In primo luogo intendiamo rendere partecipi i lettori che recentemente è stato aperto un blog dedicato alla figura ed alle vicissitudini di Davide Cervia. Davide Cervia nacque a Sanremo nel 1959 dove risiedette con la famiglia fino al 1978, quando decise di arruolarsi come volontario in Marina, anche se poi rinunciò a rimanere in servizio fino al termine della ferma di sei anni. Davide fu scorto l'ultima volta alle ore 17 del 12 settembre 1990. "Ho visto un gruppo di persone che spingevano Davide con la forza verso l'interno di un'auto color verde scuro": questa è la testimonianza di un vicino di casa, dichiarazione che fu seguita da una serie di depistaggi, omissioni, intimidazioni ai danni di Marisa Gentile, moglie di Davide Cervia e dei suoi congiunti. Cogliamo l’occasione per esprimere la nostra solidarietà e vicinanza all’amica Marisa, ai figli ed agli altri familiari che da anni vivono una situazione difficile e spesso paradossale.
Davide Cervia era un esperto di guerra elettronica, un campo divenuto strategico in questi ultimi decenni. Alcuni ricercatori hanno creduto di poter attribuire il recente collasso della magnetosfera appunto ad esperimenti militari (qualcuno ha chiamato in causa i sistemi H.A.A.R.P., qualcun altro il C.E.R.N. di Ginevra): è prematuro pronunciarsi, perché mancano sia indizi sia prove per suffragare le ipotesi in oggetto. E’ possibile, però, che il cedimento della coltre magnetica sia stato provocato da una sinergia tra fenomeni naturali e fattori artificiali.
A proposito di interventi “umani” ricordiamo che il 9 luglio 1962 gli Stati Uniti avviarono una serie di esperimenti relativi alla ionosfera: un ordigno da un kilotone fu fatto esplodere ad un'altitudine di 60 km, insieme con un altro da un megatone ed un terzo da più megatoni ad alcune centinaia di chilometri di quota. Questi tests danneggiarono seriamente la parte interna delle fasce di Van Allen, suscitando l'indignazione internazionale. Gli esperimenti in questione, etichettati come Progetto Starfish, alterarono la forma e la densità della fascia di Van Allen, con la conseguente precipitazione di particelle nell'atmosfera. [1]
Il giorno 11 maggio 1962 il Keesings Historische Archief aveva anticipato che le esplosioni atomiche avrebbero interferito con il campo magnetico terrestre, creando anche seri problemi alle telecomunicazioni. La deflagrazione generò una sorta di cupola artificiale di luce polare visibile anche alla latitudine di Los Angeles. Un lupo di mare delle Isole Fiji raccontò che il cielo parve incendiarsi. Qualche mese dopo l'Unione Sovietica compì analoghi esperimenti con tre esplosioni in alta atmosfera. Il danno cagionato, secondo molti scienziati, potrà forse essere sanato in alcune centinaia di anni.
E’ sintomatico che la cricca dei negazionisti (excusatio non petita, culpa manifesta) si sia subito scatenata per affermare che la notizia circa il crollo della magnetosfera, occorso il 23 aprile 2016, è una frottola: non lo è! In primo luogo, non è la prima volta in cui sono segnalate rarefazioni dello strato magnetico, inoltre la concomitante riduzione dei voli commerciali impegnati nelle criminali operazioni di geoingegneria illegale è aspetto che impedisce di relegare l’informazione nel novero dei ballons d’essai. Anche il repentino cambiamento di profondità (55 metri) nell’Oceano Atlantico al largo della Nuova Inghilterra, circostanza rilevata il 23 aprile, attesta che qualcosa è accaduto. La nasuta N.A.S.A. non ha pubblicato informazioni a proposito dell’evento ed anzi ha rimosso i fotogrammi incriminati, ma le immagini satellitari preventivamente salvate ed altri dati sono lì a dimostrare quanto accaduto. Siamo comunque di fronte ad un fenomeno che potrebbe essere foriero di conseguenze di non poco conto: non sono forse lontani dal vero coloro i quali, come l’astrofisica Giuliana Conforto, ritengono che la magnetosfera sia una sorta di velo il cui disfacimento è il prodromo di eventi sbalorditivi.
[1] Le cinture di radiazione di Van Allen sono due zone di intense radiazioni catturate dalla magnetosfera che avvolgono la terra principalmente al di sopra delle regioni equatoriali. Furono scoperte dall'astrofisico statunitense James Alfred Van Allen (1914) per mezzo del satellite Explorer, nel gennaio 1958. La cintura più interna è formata per lo più da protoni; la radiazione di questa banda risente delle tempeste geomagnetiche e varia col ciclo solare di 11,1 anni. La fascia esterna è costituita principalmente da elettroni.
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