17 febbraio 2010. L'A.N.S.A. batte la notizia relativa ad un esposto-denuncia riguardante le scie chimiche. Sappiamo che è prassi delle agenzie ufficiali o inventare di sana pianta le notizie o distorcerle in maniera vergognosa. In questo caso, è molto probabile che sia stato sfigurato un fatto reale con lo scopo di screditare la ricerca sulle chemtrails, creandovi attorno un alone di stramberia. Presumibilmente un cittadino (uno dei tanti) ha presentato un esposto circostanziato e documentato sulla questione, ma i media di regime (La Repubblica, Il Giornale etc.), ricamando sul dispaccio dell'A.N.S.A. che, già nel titolo, evocava capziosamente gli U.F.O., hanno alterato i fatti in modo spudorato. Così i velivoli non rilevati dal radar sono stati trasformati in “astronavi” (sic) ed il direttore tecnico è diventato un “ufologo” (sic). La storia è molto istruttiva: i “giornalisti”, con le loro furbesche tecniche di manipolazione, hanno condito gli eventi con rimandi agli U.F.O., sorrisini ironici, aborti linguistici, come "scie chimiche di condensazione". I pennivendoli hanno poi volutamente ingenerato ulteriore confusione, assimilando le scie tossiche alle rarissime contrails. E’ un classico esempio di "giornalismo" abietto e servile, volto alla propaganda ed alla disinformazione.
E' verosimile che il Sostituto procuratore destinatario dell'esposto abbia deciso di archiviare l’inchiesta per non irritare i militari, coloro che veramente comandano in tutto il mondo. L’archiviazione è stata decisa, stando alle fonti, dopo che il Sostituto ha chiesto una relazione tecnica all’A.R.P.A. Andiamo bene! All’A.R.P.A. insabbiano, invece di compiere analisi.
Ecco com’è stata lanciata la notizia dall’A.N.S.A.
"Procura archivia denuncia contro 'ufo che provocano tsunami'
Per dirigente società clima modificato da 'veicoli bianchi'
(A.N.S.A.) - MILANO, 17 SET - La Procura di Milano ha aperto e poi archiviato un'inchiesta nata dalla denuncia di un uomo che incolpava ''veicoli bianchi'' di provocare disastri climatici.
L'autore dell'esposto, un direttore tecnico di una società milanese, ha spiegato che ci sono ''veicoli di colore bianco'' che producono ''scie chimiche in grado di modificare il clima, provocando ''calamità naturali, come tsunami ed uragani''. Gli inquirenti hanno risposto con una relazione tecnica e, dopo aver aperto l'inchiesta, l'hanno archiviata perché ''il fatto non costituisce notizia di reato''.
Nel ridicolo articolo della testata Il Giornale, la velina è stata rilanciata con varie amplificazioni e deliberati travisamenti.
"Nei giorni scorsi ha denunciato in Procura gli extraterrestri che con le «scie chimiche delle loro astronavi» creerebbero uragani e maremoti. E i pm, pazientemente, gli hanno risposto con una relazione tecnica che scagionerebbe gli extraterrestri.
Cristiano A., 34 anni, direttore tecnico di una società milanese nei giorni scorsi ha denunciato come «l’attività aerea di “oggetti non identificati”» crei «scie chimiche capaci di provocare uragani, tsunami e altri disastri ambientali». Cristiano A. tuttavia non esclude che i velivoli possano appartenere a qualche misteriosa potenza militare, intenzionata a decimare la popolazione terrestre. Nicola Cerrato, procuratore aggiunto, ha aperto un’inchiesta ma, dopo una relazione tecnica, l’ha archiviata «perché il fatto non costituisce notizia di reato».
Che esistano «scie chimiche di condensazione» causate dal passaggio degli aerei e che possano avere un impatto sul clima è oggetto di studio da circa sessant’anni. E, come spesso capita, le opinioni sono discordanti. Il pm ha però smentito la tesi dell’esposto sulla base di alcune relazione tecniche che avevano già studiato il fenomeno delle «scie chimiche di condensazione da combustibile» senza poter però confermare l’esistenza di un rapporto causa-effetto tra scie e cambiamenti del clima. Con buona pace del signor Cristiano, degli Ufo e dei pm".
Meteogiornale dà il peggio di sé (altro non avrebbe potuto offrire) con uno scartafaccio a firma di Mauro Meloni. In questa climax demenziale di articoli folli scritti in un italiano scandaloso, l’autore addirittura afferma che le scie provocano “nebulose” (e le galassie no?). E’ inutile commentare le idiozie di un melone dalla idee molto nebulose.
"Vi raccontiamo di un'inchiesta recentissima, appena archiviata dalla Procura di Milano, in merito alle denuncia di un uomo che incolpava "veicoli bianchi" (non propriamente identificati) di provocare disastri climatici tramite il rilascio di sostanze chimiche in atmosfera.
Ormai da almeno un decennio vanno di moda le teorie, peraltro mai dimostrate, che provano a dimostrare come la comparsa di "scie bianche" nel cielo faccia parte di progetti d'alterazione del clima, tramite l'attività in volo di velivoli militari che rilascerebbero sostanze chimiche nell'aria. Non vogliamo certo entrare in quest'insidioso dibattito per ribattere alle tesi di coloro che sostengono queste modalità di manipolazione del clima da parte dell'uomo, ma di sicuro non ci saremmo mai aspettati che a qualcuno potesse venire in mente che un tale fenomeno potesse addirittura venire provocato dall'azione di "extraterrestri" o presunti tali e quindi non semplici mezzi dell'aviazione.
Invece è tutto vero: la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta, poi chiusa in breve tempo, nata dall'esposto del direttore tecnico di una società milanese. Sulla base di quanto scritto nella denuncia, si sostiene la presenza ad alta frequenza di velivoli bianchi senza insegne che lasciano scie chimiche, capaci di provocare nebulose, in grado di provocare disastri ambientali come terremoti, uragani e tsunami, sostanzialmente dei veri crimini contro il patrimonio della popolazione mondiale. In quest'esposto si ipotizzava in pratica la presenza di ufo, ovvero di oggetti volanti non identificati.
Per contrastare questa tesi così pazzesca, il procuratore aggiunto Nicola Cerrato ha acquisito lo studio dell'agenzia per la protezione ambientale della Sardegna (ARPAS), che aveva già analizzato in passato il fenomeno delle "scie chimiche" di condensazione da combustibile. La conclusione della relazione, utilizzata come perizia, è che non vi è certezza di nesso tra le scie lasciate dai velivoli e le alterazioni del clima con disastri ambientali: i tecnici spiegano che da 60 anni la comunità scientifica studia queste scie chimiche che possono però essere causate dal normale combustibile degli aerei in movimento, allorquando concorrono determinati parametri meteorologici.
Grazie alla perizia dei tecnici ARPAS, l'indagine è stata rapidamente archiviata perché non ci sono fatti costituenti notizia di reato, nonostante esistano teorie, come certificato nel documento, che parlano di un possibile "condizionamento del clima" causato proprio da queste scie prodotte dal carburante degli aerei. Teorie naturalmente tutte da dimostrare, soprattutto in merito ad una manipolazione del clima cercata con metodi appositi e quindi con dolo".
Per completezza, riportiamo un profilo del magistrato.
E' dirigente del ministero della Giustizia
Inpdap, il magistrato Cerrato indagato per abuso d'ufficio - Sede commissariata a Milano Borrelli: c'è differenza tra segnalazione e pressione per scavalcare le graduatorie
BRESCIA - Già sotto inchiesta, ma solo come «atto dovuto». Il nome di Nicola Cerrato, l'ex procuratore aggiunto di Milano che ora è primo dirigente del ministero della Giustizia, è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Brescia. L'ipotesi di reato è l'abuso d'ufficio patrimoniale. L'inchiesta è appena iniziata e dovrà verificare se l'alto magistrato possa o meno ritenersi coinvolto, come figura comunque marginale, nella ben più vasta inchiesta sulla sede milanese dell'Inpdap, l'istituto di previdenza dei dipendenti pubblici, che solo in Lombardia gestisce oltre 5 mila alloggi. Il procuratore Roberto Tarquini, che rifiuta commenti, ha affidato l'inchiesta al suo sostituto più anziano ed esperto, il pm Roberto Di Martino. Nicola Cerrato ha già respinto «indignato» qualsiasi accusa, dichiarandosi «vittima di reati commessi da altri». Il caso è un troncone minore, trasmesso per competenza a Brescia, di una più ampia e delicata indagine della Procura di Milano. Un'inchiesta emersa il 25 marzo con 5 arresti: con due funzionari e due imprenditori, finisce in carcere il direttore lombardo dell'Inpdap, Fabio De Angelis. L'accusa di aver pilotato appalti in cambio di tangenti si fonda su intercettazioni (una Porsche da 185 milioni in regalo) e su un filmato: una telecamera nascosta dalla FInanza che riprende la sostituzione della busta con l'offerta vincente. Al telefono, De Angelis parla di una «talpa» in grado di spiare le indagini: un «altissimo magistrato della Procura di Milano». E due mesi dopo si vanta di avere «un amico al ministero della Giustizia». Cerrato ha protestato la propria totale innocenza. E ha confermato solo che sua nipote aveva ottenuto da De Angelis un alloggio dell'Inpdap. Un fatto che in sé non è reato. Contestandone la divulgazione, Cerrato ha parlato di «falso moralismo»: «Decine di magistrati milanesi hanno ottenuto alloggi pubblici in viale Monte Nero». A Milano, ieri, D'Ambrosio e Borrelli hanno chiarito che «dagli anni ' 70 esiste una legittima convenzione con la Cariplo firmata dall'ex procuratore Gresti». «Fu una sua benemerenza - ha precisato Borrelli -: negli anni del terrorismo Milano era considerata una sede disagiata, difficile. Pochi volevano lavorare qui, per cui era necessario agevolarli». Il procuratore generale ricorda che «lì abitava anche Emilio Alessandrini», il pm ucciso nel 1979 dai terroristi rossi. Borrelli, pur confermando che «in Italia la raccomandazione può essere una prassi diffusa», invita a distinguere: «La semplice segnalazione di un dipendente del Tribunale, che possieda effettivamente i requisiti e l'urgenza di un alloggio, può essere opportuna, se non doverosa. Cosa ben diversa è ricorrere a favoritismi e pressioni per scavalcare graduatorie e ottenere un'assegnazione illegittima». Sul caso di Cerrato, conclude Borrelli, «non intendo pronunciarmi in alcun modo. E nemmeno sul peso di certe argomentazioni difensive». Il vertice dell'Inpdap, intanto, ha commissariato il dipartimento lombardo, che sarà retto dal direttore generale dell'istituto nazionale. Paolo Biondani
Paolo Biondani
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(12 aprile 2002) - Corriere della Sera
Chi è Pasquale Lombardi? [ LINK ]
Dell'uomo che parlava con giudici e potenti si sa pochissimo: insignificante o misterioso? Repubblica fa ipotesi sul paese irpino di cui fu sindaco
15 luglio 2010 Politica - Da quando – è passata solo una settimana – è stato arrestato Flavio Carboni per aver costituito un’associazione segreta, e con lui “altri due indagati”, una delle domande che si sono fatti tutti è stata su uno dei due indagati. Se di Arcangelo Martino si sapeva infatti qualcosa e si conosce un percorso politico e imprenditoriale che suggerisce le relazioni che stanno emergendo, di Pasquale Lombardi, “il geometra” che risulterebbe il maggior manipolatore della rete di contatti e traffici del gruppo, la storia è assai più oscura. La domanda è: come è arrivato un oscuro geometra a parlare al telefono sistematicamente e con grande confidenza con alcuni degli uomini più importanti nelle istituzioni italiane? Giudici costituzionali, presidenti di regione, leader politici, tutti parlano con Lombardi e lo ascoltano. E se alcune delle intercettazioni mostrano accenti “ridicoli”, come ha detto qualcuno, la sostanza delle conversazioni è impressionantemente grave. Scrive oggi il Giornale, in un articolo che assume la tesi berlusconiana della banda di cialtroni, che sembra veramente l’uomo in grado di arrivare sempre ovunque e di riuscire sempre a parlare con chiunque e comunque
Alla curiosità su Lombardi i giornali sembrano non saper rispondere: oggi ci prova Repubblica, affidando ad Alberto Statera un’indagine giornalistica sul suo passato. Indagine che pare però in difficoltà rispetto alla carenza di informazioni, tanto da riempire i vuoti con molte ipotesi. La storia non si muove dal paese di Cervinara, in provincia di Avellino, dove è nato Lombardi. E dove Statera nota sia nato anche l’onorevole Marco Milanese del PdL “portaborse, anzi di più, alter ego in servizio diuturno effettivo del superministro dell’Economia Giulio Tremonti”; e lì vicino “impera ancora” Nicola Mancino “che dalle intercettazioni è apparso piuttosto sensibile agli ordini della lobby di Cervinara”. Statera ne trae sospetti su Tremonti e su Mancino.
Che tutto si muova a partire dalle relazioni geografiche intorno a un paese irpino di novemila persone è suggestivo, ma al momento un po’ povero di prove. Di Cervinara comunque Lombardi fu sindaco, e Statera lo ritrae in modi non così dissimili da quelli di Berlusconi (“sono quattro pensionati sfigati”): “l’omino di Cervinara”. Confermando così la contraddizione misteriosa tra l’apparenza insignificante della figura di Lombardi – che nelle intercettazioni parla come Totò e Peppino – e la portata dei suoi contatti.
Il Giornale spiega che non è neanche vero che Lombardi fosse un giudice tributarista, come si è scritto: si spacciava per magistrato, pur essendo un semplice componente di commissioni tributarie. E in un’intervista al Giornale, il sottosegretario Caliendo mostra stupore della rete di relazioni di Lombardi.
Per me era solo il segretario del Centro europeo di studi giuridici di cui io ero stato presidente. Ma i giudici sostengono che il Centro fosse in realtà la copertura per costruire la suddetta di relazioni e contatti: “per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura”. E al Centro allude anche il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato, intercettato con Lombardi, che è intervistato oggi dal Corriere della Sera e del geometra aggiunge che “era grande amico del presidente della Cassazione Vincenzo Carbone”. Chi è Pasquale Lombardi? Che storia ha, cosa ha fatto in questi anni? Bisogna lavorarci ancora.
Caliendo: chi è, le accuse, la difesa [ LINK ]
Giacomo Caliendo, 68 anni, originario della provincia di Napoli, ex magistrato, attuale sottosegretario alla Giustizia, è accusato dalla Procura di Roma per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Per questo motivo il sottosegretario è al centro della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni alla Camera.
Chi è. Prima dell'esperienza politica Caliendo è stato magistrato, membro del Consiglio superiore della magistratura e ha contributo a fondare, negli anni Settanta, la corrente moderata di Unicost (Unità per la Costituzione). Nella carriera da “togato” ha esordito nel 1971 come uditore giudiziario presso il tribunale di Napoli, di lì a poco, nel 1976, è entrato nel Csm. Nel 1991 diventa presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Dal 2005 è sostituto procuratore presso la Corte di Cassazione.
Con l'associazionismo di stampo cattolico ha un rapporto decennale che inizia nel 1961 quando viene nominato responsabile del movimento studenti dell'Azione Cattolica della Diocesi di Nola.
Nel 2008 arriva l'elezione al Senato con l'incarico di sottosegretario alla Giustizia, ruolo che l'ha visto protagonista come relatore del ddl intercettazioni e, in precedenza, in prima linea con provvedimenti come il legittimo impedimento e il Lodo Alfano.
Le accuse. Essere parte integrante di un'associazione segreta dedita ad alterare i corretti equilibri istituzionali e costituzionali. Di questo, ossia della violazione della legge Anselmi, è accusato il sottosegretario Caliendo dalla procura di Roma che la settimana scorsa lo ha iscritto nel registro degli indagati. Gli inquirenti stanno vagliando la posizione dell'ex magistrato da due anni vice del Guardasigilli Angelino Alfano, sulla base delle intercettazioni contenute nell'ordinanza di carcerazione di Pasquale Lombardi, ex giudice tributario che Caliendo conosce da 30 anni, del faccendiere Flavio Carboni e dell'ex assessore al comune di Napoli Arcangelo Martino, oltre che sui risultati degli interrogatori degli arrestati e degli altri indagati (il coordinatore del Pdl Denis Verdini, il senatore Marcello Dell'Utri e l'ex sottosegretario Nicola Cosentino).
Diverse le contestazioni mosse a Caliendo dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e dal pm Rodolfo Sabelli. Assieme a Lombardi, Martino, Carboni, Dell'Utri e il capo degli ispettori del ministero della Giustizia Arbibaldo Miller, il sottosegretario alla Giustizia era a casa Verdini, lo scorso 23 settembre, per un pranzo nel corso del quale si sarebbe deciso di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale in vista dell'imminente decisione sul “lodo Alfano”. E ancora: Caliendo avrebbe contribuito a far nominare come presidente della Corte di Appello di Milano Alfonso Marra, al quale Lombardi si rivolse per far riammettere la lista di Roberto Formigoni esclusa dalle elezioni regionali. Sempre a Caliendo - come risulta dalle intercettazioni - Lombardi sollecitò più volte l'avvio di un'ispezione ministeriale a Milano (che però non si fece) in favore di Formigoni. E continuando a spendere il nome di “Giacomino” (così Lombardi chiamava il sottosegretario) l'ex giudice tributario, presidente dell'associazione Centro studi giuridici per l'integrazione europea diritti e libertà fondata dallo stesso Caliendo, avvicinò il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone per il ricorso di Cosentino contro l'ordinanza di custodia cautelare per contiguità con la camorra, e provò a mettersi in contatto con il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato così da “ammorbidirlo” sull'inchiesta che vedeva indagato Formigoni per reati ambientali.
La difesa di Caliendo. Il sottosegretario nega di aver commesso alcuna irregolarità. Alle accuse Caliendo ha ribattuto lo scorso 30 luglio, nel corso di un interrogatorio di 5 ore. Ad esempio a casa di Verdini restò solo mezz'ora («poi mi son dovuto allontanare per precedenti impegni in Commissione Giustizia») e non sapeva che lì avrebbe trovato il faccendiere Carboni. «Fintanto che sono rimasto - ha spiegato all'Ansa - non si parlò di Lodo Alfano, tant'è che fu Lombardi a telefonarmi successivamente per dirmi della possibilità di intervenire sui giudici della Consulta». Alla Sollecitazione Caliendo sostiene di non aver dato seguito. Ammette, invece di aver espresso apertamente parere favorevole alla nomina di Marra, prerendo il suo curriculum a quello dell'altro candidato, Rordorf. E nega di essersi prestato alle pressioni di Lombardi: «Mi sono reso conto che millantava. Millantava pure con i miei amici»
Giudici amati dalla P3 [ LINK ]
Al vaglio le attenzioni della 'loggia' su alcune procure. Aperto un procedimento disciplinare contro Gargani - Non soltanto il caso Marra: c’è anche che la P3 si interessò ad altre due nomine ai vertici di uffici giudiziari perché, almeno in un caso, si dice nelle intercettazioni, si tratta di un giudice “amico”. C’è che un magistrato è finito sotto inchiesta disciplinare perché avrebbe cercato di ottenere informazioni riservate sulle indagini romane. Infine: c’è il presidente della Corte d’Appello di Salerno, Umberto Marconi, che chiede di essere ascoltato dai colleghi sperando di chiarire la propria posizione.
La magistratura ancora indaga sulla magistratura. Dal mare di intercettazioni depositate emerge che almeno in altri due casi la “loggia” avrebbe seguito la scelta dei responsabili di due procure: Isernia e Nocera Inferiore. Alla fine le persone designate dal Csm sono le stesse sponsorizzate dalla P3, difficile, però, dire quanto abbia effettivamente pesato l’intervento di Pasquale Lombardi, un tipo che, come lo rimproveravano i suoi soci Martino e Carboni, al telefono parlava troppo. Una fortuna per gli investigatori.
Scrivono i magistrati negli atti: “Da una conversazione del 21 ottobre 2009 fra Lombardi e Celestina Tinelli, componente del Csm, emerge l’interesse per la nomina dei capi di alcuni Uffici giudiziari: le Procure della Repubblica di Isernia e Nocera Inferiore, e la Corte d’Appello di Milano”.
Lombardi tratta il membro del Csm quasi come un dipendente: “Prendi un po’ st’appuntino per Isernia … questo Albano… Ti ricordi?”. Tinelli lo tranquillizza: “Me lo ricordo sì sì!”. Ma Lombardo la incalza: “Si potrebbe fare?”. Tinelli pare possibilista: “Uhh non so dirtelo così su due piedi non ci riesco mi pare di sì”. Lombardo non si accontenta: “Mettici un po’ d’attenzione .. e poi ci sta Nocera ci sta quel Gianfranco Izzo”. Tinelli: “Eh lo so”. Lombardo: “Ce la fa?”. Tinelli è cauta: “Ehh non… no! non ti garantisco niente”.
Alla nomina del Procuratore di Isernia, Lombardi dedica altre telefonate: il 2 febbraio 2010 parlando con la dottoressa Di Santo, segretaria di Cosimo Ferri, ecco che il presunto membro della P3 ritorna sulla questione: “Chissà se hanno fatto pure il pubblico ministero di Isernia?”. Di Santo: “Aspe’ chi ti interessava? Me l’avevi detto”. Lombardi: “Paolo Albano che sta a Caserta è pure un amico!” Dopo due ore Di Santo comunica la buona notizia: “Ho chiesto proprio a Cosimo di Albano … m’ha detto che non ci dovrebbero essere problemi“.
Paolo Albano, contattato dal Fatto Quotidiano, la racconta così: “Ho avuto la sfortuna di aver partecipato ad un convegno in Sardegna organizzato da questa gente. Era un incontro ad alto livello, c’erano i responsabili delle più importanti procure d’Italia. La mia conoscenza con Lombardi si limita a questo. Non ho mai più incontrato quella gente, sfido chiunque a dimostrare il contrario. Fa amarezza dopo 38 anni di lavoro in prima linea vedere il proprio nome associato a una storia così”. Ma Lombardi la chiama “amico”? “Credo volesse guadagnarsi dei meriti ai miei occhi, ma io quel posto l’avrei ottenuto comunque, ho ottenuto 17 voti contro i 7 del mio concorrente”.
Una raccomandazione all’insaputa dell’interessato? Possibile. Albano non è indagato, né destinatario di provvedimenti disciplinari. Una cosa è certa, alla fine Albano vince a Isernia e Izzo a Nocera. Ma c’è un altro dato importante: Isernia può sembrare un ufficio non di prima linea, ma non è così. Non adesso: negli uffici della Procura c’è almeno un fascicolo che riguarda la cricca, quello aperto sui lavori dell’Auditorium, una delle opere previste per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia. Non solo: in Molise – regione lontana dai riflettori dell’opinione pubblica nazionale e purtroppo privilegiata da chi vuole fare affari facili – agì come “soggetto attuatore” per la ricostruzione dopo il terremoto proprio Claudio Rinaldi, uno dei protagonisti della Cricca. Lo ricorda il consigliere regionale Michele Petraroia (Pd) in numerose interrogazioni. Anche su questo si indaga. Così la Procura di Nocera Inferiore svolge importanti inchieste sulla camorra.
Ma intanto la magistratura cerca di togliersi le ombre che le sono piovute addosso. Dopo l’inchiesta disciplinare a carico di Alfonso Marra, ieri il procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, ha aperto un procedimento disciplinare a carico di Angelo Gargani dal 1 dicembre 2008 messo fuori ruolo e applicato al ministero della Giustizia con l’incarico di capo del servizio di controllo interno. A Gargani il pg contesta principalmente l’ipotesi di interferenza nelle indagini. Il magistrato infatti avrebbe chiesto al sostituto procuratore di Roma Rodolfo Sabelli, titolare assieme al procuratore aggiunto Gianfranco Capaldo del fascicolo sulla P3 e sugli appalti per l’eolico in Sardegna, informazioni relative all’inchiesta. Non solo, dalle intercettazioni sono emersi altri elementi molto scomodi per Gargani che avrebbe aiutato i membri della presunta loggia ad “avvicinare” il procuratore aggiunto di Milano Nicola Cerrato che aveva indagato il presidente della Lombardia Roberto Formigoni, nell’inchiesta sullo smog nel capoluogo Lombardo.
Dopo la divulgazione della notizia dell’iscrizione di Formigoni le telefonate tra Lombardi e Gargani si ripetono: “Stammi a sentire – dice Lombardi – tu dovresti avere per regola il numero di Nicola Cerrato a Milano. Allora vedi un poco se giovedì o massimo venerdì posso arrivare a Milano e mi fai fissare un appuntamento dove lui sta… in Tribunale o dove si trova. E fammelo sapere quasi subito, va buono?”. Gargani: “Va bene”. Alla fine l’appuntamento viene fissato. Gargani chiama Lombardo e, annotano i carabinieri, “gli dice che tale Nicola, verosimilmente il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, lo aspetta nel suo ufficio, al quarto piano dell’edificio, l’indomani alle 13 e nel contempo gli fornisce la sua utenza telefonica”. Cerrato, però, non accetta l’invito a pranzo di Lombardo: “Ha detto che è perplesso – dice Gargani – perchè già… se si può evitare…”.
[ Wikipedia ] Gargani è stato coinvolto nel cosiddetto scandalo P3: dalle intercettazioni emerge che uno degli arrestati, Angelo Lombardi, contattò Gargani per 'avvicinare' il procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato (già Capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria al Ministero della Giustizia, di cui era stato vicecapo proprio Gargani), e persuaderlo ad avere un atteggiamento più 'morbido' nei confronti del presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, coinvolto nell'inchiesta sull'inquinamento atmosferico nel capoluogo lombardo.
Al magistrato viene inoltre contestata un'ipotesi di interferenza giudiziaria. In occasione della proroga delle indagini preliminari sugli appalti per l'eolico in Sardegna, Gargani nell’aprile 2010 avrebbe infatti chiesto informazioni sull'inchiesta al pm di Roma Rodolfo Sabelli, titolare del fascicolo assieme al procuratore aggiunto Gianfranco Capaldo.
Per questo motivo il Procuratore Generale della Cassazione, Vitaliano Esposito - che con il Ministro della Giustizia condivide il potere dell'azione disciplinare - ha deciso di intervenire a carico di Gargani, promuovendo l’azione disciplinare.
Coinvolto nell’inchiesta è anche il magistrato Antonio Martone, che in qualità di presidente della Commissione Indipendente per la Valutazione l'Integrità e la Trasparenza (CIViT), ha avallato la nomina di Gargani a capo dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) del Ministero della Giustizia.
[ LINK ] Tra gli alti magistrati affiliati alla banda, su cui pendono provvedimenti disciplinari da parte del CSM (Consiglio superiore della magistratura), ci sono il presidente della Corte di appello di Milano, Alfonso Marra (chiamato "Fofò", eletto in questa carica grazie alle pressioni della "loggia" su alcuni componenti del CSM, tra cui sembra lo stesso Mancino); il procuratore aggiunto Nicola Cerrato, n. 2 della procura milanese, già indagato per una tangente da 100 milioni di lire da parte del re delle cliniche private Poggi Longostrevi; l'avvocato generale della Cassazione, già presidente dell'Anm (Associazione nazionale dei magistrati) e presidente della "commissione Brunetta" per la pubblica amministrazione, Antonio Martone; l'ex primo presidente della Cassazione, in corsa per la presidenza della Consob come candidato di Berlusconi, Vincenzo Carbone, quello che chiedeva a Lombardi: "Io che faccio dopo la pensione?"; il presidente della Corte di appello di Salerno, Umberto Marconi, che forniva la sua consulenza alla banda per la fabbricazione del dossier diffamatorio preparato da Martino ai danni del candidato Caldoro per favorire il candidato Cosentino.
AGGIORNAMENTO:
Il denunciante scrive:
http://urly.it/115k
"Questa notizia è stata modificata, manipolata, come sempre avviene con la stampa. Ho ricevuto una telefonata da una giornalista dell'ansa l'altro giorno, ma di ciò che è stato detto... al telefono non c'è traccia. Nella denuncia non viene data la colpa agli ufo, ma a forze militari di carattere mondiale".
Ci si dovrebbe chiedere chi ha fornito il nominativo del denunciante ai giornalisti dell'A.N.S.A., in palese violazione della legge sulla tutela dei dati personali. Insomma, è evidente che l'esposto è stato volutamente strumentalizzato per intorbidare le acque e che i principali responsabili di questa mistificazione si trovano all'interno del Palazzo di Giustizia di Milano.
Di seguito la denuncia inoltrata attraverso una stazione dei Carabinieri del N.O.E., denuncia che ha portato alla farsa di cui all'articolo nonché un breve commento del diretto interessato.
Commento n° 21. Cristiano, ore 23:51
http://urly.it/115k
"Dato però che qui si è fatta cattiva informazione, è necessario fare dei chiarimenti: la parola "ufo" voleva essere quasi sarcastica, nella denuncia è chiaro che si dà la colpa all'esercito del nuovo governo mondiale, di cui la nostra difesa è degna alleata. Si riporta perciò la denuncia originale, e, come già detto, non sono un ingegnere.
Sono stati i carabinieri a presentare la denuncia in Procura, così come mi è stato detto in caserma".
Oggetto: denuncia verbale orale sporta da:
ATTANASI Cristiano... (seguono generalità)
Il giorno 17 agosto 2010 alle ore 14.50, negli uffici del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, siti in Milano via Pusiano, 22
Avanti al sottoscritto, Ufficiale di P.G., Luogotenente xxxxxx xxxx xxxxx effettivo al N.O.E. carabinieri di Milano, è presente il sig. A. Cristiano, in oggetto indicato, il quale denuncia quanto segue:
"Sono direttore tecnico e addetto alla trattazione affari per conto della società XXXXXXXXX con sede in Via vattelapesca a Milano.
Sono qui a titolo personale per denunciare l'attività aerea dei veri UFO, che io individuo in velivoli di colore bianco, senza nessuna scritta esterna che a quanto pare non risultano in nessun radar di nessuna torre di controllo, che possono fare qualsiasi tipo di manovra rilasciando scie persistenti, quindi non di condensa, ma di natura chimica, che si lasciano andare nel corso delle ore nei nostri cieli creando formazioni nubolose che arrecano sicuramente danno all'ambiente. Inoltre sono in grado, attraverso onde elettromagnetiche, di manipolare gli agenti atmosferici e le condizioni climatiche in generale. La tecnologia è conosciuta con il nome di H.A.A.R.P. che significa High Frequency Active Auroral Research Program che è gestito, ideato e perpetuato da volontà militari di carattere mondiale. Aggiungo inoltre che è mia credenza che questa tecnologia H.A.A.R.P. sia in grado di provocare terremoti, uragani, tzunami, pioggia, neve e siccità. Pertanto denuncio ignoti per crimini commessi contro il patrimonio e la popolazione mondiale.
Con la presente chiedo che vengano effettuati i necessari accertamenti, anche attraverso l'analisi chimica dell'acqua delle precipitazioni metereologiche e gli Enti compententi informino la popolazione italiana di quanto accade nei nostri cieli a nostra insaputa. Non ho altro da aggiungere."
Di quanto sopra è verbale.
Fatto, letto, confermato e sottoscritto in data e luogo di cui sopra.
Il denunciante Il verbalizzante
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