martedì 31 marzo 2009

I Muse: la scure della censura si abbatte su H.A.A.R.P.

I Muse sono un gruppo musicale rock di Teignmouth (Devon, Inghilterra). I testi delle loro canzoni, scaturiti principalmente dal pensiero del solista, Matthew Bellamy, sono imperniati su temi come l'apocalisse, la guerra, la vita, l'universo.

La formazione britannica è composta da Matthew James Bellamy (voce, chitarra elettrica, pianoforte e tastiere), Christopher Anthony Wolstenholme (basso elettrico, seconda voce e chitarra), Dominic James Howard (batteria e percussioni).

Tra le pochissime band veramente engagé della scena musicale contemporanea, i Muse nella loro ultima produzione, risalente a marzo 2009, un DVD con un loro concerto tenuto al Wembley Stadium, denunciano H.A.A.R.P. e scie chimiche. Bellamy ha recentemente dichiarato, a proposito della grandiosa performance londinese: "La scenografia del palco mostra una ricostruzione di H.A.A.R.P., una bizzarra installazione di antenne situate in Alaska che servono per compiere il lavaggio del cervello. Questo apparato spara nell'atmosfera delle microonde che ci rendono docili e che riducono la percezione della realtà in uno stretto raggio".

Sono parole quanto mai appropriate e non sorprende che i recensori italiani del DVD, pur dilungandosi in giudizi di solito elogiativi sulle composizioni dense di pathos dei Muse, non spendano una sola parola per spiegare il significato del titolo H.A.A.R.P. I critici musicali non accennano neppure alla denuncia del trio di Teignmouth contro il potere sinistro che tenta di soggiogare l'umanità. L'accorata voce di Bellamy, che si intreccia ad aspre armonie e ad inquieti contrappunti, si perde nel silenzio dell'indifferenza.

Con incredibile nonchalance i recensori glissano sul mordente dei testi, sulla valenza eversiva del titolo H.A.A.R.P.: ignorandolo, attuano una forma di censura forse non meno deprecabile di altre più dirette e draconiane.

E' comunque eloquente questo imbarazzato silenzio. I censori colpiscono anche fingendo di non aver capito, come se H.A.A.R.P. fosse un suono onomatopeico. L'importante è che abbiamo capito noi.

Leggi qui in inglese l'intera intervista.




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lunedì 30 marzo 2009

Io non voglio vedere (articolo di Corrado Penna)

Pubblichiamo un acuto articolo del fisico Corrado Penna: è un'analisi delle reazioni dei cittadini (o sudditi?) medi di fronte all'agghiacciante realtà delle scie chimiche che si rivelano, in questo modo, un formidabile strumento di indagine psicologica e sociologica.

Le disquisizioni sui
parametri fisici necessari alla creazione di una scia di condensa, di fronte allo scempio quotidiano dei nostri cieli, ormai non hanno quasi più senso. Forse possono essere utili per chi vive in quelle regioni o in quei paesi in cui l'irrorazione è ancora a bassi livelli, ma adesso qui in Italia (almeno al Centro, al Nord, in Sardegna) la situazione è realmente degenerata, con giorni sempre più frequenti di copertura/schermatura totale del cielo per opera di scie che fuoriescono dagli aerei. Le scie chimiche non sono più un fenomeno al quale si può credere o non credere, ma del quale ci si può avvedere o non avvedere: la distinzione ormai passa solo tra chi le vuole vedere e chi non le vuole vedere, tra chi osserva con costanza il cielo e chi al cielo volge sguardi distratti ed infrequenti.

Se anche qualcuno pensasse che si tratti di normali voli civili, dovrebbe quanto meno insorgere indignato contro il traffico aereo e chiederne una sospensione o un ridimensionamento, visto che non arriva più il sole alle coltivazioni di cui ci dovremmo nutrire. E invece niente: chi non osa parlare di scie chimiche non si indigna nemmeno di fronte ad uno dei furti più orribili che vengono perpetrati all'umanità ed alla biosfera tutta: quello della benefica luce solare.

Per quanto sia utile quindi dimostrare che quelle che vediamo nel cielo (tranne casi rarissimi) sono scie chimiche e non condensa di vapore acqueo, ormai le leggi della fisica ed i dati oggettivi servono a ben poco di fronte alla granitica determinazione della maggior parte della gente a non guardare in faccia la triste realtà. Basta osservare il cielo (che sempre più di frequente passa dall'azzurro al bianco, in seguito all'incrocio di decine e decine di scie) per accorgersi con orrore che ci hanno sottratto la luce del sole; basta contare il numero degli aerei che incrociano davanti alla nostra finestra per scoprire che, in certi giorni, l'assenza di ogni tipo di volo (tranne quei tre o quattro tre voli civili che per davvero passano sopra di noi decollando o atterrando all'aeroporto più vicino) riporta il cielo al colore azzurro di un tempo (o quasi).

Per rendersi conto delle scie chimiche, basta osservare il cielo e contare fino a cento, verificando l'irregolarità assoluta delle frequenze di voli tra un giorno e l'altro nonché l'assurda impennata dei voli notturni, la cui quota ridicolmente bassa è dimostrata dal potente rombo che giunge alle nostre orecchie. Per non parlare dei veri e propri "raid" compiuti da formazioni di aerei con scia al seguito (avete mai preso un aereo che volasse affiancato ad uno a due altri velivoli?)

È quindi impossibile trovare qualcuno che in seguito ad una discussione e ad una osservazione del cielo, non si renda conto dell’esistenza delle scie chimiche, anche se ho incontrato diverse persone che preferiscono non vederle, fare finta di niente, dimenticarle o fare voli pindarici con la fantasia per inventarsi un’operazione segreta a fin di bene.

In effetti, una delle prime persone a cui ho spiegato quello che stava avvenendo in cielo non ha potuto negare il fenomeno, ma, dopo avere letto il materiale che gli avevo fornito, guardato i video ed osservato il cielo, ci ha riflettuto su ed ha deciso che un “buon motivo per farlo ci deve pur essere: non potranno mica farlo solo per avvelenarci”. E così si è tolto un peso dalla coscienza, ha potuto continuare a ridere e scherzare, seguire le partite di calcio e pensare al suo tran-tran quotidiano, fatto di famiglia e lavoro, come se niente fosse. Quello che aveva intravisto era troppo orribile perché ci potesse credere: era qualcosa che poteva minare tutte le sue convinzioni personali, distruggere la visione del mondo che aveva fatta propria. Inoltre la presa di coscienza lo avrebbe dovuto portare a combattere, ad ingaggiare una lotta contro un potere spaventoso.

E' molto più semplice fabbricarsi da soli una menzogna a dir poco ridicola (avete mai visto un governo che fa qualcosa per il bene del popolo e lo nasconde persino? Non stiamo parlando qui delle piccole bugie che i genitori a volte raccontano ai propri bambini a fin di bene!) che rischiare di intraprendere un cammino di presa di coscienza psicologicamente doloroso, salvo poi ritrovarsi nel giro di qualche anno a sperimentare un dolore ancora più atroce, dovuto a qualche terribile malattia o ad un'altra sciagura che potrebbe abbattersi sulla propria famiglia.

Insegna, infatti, il sociologo della scienza D. Bloor, autore dell’ottimo libro La dimensione sociale della conoscenza (Raffaello Cortina editore, 1994), che gli uomini, di fronte alla scoperta di dati che contraddicono la propria visione del mondo, sono pronti ad inventarsi le più assurde ed illogiche giustificazioni affinché i nuovi dati rientrino all’interno dei loro schemi mentali. Se poi si tratta di schemi socialmente condivisi, il conformismo del singolo arriva a livelli di fideismo religioso, e la “realtà” che egli vede è poco più che il riflesso di un insieme di pregiudizi condivisi ( Si legga anche il lavoro dei due sociologi della scienza P.L. Berger e T. Luckman La realtà come costruzione sociale, Il mulino, Bologna, 1969).

Ritornando alle scie chimiche, non potrò mai scordare il comportamento di quella persona che quando le ho detto “guarda questo video” si è rifiutato di guardarlo e, quando le ho detto “guarda questo cielo”, si è rifiutato di affacciarsi alla finestra, per poi sentenziare (all'interno di una stanza, lontano dalla finestra) che “le scie chimiche non esistono, perché non potrebbero avvelenarci con un’azione così evidente agli occhi di tutti”. Insomma, secondo costui, un dato dell’esperienza (che preferisce in ogni caso non acquisire) si potrebbe cancellare con uno pseudo-ragionamento che, se fosse corretto, porterebbe a cancellare persino delle evidenze storiche.

Molte alte persone informate da me si sono rese conto del fenomeno: hanno capito che non si tratta assolutamente di scie di condensa di vapore acqueo, si sono informate, hanno compreso che vengono rilasciati prodotti velenosi, ma … ,dopo un po' di tempo, non ne hanno più voluto parlare, preferendo discutere di musica, di sport o della falsa contrapposizione politica tra un centro-destra ed un centro-sinistra che, da diversi anni, portano avanti di comune accordo l'irrorazione chimico-biologica contro la popolazione civile.

In questo caso, il blocco psicologico ha funzionato ad un livello leggermente più alto, ma ha funzionato lo stesso. Non potendo negare l’evidenza dei fatti, queste persone hanno preferito non pensarci troppo, non impegnarsi a rivedere i propri schemi di interpretazione della realtà, non impegnarsi in una lotta in prima persona contro questa terribile violenza.

Molti, non potendo negare le scie chimiche, piuttosto che impegnarsi nella denuncia e nella divulgazione del fenomeno, preferiscono rifugiarsi nella meditazione o nella preghiera: non hanno il coraggio nemmeno di parlarne coi propri colleghi di lavoro. A una di queste persone, ho cercato di spiegare che la presenza delle scie chimiche comporta l’esistenza di una rete cospirativa globale a monte di esse e quindi l’esistenza di una struttura organicamente malvagia; il risultato è stato che quella persona, invece che affrontare serenamente la discussione, si è arrabbiata. Insomma, ammettere l’esistenza delle scie chimiche va bene (in fondo inquinano tutte le produzioni industriali e tutti i mezzi di trasporto), ma ammettere che il governo sia schierato apertamente contro il cittadino arreca un fastidio psicologico così grande che quasi nessuno è disposto a sopportarlo.

Ma la maggior parte dei cittadini che ho informato sulle scie chimiche hanno preferito evitare la discussione o, meglio, hanno iniziato a discutere cercando di accampare scuse patetiche (“non ho visto niente di strano nel cielo”), poi quando ho fatto loro sbattere gli occhi contro la realtà (portandoli accanto ad un finestra) e ho fornito loro alcuni documenti da leggere, si sono rifugiati nel silenzio: hanno evitato l’argomento, sperando forse che il velenoso problema scomparisse miracolosamente, non appena avessero smesso di preoccuparsene.

Qualcuno è stato più sincero, dicendomi apertamente prima di una riunione sindacale: “non ci parlerai ancora di quelle cose terribili delle scie”? Almeno è stato sincero, ammettendo che l’incapacità di difendere sé stessi e le proprie famiglie è dettata da una forma di paura comprensibile, ma in fondo irrazionale.

La cosa triste è che molte di queste persone poi inneggiano ai valori della lotta partigiana ed organizzano convegni per commemorare l’olocausto: si renderanno conto in cuor loro del loro atteggiamento contraddittorio e pusillanime? A che serve tenere viva la memoria di chi ha lottato per la libertà, mettendo a repentaglio la propria vita, se non si ha il coraggio di denunciare (nemmeno a parole) il peggiore dei mali dell’epoca moderna? È facile e comodo denunciare quello che ha compiuto un regime ormai annientato 50 anni fa; non lo è altrettanto denunciare quello che perpetra impunemente il regime attuale.

Chiudo questa rassegna riportando le parole illuminanti di qualcuno con cui ho provato a dialogare per alcuni mesi, una persona che non riusciva a negare che le scie spesso coprissero il sole né che a volte seguissero traiettorie curve né altre stranezze, senza per questo decidersi ad ammettere la realtà delle scie chimiche. Le parole non sono testuali, mai senso è rimasto immutato:

“Magari hai ragione, sono scie velenose, ma non vale la pena angosciarsi così tanto, meglio vivere la propria vita al meglio e godersela finché si può; a lottare inutilmente ci si fa il sangue amaro e ci si rovina la vita.”

Similmente altri cittadini sollecitate da me a divulgare le informazioni ricevute, mi hanno invitato a vivere la vita al meglio senza pensare troppo alle cose negative: “Cosa ci vuoi fare? Gli uomini sono stupidi e non capiscono nemmeno che i governi li fregano quotidianamente, la razza umana fa schifo e forse si merita persino il quasi totale annientamento; magari, dopo un disastro epocale, per chi sopravviverà, ci sarà la possibilità di ricominciare da zero”.

Amen

A questo punto sorge un dubbio: questi atteggiamenti mentali dipendono solo dal disagio psicologico che impedisce alla gente di rendersi conto di quello che succede e reagire di conseguenza? Sicuramente accettare l'esistenza delle scie chimiche significa anche accettare l'esistenza di un'organizzatissima ed efficientissima trama cospirativa (la cui esistenza è indispensabile per mantenere la cappa di silenzio su tale operazione, impedendo fughe di notizie da parte di piloti, assistenti di voli, hostess, meteorologi, giornalisti, funzionari dell'A.R.P.A., autorità sanitarie ...) e quindi a cambiare radicalmente la nostra interpretazione del mondo che ci circonda.

Ma quanto esposto credo sia anche il segno dell'uso di sistemi di manipolazione mentale, dai nanosensori dispersi con le stesse scie chimiche all'uso di particolari frequenze elettromagnetiche.


Leggi qui l'articolo sul blog "la scienza marcia e la menzogna globale".



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domenica 29 marzo 2009

I casini di Cassinis

Sin dall'inizio TUTTO è stato studiato a tavolino (compresa la storiella dei cambiamenti climatici a causa del CO2) per coprire le operazioni di aersosol, nate nell'ambito delle attività di H.A.A.R.P. e proseguite (secondo programma) per gestire e controllare la popolazione (vedi "L'aeronautica ti vuole L.O.V."). Come già precisato diverse volte, la modificazione del clima è una necessità e non l'obiettivo principale. Le ultime analisi dei polimeri di ricaduta pervenuteci confermano che i polimeri (non certo le tele di ragno di Simone Angioni - C.I.C.A.P.) impiegati come vettori per metalli e nanostrutture intelligenti, sono stati concepiti per risultare il più possibile biocompatibili, in modo tale da venire assorbiti (via aria, cibo, acqua) dagli esseri viventi (cavie umane) senza manifestare eccessivi sintomi da rigetto per assunzione di corpi estranei (vedi il morbo di Morgellons).

Ci pare evidente che qui siamo di fronte ad un deliberato, scellerato inquinamento ambientale con scopi del tutto insani e che nulla hanno a che vedere con la protezione dai raggi del sole o amenità simili. Storielle che neanche il nostro bisnonno si sarebbe bevuto. Ma… a proposito di bisnonni, la guardia svizzera per eccellenza, il genio della bufala, l'ineffabile Paolo Attivissimo, non ancora soddisfatto delle miserabili figure collezionate raffazzonando insultanti post su post dedicati alle scie chimiche ed orientati, secondo i suo obiettivi (e di chi lo gestisce), a chiudere una volta per tutte la partita con il Comitato Nazionale Tanker Enemy, chiede aiuto ad un illustre ed anziano personaggio che, casualmente, pare avere rapporti di parentela con un noto "debunker", tale Riccardo Cassinis. L'"esperto" di turno è il Dott. Roberto Cassinis, professore, già ordinario di Geofisica, Università degli Studi di Milano, Facoltà di Geologia. Pare che costui sia davvero poco super partes, in quanto, se svolgiamo una piccola ricerca, otteniamo questi risultati:

Prof. Roberto Cassinis, Direttore dell'Istituto di Geofisica della litosfera del C.N.R. - Milano, rappresentante C.N.R., Membro Comitato Scientifico OdisseoSpace - Le tecnologie satellitari al servizio dell’uomo - Geologia tecnica & ambientale - Journal of technical & environmental geology - Rivista trimestrale dell'Ordine Nazionale dei Geologi - Comitato scientifico: Roberto CASSINIS

http://www.odisseospace.it/

Collaborazioni con i seguenti enti:

Académie Nationale del l’Air et de l’Espace - Toulouse
AIF – Associazione per l’Insegnamento della Fisica – Sezione di Milano
AIPAS – Associazione Italiana PMI per l’Aerospazio - Roma
CARLO GAVAZZI SPACE – Milano
ECSL Italian National Point of Contact – CNR - Roma e Parigi
ESA – Div. Space Education – Paris
ICOS – Istituto per la Comunicazione Scientifica - Milano
LYCEUM - Associazione Culturale per la Formazione e l'Aggiornamento – Milano
OSSERVATORIO ASTRONOMICO DI BRERA – Milano
POLITECNICO DI MILANO – Cattedra di Logistica – Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale
Studio Legale Corabi - Milano
Université de Toulouse 1 – IEID – Institut d’Etudes Internationales et de Développement
VSSD - Virtual Space Sciences Department


Davvero disinteressata l'opinione di questo insigne luminare!

Ma ecco che cosa scrive Roberto Cassinis sul blog di Attivissimo dedicato alle scie chimiche - La bufala delle scie chimiche - Fatti e spiegazioni scientifiche del presunto (sic) complotto delle scie degli aeroplani


Roberto Cassinis:

"
Leggende e stregonerie si diffondono facilmente anche in questi ambienti come si può constatare esplorando il più moderno e globale mezzo di informazione, la “rete” informatica. Molte delle falsità raccolte vengono diffuse ad arte, per arrecare danni economici e morali a persone o ad organizzazioni. Altre (poche) sono costruite in buona fede da creduloni o da ignoranti. Qualche vecchio milanese ricorderà forse ancora “il Paneroni” che negli anni del dopoguerra teneva comizi in piazza del Duomo sostenendo che Galileo aveva sbagliato: era il Sole a girare intorno alla Terra.

Le fandonie messe in circolazione trovano fertile terreno anche presso un pubblico “informato”; la causa è, spesso, la corta memoria di molti: ci si meraviglia di fatti e fenomeni noti e già spiegati dalle generazioni precedenti, poi, magari, dimenticati dagli stessi soggetti che li avevano vissuti da giovani.

Una delle tante fandonie moderne

Per esempio, si è diffusa la voce che le scie bianche (condensation trails) lasciate dagli aerei che attraversano il cielo non siano dovute ad un fenomeno naturale ma al rilascio deliberato di sostanze chimiche che avrebbero lo scopo di dissolvere le nuvole oppure obiettivi “militari” non specificati (per es. la diffusione di epidemie). A queste fantasticherie si aggiunge che si tratta di un fenomeno nuovo che ha avuto inizio solo pochi anni fa, senz’altro non prima della seconda metà del secolo scorso.

Effettivamente, di strisce bianche in cielo oggi se ne vedono molte di più di qualche anno fa per la semplice ragione che il traffico aereo è in continuo aumento
".

Quest'ultima affermazione non incanta più nessuno, poiché va in netto contrasto con i dati ufficiali:

"(WAPA) - Nel 2009, la crisi economica farà diminuire il traffico aereo in Europa del 5%. A dirlo è una previsione a breve termine di Eurocontrol, l'organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea. Nei prossimi 12 mesi, un calo del numero dei voli sarà una costante per il vecchio continente, con Paesi come Francia, Italia, Spagna, Germania e Svezia che saranno particolarmente colpiti.

In base alle previsioni, il declino nel traffico colpirà tutti i settori. Perfino le compagnie low-cost non saranno immuni dalla crisi, visto che a novembre 2008 hanno registrato il primo cedimento in 15 anni di attività ed a febbraio di quest'anno hanno volato per il 5% in meno rispetto allo stesso mese del 2008 (calcolato come se non fosse un mese bisestile). Calo ancora maggiore il traffico business, sceso del 21%. La debolezza del traffico transatlantico ha annullato i benefici del trattato dei "Cieli aperti" tra Stati Uniti e Unione europea, firmato la primavera scorsa.

La crisi economica sta affliggendo il traffico aereo su tre fronti: minor produzione e minori guadagni significano minori merci da trasportare e minor domanda di viaggi aerei; in secondo luogo, le difficoltà di accedere ai crediti hanno ostacolato le ristrutturazioni e gli investimenti delle compagnie e hanno contribuito alla loro bancarotta; e infine, i recenti flussi migratori all'interno dell'Europa, che portarono a un aumento della domanda di trasporti aerei, ora sembrano controtendenza". (Grazie a bedevan per la segnalazione)

"
Gli spettacoli degli anni 1943-44

Chi scrive conserva il ricordo incancellabile di spettacoli grandiosi “goduti” gratuitamente nel Mediterraneo 65 o 66 anni fa. Il luogo di osservazione era una piattaforma molto mobile, alla superficie di un mare spesso imbronciato e movimentato da onde corte con creste schiumeggianti
". [...].

Qui ci sembra di leggere il romantico Massimo Santacroce. Mancano i violini e poi siamo al completo.

Ci pare anche di leggere le farneticazioni di un esponente del C.I.C.A.P. (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale). Uno a caso? Steno Ferluga, ad esempio, ma anche lo stesso Paolo Attivissimo o l'esimio
Paolo Toselli si sarebbero espressi nello stesso modo stereotipato. E' proprio il caso di ribadire che costoro sono davvero un fenomeno paranormale sul quale si deve studiare!

"E poi, ogni tanto, un altro spettacolo: sopra di noi, in cielo, fasci di innumerevoli scie bianche che ci sorvolavano. Gli aerei che le producevano erano appena visibili per quanto fossero dei grossi B17 (fortezze volanti) o dei B24 (“Liberator”) [...]

Appare subito evidente una contraddizione: secondo l'astronomo di Arcetri Gianni Comoretto, infatti, un aereo è distinguibile già da 30.000 metri di quota, ma, secondo Roberto Cassinis, riesumato parente del già noto disinformatore Riccardo Cassinis (nonnob), esperto di nanorobotica wireless, i B-17 erano appena visibili. Mettetevi d'accordo! Inoltre il B-17 ed il B-24 erano velivoli che superavano di poco i 30 metri di apertura alare. Erano quindi paragonabili ad un moderno A320. E' impossibile dunque avvistarli a quote così elevate, se già risultano "piccoli" quando volano al di sotto dei cumuli e quindi a quote di molto inferiori agli ottomila. Insomma, mentre Gianni Comoretto ostenta la "S" di Superman sul petto, Cassinis lo contraddice clamorosamente.

Inoltre il B-24 aveva una quota di tangenza pari ad 8.500 metri, mentre il B-17 arrivava al massimo a 10.900 metri di altitudine. Come già altre volte spiegato, queste fortezze volanti non erano in grado, a pieno carico, di arrivare a quote idonee alla formazione di contrails, in quanto la rarefazione dell'aria e la perdita di efficienza dei motori avrebbero fortemente ridotto l'autonomia di volo e quindi per lo meno compromesso il rientro alla base di partenza.

Il B-17 nasce a seguito di una specifica richiesta dell'8 agosto 1935 da parte dell'American Army Air Corps per un bombardiere capace di raggiungere i 400 km/h, con un'autonomia di 3.200 km e con una quota operativa di 3.000 metri.

Il modello 299 (Boeing B-29 Superfortress) ulteriormente sviluppato e rinominato YB17 era molto più potente e poteva volare ad una quota molto maggiore, ma l'American Army Air Corps ne possedeva solo trenta. Non fu pienamente operativo prima del 1945. Nel 1941 20 B-17 furono spediti in Inghilterra ma non dimostrarono grandi doti: il primo in volo sull'Inghilterra precipitò, durante la prima missione, le mitragliatrici si ghiacciarono e le bombe furono sganciate fuori obiettivo.

Per ovviare a questi problemi gli inglesi aumentarono la corazza e l'armamento riducendo la quota operativa.

Viene da chiedersi, alla luce di questi dettagli, come il Cassinis sia stato in grado di veder volare dei B-17 o qualunque altro velivolo, oltre gli 8.000 metri.

A pagina undici di un vecchio testo "La fisica della particelle" di Kenneth W. Ford (versione originale 1965, quinta versione del 1980, Arnoldo Mondadori Editore, Milano) si legge: "Quando un aereo a reazione passa alto nel cielo, si forma sulla sua scia una nube di cristalli di ghiaccio chiaramente visibile, anche se non è possibile scorgere l'apparecchio".

"Non ci facevamo tante domande sulla natura delle scie: ci sembrava logico che alla quota di crociera di quegli aerei (8.000-10.000 m) avvenisse la condensazione del vapor d’acqua contenuto nei gas di scarico dei motori (in quel caso si trattava di motori a pistoni, ma lo stesso fenomeno si verifica per gli aerei a reazione); la condensazione avviene in misura così notevole perché a quella quota la temperatura esterna è dell’ordine di – 40°C". [...]

Quota di crociera (quota operativa) e quota di tangenza non sono la medesima cosa e, come abbiamo visto, la quota operativa del B-17 era di molto inferiore agli 8.000 metri!

Si noti inoltre che per il Cassinis ora è sufficiente l'umidità prodotta dai motori, affinché si formi una scia di condensa ed in atmosfera, secondo questo "luminare", non è necessario che vi sia presenza di umidità relativa. La fisica è cambiata!

"Ricordo che allora le cabine degli aerei non erano pressurizzate e che l’equipaggio indossava tute riscaldate con erogatori di ossigeno".

Il problema non era soltanto il raggio d'azione, ma anche la mancanza di pressurizzazione. Inoltre la presenza di spifferi d'aria gelida obbligava l'equipaggio a vestirsi con ingombranti abiti invernali e non tute riscaldate! Anche le mitragliatrici rischiavano di ghiacciare.

Vogliamo ipotizzare che il Cassinis avesse una ventina d'anni a quell'epoca? Ebbene, come poteva essere così ben informato su certi aspetti tecnici? Lo aveva letto su Wikipedia?

Dobbiamo inoltre evidenziare la mistificazione operata dall'inclito geofisico. Egli sostiene, nel suo discorso mieloso e fuorviante, che secondo i ricercatori indipendenti (da lui definiti creduloni ed ignoranti), prima della metà degli anni '90, le scie di condensazione non esistevano. Veramente ripetiamo che sono le chemtrails ad essere manifestazione recente (salvo alcune eccezioni), mentre le scie di condensa sono, per quanto assai infrequenti, un fenomeno risalente alla prima metà degli anni '40. Non è un caso se il termine contrails fu coniato nel 1945. Sarebbe dunque interessante capire come sia possibile che il Cassinis conoscesse così bene il fenomeno delle "condensation trails" già nel 1943, se la parola "contrail" fu coniata solo due anni dopo, ovvero nel 1945 (Vedi Etymonline sotto la voce inerente).

Vediamo ora cosa possiamo leggere su un testo cartaceo del 2006:

"L’immissione in atmosfera dei gas di scarico degli aerei, ricchi di nuclei di condensazione e di vapore acqueo, determina la sovrassaturazione del vapore acqueo e, quindi, la formazione di scie. Le scie di condensazione si formano ad altezze in cui la temperatura dell’aria è molto bassa (inferiore a -40 °C), con umidità relativa almeno del 60%. Le scie possono essere più o meno durare nel tempo, a seconda della stabilità dell’aria e della quantità di vapore presente."

[Girolamo Sansosti & Alfio Giuffrida - Manuale di meteorologia, Una guida alla comprensione dei fenomeni atmosferici e climatici in
collaborazione con l'UAI (Unione Astrofili Italiani) - Gremese Editore – 2006 – pag 86]

Il Cassinis dimentica, guarda caso, il fattore umidità ambientale, volendo far credere che sia sufficiente la sola umidità prodotta dai gas di scarico dei motori affinché si formino le scie di condensa e non dimentichiamo che a quote elevate l’umidità relativa è prossima allo zero per cento. Chi è il truffatore?

"La mia testimonianza sembra “tagliare la testa al toro”. Le scie esistono fin da quando gli aerei hanno raggiunto quote di circa 8000 m. Ma io sono vecchio e ormai di testimoni delle “contrail” di allora ne sono rimasti ben pochi. E poi le testimonianze non bastano per convincere i creduloni. Posso ricordare che, secondo molte signore appartenenti alla buona società, le magie di Vanna Marchi valevano sacchi d’oro?".

Dottor Cassinis, non le pare che questo suo improvvido intervento abbia aggravato i casini già creati dai suoi collaboratorii? La vediamo molto grama per i disinformatori.




Riccardo Cassinis a suo padre:

"Babbo, vedi tu se ci puoi mettere una toppa. Mi ha detto topone (Paolo Attivissimo per gli amici) che c'è bisogno di una voce autorevole, perché qui si boccheggia. Gli insulti, le minacce, il discredito, non hanno sortito effetto alcuno. Straker non vuole ritirarsi! Mettici tu una toppa. Inventati qualcosa. Scrivi che le scie (di condensa eh!) te le ricordi da quando ancora prendevi il latte da nonna Maria. Mi ha detto topone che ti dà carta bianca, basta che ci metti una toppa, che qui la barca rischia di affondare ed i militari stanno rompendo i c... che vogliono dei risultati, che quel rompi... di Straker ha davvero stancato.

Allora, babbo, ci stai?"

E papà Roberto, tra un'imprecazione e l'altra (lui si voleva godere la pensione supermilionaria in santa pace), accetta e così, facendosi aiutare da un paio di ex suoi allievi (il fioba ed hanmar), scrive un paio di balle infarcite di poesia da uomo vissuto, saggio ed anziano. Et volià, l'articolo per Paolo Attivissimo è pronto. Brindisi con champagne e cena di gruppo per festeggiare il lieto evento.



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venerdì 27 marzo 2009

Chemtrails by Sudsteelo & Menphis75

Il nostro amico Menphis75 è riuscito, con encomiabile tenacia e superando innumerevoli ostacoli, a coinvolgere un cantante italiano, Sudsteelo, nella produzione di un pezzo musicale di denuncia sulle scie tossiche. La canzone, che si intitola Chemtrails, si affianca all'omonima composizione di Beck, usata anche nella sigla del programma "L'era glaciale", ed a Chemtrails en aire dell'artista spagnola Iris Aneas.

Il nostro plauso a Menphis, che è l'autore del testo, per la sua sensibilità al problema e per la determinazione che gli hanno permesso di conseguire questo importante risultato.

Naturalmente le varie emittenti radiofoniche sono esortate ad inserire nella loro scaletta la canzone interpretata da Sudsteelo ed anche gli altri pezzi. Cantanti e gruppi musicali sono invitati a seguire l'esempio di Sudsteelo per sensibilizzare un sempre maggior numero di persone sul problema.

Il sito web di menphis75

Il canale di Sudsteelo su MySpace

Sudsteelo: Chemtrails - Ascolta - Scarica - TESTO




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giovedì 26 marzo 2009

Altre analisi dei filamenti di ricaduta: sono polimeri artificiali!

Pubblichiamo un importantissimo articolo dell'amico Tursiops relativo all'analisi di filamenti di ricaduta: si tratta di polimeri che sono stati esaminati in laboratorio dal biologo Giorgio Pattera le cui conclusioni sono riportate nel testo. Le acquisizioni dello scienziato sono un'ulteriore conferma di quanto ipotizzato mesi addietro, ossia le fibre rilasciate nell'atmosfera con gli aerei chimici sono di origine artificiale. Si tratta per la precisione di biopolimeri in grado di interfacciarsi con gli organismi viventi.

Il giorno 08 novembre 2008 i cieli di Buccinasco (ma non solo) furono solcati da innumerevoli aerei che rilasciavano abbondanti scie chimiche. Ciò che destò la mia preoccupazione fu la vista di moltissimi filamenti bianchi che cadevano letteralmente dal cielo.

Non mi era mai capitato di assistere ad un avvenimento simile e, mosso da apprensione e curiosità, decisi di raccogliere diversi campioni di quei filamenti da far analizzare.

Spedii quindi alcuni di queste fibre, raccolte in diversi punti, ad un biologo, Giorgio Pattera. Egli gentilmente li analizzò in modo scientifico sulla base degli strumenti e dei saggi disponbili e attuabili. Tali risultati, a dir poco interessanti, furono presentati in anteprima al 17° simposio mondiale sull'Ufologia tenutosi a S. Marino lo scorso weekend. In precedenza, personalmente, avevo provato ad analizzare con quanto era in mio potere, tali campioni notando delle particolarità per quanto riguarda le loro caratteristiche ottiche (microscopia in campo chiaro ed a fluorescenza). Successivamente restai in attesa dei risultati provenienti da analisi più mirate e massicce.

Inizialmente cercai informazioni in Internet (evitando accuratamente i siti di disinformazione) e le mie ipotesi si focalizzarono sui seguenti ambiti:

- capelli d'angelo
- polimeri artificiali

Conoscendo abbastanza bene la fauna e la flora del mio territorio ed osservando lo stranissimo comportamento di tali polimeri, scartai subito l'idea che potesse trattarsi di un prodotto di origine animale o vegetale per vari motivi, tra cui l'assenza di aracnidi sui suddetti filamenti o nei loro paraggi, la particolare elettrostaticità e "appiccicosita'" nonché la lunghissima permanenza, anche a distanza di mesi, di tali filamenti. Le ragnatele naturali, invece, si degradano nell'arco di un paio di settimane.

Una correlazione importante è il legame tra la caduta di questi polimeri (o meglio, biopolimeri) e le scie chimiche. Quel giorno poi in varie parti di Italia furono avvistati degli O.V.N.I. e sempre a Buccinasco notai due caccia militari volare in formazione, come se fossero impegnati in uno scramble.

Il riassunto dei risultati delle analisi che riporto di seguito vuole essere una tessera che va ad aggiungersi alle prove dell'esistenza quanto meno anomala di fenomeni che accadono sopra le nostre teste e che, a mio avviso, hanno una comprovata origine artificiale e militare.

Desidero quindi riportare in questa sede alcuni estratti della relazione pervenutami pochissimi giorni or sono.

I "polimeri di ricaduta" esaminati:

- NON SONO sicuramente la produzione (che risulterebbe a livello industriale, fra l’altro, per coprire l’estensione territoriale Vercelli–Milano/Bologna–Ferrara !) delle ghiandole serigene dei cosiddetti “ragni d’alta quota”, la cui esistenza (dal punto di vista entomologico) lasciamo appannaggio delle “leggende metropolitane”, con buona pace del C.I.C.A.P.

- NON SONO assimilabili, nemmeno lontanamente, ai filamenti di “bambagia silicea” (o “capelli d’angelo”, “cheveux d’ange” in francese: si volatilizzarono in breve tempo, quasi “sublimandosi” a contatto delle mani, a differenza di quelli in oggetto, tuttora resistenti), caduti in concomitanza col passaggio a bassa quota di O.V.N.I., su Oloron nel 1952 e su Firenze nel 1954. In quest’ultimo caso, grazie all'intraprendente solerzia di uno studente, allora laureando in Ingegneria, si è potuta eseguire l’analisi chimica dei filamenti presso l’Istituto di Chimica analitica dell’Università di Firenze. Il referto analitico conclude lapidariamente: “Sostanza a struttura macromolecolare, contenente boro, silicio, calcio e magnesio. In linea puramente ipotetica, potrebbe trattarsi di vetro borosilicico. Firmato: il Direttore, Prof. G.Canneri”.

Dopo aver eseguito diverse analisi (prove di combustione, misurazione pH, prove di solubilità, saggi coi reattivi di Loewe e Schweitzer etc.), tali filamenti parrebbero presentare alcuni comportamenti simili alla seta (simili, non uguali).

Che senso ha parlare di “seta volante” ?

Sono state formulate tre ipotesi:

1) - I filamenti analizzati sarebbero da collegarsi, in qualche modo, al sorvolo delle località interessate per opera di oggetti volanti non identificati, così come riferito da numerosi testimoni: situazione simile, pertanto, a quelle già citate (Oloron, 1952; Firenze, 1954), con l’unica differenza consistente nel tipo di sostanza ricaduta al suolo (borosilicato contro polimeri organici). Anche oggi, come allora, restano sconosciute le motivazioni di tale “pioggia”.

2) – I filamenti analizzati sarebbero un “sotto-prodotto”, una conseguenza “accessoria” del progetto (si dice a carico della N.A.T.O.) di modificazioni climatiche, al fine di prevenire la formazione di eventi atmosferici turbolenti (uragani, precipitazioni intense, trombe d’aria), particolarmente disastrosi per il continente europeo. Tale progetto verrebbe messo in atto mediante il rilascio in atmosfera, per mezzo di aeromobili privi di contrassegno identificativo, di particolari elementi (bario, ioduro d’argento etc.) in grado, per l’appunto, di influire sul clima, impedendo o favorendo la formazione di nubi e le relative piogge. Questa azione diretta sul clima è già stata sperimentata con successo durante lo svolgimento delle Olimpiadi di Mosca, nel 1980, grazie ad un’intesa (al tempo segreta e trapelata solo dopo la caduta del muro di Berlino) fra l’aeronautica sovietica e quella statunitense. Ma anche oggi possiamo notare gli effetti della dispersione delle suddette sostanze nei nostri cieli: entro 48 – max. 72 ore dalla comparsa delle “chemtrails”, rilasciate da velivoli non identificabili nell’atmosfera tersa, si osserva la comparsa di formazioni nuvolose, seguite da precipitazioni più o meno intense.

3) – I filamenti analizzati sarebbero il risultato di un processo di polimerizzazione di sostanze organiche (bio-polimeri di sintesi), realizzato artificialmente ed impiegato come “supporto” di altri componenti (polveri metalliche?), allo scopo di diffondere nell’atmosfera un “aerosol”, atto a potenziare ed estendere, nello spazio e nel tempo, la riflessione delle onde elettromagnetiche (radar, comunicazioni radio, trasmissioni satellitari); il tutto, ovviamente, a scopi militari di controllo e di “intelligence”. Questa ipotesi è quella più plausibile, dato che una delle proprietà della seta è quella di fissare con facilità sali di alluminio, ferro e stagno, con formazione di sali basici insolubili. In altre parole, questi polimeri bio-sintetici fungerebbero da “adiuvanti” nella nebulizzazione aerea di composti metallici non meglio rilevabili, comportandosi come i sistemi di diffusione dei semi da parte del vento, usati da alcune essenze vegetali (tarassaco, tiglio etc.). Si tenga conto anche del fatto che (sicuramente su Parma, mentre non abbiamo riscontri per le altre località) la ricaduta così copiosa di “ragnatele” si è avuta dopo un intenso via-vai di aeromobili non identificabili, che hanno disegnato sulla verticale della zona una “scacchiera” di scie (ma diverse da quelle “normali” di condensazione dei gas di scarico dei jet, per forma, dimensione ed insistenza temporale), denominate per l’appunto “chemtrails”, come osservato da numerosi testimoni oculari.


A mio parere, queste analisi sono state molto utili e scientificamente attendibili nel dimostrare l'evidente anomalia del fenomeno in questione. Purtroppo, essendo tali filamenti di origine "non naturale", i saggi scientifici convenzionali possono non essere adeguati, ma questa è un'ulteriore prova dell'eccentricità del fenomeno. I biopolimeri sono un metodo piuttosto efficace nell'interfacciare componenti artificiali con substrati o targets naturali (viventi). Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui tali polimeri assomigliano alla seta. Tale materiale, infatti, è biocompatibile e viene impiegato non solo per il vestiario, ma anche in altri ambiti: recentemente, ad esempio, ha trovato applicazione in ambito biotecnologico.

Nell'articolo di Katherine Bourzac intitolato Le vie della seta, infatti, si può leggere: "Un semplice procedimento, messo a punto dal bioingegnere F. O., alla Tufts University, trasforma i bozzoli dei bachi da seta in congegni ottici per applicazioni biologiche. [...] O. sostiene di aver compreso che la seta era ottima non solo per camicie e cravatte, dopo un colloquio con David Kaplan, il responsabile del Dipartimento di Ingegneria biomedica della Tufts University, con cui condivide l’ufficio. Kaplan trasforma le proteine della seta in impalcature che ospitano cellule per i tessuti biologici modificati, tra cui gli impianti corneali. La seta, la fibra naturale più resistente mai conosciuta, è apprezzata dagli esperti di ingegneria dei tessuti, perché è solida da un punto di vista meccanico, ma degrada in modo innocuo nell’organismo.

Fisico di formazione, O. ha intuito che, se la seta produce ottime cornee artificiali, lo stesso meccanismo poteva replicarsi con i congegni ottici. In effetti, come si è visto, i suoi dispositivi prodotti con la seta funzionano bene quanto quelli realizzati con i materiali ottici tradizionali, quali il vetro e la plastica, se non in alcuni casi addirittura meglio. Inoltre, a differenza di questi materiali, la seta non deve essere trattata ad alte temperature o con solventi chimici.

Questa è una delle ragioni per cui l’uso della seta è perfetto per i sensori; infatti, poiché i dispositivi serici si possono produrre in un ambiente favorevole, è possibile nella fase di allestimento incorporare molecole biologiche aggiuntive (come le proteine). Queste molecole servono come sensori che, una volta integrati nei dispositivi serici, possono rimanere attivi per anni. Nei congegni che Omenetto e Kaplan stanno sviluppando, le proteine racchiuse nel materiale ottico si legano in modo efficace ad un obiettivo, come l’ossigeno o una proteina batterica; quando ciò accade, la luce trasmessa dal sensore cambia colore
".

Quale modo migliore per i militari per controllare la popolazione? L'impiego di biopolimeri è molto utile per ridurre al minimo le possibili reazioni allergiche, anche se il Morgellons potrebbe essere proprio un effetto collaterale della dispersione (sperimentazione) di tali filamenti sulla popolazione tramite le scie chimiche. Sono sperimenti ed operazioni su vasta scala che vedono ignari cittadini trasformarsi in vere e proprie cavie da laboratorio.

Leggi qui l'articolo sul blog Sciebuccinasco

Link al documento pdf con le analisi complete.

Scarica questo articolo in formato pdf.






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mercoledì 25 marzo 2009

Rosario Marcianò intervistato da Fabio Volo su Radio DeeJay

Il 24 marzo Radio DeeJay, nella trasmissione curata da Fabio Volo "Il volo del mattino", ha mandato in onda una breve intervista (circa otto minuti) sul grave problema delle scie chimiche. Al telefono Rosario Marcianò (Straker).

La trasmissione è disponibile a questo link, dal quale può essere anche scaricato il file audio.



Riprendendo quanto giustamente evidenziato da bedevan, ricordiamo, a chi non avesse ancora compreso a fondo la questione che, quando si parla di scie chimiche, si fa riferimento a determinati fatti ed elementi:

- i velivoli interessati rilasciano scie a quote non canoniche, ovvero ben al di sotto degli 8.000 metri e quindi in condizioni non idonee alla formazione di contrails;
- gli aerei volano spesso in formazione e talvolta non rispettano le distanze regolari, ergo si tratta di aerei militari;
- le carte aeree dimostrano che questi aeromobili non seguono corrdoi corrispondenti ai voli civili;
- i dati delle radiosonde contraddicono la tesi secondo cui le scie sono frequenti e, tenendo conto di tale elemento, non dovremmo vedere affatto scie ogni giorno, ma solo di rado.

NOTA: qui di seguito è disponibile per la visione un montaggio audio-video inteso a documentare ampiamente quanto affermato nell'intervista.

Invitiamo tutti voi lettori di questo blog ad inviare una mail di ringraziamento a Radio Deejay, in particolar modo a Fabio Volo cui va il nostro riconoscimento per aver concesso un piccolo spazio al tema "scie chimiche". Un particolare ringraziamento va anche all'amico L.M.


CONTATTI per RADIO DEEJAY:

email: (diretta@deejay.it) oppure (produzione@deejay.it)

SMS: (347.3425220)

Fabio Volo: (fabiovolo@deejay.it)





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martedì 24 marzo 2009

Scie chimiche: sicuramente non per il nostro bene

Stefano Silvestri è uno psicologo e ricercatore indipendente. Negli ultimi anni si è occupato di anomalie climatiche e di esopolitica. E' recente la pubblicazione del suo libro dal titolo 2012, Pianeta X, Cerchi di grano, 2009. In questo saggio l'autore dedica un breve passaggio alle scie chimiche nei seguenti termini:"La modificazione della magnetosfera è qualcosa che sta interessando anche il nostro pianeta. Per questo appare presumibile che l'attività delle scie chimiche sia un sistema, concordato dalla maggior parte dei governi del pianeta, per mantenere inalterata (?) l'atmosfera e la magnetosfera del pianeta. Per questo gli aerei che emettono queste scie volano e rilasciano questi gas in ogni parte del pianeta".

L'approccio di Silvestri è simile a quello di altri autori che, in buona fede o no, credono che le chemtrails siano usate per preservare la Terra da raggi cosmici, dal vento solare, dal riscaldamento globale o, viceversa, dal raffreddamento planetario.

Sembra assodato che siano in atto cambiamenti nel sistema solare e su Gaia. Queste variazioni riguardano il campo geomagnetico che è un fenomeno naturale presente sul pianeta Terra e comune a molti altri corpi celesti, come, ad esempio, il Sole. Esso è prevalentemente un dipolo magnetico con poli non coincidenti con quelli geografici e non statici ed avente momento dipolare (asse) inclinato di 11.3°, rispetto all’ asse di rotazione terrestre. L'intensità del campo magnetico terrestre non è costante nel tempo, ma subisce notevoli variazioni. Esse hanno portato, nel corso delle ere geologiche, alla deriva dei poli magnetici rispetto ai continenti ed a ripetuti fenomeni di inversione del campo, con scambio reciproco dei poli magnetici Nord e Sud. Il magnetismo terrestre ha una notevole importanza per la vita sulla Terra. Infatti esso si estende per svariate decine di migliaia di chilometri nello spazio, formando una zona chiamata magnetosfera, la cui presenza genera una sorta di "scudo" elettromagnetico che devia e riduce il numero di raggi cosmici. I raggi cosmici sono particelle provenienti dallo spazio, quasi tutte dotate di carica elettrica, che colpiscono l’atmosfera con alte energie. Essi provengono dal Sole, da sorgenti della Galassia ed anche da oggetti esterni alla nostra Galassia.

Le macchie solari, aree scure dell'astro dove si sprigiona un'energia elettromagnetica inferiore alle altre regioni, influiscono sulle condizioni dei vari pianeti: una minore emissione di luce e calore crea un forte campo magnetico che influisce sulla magnetosfera dei pianeti. Scrive Silvestri a tale proposito: "La presenza della magnetosfera e dell'attività delle macchie solari protegge la Terra dal vento solare e dai raggi cosmici. Una recente analisi di cinque satelliti geostazionari differenti ha rilevato che esiste uno scudo invisibile di campi magnetici e di particelle elettricamente cariche che riparano la Terra dagli attacchi del vento solare. Il manto di plasma caldo è una sottile regione che avvolge il pianeta, iniziando dal lato esposto alla notte e continuando fino al lato esposto al giorno. Questo manto copre i tre quarti della superficie del pianeta, in quanto nel pomeriggio tende a svanire. E' composto da particelle cariche che tendono a salire nello spazio sopra i poli e vengono trasportate sopra la Terra.

Alcuni scienziati si riferiscono ad una superonda composta di raggi cosmici che, proveniente dal centro della Galassia, potrebbe investire il sistema solare. Il primo effetto che noteremmo è un'alterazione di tutti i sistemi elettromagnetici e della magnetosfera. Inoltre potrebbero saltare tutte le linee elettriche, informatiche, geostazionarie, GPS e tutte le comunicazioni elettroniche. L'ipotesi è che l'onda galattica potrebbe ionizzare l'atmosfera terrestre aumentando l'esposizione ai dannosi raggi ultravioletti ed alla radiazioni ionizzanti".

Lo scenario delineato da Silvestri pare plausibile: ci chiediamo, però, se le scie chimiche e le emissioni elettrodinamiche artificiali, in tale contesto, siano lo strumento più idoneo per contrastare i cambiamenti sopra descritti. Siamo molto scettici: sappiamo, infatti, che le varie manipolazioni (si pensi, ad esempio al Progetto Starfish o ai sistemi H.A.A.R.P.) aggravano una situazione già precaria: la magnetosfera e le fasce di Van Allen sono state deteriorate, la coltre di ozono è stata deliberatamente assottigliata sicché i raggi ultravioletti penetrano più facilmente nella biosfera, la ionosfera è stata lacerata. Tutto ciò servirebbe a salvare Gaia e gli esseri viventi. Se veramente si intendono proteggere le apparecchiature elettroniche ed i sistemi di comunicazione, si può ricorrere alla schermatura con metalli ad hoc o alla costruzione di installazioni sotterranee. In realtà, pare che il governo segreto con la realizzazione di basi ipogee, da un lato, e l'operazione scie chimiche, dall'altro, miri ad una divaricazione: creare un futuro per pochi privilegiati che, in caso di cataclisma, si rifugerebbero nei bunker e, nel contempo, lasciare il resto dell'umanità in balia degli elementi, accelerando ed anticipando la distruzione delle protezioni naturali in modo che raggi cosmici e quant'altro diventino ancora più micidiali.

Ammettiamo per assurdo che le scie servano per il bene dell'umanità: può essere utile diffondere nell'atmosfera alluminio, bario, torio, titanio. rame, arsenico, cesio... contro i raggi cosmici? Un'onda galattica può essere schermata da polimeri, nanostrutture, virus, viron, funghi e batteri? Non è forse vero che tutti questi interventi stanno aggravando una situazione già precaria? Non è forse vero che i raggi ultravioletti alimentano le nanostrutture? Siamo realisti: se gli esecutivi intendessero agire a favore della collettività, avrebbero già sbandierato l'operazione ai quattro venti. Siamo seri: i servizi non avrebbero sguinzagliato le rabbiose mute dei disinformatori per tentare di contrastare e screditare ricercatori indipendenti, attivisti e scienziati.

Inoltre, la diffusione di malattie causate da agenti patogeni che cosa c'entra con la schermatura per i raggi cosmici? Che cosa c'entra la "smart" dust? Impedire le precipitazioni, distruggendo le nubi, inquinare l'intera biosfera, dalle falde acquifere, ai suoli agricoli, all'aria che respiriamo, avvelenare il cibo, irradiare campi elettromagnetici letali... sono forse strategie contro i cambiamenti climatici? Ammesso e non concesso che distribuire particolato di alluminio possa contribuire a riflettere fino al 2 per cento della luce solare (brevetto Teller), non ci pare che ne valga la pena. Anche qualora si riverberi questo due per cento di radiazione luminosa, è difficile pensare che ciò attenui o impedisca la penetrazione di energie ionizzanti.

Non dimentichiamo che alcuni di questi cambiamenti nel sistema solare potrebbero essere stati provocati artificialmente o, per lo meno, catalizzati con sistemi d'arma spaziali di cui i militari già dispongono, il tutto con lo scopo di instaurare una dittatura planetaria sotto il pretesto dei gravi disordini e disagi collegati all'interruzione dell'erogazione di elettricità e della distribuzione d’acqua, in seguito a disastri più o meno naturali.

La proclamazione della legge marziale attende solo l'occasione propizia. Se il fine precipuo di chemtrails et similia è il controllo dell'umanità, dal suo stile di... sopravvivenza ai processi cerebrali, tutte le ipotesi sulle scie come metodo per salvare gli uomini ed i biomi, si rivelano per quello che sono: pura disinformazione o pie illusioni.

Le chemtrails sono parte integrante, sebbene solo la punta dell’iceberg, di un piano di dominazione militare: si sa che i militari ed i governi, che eseguono gli ordini dei generali, non hanno mai a cuore il bene della collettività e la salvaguardia dell'ambiente, inoltre non esitano a compiere scelleratezze o azioni avventate pur di stabilire la loro egemonia. La guerra perenne, la creazione di nemici fittizi, il controllo della Terra e persino la conquista del sistema solare sono, al tempo stesso, mezzi e fini di una cricca di psicopatici.

Ringraziamo il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione del libro scritto da Stefano Silvestri.



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lunedì 23 marzo 2009

Le proprietà dei semi d'uva

Pubblichiamo un articolo tratto dal sito Ecplanet.com. Il testo verte sulle proprietà terapeutiche dei semi d'uva: visto l'incremento del numero di tumori legati anche e soprattutto alle scie tossiche, ci è parso doveroso prospettare questa possibilità di cura.

È una scoperta che apre la strada a nuove cure per il cancro, anche se non implica direttamente che mangiare l'uva tenga lontani i tumori. I semi dell'uva contengono molti antiossidanti, tra cui il resveratrolo, già noto per le proprietà antitumorali e per gli effetti benefici sul cuore. Precedenti ricerche hanno mostrato che l'estratto di semi dell'uva ha un effetto sulle cellule dei tumori della pelle, del seno, dell'intestino, del polmone, dello stomaco e della prostata.

L'estratto può anche ridurre le dimensioni dei tumori del seno e della pelle nei topi. Il nuovo studio, realizzato presso la University of Kentucky, è il primo che sperimenti l'efficacia dell'estratto dei semi d'uva su cellule di un tumore del sangue. Il coordinatore della ricerca, Professor Xianglin Shi, ha dichiarato: “Questi risultati possono avere delle implicazioni importanti; per esempio, si potrebbero incorporare agenti come l'estratto di semi d'uva nel protocollo di prevenzione e cura dei tumori maligni del sangue e forse anche di altre neoplasie”.

Il professore ha sottolineato come l'estratto sia in grado di uccidere le cellule malate senza toccare quelle sane. In uno degli esperimenti condotti dal team di Shi, con uno dei dosaggi più alti dell'estratto di semi d'uva, le cellule tumorali sono state indotte ad uccidersi, secondo il processo noto come apoptosi, un sistema naturale dell'organismo per liberarsi di cellule potenzialmente pericolose.

Quando non si innesca in modo appropriato l'apoptosi, le cellule tumorali possono sopravvivere e moltiplicarsi. I ricercatori statunitensi hanno visto che l'estratto di semi d'uva attiva una proteina, la JNK, che aiuta a regolare questo processo.

Leggi qui l'articolo su Ecplanet.com

Articolo correlato: Semi di albicocca contro i tumori, 2009


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domenica 22 marzo 2009

Manipolazione climatica e disastri innaturali: un saggio di Quayle svela inquietanti scenari

Weather wars and unnatural disasters è un saggio scritto da Stephen Quayle. Il libro, a nostro parere correttamente, ipotizza che dietro i cosiddetti "cambiamenti climatici" e le calamità di questi ultimi decenni, si debba intravedere, almeno in alcuni casi, la mano di oscure élites. Pubblichiamo un breve profilo di Quayle ed una presentazione di Weather wars, tratta dal sito Coast to coast, auspicando che qualche editore decida di pubblicare una traduzione in italiano di questo fondamentale studio.

Si ringrazia il gentilissimo Dottor Gianni Ginatta per la segnalazione.

"Stephen Quayle è autore di cinque libri. Da più di trent'anni, egli investiga antiche civiltà, giganti, U.F.O. ed armi biologiche, temi correlati al futuro dell'umanità. Quayle analizza gli inquietanti scenari ormai prossimi. Terremoti, eruzioni vulcaniche, armi biologiche, il tutto associato ad una crisi finanziaria pilotata ed al crollo del dollaro, porteranno ad inimmaginabili tribolazioni. Quayle ritiene che ci stiamo muovendo da una situazione di minacce naturali ad un'arena creata da un'invisibile mano del Male che orchestra eventi di insondabili proporzioni.

Il saggista, esperto in tecniche di sopravvivenza, rileva che eventi come il terremoto in Cina, il ciclone in Myanmar, i tornado negli Stati Uniti, sono sempre più distruttivi. Egli suggerisce che alcuni di questi disastri possono essere stati causati da armi climatiche costruite dagli "Illuminati" che intendono ridurre la popolazione mondiale. Ad esempio, la recente eruzione vulcanica in Cile è stata generata da una tremenda quantità di energia simile a quella che può essere provocata da armi scalari ed elettromagnetiche.



[...] La tecnologia renderà disponibile ai leaders delle maggiori nazioni i metodi per condurre una guerra non dichiarata. Tecniche per la modificazione meteorologica potrebbero essere impiegate per determinare periodi prolungati di siccità ed alluvioni”.

Il volume intitolato "Weather wars and unnatural disasters" esamina i seguenti temi: il vero ruolo dei servizi segreti, la nanotecnologia, i terremoti causati artificialmente, gli tsunami, la manipolazione atmosferica, H.A.A.R.P., i progetti degli "uomini" che vorrebbero diventare come Dio. Le appendici al testo riportano la seguente documentazione: brevetti sulla manipolazione dei fenomeni atmosferici, il Trattato ENMOD, lo Space preservation act, il documento Owning the weather in 2025 etc.



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sabato 21 marzo 2009

Beck: Chemtrails (Modern Guilt)



"Non posso credere a quanto abbiamo visto fuori oggi
Tu ed io guardavamo gli aerei passare
Vicino al mare
Così tanta gente
E' già affogata

Tu ed io guardiamo un oceano di persone
che tentano di non affogare

Così tanta gente
Dove va?

Tu ed io guardiamo un cielo pieno di scie chimiche
Questo è il mondo cui apparteniamo
Posso nutrire ancora una speranza nonostante questi sfregi
Ma posso vedere che in queste notti le navi affondano
Vicino al mare inghiottito dal Male

Ormai siamo annegati
Tu ed io guardiamo il mare
pieno di persone
ormai affogate

Così tanta gente
Dove va?

Tu ed io colpiti da un bianco male

Guardiamo gli aerei mentre passano
Le scie chimiche sono ciò cui apparteniamo
Ecco dove saremo quando moriremo nella corrente

E quando ci arrampicheremo verso un foro nel cielo"


Ringraziamo Mr. Jones per la segnalazione.



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