonicotinoidi nella moria delle api è già sufficientemente acclarata, tant'è vero che persino in Italia ne è stato sospeso l'impiego (anche se solo temporaneamente, in attesa di raccogliere ulteriori prove scientifiche). I neonicotinoidi sono usati per «conciare» i semi del mais, prima della semina. Finora si pensava che gli effetti micidiali sulle api derivassero dalla dispersione dei neonicotinoidi al momento della semina o dall'inquinamento del polline e del nettare da essi causato. I ricercatori di Padova aggiungono una terza via di trasmissione, le «gutte», le gocce d'acqua essudate sulla punta delle foglie dalle piantine di mais.

In quelle gocce il Dipartimento di Chimica patavino ha rinvenuto una concentrazione di neonicotinoidi di una decina di milligrammi per litro. Ne basta molto meno per uccidere un'ape. "Se beve l'acqua contaminata, muore entro 2-10 minuti, afferma il professor Vincenzo Girolami. Se si limita a sfiorarla con la ligula (la lingua a proboscide), ci vogliono 20-40 minuti, ma il risultato è lo stesso".

"Questa scoperta, commenta Francesco Panella, presidente degli apicoltori, fa ancor più risaltare la superficialità con cui sono state concesse le autorizzazioni all'uso di molecole ad effetto neurologico sistemico, «che trasformano le piante tal quali in insetticidi perenni». Inoltre, se il veleno viaggia anche attraverso le gocce di linfa, ne consegue che il problema non si risolve, modificando le seminatrici e migliorando le tecniche di concia.



Agrofarma definisce la guttazione «un'ipotesi improbabile». Il mais, argomenta l'associazione, non produce nettare, quindi è «curioso» che le api, per dissetarsi, ricorrano ad una pianta per loro «così poco attrattiva». «Colpisce la natura tutta politica delle accuse lanciate dagli apicoltori». Questi ultimi, secondo Agrofarma, continuano «ad alzare la posta», alimentano «una deriva ideologica che non trova mai fine». Anche la faccia tosta di Agrofarma è infinita. Nella sua nota sostiene che «al momento non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso causa-effetto tra l'impiego di agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari». E' vero che sul banco degli imputati ci sono anche le onde elettromagnetiche e le scie chimico-biologiche rilasciate nell'aria (contengono metalli, batteri, virus), ma i fitofarmaci sono i maggiori indiziati.

Contro i nuovi insetticidi puntano il dito gli apicoltori giunti a Sorrento da mezza Europa: «Sono incompatibili con la natura e con la vita». Per Manuel Izquierdo, del sindacato agricolo Coag, il crollo nel 2008 della produzione di miele in Spagna ha una causa «inequivocabile»: l'impatto sempre più massiccio e deleterio degli insetticidi sulle campagne spagnole. L'associazione degli apicoltori italiani stima che la scorsa primavera nella sola Pianura Padana siano state spopolate 40-50mila arnie.

La moria delle api, oltre a far diminuire la produzione di miele, mette a rischio l'impollinazione delle principali colture alimentari.

Leggi qui l'articolo pubblicato sul quotidiano Il Manifesto.



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domenica 25 gennaio 2009

Chemtrails-Meteo sulla TV tedesca ufficiale pubblica Z.D.F.

Previsioni Chemtrails-Meteo del 14.01.2009 sulla televisione tedesca ufficiale pubblica Z.D.F. (Zweites Deutsches Fernsehen - seconda rete televisiva germanica)

Durante il bollettino del 14 gennaio 2009, il il meteorologo tedesco Gűnther Tiersch, ha indugiato, nell'ambito di un'analisi del tempo previsto sulla Germania per i giorni successivi, sulle scie chimiche in questi termini inequivocabili:

"… Poi abbiamo ancora qualcosa che non possiamo identificare come pioggia o neve. Qui nell’Ovest queste linee serpeggianti sono state generate probabilmente di pomeriggio sopra il mare del Nord da alcuni aerei, aerei militari e all’incirca a 5-6 km. di altitudine. Non hanno così nulla a che fare col tempo…" (Si veda il documento: sequenza al minuto 0:43 – 0:59).

Il meteorologo ha indicato delle linee serpeggianti che, nell'elaborazione elettronica della mappa satellitare, si dipanano tra la Germania occidentale, i Paesi Bassi, il Belgio, il Lussemburgo e la Francia orientale. Dopo aver accennato a queste scie generate da velivoli militari, Tiersch, cambiando tono di voce e con un breve iato, ha ripreso la disamina delle condizioni meteo. Si osservi che nell'area irrorata i simboli evidenziano cielo poco nuvoloso senza piogge, presumibilmente a causa della manipolazione attuata con le sostanze chimiche igroscopiche diffuse in atmosfera.

E' notevole questa incursione nel tema proibito delle chemtrails per opera di un protagonista di una rete ufficiale: l'incursione stride con la rocciosa omertà dell'ineffabile Luca Mercalli che afferma di non sapere alcunché delle scie chimiche. Purtuttavia si nota già un lieve cambiamento: infatti il direttore della rivista Nimbus ed autoproclamatosi "ambientalista" tempo fa gridava che le scie erano una "bufala colossale" (sic), laddove oggi cerca di glissare sul tema, ammettendo di intendersi solo di S.U.V. e di effetto serra.

Il video che proponiamo è quanto mai eloquente: un'altra freccia che centra il bersaglio, mentre i disinformatori hanno il fiato sempre più corto.



Ringraziamo A&G del blog "Il sole attivo" per la traduzione dal tedesco.

Leggi qui un interessante approfondimento sul blog di Corrado Penna



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sabato 24 gennaio 2009

Armi spaziali, controllo del clima e scie chimiche

Pubblichiamo la traduzione di un estratto desunto da un corposo documento ufficiale dell'Aeronautica statunitense (U.S.A.F.): questo testo informa sui portentosi e micidiali sistemi d'arma di cui dispongono i militari e che sono sovente legati all'operazione "scie chimiche", intesa in senso lato. Bisogna precisare che non si tratta di brevetti, ma di apparati tecnologici già sperimentati ed usati in teatri di guerra ed altrove. Alla luce di queste informazioni sulle tecnologie belliche, certi fenomeni che paiono inspiegabili, come gli incendi spontanei divampati a Canneto di Caronia ed in altre località, possono essere letti in un loro preciso contesto. Si tratta di roghi appiccati con le armi a microonde descritte nel documento? Probabilmente sì. Nel testo si trova la conferma che i fenomeni meteorologici sono controllati, ad esempio con l’inseminazione delle nuvole e con la distribuzione di smart dust. Sconcertante, almeno per i profani, il riferimento ad un sistema d'arma per contrastare navicelle spaziali (spacecraft).


Microrobot d’attacco

Breve descrizione

I microrobot d’attacco costituiscono un tipo di sistema altamente miniaturizzato (delle dimensioni di un millimetro) che può essere usato per colpire sia in modo individuale sia in modo globale un bersaglio. Sono possibili vari metodi per diffondere questi microrobot, inclusa la dispersione come aerosol, il trasporto da grandi piattaforme, il tutto con una piena autonomia nel volo e nell’avanzata strisciando. L’attacco viene sferrato grazie ad una varietà di strumenti robotici, elettromagnetici o materiali energetici. Alcuni sensori microrobotici sono necessari per l’acquisizione del bersaglio e per l’analisi.


Proiettore olografico atmosferico

Breve descrizione

Il proiettore olografico crea un’immagine tridimensionale in qualsiasi luogo prescelto. Il proiettore può essere usato per operazioni psicologiche e per l’attuazione di strategie percettive. Può essere impiegato anche per creare illusioni ottiche e per l’occultamento, creando una temporanea distrazione a danno di un avversario dotato di armamenti non sofisticati.


Sistema ibrido laser ad alta energia

Breve descrizione

Il sistema ibrido laser ad alta energia consiste di numerose installazioni a terra, di laser chimici ad alta energia e di una costellazione di specchi collocati nello spazio. Questo apparato può essere impiegato nell’ambito di una molteplicità di operazioni. Il laser ad alta energia può colpire bersagli nell’atmosfera, nello spazio e sulla terra, riflettendo un raggio. Può essere adoperato anche per individuare dei bersagli, per la rimozione di detriti spaziali di limitate dimensioni (da uno a dieci centimetri).

The Airborne Laser aircraft, a new futuristic defensive (?) weapon used to shoot down enemy missilesSistema globale per colpire intere aree

Breve descrizione

Il sistema globale per colpire intere aree consiste di un sistema laser ad alta energia, di un sistema d’arma cinetica e di un velivolo transatmosferico. Il sistema laser è basato su installazioni a terra e su specchi nello spazio che dirigono l’energia verso l’obiettivo prescelto. Il sistema d’arma cinetica consiste di proiettili teleguidati con o senza detonatori di esplosivi. Il velivolo transatmosferico si basa su una piattaforma flessibile utile per rifornire installazioni nello spazio e può essere usato per un rapido intervento di forze speciali.


Arma spaziale a microonde ad alta energia

Breve descrizione

L’arma spaziale a microonde ad alta energia è un sistema in grado di colpire obiettivi sulla terra, nell’atmosfera e nello spazio, con un differente potenziale distruttivo. Consiste in una costellazione di satelliti che possono dirigere una banda ultralarga di microonde sui bersagli. Il suo effetto può generare alti campi elettromagnetici sull’area colpita, la cui superficie può variare da 10 a 100 metri. Inoltre, può interrompere o distruggere ogni apparato elettronico.


Sistema laser ad alta energia alimentato dal sole

Breve descrizione

Il sistema laser ad alta energia alimentato dal sole è un insieme di stazioni laser della potenza di svariati megawatts, che può essere usato in diversi contesti. Come arma, può centrare bersagli sulla terra, nell’atmosfera e nello spazio. Come sistema di sorveglianza, può operare usando il laser a bassa potenza per illuminare l’area di intervento.


Sistema per neutralizzare gli asteroidi

Breve descrizione

Il sistema per neutralizzare gli asteroidi protegge la terra e la luna dall’impatto degli asteroidi, sia respingendoli sia frantumandoli, di modo che non costituiscano più una minaccia. Il sistema di deflessione può essere integrato servendosi di ordigni nucleari.


Sistema di analisi e di modificazione meteorologica

Breve descrizione

Il sistema di analisi e di modificazione meteorologica consiste in una rete globale di sensori definiti “guerrieri del tempo” (Smart dust) in grado di monitorare e di predire accuratamente i fenomeni meteorologici con le loro conseguenze sulle operazioni militari. Una serie di strumenti di modificazione meteorologica consente la manipolazione dei fenomeni atmosferici su piccola o media scala per incrementare le capacità strategiche delle proprie forze militari e per indebolire quelle dell’avversario. Si possono indurre le precipitazioni o inibirle, usando particolato disseminato nell’atmosfera o energia diretta. E’ possibile potenziare e scatenare fenomeni atmosferici inseminando le nubi. Strumenti a microonde sulla terra e specchi ionosferici vengono impiegati per le comunicazioni radio e per facilitare o interrompere i segnali radar. Si possono usare cariche ionosferiche per danneggiare navi spaziali (spacecaft) ed usare raggi a microonde.


Ringraziamo l'amico Davy per la ricerca compiuta e la collaborazione.



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giovedì 22 gennaio 2009

Attenzione alle scie pericolose (articolo di Franco Bovone)

Nel pubblicare l'articolo dell'amico Franco Bovone, vorremmo rivolgere un appello a tutti i militanti e simpatizzanti di qualunque forza politica, prescindendo da barriere ideologiche erette spesso per indebolire l'azione dei cittadini, affinché esercitino pressione sui dirigenti al fine di promuovere l'informazione e la verità sulle scie chimiche e su altri problemi. Dunque invitiamo tutti a superare le divisioni ideologiche create ad arte per attuare il famoso "divide et impera".

Quanto segue è stato pubblicato dal periodico NOTIZIE del GRUPPO REGIONALE della LEGANORDPIEMONT. L'autore dell'articolo è Franco Bovone, Presidente della Commissione naturalistica del parco Regionale Capanne di Marcarolo – Alessandria.



Attenzione alle "scie" pericolose

Motivazioni tecniche, conseguenze geopolitiche, implicazioni economiche

Con gli occhi puntati al cielo, non per rimirare le stelle, ma per cogliere il rischio rappresentato dalle cosiddette scie chimiche.

Un nuovo pericolo. Da diversi anni i nostri cieli sono interessati da un'attività inconsueta con passaggi frequenti di aerei impegnati nella diffusione di aerosol chimico-biologici di diversa natura. Tali operazioni vengono pervicacemente negate dalle autorità preposte al controllo dei cieli ed alla tutela della salute pubblica, esponendo i ricercatori che ne denunciano l'esistenza all'accusa di allarmismo ingiustificato, relegandoli al silenzio o definendoli visionari.

L'aspetto sconcertante della questione non è l'operazione in sé, in quanto, purtroppo, gli attacchi agli ecosistemi hanno una triste e lunga storia, quanto il fatto che la totalità o quasi delle persone, non si renda conto che ciò sta avvenendo. Il vero problema da affrontare, da un punto di vista tecnico, geopolitico e socioeconomico, è il motivo per cui vengono realizzate, visto che un'ora di volo costa 12.000 € (dati Min. Int. per i voli antincendio dei Canadair).

La cronistoria

Il progetto nasce negli U.S.A. nei primi anni 90 del XX secolo sulla base di un'idea del Professor Teller, padre della bomba H, ufficialmente come contromisura per il riscaldamento globale. Iniziano le sperimentazioni in campo aperto e, conseguentemente, i primi avvistamenti, negli Stati Uniti e Canada. L'irrorazione fornisce subito inaspettati vantaggi nelle telecomunicazioni, è integrata con diversi prodotti registrati sul controllo climatico e dall'originario progetto N.A.S.A. passa sotto il Pentagono.

In un articolo pubblicato su Limes nel 2007 del generale Fabio Mini, già capo di Stato Maggiore della N.A.T.O. in sud Europa e nei Balcani, associato alle unità operative U.S.A. si introduce il concetto di “Owning the weather” (possedere il tempo): “La guerra ambientale globale è già cominciata”.

Impatto sugli ecosistemi

Nel 2002 l'Italia ha firmato la convenzione Italia – U.S.A. per la ricerca sui cambiamenti climatici, che prevede, tra le altre cose, sperimentazioni in natura di condizioni estreme quali si verificherebbero tra cento anni sugli ecosistemi a seguito dei cambiamenti climatici e l'adozione delle relative contromisure. La ricaduta dei particolati metallici a base di alluminio, bario, litio e la diffusione di polimeri vari, (rilevati nelle analisi eseguite in Italia, Canada, Spagna, Grecia ed U.S.A.), causa variazione del Ph dei suoli, aridità, morte dei batteri necessari per l'assorbimento nutritivo delle piante, morte di alcuni insetti utili, in particolare le api. “Nel Parco naturale – sottolinea Bovone – continuano a morire, sebbene non si usino i pesticidi (neonicotinoidi) indicati come causa e non vi sia attività antropica inquinante.

L'uso esteso a quasi tutte le aree coltivate del pianeta di tali sostanze sta portando al crollo delle produzioni di cereali e generi alimentari, con conseguente aumento indotto dei prezzi”

Chi controlla le operazioni

Esiste ed è attivo un gruppo finanziario di estrema potenza economica che programma gli eventi a livello mondiale.

La direzione intrapresa dal gruppo finanziario internazionale che controlla e ricatta i governi nazionali, è quella del Nuovo Ordine Mondiale.

La globalizzazione economica, preludio di quella politica, è il primo degli strumenti per imporre una progressiva esautorazione dei governi nazionali. Il Trattato di Lisbona ne è la prova. Prevede che le competenze principali degli stati-nazione aderenti siano affidate alla Commissione europea che potrà delegarle ad organismi superiori e perfino a società private. Nell'ultima campagna elettorale, Giulio Tremonti ha citato i responsabili della globalizzazione selvaggia a tappe forzate, senza regole, definendoli "Illuminati".

Gli "Illuminati"

Da "La congiura degli Illuminati" di Renè Chandelle (professore universitario, storico), edizioni il punto d'incontro, 2005:

pag. 83 "L'obiettivo finale degli Illuminati era sempre stato la creazione di un Nuovo ordine mondiale";

pag. 89 "Il terzo grande conflitto che riguarderà tutto il mondo è stato programmato (come i due precedenti) in una lettera scritta dagli Illuminati il 15 Agosto 1871, e che oggi è conservata al British Museum di Londra";

pag. 96 "La terza guerra mondiale verrà fomentata usando la contesa promossa dagli agenti degli Illuminati tra il sionismo politico ed i capi del mondo musulmano".

Naturalmente, possiamo credere che sia tutto falso, che non vi sia nessuna setta segreta degli Illuminati, che le strisce che vediamo in cielo siano trecce di Berenice, che gli eventi e il destino dell'Umanità sia solo dovuto al caso o solo al nostro libero arbitrio. Possiamo continuare a condurre la vita di sempre oppure prendere atto che qualcosa di vero c'è. Certamente scegliere la seconda ipotesi implica un'enorme assunzione di responsabilità: dobbiamo prepararci, costituire un centro di studi strategici formato da persone dotate di intuito e capacità di cogliere i segnali che filtrano attraverso le fitte maglie della censura dell'informazione di regime, dobbiamo prevedere, per quanto possibile, in quali scenari ci troveremo tra uno, due, tre anni o qualche mese, capire se siamo già nella Terza guerra mondiale o se ne vediamo solo i prodromi e come sarà e se, eventualmente, avremo modo di difenderci e sopravvivere. Diventa allora necessario rivedere le politiche nazionali ed internazionali. I segnali ci sono e non vanno sottovalutati, compresa la grave e preoccupante crisi finanziaria con rialzo dei prezzi indotto e conseguente scarsità di denaro circolante.



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martedì 20 gennaio 2009

Cipro: denuncia dell’ambientalista Perdikis sulle scie chimiche

Nicosia. A denunciare l'irrorazione aerea su Cipro, attività svolta, senza aver studiato i possibili rischi per la salute degli abitanti e l'ambiente, è un esponente del Movimento ecologista, George Perdikis. La denuncia si riferisce ad informazioni riguardanti velivoli che decollano dalla base britannica di Cipro. Fondato su una preoccupazione per le inspiegabili tracce di irrorazione aerea (chemtrails), alcuni deputati ciprioti hanno presentato un ordine del giorno alla Commissione parlamentare per l'agricoltura.

L'irrorazione aerea è correlata a problemi per la salute pubblica. Fra gli elementi di ricaduta, si annoverano sostanze tossiche e cancerogene che contribuiscono altresì all'inquinamento atmosferico nelle città, creando un'atmosfera soffocante.

I deputati domandano di indagare su quali siano i veri scopi dell'aerosol, se si tratti di modificazioni meteorologiche o di rilevazioni in atmosfera, chiedono pure se il bario e l'alluminio siano correlati ad operazioni militari.

Perdikis sospetta pure che le installazioni militari di Cipro siano anche riconducibili al sistema H.A.A.R.P. che mira a controllare il clima del pianeta per il beneficio di Stati Uniti e degli alleati. Inoltre l'ambientalista rileva che l'irrorazione avviene non di rado con aviocisterne, come KC-10 e KC-135.



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domenica 18 gennaio 2009

Il C.I.C.A.P. dietro i disinformatori italiani

Recentemente l'illustre Steno Ferluga, astrofisico nato nel 1951 e presidente del C.I.C.A.P., di cui fu tra i fondatori nel 1988, insieme con Piero Angela, ha prestato la sua voce, la sua manina paffuta, ma soprattutto il suo inarrivabile genio, per la realizzazione di un filmato in cui, sfogliando l'enciclopedia dell'aviazione Mach 1 (edita nel 1978), si arrabatta per tentare di dimostrare che le affermazioni dei ricercatori sulle scie chimiche sono errate.

Nel contributo il Ferluga, sotto le mentite spoglie di tale markogts (Marko Germani), contesta la mai espressa asserzione di Tanker Enemy secondo la quale i bombardieri della Seconda guerra mondiale, come i B-17, non potevano raggiungere quote assai elevate in cui si formano, in concomitanza di particolari parametri fisici, le scie di condensazione. Egli dimentica di precisare che gli 11.000 metri raggiungibili dai B-17 erano riferiti al velivolo privo di carico bellico e che quindi quella non era la quota operativa, ma la quota massima raggiungibile dal bombardiere impiegato nel secondo conflitto mondiale.

Nel 1941 20 B-17 furono spediti in Gran Bretagna, ma non dimostrarono grandi doti: il primo in volo sul Regno Unito precipitò: durante la prima missione, le mitragliatrici si ghiacciarono e le bombe furono sganciate fuori obiettivo. Per ovviare a questi problemi i Britannici aumentarono la corazza e l'armamento, riducendo la quota operativa.

[...] Il B-17 fu usato in tutti i teatri operativi della Seconda guerra mondiale. La prima operazione è dell'agosto 1942. In seguito, venne impiegato principalmente per bombardamenti diurni di precisione [a quote vicine ai 4000 metri - n.d.r.] su fabbriche e raffinerie dall'U.S.A.F., mentre la R.A.F. si occupava di quelli notturni.

I B-17 volavano normalmente attorno ai 300 kmh a pieno carico, con tangenza di 6.000-8.000 metri, più spesso attorno ai 7.200-7.800 m. Una volta scarichi, i B-17 possono salire oltre i 10.000 metri oppure accelerare a circa 500 kmh, ma, data l'assenza della pressurizzazione, tali altitudini non potevano essere mantenute per molto tempo. Infatti, oltre alle mitragliatrici, anche la saliva nella maschera d'ossigeno si ghiacciava, per via delle basse temperature.


Ora, non è solo Ferluga a possedere un'enciclopedia cartacea: così abbiamo compulsato anche noi un testo, Take off, 1989, pag. 397, volume 2 (si veda il filmato) da cui abbiamo reperito dei dati che confermano le quote operative indicate nell'articolo La riscrittura orwelliana della storia. Infatti, a pagina 397 sono mostrati degli schemi che evidenziano le formazioni di combattimento dei B-17 con indicate le quote di volo, da un minimo di 6.200 ad un massimo di 8.000. Ad 8.000 metri la formazione di contrails (attenzione: non le trecce di Berenice) è rarissima, come abbiamo già più volte dimostrato. A quote inferiori praticamente è impossibile. Dunque la fonte consultata conferma i nostri assunti in modo inoppugnabile. Tra l'altro, scorrendo tutti i volumi (ben 10) dell'enciclopedia Take off, non abbiamo riscontrato fotografie, tra le centinaia, che ritraessero aerei civili o militari, storici o moderni con scie di condensa, fuorché una. La percentuale di probabilità di formazione di una contrail è quindi riconducibile alle statistiche a suo tempo pubblicate su questo blog.

Dobbiamo poi evidenziare la mistificazione operata dall'inclito astrofisico. Egli sostiene, nel suo discorso farraginoso e fuorviante, che secondo i ricercatori indipendenti, prima della metà degli anni '90, le scie di condensazione non esistevano. Veramente affermiamo che sono le chemtrails ad essere manifestazione recente (salvo alcune eccezioni), mentre le scie di condensa sono, per quanto assai infrequenti, un fenomeno risalente alla prima metà degli anni '40. Non è un caso se il termine contrails fu coniato nel 1945 (Vedi Etymonline sotto la voce inerente).



Singolare che lo stesso presidente del C.I.C.A.P. svolga un compito di solito affidato alla bassa manovalanza, come quello di realizzare un video con le solite colossali sciocchezze tipiche dei disinformatori, dando man forte a questa masnada di disperati e di frustrati. Si vede, però, che con questa pietra miliare, il prestigioso Ferluga voleva dimostrare, come è scritto nel suo profilo leggibile nel sito del famigerato comitato, la distinzione tra scienza (la nostra) e pseudo-scienza (la sua e quella dei suoi sodali).



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Generatore di false scie di condensa (articolo di Mike Sterling)

Giusto per restare in tema di un sito creato ad arte per disinformare (contrailscience.com), voglio ricordare che, proprio a proposito di contrails, esiste un documento declassificato (U.S. patent del 12/8/1975) che mostra l'invenzione di un generatore artificiale di scie di condensa.

Artificiale? Qualcuno voleva creare ad arte delle false scie di condensa? Dalla lettura del documento, si direbbe proprio di sì. Anzi, non "si direbbe", si dice!

Si chiama
POWDER CONTRAIL GENERATOR e già questo basterebbe ad analizzare meglio l'apparato.

Secondo la disinformazione più attiva, una contrail è formata dai soliti aghetti di ghiaccio... bla bla bla.

Nella spiegazione del brevetto vediamo, invece, un generatore di POWDER, polvere, quindi scia di polvere (pulviscolo) e non d'acqua solida più una frazione di idrocarburi combusti e incombusti che si solidificano a quote elevate e a temperature bassissime, bla bla bla.

Proprio lo stesso documento chiarisce che tale invenzione è impiegabile per la dispersione in atmosfera di vari tipi di composti.

A pagina 4, per esempio, il documento recita: "Altri tipi di composizioni in polvere possono essere usati con l'apparato qui descritto. Per esempio, svariate particelle in polvere che riflettono radiazioni elettromagnetiche possono essere disperse come paglia (pagliuzze, n.d.r.) o similari".

Radiazioni elettromagnetiche? Ah, ecco! H.A.A.R.P., radiazione luminosa, comunicazioni etc. Quindi già dal 1975, la "Difesa" statunitense (o chi per essa) investiva milioni di dollari per inventare uno strumento molto utile alla dispersione di chemtrails in atmosfera, atte a riflettere radiazioni elettromagnetiche.

Sono passati oltre 30 anni, immaginiamoci a quale grado di sofisticazione essi sono arrivati oggi.

Ecco il link:

GENERATORE DI CONTRAILS IN POLVERE

Ah, dimenticavo, la definizione di contrails che sono formazioni di ghiaccio bla bla bla, mi è stata postata da un disinformatore che mi ha mandato screenshots di due pagine di un dizionario in inglese per dimostrare, secondo lui, che le contrails sono, sì artificiali, ma composte solo da gocce di liquido o da cristalli di ghiaccio. Complimentoni per l'autogoal.

CONDENSATION TRAIL 1
CONDENSATION TRAIL 2


Fonte: Dirty Sky Sardinia



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venerdì 16 gennaio 2009

Se Maometto non va da Montanari...

Sappiamo che è una perdita di tempo, perché dalle rape non si cava il sangue, ma ci sentiamo in dovere di replicare alll'egregio Dottor Montanari che, in un suo articolo, ha ritenuto di criticare Pier Paolo Saba, andando a vedere la classica pagliuzza. Non contento di ciò, l'egregio Montanari usa anche i soliti pseudo-argomenti da disinformatore incallito sul prelievo in quota e su una non dimostrabile correlazione (secondo lui) tra chemtrails e veleni di ricaduta che potrebbero anche venire da uno stabilimento industriale o dal traffico veicolare. A questa patetica obiezione abbiamo già risposto mille volte e non ripeteremo quindi la nostra replica, ma ci chiediamo se per caso il Dottor Montanari abbia mai infilato la testolina nella ciminiera di un inceneritore o sia mai stato accolto in un'area militare off limits per compiere i suoi prelievi e stabilire un nesso incontrovertibile tra nano-particelle e tumori. La provenienza degli inquinanti dagli impianti di icenerimento e dai poligoni è solo "un atto di fede, atto di fede che non ha valore scientifico, naturalmente e che dimostra l’assoluta mancanza di conoscenza specifica di questo signore".

Che poi costui sia "il direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena in cui lavora part time la dott.ssa Gatti", o che sia presidente di una bocciofila, non cambia la sostanza delle sue depistanti affermazioni. Un nostro gentilissimo lettore, Arturo, così scrive a tale proposito: "Prof. Montanari, Lei ha scritto 'distogliere l'attenzione verso...': ma che cosa sta dicendo? Gli aerei militari che irrorano ci sono, li vediamo tutti, basta guardare il cielo. Passano gli aerei e il cielo si copre di una nebbia stranissima. Sono fatti questi!

Che gli inceneritori sono fabbriche di tumori è certo, ma putroppo dobbiamo fare i conti con la dura realtà: l'esercito sta aumentando gli aerosol nello spazio aereo italiano e questo è preoccupante, preoccupante soprattutto per la salute dei bambini che stanno crescendo, respirando nuvolette di bario e polimeri
".

Professor Montanari, le scie tossiche sono come un inceneritore moltiplicato per mille e non sarà certo vantandosi di presiedere un laboratorio dalla dicitura in inglese che i sofismi diventeranno verità. Egregio Professor Montanari, non sa che il metodo scientifico si basa in primis sull'osservazione? Dunque, visto che asserisce di scorgere le scie mortali in cielo, perché non comincia ad investigare in modo serio sul fenomeno, invece di nascondersi dietro il classico dito? Se noi avessimo a disposizione il suo laboratorio, a quest'ora avremmo già spostato mari e monti più di quanto già facciamo e dichiarato in ogni dove che le scie degli aerei, quelli che lei vede, sono mortali. Volere è potere, almeno in questo caso. Infatti volenterosi ricercatori tedeschi sono riusciti là dove Lei ha miseramente fallito, dimostrando che il particolato che anche Lei, come tutti, inala, viene dal cielo.



Tra l'altro pare che Lei non abbia compreso l'articolo del Dottor Saba, poiché scrive: "Che le nanoparticelle generate da esplosioni non solo da bombe all'uranio, ma pure da quelle al tungsteno o comunque da processi combustivi ad alta temperatura si trovino a livello dei tessuti tumorali (ma anche di altri tessuti affetti da nanopatologie) è testimoniato in maniera certa e coerente da un numero molto alto d’indagini eseguite presso il nostro laboratorio". Infatti il Dottor Saba non ha disconosciuto che le nanoparticelle di uranio e tungsteno siano dannose, ma che la questione scie chimiche è ancora pervicacemente negata ed in modo colpevole.

Anche a noi sorge un dubbio: che il Dottor Montanari, pur con tutte le sue competenze, sia solo il rappresentante di un'opposizione voluta ed autorizzata dal sistema, un sistema con cui non si può mai scendere a compromessi, se si vuole essere credibili sino in fondo.


Notare i due pesi e le due misure della dottoressa Gatti, laddove descrive la situazione di reale inquinamento ambientale da polveri di nanoparticelle metalliche rilevate in atmosfera ed al suolo nelle aree circostanti la base di Quirra. Nel caso delle scie chimiche, invece, insieme con il marito, ella ha più volte affermato che i dati che evidenziano metalli pesanti in acqua, polvere e piante delle aree sottoposte ad irrorazione, non sono attendibili, in quanto non direttamente collegabili agli aerosol indotti. Essi, in quel caso e solo in quello, parlano della necessità di prelievo direttamente nelle scie chimiche.

Due pesi e due misure, appunto, per tirarsi fuori (anche loro come altri "scienziati") dalla ingombrante questione chemtrails.

Questa speciosa contraddizione ci premeva di evidenziare.


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giovedì 15 gennaio 2009

Droni già negli anni ''70 (da "Il ritorno di Nibiru" di Cristoforo Barbato)

In un corposo articolo intitolato Il ritorno di Nibiru, il ricercatore indipendente Cristoforo Barbato, oltre ad esplorare il tema del pianeta X, indugia sulle innovazioni tecnologiche che, sin dagli anni '70 del XX secolo, conobbero una formidabile accelerazione nell'ambito dei sistemi informatici applicati alla gestione di aerei senza pilota. Ciò è molto importante, se ricordiamo che l'operazione "scie chimiche" è attuata in gran parte con droni (definiti anche U.A.V., ossia Unmanned aerial vehicles), la cui tecnologia non è quindi recente. Da sottolineare anche l'interesse che i militari mostrano per lo spazio: non si tratta soltanto di osservazioni astronomiche, poiché uno degli scopi reconditi potrebbe essere "il monitoraggio dell’attività extraterrestre in entrata ed uscita dalla nostra atmosfera". Riportiamo la parte dello studio contenente gli addentellati con la questione "chemtrails".


Parte del lavoro di John Maynard, [è stato un analista dei servizi segreti militari americani inizialmente con l’Army Security Agency (l’Intelligence dell’Esercito) in seguito in seno alla D.I.A. (Defense Intelligence Agency)] quando era nella D.I.A., riguardava il progetto D.O.C.L, Direct Orbital Code Link (a volte ribattezzato Docile), un sistema che annovera circa 5 miliardi di dollari di satelliti progettati per comunicare con velivoli classificati dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti e possibilmente anche per esaminare lo spazio profondo. Infatti, stando alle dichiarazioni di Maynard, uno degli scopi reconditi del progetto D.O.C.L della D.I.A. sarebbe il monitoraggio dell’attività extraterrestre in entrata ed uscita dalla nostra atmosfera.

Una conferma diretta alle affermazioni di Maynard sul classificato progetto D.O.C.L si può trovare nelle sorprendenti rivelazioni fatte negli anni ’90 dallo statunitense Edgar Rothschild Fouché in merito ai programmi speciali segreti dell’U.S.A.F. e della National Security Agency. Fouché, ex membro dell’Intelligence dell’Air Force americana che ha prestato servizio a Groom Lake nell’Area 51, ha lavorato con diverse strutture aerospaziali militari e produttori di elettronica negli Stati Uniti. Ha partecipato alla progettazione, sviluppo, produzione e valutazione di volo operativo nei programmi classificati di sviluppo aereo, incluse contromisure elettroniche, comunicazioni satellitari, equipaggiamento di cripto-logica e di supporto.

Durante la sua carriera militare, è stato selezionato nei quadri ed in molti programmi di sviluppo dei più recenti cacciabombardieri dell’Air Force. Altri programmi di ricerca e sviluppo per i quali lavorò dagli anni ’70 sono ancora classificati Top Secret. Fouché ha ricevuto una formazione tecnica per oltre 4.000 ore dall’Esercito e dal Governo, di cui circa la metà in addestramento classificato. Per venti anni ha lavorato con l’Aeronautica militare e con le Agenzie del Dipartimento della "Difesa", seguiti da altri otto anni come Dirigente a contratto della Difesa. “Ero uno dei pochi impiegati a Nellis - afferma Fouché - munito di un nulla osta di segretezza Top Secret, con accesso alle decodificazioni criptate.

Avevo il certificato di accesso al Modello 4 IFF (un sistema aereo che rispondeva ai codici classificati criptati). Avevo anche il permesso di lavorare su altri dispositivi criptati di cui non posso parlare. Per una serie di combinazioni e data la mia perizia tecnica mi fu richiesto di prestare servizio in un luogo non identificato. Al mio terzo giorno di lavoro a Groom, dovetti rimuovere un modulo da un pezzo di equipaggiamento per la comunicazione satellitare a più comparti, usato per sostenere alcuni velivoli nelle missioni speciali. Notai, mentre ero all’interno del comparto a controllare i cavi elettrici, che conteneva un’unità sigillata grande più o meno come una grande borsa e che aveva una targhetta d’identità di copertura della National Security Agency.

La nomenclatura sulla targa recitava Direct Orbital Code Link. Pensai che fosse strano, visto che l’unità era parte di un collegamento di comunicazione digitale, usato unicamente per comunicare con veicoli dell’Aeronautica classificati. Non ero a conoscenza allora di missioni militari orbitali non affiliate alla N.A.S.A. Ricordatevi che erano gli ultimi anni '60. Lo Shuttle non volò fino al 1981. Disinserii l’unità e, per curiosità, rimossi la calotta dell’accesso posteriore. Con mio stupore vidi che al suo interno c’era circa una mezza dozzina di grossi chip ibridi a circuito integrato. Il più grosso chip era collegato ad oltre 500 moduli dello spessore di un capello ed era grande più o meno come un accendino Zippo. Il timbro d’ispezione sul chip datava 1975.

Nel 1975 la velocità più elevate di lavorazione, sui progetti più classificati, equivaleva a quella di un computer I.B.M. 8088 che girava alla velocità di 4 milioni di cicli al secondo. Questa unità aveva una velocità di lavorazione di 1 miliardo di cicli al secondo. Fu solo dopo circa dodici anni che vidi una tecnologia paragonabile a questo chip a circuito integrato. Più tardi vidi alla I.T.T. un progetto top secret di sviluppo di avionica. Nella mensa a Groom, sentii termini come Lorentz Forces, detonazione ad impulsi, radiazioni al ciclotrone, generatori di campo a trasduzione di flusso quantico, lenti energetiche simili al cristallo e accumulatori quantistici E.P.R. (Electron Paramagnetic Resonance). Ogni giorno scrissi sul mio “diario di bordo” tutto ciò che vidi, ascoltai e toccai. Rientrato alla base, la mia routine proseguì come sempre.

Il mio amico alla N.S.A., Jerald, indagò ed osservò le persone impiegate in lavori molto classificati al Nevada Test Site e al Nellis Range. Stava controllando un tizio che lavorava al Nevada Test Site, dove facevano esplodere bombe atomiche sotterranee. Accennò per caso ad un aereo che poteva essere lanciato in orbita e ritornare ed atterrare nel deserto del Nevada. Era un veicolo di ricognizione radiocomandato che decollava da un bombardiere B-52 ed usava dei razzi a impulso, da collocare temporaneamente in una orbita terrestre bassa per scattare foto ricognitive. Pensai che mi stesse prendendo in giro.

Poi aggiunse: “Questo aereo è pilotato a distanza tramite il sistema D.O.C.L. di Groom”. In genere non sono così lento di comprendonio, ma non feci i giusti collegamenti fino a quando disse di nuovo: “Sai, il D.O.C.L sta per Direct Orbital Communications Link.” Bingo, avevo visto un pezzo del sistema D.O.C.L. a Groom: era l’unità della N.S.A. con grossi chips”.


Leggi qui l'intero articolo di Cristoforo Barbato


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mercoledì 14 gennaio 2009

Uranio impoverito e scie chimiche: la saga continua (articolo di Pier Paolo Saba)

Pubblichiamo un articolo del gentilissimo Pier Paolo Saba, coordinatore dell'U.S.A.C. Sardegna. Condividiamo l'indignazione dell'autore per l'omertà istituzionale attorno al problema delle scie chimiche: mentre gran parte della popolazione è atrofizzata in un'ottusa indifferenza, i governi continuano imperterriti con le loro operazioni di avvelenamento quotidiano.


"Non sono bastati nove anni per far luce, certa e conclusiva, su che cosa abbia provocato la spaventosa escalation di tumori al sistema emolinfatico, nei soldati inviati in missione nei teatri di guerra all’estero e tra i civili che vivono vicini ai poligoni italiani".

Così esordisce l'articolo del quotidiano La Nuova Sardegna di sabato 3 gennaio, a firma di Piero Mannironi. La testata, per la seconda volta, (si veda l’articolo precedente del 28 dicembre scorso) stranamente tratta un argomento così spinoso, finora ignorato ed anzi vilmente negato sia dalle autorità militari sia civili.

Nell’articolo fu il Ministro della Difesa La Russa a prendere posizione, affiancato dal Presidente dell’Anavaf, Falco Accame, che diffuse una nota nella quale sono sintetizzati i dieci interrogativi legati all’uranio impoverito, questioni che ancora attendono una risposta.

1) Il motivo di un misterioso lotto di armi all’uranio acquistato da Israele, armi che transitarono nel poligono di Nettuno e nel deposito di Bibbona

2) I contratti con ditte civili estere per la sperimentazione di armamenti nei poligoni italiani, senza alcun controllo esterno

3) I risultati dello studio Signum (Studio sull’impatto genotossico sulle unità militari) che doveva stabilire la pericolosità dell’uranio su mille militari cavie; per lo studio fu destinata la somma di un milione e 175 mila euro

4) Le strumentazioni usate per la misurazione della radioattività

5) La carenza di comunicazioni dalle basi militari al Ministero della Difesa. Da Aviano a Gioia del Colle decollarono, infatti, i jet alleati che spararono 10.000 proiettili all’uranio impoverito in Bosnia. Nel 1999 il Ministero affermò di non saperne niente.

6) Furono ordinate 63 mila maschere antigas con doppio filtro dalla Difesa: erano in grado di filtrare le nanoparticelle? Furono poi impiegate sul campo?

7) Non è stato reso noto il monitoraggio sui militari, stabilito con il decreto legge del 2000

8) Sono ancora sconosciuti i risultati delle analisi degli alimenti provenienti dalla Bosnia e dal Kosovo

9) Il computo delle vittime eseguito dalla Difesa si riferisce alla Bosnia ed al Kosovo. Mancano così tutti i dati relativi all’Albania, alla Macedonia, alla Somalia, al Kuwait e le statistiche concernenti le vittime in Italia.

10) La disposizione data ai militari di non avere figli nei tre anni successivi alle missioni fu citata dagli onorevoli Pisa ed Angioni nel corso dell’audizione del generale Donvito. Non si sa se ci siano figli di militari nati con malformazioni.

Un decalogo davvero dettagliato che attende di essere confermato, ma sono soltanto queste le risposte che ci aspettiamo?

Qualora la commissione d’inchiesta, di cui fa parte anche la Dr.ssa Antonietta Gatti, responsabile del Centro di ricerca sperimentale sulle nanoparticelle di Modena, affermi che sono solo ed esclusivamente le polveri ultrasottili generate dalle altissime temperature (oltre tremila gradi centigradi) a generare le forme cancerose tristemente registrate, si potrebbe pensare ad una strategia per non accennare alle scie chimiche ed agli effetti che esse producono sull’uomo.

Potremo sperare che, a seguito dell’inchiesta in atto sull’uranio impoverito, se ne avvii un'altra su quest’altro gravissimo problema?

Le chemtrails sono un problema dibattuto da anni. Anch’esso è negato fino allo spasmo, così come è stato smentito l’impatto conseguente all’uso del materiale radioattivo di cui si discute animatamente in quest’ultimo periodo anche presso alcuni Ministeri.

Non affermo di aver perso la fiducia, ma, dopo l’inchiesta attuale, mi chiedo quanto dovremo aspettare ancora per porre fine alle scacchiere disegnate nei cieli di tutto il mondo.

Pier Paolo Saba

Olbia, 10 gennaio 2009



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