sabato 27 novembre 2010

Segnalazioni

• All'interno della pubblicazione indipendente “La meteora” (anno I, numero 1), figura un'intervista ai responsabili di Tanker Enemy, inerente al tema delle scie chimiche e di H.A.A.R.P. L'intervista-inchiesta, a cura di Matteo Montieri, che ha elaborato le domande, sviluppa gli aspetti salienti del problema e le relative implicazioni geo-politiche, strategiche, economiche, ambientali, mediche, demografiche. Le eloquenti fotografie, che corredano il testo, sono state scattate da Chiara Montorsola.

• Il numero 25 di "X Times" (novembre 2010), nella rubrica "X MediaTimes", dedicata al cinema ed ai prodotti multimediali, ospita la recensione del film “La città verrà distrutta all'alba”, per la regia di Breck Eisner. L'autore della critica, Giuseppe Nardoianni, correttamente enuclea nell’intreccio della pellicola palesi riferimenti alle operazioni illegali e clandestine di aerosol. Nardoianni chiosa il pezzo nel modo seguente: "I confini tra realtà e fantasia sono molto sottili". Quanto mai vero.

• L'introduzione più o meno surrettizia di cieli chimici et similia nell'ambito di pubblicità televisive e della carta stampata, cartoni animati, fumetti, telefilm etc. è oggetto del blog monografico Subliminalchemtrails, uno spaccato sugli strumenti persuasivi e percettivi che l'esecrando sistema adopera per assuefare il pubblico, soprattutto le nuove generazioni, allo scempio cui assistiamo sopra le nostre teste, quotidianamente o quasi.

• Gli Spagnoli sono molto alacri nella denuncia della geo-ingegneria: il blog Freeskies ne dà conto con un annuncio riguardante chemtrailsforoactivo, attraverso la riproduzione di un'immagine di grande impatto e drammaticità.

• Sempre gli amici di Freeskies pubblicano il resoconto della manifestazione contro scie chimiche e H.A.A.R.P., tenutasi a Roma il 20 novembre scorso. La relazione, oltre a riferire circa lo svolgimento della protesta, passa in rassegna le differenti spiegazioni del fenomeno "scie chimiche", evidenziando, di là dalle divergenze interpretative, l'unità di intenti e l'inappellabile condanna delle autorità che coprono le operazioni di avvelenamento globale con il silenzio e la disinformazione. L'eco dell'evento, senza dubbio importante, checché si pensi di queste iniziative, è giunta sino in Australia.






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Range finder: come si sono svolti i fatti

mercoledì 24 novembre 2010

La persuasione e la psicotronica

Sull’ultimo numero di “X Times” è apparso uno studio a firma di Luigina Marchese, intitolato “I persuasori”. L’autrice, che si è occupata tra l’altro di scie chimiche in precedenti articoli, focalizza l’attenzione sul tema dei messaggi subliminali e sul controllo delle masse. E’ argomento spinoso e complesso che la Marchese affronta con l’equilibrio e la sagacia che la contraddistinguono.

La ricercatrice indipendente considera in modo molto opportuno le scie chimiche come il punto di partenza privilegiato per la disamina dell’intero problema, perché sono proprio le chemtrails, con tutto il corollario di operazioni collegate (disinformazione sulla Rete ed all’interno di riviste pseudo-scientifiche e pseudo-alternative, propaganda più o meno subliminale, contraffazioni orwelliane…) a costituire un nervo scoperto. L’indagine in oggetto analizza la manipolazione di immagini e testi, le strategie occulte tese ad orientare i consumi, le suggestioni… per classificare le varie tipologie di messaggi subliminali.

Un’altra classificazione è, a nostro parere necessaria, ossia occorre distinguere tra controllo cerebrale, attuato con onde elettromagnetiche ed ultrasuoni (si pensi agli esperimenti di Persinger); controllo mentale (James Vicary); controllo(?) della coscienza. Vero è che cervello e mente sono collegati, ma è probabile che siano due realtà distinte, come lascerebbero concludere studi di frontiera originati recentemente soprattutto dalla fisica quantistica (Penrose et al.): se l’encefalo è una sorta di trasduttore di segnali, la mente, substrato del cervello, potrebbe, invece, essere una manifestazione di un “ordine implicito” (Bohm) capace di attingere, in condizioni particolari, ad informazioni contenute in una dimensione non-locale, di sconfinare in regioni "sottili", metafisiche. Si intende, però, che è difficile tracciare dei confini precisi, sicché con l’espressione “controllo mentale ”(mind control) ci si riferisce in realtà ad un “controllo cerebrale”.

Per quanto riguarda poi la possibilità di influire sul subconscio e sull’inconscio (i due termini non sono intercambiabili: sul loro significato e sul campo di applicazione di questi concetti il dibattito è acceso), è evidente che ci si avventura in un territorio molto accidentato. Le teorie circa il “funzionamento” e le caratteristiche dell’inconscio sono molteplici e spesso in contrasto tra loro, con orientamenti psicanalitici, junghiani, strutturalisti etc. che non di rado paiono compiacersi di una voluta oscurità delle ipotesi formulate più che mirare ad elaborare modelli esegetici comprensibili al grande pubblico. Altri indirizzi psicologici, invece, come il cognitivismo ed il comportamentismo si concentrano sulla psiche, negando l’esistenza di strutture profonde o relegandole nel non analizzabile. Si potrebbe qui asserire che l’inconscio (o superconscio?) è una sfera i cui connotati, a causa della sua intrinseca natura, sfuggono ad interpretazioni univoche e semplici. Forse, però, è l’inconscio (inteso come mondo archetipale, transpersonale, memoria psichica e genetica) ad agire sul singolo e non il singolo (sia pure una somma di individui molto potenti, cioè grosso modo il sistema) ad agire sull’inconscio.

Se quindi, come pensiamo, il controllo è circoscritto – ed è comunque ambito importante e vulnerabile - al cervello e, in parte, alla mente, resta una soglia che forse non è agevole varcare. Una coscienza vigile, addestrata può contrastare in modo efficace la propaganda e l’invasione dei messaggi obliqui che trovano la loro forza di penetrazione soprattutto nella ripetizione ossessiva, nel martellamento mediatico cui siamo sottoposti dai media di regime, nell’indottrinamento perpetrato attraverso il cosiddetto sistema formativo, dagli asili agli atenei, vivai di lividi disinformatori e di “scienziati” servi.

La tecnologia poi funge sia da strumento psicotronico (onde elettromagnetiche) sia da sirena che ammalia gli uomini, distogliendoli dalla natura e dal vero significato della vita.

Se si concentra l’attenzione sulle chemtrails, vedremo che l’aspetto più insidioso è dato dalla normalizzazione dell’orrore che la Marchese bolla come “anomalia che diventa norma”. L’assuefazione ad uno spettacolo di cieli sfregiati riguarda in primo luogo la vista, il senso più astratto e più potente nell’uomo contemporaneo: qui dunque più che di messaggi surrettizi, che pure non mancano, si deve vedere all’opera un bombardamento percettivo atto a creare un ambiente in cui il grigio, nei sensi ottusi dei percipienti, è il colore più vivace, dove la lenta, inesorabile trasformazione del pianeta in deserto e dell’umanità in massa amorfa, siano visti e vissuti come insignificanti pori su una pelle liscia.


(1) La D.A.R.P.A. ha creato un’apparecchiatura per stimolare il cervello: si tratta di un casco, basato sul principio del T.M.S. (Transcranial pulse ultrasound), che emette ultrasuoni in grado di agire su alcune aree cerebrali con una precisione sbalorditiva. Il professor William Tyler, neuroscienziato dell’Arizona State University, spiega: “Questa tecnica potrà procurare dei vantaggi strategici (sic) ai nostri soldati; abbiamo ideato un prototipo di elmetto equipaggiato con trasmettitori di ultrasuoni controllati da un dispositivo esterno”. In pratica, è una sorta di comando attivabile dagli stessi militari o dagli alti comandi per controllare a distanza la mente delle truppe. (Si veda l’articolo di Federico Guerrini, Soldati-robot comandati con gli ultrasuoni, riportato su "X Times" n. 25, novembre 2010, all’interno della rubrica “Reports dal mondo”).


Articolo correlato: Coscienzaevoluta, Espandere la coscienza con i viaggi astrali, 2010





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Range finder: come si sono svolti i fatti

lunedì 22 novembre 2010

Onde elettromagnetiche e nanoparticelle uccidono gli alberi (articolo di René Schoemaker)

Pubblichiamo un articolo di René Schoemaker, tradotto dagli amici di "Freeskies", riguardante il rapporto tra nanoparticelle e danni alla vegetazione. Correttamente nell'introduzione al testo, i curatori di "Freeskies" chiamano in causa il nanoparticolato prodotto dai mortali inceneritori e rilasciato dagli aerei chimici per spiegare il declino delle specie vegetali. Le particelle del traffico veicolare (PM 10), problema che affligge da decenni i centri urbani, non possono dar ragione in toto dell'inquietante fenomeno, da attribuire, invece, ai campi elettromagnetici sempre più potenti ed alle chemtrails (PM 0,2-0,5) ad essi funzionali.

Ricerche affermano che le onde emesse dagli impianti wi-fi fanno ammalare gli alberi. Gli alberi urbani si stanno ammalando a causa delle radiazioni wireless dei networks e dei telefoni cellulari.

Le radiazioni emesse dai networks wi-fi sono pericolose per gli alberi, causando significative variazioni nel loro sviluppo e fessure nelle loro cortecce, come ha assodato un recente studio olandese. Tutti gli alberi a foglie caduche nel mondo occidentale sono affetti da tali disturbi, come confermato dagli studi dell’Università di Wageningen. La città di Alphen aan den Rijn commissionò le ricerche cinque anni fa, dopo che erano state osservate inspiegabili anomalie negli alberi, attribuite inizialmente ad un virus o ad infezioni batteriche. Test addizionali hanno trovato questi stessi disturbi in tutto il mondo occidentale. In Olanda, il 70% degli alberi presenta gli stessi sintomi mentre, cinque anni or sono, erano solo il 10%. Anche gli alberi delle foreste ad alta densità ne sono affetti.

Attorno ai campi elettromagnetici creati dai telefoni cellulari e dalle linee wi-fi operano anche delle finissime e pericolose particelle emesse dal traffico veicolare. Queste particelle sono così piccole da entrare facilmente negli organismi.

Lo studio ha monitorato venti alberi di frassino esposti a vari fonti di radiazioni per un periodo di tre mesi. Gli alberi posti più vicini alla fonte radio wi-fi hanno dimostrato una "lucentezza plumbea" sulle loro foglie, causata dalla morte dell'epidermide superiore e inferiore delle foglie. Ciò potrebbe portare alla morte di parti delle foglie. Lo studio ha anche scoperto che le radiazioni wi- fi potrebbero inibire la crescita delle pannocchie del mais.

I ricercatori hanno segnalato la necessità di effettuare ulteriori studi per confermare questi risultati e per determinare gli effetti a lungo termine delle radiazioni sugli alberi.


Fonte: freeskies




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Range finder: come si sono svolti i fatti

sabato 20 novembre 2010

Cani lunari o cerchi chimici?

I cani solari o pareli ed i cani lunari o paraseleni sono cerchi o archi colorati che sembrano circondare il Sole e la Luna. L’alone è dovuto alla rifrazione o alla riflessione della luce nei cristalli di ghiaccio presenti nella zona dei cirri o dispersi nell’atmosfera alle alte latitudini. Questa aureola, che è visibile a circa 22 gradi dal corpo celeste, presenta il rosso all’interno ed il violetto all’esterno.

La notte del 19 novembre 2010 è stato avvistato in varie parti d’Italia un alone attorno alla Luna che non sembrava un fenomeno naturale comunque molto raro: infatti il disco luminoso non aveva i contorni netti dei paraseleni, ma era quasi confuso con la nebbia chimica creata dagli aerei che hanno incrociato per tutto il giorno. Anche il nostro satellite è sfocato, poiché velato dalla coltre di particolato metallico. Inoltre il cerchio è stato scorto in concomitanza con temperature non particolarmente rigide grazie alle quali si formano i cirri, tipi di nuvole che si possono ritenere quasi del tutto sparite, essendo state rimpiazzate dai cirri artificiali aleggianti a quote molto più basse e la cui morfologia è solo simile a quella dei cirri naturali.

Last but not least, nell’anello visto e fotografato il 19 novembre, non si nota la gradazione dei colori spesso peculiare dei paraseleni. Si è trattato quindi di un fenomeno indotto dalle attività illegali di aerosol chimico-biologico? Siamo tentati di rispondere in modo affermativo.

Fonti:

Cani solari o cerchi chimici?, 2008
Enciclopedia dell’Astronomia e della Cosmologia, a cura di J. Gribbin, Milano, 2005, s.v. alone



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giovedì 18 novembre 2010

E se domani...

Recentemente è andata in onda una puntata della nuova trasmissione di RAI 3, “E se domani”. Il fiacco programma, condotto da Alex Zanardi, avrebbe l’ambizione di illustrare e prefigurare scenari futuri e futuribili, sempre nel segno dell’idolatria della Scienza, sulla scia di format come il menzognero “Superquark” ed il polveroso “Ulisse”.

La puntata era dedicata alle mirabolanti “prospettive” della geo-ingegneria (il controllo del tempo e del clima) con fini “benevoli”, come l’indebolimento o la diversione degli uragani. E’ stato quindi ostentato il lato buono delle manipolazioni climatiche. Sorvoliamo sulla partecipazione al programma di Massimo Cacciari, sedicente filosofo, personificazione dell’ignoranza imbellettata di saccenteria e su un altro insulso ospite che ha tessuto il consueto elogio degli scienziati, trascegliendo le figure di Galileo Galilei, Isaac Newton, Charles Darwin, Albert Einstein. Sono tutti scienziati sopravvalutati, le cui acquisizioni sono oggi discusse o ridimensionate, soprattutto quelle di Darwin. Già questo denota la pochezza e la banalità del programma.

Accantoniamo, però, questo aspetto per evidenziare, invece, il ruolo di Franco Prodi, responsabile del C.N.R. per i cosiddetti studi sui “cambiamenti climatici”. Prodi è apparso il classico finto tonto che ha simulato di saper poco sulle tecniche di manipolazione meteorologica, lui che in Italia è dentro fino al collo alle attività di geo-ingegneria. L’esperto ha descritto tecniche archeologiche per intervenire sui fenomeni atmosferici (come l’uso di cannoni anti-grandine), evitando accuratamente di sfiorare temi che potessero apparire collegati alle chemtrails.

Il fine è evidente e l’anticipammo tempo fa nell’articolo “Scie chimiche: le possibili menzogne future”, ossia abituare, un po’ alla volta, l’opinione pubblica ad accettare le massicce operazioni chimiche e biologiche come "rimedi" contro l’"effetto serra" o come extrema ratio per indebolire e deviare tempeste tropicali e cicloni: l’ineffabile Cacciari ha pure sinistramente evocato “un dittatore buono” in grado di ponderare rischi e vantaggi di operazioni meteorologiche e climatiche per decidere in vista del male minore.

“E se domani”, quindi, non ci è parso una sia pur parziale divulgazione circa le scie chimiche, quanto una strategia di assuefazione e depistaggio dietro la parziale ed ambigua ammissione che qualche esperimento potrebbe essere compiuto nei nostri cieli, qualora dovesse essere necessario.

La prossima “verità” futura inerente alle chemtrails sarà quasi certamente riferita alla fandonia del cosiddetto “effetto serra”, anzi questa versione di regime comincia già a fare capolino: infatti “in questa trasmissione si è ammesso palesemente che siamo a buon punto nell'asservimento delle forze della natura e si sono persino forniti dei dati impressionanti sull'uso di certe tecnologie all'estero, in particolar modo in Cina ed in Russia”. (C. Penna). Tuttavia non crediamo di sbagliarci, se pensiamo che la successiva “verità” ufficiale riguarderà l’esigenza di garantire l’energia elettrica ed i servizi essenziali che da essa dipendono, quando una formidabile tempesta solare (naturale? Artificiale? Naturale, ma diretta e rafforzata con dispositivi ad hoc?) causerà un black out in quasi tutto il pianeta. E’ plausibile che le operazioni chimiche saranno presentate come la lungimirante attività atta ad approntare una gigantesca rete wireless o come l’implementazione di un progetto volto a connettere gli abitanti di Gaia ad un sistema informatico centrale, anche a prescindere da eventi cosmici dirompenti.

E se domani... ci ritrovassimo al buio, con un cielo di pece in cui continua ad echeggiare il sordo rombo degli aerei?



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Range finder: come si sono svolti i fatti

domenica 14 novembre 2010

Scie chimiche in un'agenda scolastica

L'agenda scolastica 2010-2011, "Bastardi dentro", contiene, tra le varie facezie e pasquinate, un excursus sulle cosiddette cospirazioni. Vengono così accennati alcuni sinistri scenari del mondo contemporaneo: le incongruenze della missione sulla Luna, nota come "Apollo 11"; le scie chimiche; gli shapeshifters; gli eventi del 911 come attentato ordito dal governo statunitense; la menzogna definita "riscaldamento globale"; la morte di Paul Mc Cartney nel 1969, sostituito da un sosia; la fluorizzazione dell'acqua negli Stati Uniti al fine di inebetire le persone; l'esistenza di una terapia già da molto tempo per i tumori ed altre patologie; il progetto, concepito da nefande élites, volto all'instaurazione di un Nuovo ordine mondiale; le armi climatiche e tettoniche costruite dagli Stati Uniti; l'attacco nipponico a Pearl Harbor di cui i vertici degli Stati Uniti erano al corrente, ma che lasciarono accadesse per trovare un casus belli contro il Giappone.

E' evidente che queste trame sono riportate in modo semplicistico ed un po' forviante: così si demonizzano gli Stati Uniti, dimenticando le scelleratezze di tante altre potenze e stati (Russia, Cina, Canada, Germania, Francia, Italia etc.). Alcuni argomenti sono presentati in maniera lacunosa. Il cenno alle contraddizioni della missione "Apollo 11" implicherebbe degli approfondimenti e delle correzioni: è probabile che la N.A.S.A. compì l'impresa lunare, ma secondo modalità, tempi e con fini differenti da quelli esibiti nella finzione cinematografica orchestrata da Stanley Kubrick.

Inoltre eventi la cui natura di macchinazione è assodata, come l'aggressione a Pearl Harbor e la truffa del riscaldamento dovuto al biossido di carbonio, sono accostati a temi che non possono essere interpretati in modo letterale ed epidermico, ma avvalendosi di raffinati strumenti esegetici.

Ormai anche su alcuni manuali del triennio si legge che il Presidente Roosvelt era a conoscenza, perché preavvertito dall’intelligence, circa i piani giapponesi, ma non mosse un dito per sventarli, pur di dichiarare guerra al Tripartito, benché il criminale della Casa Bianca avesse giurato e spergiurato ai cittadini che mai gli Stati Uniti sarebbero entrati in guerra, fedeli ad una politica di isolazionismo.

A proposito di trame ormai certe, occorre ricordare che recentemente sono stati declassificati dei documenti ufficiali da cui si evince, come era stato ipotizzato da alcuni storici non allineati, che l'episodio del Tonchino, che consentì agli U.S.A. di aprire le ostilità contro il Vietnam del Nord, fu segretamente architettato: fu dunque il classico pretesto per i soliti war games.

E’ significativo che un punto del testo sia dedicato alle armi chimiche, problema sottolineato con il riferimento ai dispositivi per dominare il clima e scatenare sismi.

Nonostante i limiti sopra indicati, ci sembra che l'inserto in esame sia una breccia nel muro di menzogne eretto dal sistema, un primo per quanto timido passo verso la diffusione, per mezzo di una pubblicazione popolare, di verità non ufficiali. Se qualche studente curioso ed incuriosito da questa singolare pagina del diario comincerà a porre domande ed a chiedere delucidazioni ad un docente aggiornato (se avrà la fortuna di imbattersi in un insegnante critico), il seme sarà gettato. Può darsi che l'allievo decida di compiere delle ricerche in modo autonomo per mezzo della Rete o procurandosi dei saggi di scrittori non organici al sistema. Anche se purtroppo la disinformazione è spesso intrecciata all'informazione, è pur sempre possibile spigolare qualche frammento di conoscenza pure da fonti opinabili, sempre migliori delle “verità” ufficiali.

Qualcosa si può apprendere anche da testi scadenti, purché si sia animati da amore per il sapere. Il discernimento si costruisce e si affina col tempo, con pazienza ed esercizio: si apprende a sceverare, proprio confrontando differenti versioni. Poi ciascuno segue il suo percorso: è possibile che un itinerario di ricerca personale darà scarsi risultati; è certo che dalla propaganda del sistema si riceverà solo l’indottrinamento ed il plagio.






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Range finder: come si sono svolti i fatti

giovedì 11 novembre 2010

Pseudomonas syringae: il batterio dei nubifragi artificiali

Lo Pseudomonas syringae (pronuncia “siringe”) è un batterio a forma di bastoncino, appartenente al genere Pseudomonas. E’ gram-negativo ed aerobio, ha flagelli polari che gli permettono di muoversi. Vive nel suolo, sulle piante e nell’atmosfera. E’ un microorganismo fitopatogeno: attacca, infatti, gli alberi, in cui causa danni all’epitelio, rendendo disponibili i nutrienti dei tessuti vegetali sottostanti per il parassita stesso.

Poiché è legato alla formazione dei nuclei di condensazione che sono all’origine di pioggia e neve, è usato, da alcuni anni, in luogo dello ioduro d’argento, per generare le precipitazioni piovose e nevose. Recenti studi hanno suggerito che la specie svolge un ruolo più ampio di quanto si pensasse in precedenza nella produzione di pioggia e neve naturali.

Tra l’altro, poiché questo batterio, grazie ad una proteina in esso contenuta, consente di innalzare la temperatura di congelamento, è adoperato sia per la neve artificiale, che può così cadere anche con temperature superiori a 0 gradi Celsius, sia nella catena del freddo per risparmiare nella produzione di energia impiegata negli impianti per il surgelamento degli alimenti.

Con le piogge, sia indotte sia naturali, lo Pseudomonas syringae si diffonde negli ecosistemi e, oltre a colpire la flora, rende il terreno molle, cedevole, simile alla gelatina.

Scrive lo scienziato Jay Hardy, a proposito dello Pseudomonas syringae: “I minerali possono orientare solo poche molecole d’acqua, mentre le proteine dei batteri sono più grosse e possono orientare molte molecole simultaneamente. […] Numerose ricerche riguardano l’abilità dello Pseudomonas syringae di creare nuclei di aggregazione, alla base della formazione dei cristalli di ghiaccio.”

Si è anche intervenuti geneticamente su questo microbo per sfruttare le sue proprietà di elevazione della temperatura per il congelamento.

Alla luce di queste annotazioni, si comprende per quale motivo le piogge militari sono oggi giorno violente e copiose, per quale ragione i terreni sono soggetti sempre più spesso a rovinose frane ed a smottamenti. Si può anche ragionevolmente sospettare che i numerosi casi di latticini ed altri alimenti blu siano dovuti ad una contaminazione da batterio del genere Pseudomonas che ha anche aggredito le coltivazioni di kiwi dell’Italia centrale. Ci si chiederà: cui prodest? Provocare nubifragi ed alluvioni, rovinare le coltivazioni di kiwi ed altre coltivazioni? Da un lato possiamo addebitare questi disastri all’imprevidenza: una volta in cui è diventata una prassi l’impiego dello Pseudomonas syringae per la neve programmata, il batterio si è insediato in ecosistemi dove era assente o poco presente per propagarsi altrove in modo incontrollato.

Tuttavia questi flagelli debbono essere ricondotti ad una precisa volontà: si immagini quali lucrosi affari dipendono da una bella inondazione con tutte le sue conseguenze. Protezione civile, organizzazioni varie, amministratori scaltri ed avidi… cominciano, subito dopo una calamità, i soliti piagnistei, facendo la questua a destra e a manca: così ottengono stanziamenti dal governo (che spilla soldi dei contribuenti) e denari dai cittadini gonzi subito convinti a donare quattrini, sull’onda dell’emozione e persuasi dalle campagne dei media. Se Guido Bertolaso è ufficialmente il secondo contribuente più ricco d’Italia, esisterà un motivo. Alla fine agli alluvionati sarà destinato forse l’uno per cento dei fondi raccolti: il resto finirà nelle capienti tasche di profittatori e di politici corrotti.

Per i furbi ogni alluvione è una benedizione.

Sitografia ragionata:

Dirtysky Sardinia, Non dimentichiamo il 22 ottobre 2008. Inferno di acqua e fango: è strage, 2008. E’ l’agghiacciante cronaca di in cataclisma pianificato e provocato dai militari, cui fanno da tetro contrappunto l’insipienza e la stolidità dei meteorologi di regime e dell'A.R.P.A. Sardegna..

J. Hardy,
Raining-making bacteria, 2010. L’autore si sofferma sulle cosiddette bio-precipitazioni. Egli evidenzia i “vantaggi” dello Pseudomonas, lasciando trapelare importanti informazioni sulle proprietà dello Pseudomonas syringae e di una sua variante (modificata geneticamente in qualche laboratorio?).

Sphaeralux,
Scie chimiche: Pseudomonas syringae, valanghe, frane ed epidemie, 2009. L’eccellente articolo ripercorre la storia delle tecniche per propiziare le precipitazioni dal "Progetto pioggia" degli anni ‘70 del XX secolo ad oggi, il tutto correttamente visto come un pretesto per avvelenare l’ambiente e controllare il clima.






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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 9 novembre 2010

L’aggressione della nanotecnologia al D.N.A. ed all'ambiente

L'articolo che pubblichiamo riguarda gli abnormi danni provocati dalla nanotecnologia, ma anche implicitamente le scie chimiche: le chemtrails, infatti, contengono micidiali nanoparticelle. Non ci sembra sia necessario aggiungere altro: solo notiamo che l'autore dell'inchiesta ha lo stesso atteggiamento irresoluto e poco cristallino di chi sconsiglia l'uso della geo-ingegneria, mentre tonnellate di veleni vengono riversate ogni giorno nella biosfera. Così vengono paventate le possibili insidie di una tecnologia che, priva di veri benefici, ha già aggredito da tempo il pianeta ed i suoi abitanti.

Noi tutti pensiamo che gli articoli personali di uso quotidiano siano inoffensivi: cosmetici, lozioni abbronzanti, calze ed abbigliamento sportivo, ma questi prodotti potrebbero contenere particelle nanotech (novità sviluppata dalla cosiddetta nanotecnologia). Le minuscole particelle generate dalla nanotecnologia hanno dimostrato la loro capacità di far ammalare ed uccidere i lavoratori di fabbriche che usano questo tipo di tecnologia. I rischi conosciuti per la salute umana includono danni gravi e permanenti al polmone, mentre gli studi sulle cellule rivelano danni genetici al D.N.A. Estremamente tossiche per la fauna acquatica, le nanoparticelle comportano chiari rischi per molte specie e minacciano l’intera catena alimentare.

Le nanoparticelle sono state presentate dall’industria come il meraviglioso ingrediente di nuovi prodotti per l’igiene personale, il confezionamento degli alimenti, le vernici, le procedure mediche, gli articoli farmaceutici, gli pneumatici ed i pezzi di automobile, tra il numero sempre crescente di altri prodotti di consumo. Le compagnie cosmetiche aggiungono nanoparticelle di diossido di titano alle creme solari per renderle trasparenti sulla pelle. I produttori di abbigliamento sportivo hanno inventato vestiti inodori che contengono nanoparticelle d’argento, due volte più tossiche per i batteri rispetto alla candeggina. Le compagnie industriali automobilistiche hanno aggiunto nanofibre di carbonio per rinforzare pneumatici e pannelli di carrozzeria.

Secondo il "Progetto statunitense sulle Nanotecnologie Emergenti" (P.E.N.), gli articoli per la salute ed il fitness continuano a dominare l’offerta della produzione nanotecnologica, raggiungendo il 60% dei prodotti conosciuti. Il nanoargento è il nanomateriale più impiegato, grazie alle sue proprietà antimicrobiche: nella fabbricazione di gran parte di prodotti, infatti, ben 259 di essi lo contengono (il 26% di 1.000 articoli studiati). L’inventario aggiornato del PEN presenta i prodotti di 24 paesi, inclusi Stati Uniti, Cina, Canada e Germania.

Finora i nanomateriali sono stati così poco compresi che gli scienziati non sono in grado di predire come si comporteranno e di testare la loro sicurezza (sic). Più di 1.000 articoli di consumo manifatturati con nanoparticelle, che possono essere fino a 100 volte più piccole di un virus, sono già sul mercato, nonostante la quasi totale assenza di dati certi sui pericoli che comportano per la salute umana e l’ambiente. Mentre queste particelle atomiche possono essere un beneficio in alcune applicazioni mediche (sic), scienziati ed ambientalisti richiedono maggiori studi. Fino ad oggi sono pochi gli effetti nocivi riscontrati di questa nuova tecnologia virtualmente non regolamentare. Ma questa mancanza potrebbe essere dovuta proprio agli scarsi studi che sono stati condotti nella fretta di trovare un sempre maggior numero di applicazioni nanotech redditizie.

La nanotecnologia, la scienza dell’infinitamente piccolo, è un’importante industria emergente, con un mercato annuale proiettato intorno a un trilione di dollari statunitensi entro il 2015. Essa implica la manipolazione o la produzione di nuovi materiali a partire da piccole porzioni di materia leggermente più grandi di atomi e molecole; argento e carbonio costituiscono i materiali base più importanti.

I nanomateriali sono più piccoli del diametro di un capello umano e possono essere osservati solo attraverso potenti microscopi. Un nanometro è la miliardesima parte di un metro, un capello umano misura circa 80.000 nanometri. Un atomo è pressappoco la terza parte di un nanometro e le nanoparticelle sono gruppi di atomi di solito più piccoli di cento nanometri. Le minuscole particelle di materiali presentano spesso proprietà uniche e diverse da quelle degli stessi materiali in scala più grande. Le nanoparticelle devono il loro successo alle straordinarie e, a volte, davvero insolite, proprietà che possiedono. Ad esempio, le racchette da tennis costruite con nanotubi di carbonio sono incredibilmente forti, mentre i pezzi più grandi di grafite si rompono facilmente. L’industria medica sta investendo enormemente sulle nanoparticelle per creare farmaci di precisione in grado di mirare a specifici tessuti, come le cellule cancerose (sic). Mentre alcuni di questi nuovi materiali possono avere applicazioni benefiche nelle procedure mediche, medicazioni di ferite e prodotti farmaceutici (?), cresce la preoccupazione sui possibili effetti tossici. Le nanoparticelle sono state collegate soprattutto alle malattie polmonari ed ai danni genetici.

Nel corso di un nuovo studio britannico, gli investigatori hanno riscontrato un processo mai visto prima, soprannominato “toxic gossip”, in cui le nanoparticelle di metallo danneggiano il D.N.A., perfino attraverso le barriere di tessuto epidermico intatte. I ricercatori hanno definito la scoperta come un’”enorme sorpresa”, poiché le nanoparticelle, sembra, abbiano indirettamente creato dei danni.

Adesso, per la prima volta, uno studio scientifico ha stabilito una relazione chiara e causale tra il contatto umano con le nanoparticelle e gravi problemi di salute. Secondo un articolo pubblicato sull’ European Respiratory Journal da un gruppo di ricercatori cinesi diretti da Yuguo Song, del "Dipartimento di Medicina del Lavoro e Tossicologia Clinica del Chaoyang Hospital" di Beijing (Pechino), sette giovani operaie si sono gravemente ammalate dopo aver lavorato in una fabbrica di vernici che usava la nanotecnologia. Le operaie hanno sofferto danni gravi e permanenti ai polmoni, oltre ad eruzioni cutanee su viso e braccia. Due di loro sono morte, mentre le altre cinque non sono ancora guarite, nonostante siano passati diversi anni.

Circa cinquecento studi hanno dimostrato la tossicità della nanotecnologia per gli animali, le cellule umane e l’ambiente. Sebbene l’articolo di Song provi per la prima volta l’evidenza della tossicità negli esseri umani, secondo la ricercatrice Silvia Ribeiro questo risultato potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di un’industria estremamente rischiosa.

Gli agglomerati di nanoparticelle dello stesso materiale, invece, si comportano diversamente, in modo più potente, più tossico, ed hanno proprietà radicalmente differenti. Ciò che le rende così utili rende anche la loro sicurezza così incerta. È necessaria una ricerca immediata e approfondita sulla tossicità delle nanoparticelle. Gli effetti sulla salute umana e sull’ambiente derivano dalle nanoparticelle che si riversano nei condotti idrici attraverso il trattamento delle acque reflue, colpendo gli organismi che vivono nell’acqua e le persone che bevono e cucinano con quell’acqua.

Le nanoparticelle che destano maggiore preoccupazione sono tre: quelle d’argento, le nanofibre di carbonio e le cosiddette “buckyballs”, ovvero microscopiche strutture di carbonio a forma di pallone da calcio.

Il nanoargento è noto per la sua alta tossicità verso la vita acquatica. Mentre per gli esseri umani l’argento risulta più sicuro di altri metalli tossici come il piombo e il cromo, per gli organismi acquatici purtroppo non è così. L’argento è più tossico per molti organismi di acqua dolce e salata, risalendo dal fitoplancton (alla base della catena alimentare) fino agli invertebrati marini, come ostriche e lumache, e per i pesci, soprattutto nella loro fase di crescita. Molte specie di pesci e crostacei, così come i pesci di cui si nutrono, sono vulnerabili. La prolungata esposizione all’argento colpisce e spezza la salute dell’ecosistema. Il nanoargento è significativamente più tossico dei pezzi d’argento, perché le particelle microscopiche in una vasta area aumentano la loro capacità di interagire con l’ambiente. È stata comprovata la capacità del nanoargento di rompersi, scomporsi e infiltrarsi nell’acqua quando, per esempio, gli indumenti sportivi contenenti nanoparticelle d’argento per il controllo degli odori, vengono centrifugati nelle lavatrici. Secondo uno studio sulle nanoparticelle d’argento adoperate come antimicrobici nei tessuti, su sette campioni testati, quattro di questi hanno perso dal 20 al 35% dell’ argento al loro primo lavaggio ed una marca ha perso la metà del suo contenuto d’argento già dopo i primi due lavaggi, andando a finire direttamente nell’ambiente. Molti corsi d’acqua si stanno riprendendo dagli alti livelli d’argento introdotti dall’industria fotografica durante il ventesimo secolo. I nuovi prodotti contenenti nanoparticelle d’argento possono risultare altamente tossici per i livelli d’argento che verrebbero così reintrodotti nei fiumi e nei laghi attraverso gli impianti per il trattamento delle acque.

Le nanofibre di carbonio aggiunte agli pneumatici ed intessute nell’abbigliamento per produrre diversi colori senza usare tinte, sono tendenzialmente impiegate anche in prodotti attraverso i quali potrebbero essere inalate provocando danni ai polmoni. In uno studio pubblicato sul Journal of Molecular Cell Biology, i ricercatori cinesi hanno scoperto che una classe di nanoparticelle ampiamente sviluppata in medicina, i dendrimeri poliamidoaminici (PAMAM), causa danni ai polmoni, innescando un tipo di cellule programmate, conosciute come cellule mortali autofagiche. Inoltre, le “buckyballs” a base di carbonio hanno dimostrato di essere assorbite dagli organismi semplici, sollevando la preoccupazione che le sostanze tossiche contaminino la catena alimentare danneggiandola alla base.

Oggi, secondo il P.E.N., più di un mille prodotti basati sulla nanotecnologia, sono stati resi disponibili ai consumatori di tutto il mondo. Il più recente aggiornamento dell’inventario, risalente a tre anni e mezzo fa, riflette il crescente uso delle minuscole particelle in ogni cosa, dai prodotti convenzionali come gli utensili da cucina antiaderenti, accendigas, racchette da tennis più resistenti, fino a dispositivi sofisticati come sensori indossabili che monitorano la postura.

“L’uso di nanotecnologia nei prodotti per i consumatori continua a crescere rapidamente”, afferma il direttore del P.E.N. David Rejeski. "Quando abbiamo avviato l’inventario nel marzo 2006, c’erano soltanto 212 prodotti. Se l’introduzione di nuovi prodotti dovesse continuare a questo ritmo, il suo numero potrebbe avvicinarsi a 1.600 entro i prossimi due anni. Questo porterà a significative cause legali per negligenza contro organismi come la Food and Drugs Administration (Agenzia per gli Alimenti e i medicinali) e la Consumer Product Safety Commission (C.P.S.C.), che spesso adottano provvedimenti insufficienti ad identificare prodotti nanotech, prima che vengano introdotti sul mercato”.


Fonte: http://www.comedonchisciotte.org






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domenica 7 novembre 2010

Manifestazione contro le scie chimiche a Roma

Il "Comitato nazionale orientamento sulle scie chimiche" organizza una manifestazione contro le chemtrails e H.A.A.R.P. a Roma, sabato 20 novembre ore 14:00, in Piazza Santi Apostoli. Un sentito ringraziamento ad Ivana Mannino, Presidente del Comitato, per essersi adoperata nell''organizzazione dell'iniziativa. Invitiamo i cittadini a partecipare numerosi e soprattutto a contattare giornalisti e pubblicisti affinché all'evento sia data la maggiore risonanza possibile.


Per ulteriori informazioni scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: ivana.mannino@alice.it






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venerdì 5 novembre 2010

The Secret

Pino Morelli, direttore responsabile della rivista "X Times", ha anticipato, qualche numero fa, l'uscita della serie a fumetti "The Secret". Ideata da Giuseppe Di Bernardo (disegnatore di Diabolik e sceneggiatore del fumetto "L’Insonne" e di "Cornelio - Delitti d’autore"), "The Secret" - annota Morelli - verterà su questioni di confine e su temi scottanti come le interferenze aliene, il Nuovo ordine mondiale, le sette esoteriche, i cerchi nel grano e le scie chimiche. L'opera è impreziosita delle copertine di Emanuela Lupacchino, disegnatrice Marvel, e di un'alchimia tra disegnatori esperti come Michela Da Sacco ed esordienti di talento come Rosario Raho.

“The Secret" è una serie edita dalla Star Comics che sarà distribuita in tutte le edicole italiane dal marzo 2011. La finzione si basa su fatti reali, testimonianze e ricerche compiute da importanti scienziati di confine. Otto episodi a cadenza mensile cercheranno di scoprire IL SEGRETO che si cela dietro l’esistenza stessa del genere umano”.

Gli ideatori presentano l'albo con le parole del protagonista, Adam Mack.

“Le cose non sono mai come sembrano. Ci illudiamo di comprendere il mondo intorno a noi, ma in realtà vediamo solo l’aspetto esteriore degli eventi, vediamo solo come ci appaiono. Anch'io ero così, ero esattamente come te. Credevo negli esseri umani, nella legge, credevo ai telegiornali e ai libri di storia.

Poi un giorno, il mondo ti dà un pugno nello stomaco e non puoi fare altro che aprire gli occhi per vedere oltre il tuo dito. Il mio nome è Adam Mack e questa è la storia di un tizio ordinario, al quale succede d’improvviso qualcosa di straordinario. Perché mi è successo tutto questo? Era destino? La sincronicità? Sto cercando di capirlo. Una sola cosa è certa: d’ora in poi, nulla potrà più essere come prima.”


"The Secret", produzione di pregevole fattura, è uno di quei casi in cui la cosiddetta cultura popolare (il fumetto ha, però, una sua tradizione se non alta, decorosa) porta una carica di contestazione nei confronti dei poteri costituiti. Spesso è attraverso la finzione - si pensi a molti romanzi di fantascienza o distopici: esempio emblematico è “1984” di George Orwell - che vengono veicolati messaggi destabilizzanti per il sistema e denunciate le macchinazioni delle infami élites. L'establishment, più tollerante verso chi opta per la finzione narrativa piuttosto che nei rispetti di chi si impegna nel giornalismo di inchiesta, confida nella tendenza dei fruitori a relegare racconti e film nel regno della fantasia. Eppure è per mezzo della fantasia che certi accadimenti reali possono essere divulgati e conosciuti: è questo il caso di "The Secret" che ci sembra avere tutte le carte in regola per inoculare nei lettori qualche salutare dubbio.


Fonte: thesecretcomics.blogspot.com




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mercoledì 3 novembre 2010

Valdo Vaccaro, "Storia dell’igienismo naturale. Da Pitagora alle scie chimiche"

Il Dottor Valdo Vaccaro è autore di un saggio dal titolo singolare e quasi provocatorio, “Storia dell’igienismo naturale. Da Pitagora alle scie chimiche”. E’ davvero inconsueto e forse stridente l’accostamento tra Pitagora e le chemtrails, inconsueto, ma doveroso dacché, invece di nascondersi dietro infingimenti o zuccherose consolazioni, Vaccaro affonda con coraggio il coltello nella piaga: così egli denuncia “l’acidificazione del corpo” e “la decapitazione dell’anima”, mali che affliggono questa umanità agonizzante. Nel contempo il Nostro addita una risoluzione, lascito di un’antica e veneranda saggezza, una risoluzione utile per chi vorrà e potrà giovarsene.

Nel riportare la nota introduttiva del testo, ringraziamo l’amico e valentissimo collaboratore Bacab per la preziosa segnalazione.

Questo libro parte dalla storia antica ed opera un’efficace sintesi della scienza igienistica, tramite le posizioni che i suoi personaggi più rappresentativi hanno espresso nel corso dei secoli e dei millenni.

Esiste non un divario, ma un baratro culturale tra la cultura preponderante e decisamente maggioritaria, dei medici e dei medicalizzati, e la cultura igienistico-naturale e salutistica, dei gruppi minoritari ed ardimentosi che si battono per un cambiamento radicale della vita, del modo di pensare e dei metodi di assistenza sanitaria.

Pitagora non ha regalato al mondo soltanto i suoi celebri teoremi, che valgono forse il 5% del suo intero insegnamento, ma è andato ben oltre, illuminando il genere umano con spunti e dritte filosofiche, etiche e scientifiche, che hanno lasciato il segno, rivelandosi di assoluta attualità.

L’uomo di oggi, ferito da insulti sempre più insopportabili nei suoi valori, nella salute, nello spirito, nel sesso, nell’amore per la natura e gli animali, è frastornato da pesti inventate, da avvelenamento crescente di aria, acqua e terra, da terremoti sospetti e da scie chimiche tracciate sopra la sua testa. Egli prova un inarrestabile richiamo verso i valori impersonati dal grande filosofo di Crotone.





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lunedì 1 novembre 2010

Vieni avanti, Meteo-cretino (articolo di Corrado Penna)

Pubblichiamo un articolo dell'amico e collaboratore Corrado Penna sul plagio linguistico e sulle tecniche subliminali cui ricorrono i servizi meteo per tentare di normalizzare l'orrore, presentando le scie chimiche, che creano una nebbia tossica ed offuscano il cielo, come un fenomeno naturale. Precisiamo che MeteoTrentino, al quale, con il calembour, si allude nel titolo, vale solo come campione, come piccolo, ma significativo saggio della frode meteorologica e scientifica che contraddistingue oggi "esperti" a vario titolo e militari mistificatori. In calce, una lettera dell'amico Manuel inviata alle redazioni dei quotidiani del Trentino.

Molto spesso ci capita di seguire i bollettini meteorologici e di vedere annunziate "nuvole", "nuvolosità diffuse", “velature nuvolose” per osservare, invece, cieli che sarebbero stati sereni, senza la presenza delle scie chimiche. I cieli sono stati oscurati da un gran traffico di aerei che hanno portato con loro chemtrails effimere e permanenti in espansione. I servizi meteorologici hanno quindi previsto con esattezza la velatura del cielo, ma era una caligine a tutti gli effetti meteorologicamente imprevedibile, essendo artificiale, prodotta dall’uomo.

Tutto ciò è spiegabile solo pensando che il servizio meteorologico dell’Aeronautica militare (che fornisce i dati) sappia già in partenza qual è il tempo che si vuole provocare. Come potevano sapere i meteorologi con le stellette che il traffico aereo avrebbe generato finte nuvole? Come riescono ad azzeccare le previsioni sulle “foschie/velature” tutte le volte in cui i nembi sono formati da quello stranissimo traffico aereo? Guardate il cielo con costanza, seguite le previsioni meteo e scoprite da soli in mezzo a quale tipo di cospirazione e di manipolazione ci troviamo. Ad introduzione articolo l'ennesimo esempio di "previsione dell'irrorazione" (Cliccare sull'immagine in apertura per vederla ingrandita).

E' da notare l'espressione "innocue velature" che sembra rappresentare la tipica "excusatio non petita, culpa manifesta": perché mai si dovrebbe usare l'aggettivo "innocuo" per una foschia o per una lieve nuvolosità? Innocuo? Ma quando mai abbiamo sentito parlare di "velature pericolose"? Le sottili velature nuvolose (quelle vere) non hanno mai costituito pericolo alcuno, anche perché non possono essere foriere di piogge torrenziali (a differenza di quelle devastanti cui assistiamo sempre più spesso, complice la manipolazione climatica).

Questo è un tipico metodo per il lavaggio del cervello, atto ad indurre le persone ad associare inconsciamente le "velature" create dalle scie chimiche a qualcosa di non dannoso.

In chi ha, però, la coscienza vigile questo uso subdolo, orwelliano del linguaggio, l'abbinamento tra le velature nuvolose è la parola "innocuo" dovrebbe fare sorgere più di un sospetto. Se poi ci si accorge che le velature in questione non sono formazioni naturali, ma sono determinate dalle scie degli aerei, si capisce che esse mai e poi mai possono essere innocue, foss'anche solo per tutti gli inquinanti addizionati al cherosene degli aeromobili e per i residui dai gas incombusti.

D'altronde viviamo in tempi in cui la neolingua orwelliana è di impiego sempre più comune fra chi ci governa e ci mente. Di recente, ad esempio, il governo italiano ha deciso di dotare di bombe i propri velivoli impegnati in "missioni di pace" (sic).

Qui di seguito un altro esempio di previsione relativa ad "innocue velature" sul sito 3bmeteo. Cliccare sull'immagine per vederla ingrandita.



Fonte: scienzamarcia.blogspot.com


Copia della lettera spedita alle Redazioni dei giornali locali del Trentino

Alla cortese attenzione della Redazione

Ho notato che quando il bollettino di MeteoTrentino prevede "velature", "alte velature", "innocue velature" succede uno strano fenomeno.

In tali giornate, infatti, il cielo apparirebbe pulito e libero da nubi, se non fosse per il passaggio di un numero elevatissimo di aerei che rilasciano scie più o meno persistenti.

Tali scie, espandendosi, velano il cielo e oscurano la luce del sole.

Il copione è stato riproposto anche lo scorso sabato: alle previste velature è seguito un cielo a scacchiera che non presentava nessuna formazione naturale.

Non posso fare a meno di chiedermi in che modo gli esperti di MeteoTrentino prevedano con due o tre giorni di anticipo il passaggio anomalo di questi aerei con scia al seguito (fenomeno oggetto di preoccupazioni che hanno portato, solo in Italia, a più di dieci interrogazioni parlamentari).

Purtroppo i diritti interessati eludono questo tipo di domande, fornendo risposte alquanto inconcludenti.

Spero quindi che pubblichiate questa lettera, in modo che sempre più persone possano notare questo allarmante fenomeno e porsi le domande che a questo punto dovrebbero sorgere spontanee.



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