Alle 11:44 un dipendente Ansaldo, animatore del "Festival della scienza" di Perugia, Davide Di Giorgio, pubblica un breve video nel quale si intravede una sequenza del crollo. La traccia pare artefatta, con un audio aggiunto successivamente, tanto che la voce presente nel filmato non sembra la stessa del "testimone", intervistato da Fanpage.it.
Alle 17:54 del 14 agosto, Rosario Marcianò pubblica un post nel quale fa notare come sia particolarmente strano che colui che ha pubblicato l'unico video disponibile della tragedia di Genova sia un collaboratore di soggetti "antibufale" come i gestori della pagina Facebook denominata "No alle pseudoscienze". Nel suo profilo riassuntivo si legge:
Technical Service Desk presso Ansaldo Energia
Precedentemente Help Desk/Technical Support presso Selex ES
Precedentemente Animatore scientifico presso Festival della Scienza
Nell'arco di pochi secondi il contributo è rimosso ed il profilo del Davide Di Giorgio è oscurato. Alle 17:57 Marcianò ripubblica i contenuti rimossi da Facebook, ma è troppo tardi, poiché il profilo del Di Giorgio è stato modificato e le informazioni relative ad Ansaldo energia ed al Festival della scienza, sono scomparse. Ora si legge solo un generico riferimento alla città di Genova e ad un gruppo dialettale teatrale, prima assente. Curioso anche il dettaglio che, come nel caso di alcuni soggetti orbitanti intorno al false flag del Bataclan, la pagina di questo soggetto non abbia pubblicato nulla né prima né dopo gli eventi di Genova. Un "profilo dormiente" dunque, già pronto alla bisogna.
Due giorni prima dei fatti del 14 agosto le due webcam del viadotto sul Polcevera, le cui immagini sono visionabili in diretta, sono rimosse e, subito dopo il crollo del ponte Morandi, filtrano le prime voci su inesplicabili anomalie che hanno impedito di registrare le fasi del collasso, prima, durante e dopo. A tal proposito, il Procuratore capo della Procura di Genova, Dottor Francesco Cozzi, il 17 agosto, dichiara: “Ci sono stati dei problemi nelle videoregistrazioni della società Autostrade. Non posso dire che ci siano materiali di grande rilevanza o utilità. Il maltempo incideva sulla cattiva qualità delle immagini. La mancanza delle immagini vera e propria o l’interruzione delle immagini è dovuta, a quanto è dato di capire, a sconnessioni sulla rete dovuta al fenomeno sismico, al crollo insomma. In poche parole, un black out”. E le immagini immediatamente precedenti al disastro? Non è dato sapere...
Il giorno prima, sempre il Procuratore Capo Cozzi [1] conferma l'acquisizione dei filmati delle videocamere di Autostrade al momento del crollo che - asserisce - "dovranno essere esaminate al più presto dai colleghi e dai consulenti tecnici". Queste immagini ci sono o no?
Comunque sia, così come nel caso della distruzione delle Torri gemelle e del Pentagono il giorno 11 settembre 2001, in cui le uniche immagini disponibili si rivelarono poi essere solo il frutto di animazioni in CGI, anche in questo frangente le uniche riprese disponibili sono quelle del dipendente Ansaldo, Davide Di Giorgio. Ciò è da ritenersi un po' strano ed induce a pensar male. In effetti, i flash nonché la sequenza di crollo paiono la conseguenza di una demolizione controllata. Infatti le prime testimonianze si riferiscono a "lampi" e "boati" cui è seguito il collasso della struttura. Queste importanti dichiarazioni non sono state riportate dai media manistream e tanto meno prese in minima considerazione dagli inquirenti e non solo! Il 29 agosto l'agenzia ANSA scrive:
"Una bolla d'aria all'interno del tirante di calcestruzzo che avrebbe corroso e arrugginito i cavi di acciaio all'interno dello strallo. E' il primo scenario che i consulenti della procura di Genova ipotizzano come una delle possibili cause del crollo del ponte Morandi, avvenuto lo scorso 14 agosto e che ha provocato la morte di 43 persone. Il difetto sarebbe sorto durante la fase di "iniezione" del cemento che ingloba i trefoli, i cavi in acciaio. Le indagini dei pm si sono sin da subito orientate sul cedimento degli stralli. Già negli anni '80, lo stesso ingegnere Riccardo Morandi, in uno studio commissionato da Autostrade, aveva sottolineato corrosioni più sul lato mare che su quello monti. Una degradazione, scriveva Morandi, "più rapida di quello che ci si potesse aspettare".
Quindi i togati genovesi sono già orientati nell'avvalorare (chiudendo la questione) la tesi del cedimento di uno o più dei tiranti (stralli) che, sul viadotto Morandi, avevano funzione di rinforzo, al fine di smorzare le oscillazioni, ma che non erano preponderanti per sorreggere l'impalcato stradale, in quanto questo era prefabbricato ed autoreggente. La velocità nello scartare altri scenari e la propensione per il cedimento strutturale porta a legittimi sospetti di volontà di insabbiamento. Ciò anche alla luce delle dichiarazioni dell'Ingegner Enzo Siviero. Egli non esclude la possibilità della demolizione pianificata, poiché - poiché l'esperto afferma - le modalità del crollo suffragano questa congettura, in considerazione degli enormi interessi internazionali in gioco ed anche ricordando l'omicidio Mattei. Qui l'intervista. A queste precise asserzioni il Procuratore Capo Cozzi commenta in modo sprezzante: "Ipotesi deliranti".
Non è poi da trascurare che, nella mattinata del 14 agosto, la perturbazione che attraversava la Liguria e che avrebbe dovuto interessare il Ponente, fu spinta su Genova, determinando un fenomeno piovoso caratterizzato da una notevole attività elettrica. Ivi si sono accumulati decine di millimetri di pioggia in un lasso di tempo brevissimo, limitando così la visibilità a poche decine di metri. Il crollo del ponte Morandi proprio quella mattina potrebbe non essere casuale, tanto che molti cittadini testimoni dei fatti scambiarono i flash determinati dalle cariche esplosive (che anticiparono di pochi istanti il collasso della struttura) per folgori temporalesche. Anche la forte pioggia facilitò la demolizione, in quanto la nube piroclastica (dovuta alle cariche di dinamite deflagrate) e che fu scagliata a centinaia di metri di distanza dai piloni del ponte, fu in breve abbattuta dall'acqua copiosa che continuava a scendere.
Le tracce di "carbonizzazione" del cemento armato, proprio nei punti del suo "cedimento", confermano ulteriormente l'ipotesi della demolizione controllata. D'altronde nella notte precedente, sotto la pioggia, operai furono visti lavorare con alacrità sotto il viadotto, intenti a praticare fori nel cemento. Fori utili al collocamento delle ultime cariche? Era stato dato il via all'operazione? Certo è che la preventiva rimozione (sul sito di Autostrade per l'Italia) delle webcam che riprendevano la sezione di ponte, poi crollata due giorni dopo e cioè il 14 agosto, è quantomeno sospetta!
Il quadro si riempie di interrogativi e se i sospetti si sono subito orientati su "Società autostrada per l'Italia" di Benetton, a freddo e dopo una più ampia valutazione dello scenario internazionale, non si è tanto lontani dalla verità, quando si pensa ad una regia diversa e sovranazionale, soprattutto alla luce delle decisioni dell'Unione europea in merito alla "mobilità militare". Infatti il 28 marzo 2018 la Commissione Europea ha varato un piano che prevede la messa in sicurezza o la sostituzione dei ponti non idonei a sostenere un traffico massiccio di mezzi militari, nell'ambito di azioni di difesa contro la "minaccia russa".
Sulla pagina ufficiale dell'Unione europea si legge:
[...] "La politica per le infrastrutture e il settore degli investimenti offrono opportunità per una maggiore sinergia tra le esigenze civili e militari. Entro il 2019 la Commissione individuerà le sezioni della rete transeuropea di trasporto utilizzabili per il trasporto militare e i potenziamenti necessari da realizzare sulle infrastrutture esistenti (ad esempio l'altezza o la capacità portante dei ponti). Sarà elaborato un elenco prioritario di progetti. La Commissione prenderà in considerazione la possibilità di un sostegno finanziario supplementare dell'UE per questi progetti, nell'ambito del prossimo quadro finanziario pluriennale".
Le continue diatribe tra istituzioni, popolazione, associazioni ambientaliste etc. che impedivano la rapida sostituzione dello strategico nodo stradale, hanno indotto i vertici del Governo ombra ad intervenire obtorto collo? Qualcuno ha deciso di portarsi avanti con il lavoro?
[1] Nel novembre 2017, quando mi recai per la seconda volta alla Corte d'appello di Genova per l'udienza di ricusazione del Giudice Varalli, che presiedeva il procedimento a mio carico nel quale, udite udite, il testimone chiave per l'accusa era lo stalker seriale Angelo Nigrelli (wasp) fu proprio Cozzi ad intervenire, in luogo del PM assegnato inizialmente per l'udienza. Fu lui a stroncare la mia richiesta di ricusazione asserendo che il sottoscritto aveva precedenti per rapina (una schifosa menzogna). Quindi si può ben comprende in che modo ed attraverso quali soggetti determinate questioni vengono affrontate per tacitare la verità.
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