venerdì 28 settembre 2018

Il piano "ROTTE LIBERE" segna una funesta svolta nelle operazioni di geoingegneria clandestina



Le nuove norme europee che permettono alle compagnie aeree (e quindi ai piloti) di scegliere la "rotta ideale", schivando i corridoi predefiniti ha, di fatto, dato il via libera all'intensificarsi delle operazioni di geoingegneria clandestina anche bassa e media quota. Infatti, sebbene la norma citi come altitudine minima i 9000 metri, in realtà il tutto si è tradotto in un colpo di grazia ai nostri cieli già ridotti ad una poltiglia inguardabile di alluminio, bario, manganese, stronzio, torio, litio, carbonato di calcio etc.

Non a caso i servizi meteo militarizzati non si peritano di citare, ogni santo giorno, le famigerate "velature di passaggio".

L'inevitabile conseguenza è l'inasprirsi dell'effetto serra indotto, il crollo dell'umidità e la sparizione delle piogge, senza dimenticare fenomeni estremi determinati dall'incremento della temperatura dei mari e della bassa atmosfera.

Il protocollo "Rotte libere" sopra i 9000 metri è un'operazione di copertura che facilita le inseminazioni igroscopiche all'altitudine dei cumuli e consente lo spudorato sorvolo, a quote bassissime [1], sui centri abitati, con drammatiche conseguenze per quanto riguarda l'inquinamento acustico e la contaminazione da nanopolveri. Ecco perché in Italia (e non solo) sono in aumento i tumori! Tanto poi la colpa sarà delle stufette a legna...

IL COMUNICATO STAMPA DI E.N.A.V.

"Rotte libere" sopra i 9000 metri - Attesi risparmi per 7 milioni di kg di carburante

Roma, 24 maggio 2018 – ENAV a partire da oggi consentirà a tutti i velivoli che attraversano i cieli nazionali di poter pianificare un percorso diretto da un punto di ingresso ad un punto d’uscita dello spazio aereo italiano senza far più riferimento al network di rotte anche al di sotto degli 11.000 metri fino ai 9.000 metri.

Questa innovativa procedura, denominata Free Route, permette alle compagnie aeree di volare la rotta ideale senza alcun vincolo di traiettoria, con conseguenti benefici in termini di efficienza del volo, riduzione del consumo di carburante e quindi minori emissioni nocive nell’ambiente.

Il Free Route è una procedura prevista dai regolamenti comunitari del Single European Sky a cui tutti i paesi europei devono adeguarsi entro il 2022. ENAV, con 4 anni di anticipo, è stato il primo fra i grandi service provider continentali ad adottare questa procedura già dal dicembre 2016, inizialmente al sopra di 11.000 metri di quota.


[1] Un aereo sorvola a bassa quota il centro abitato. Ne percepiamo chiaramente il rumore dei motori e lo distinguiamo perfettamente nei dettagli. Vola ad altezza cumuli e quindi non oltre i 1.500 metri di altitudine, eppure Flightradar24 ci segnala il volo ad oltre 10.000 metri? Com'è possibile? Il sistema di tracciamento basato sulla tecnologia denominata ADS-B [2] è manipolabile da bordo ed è per questo che i dati di quota e velocità non sono veritieri.

[2] Un aeromobile o veicolo dotato di un transponder Modo S, se collegato ad un dispositivo GPS, è in grado di calcolare la propria posizione e di inviarla periodicamente nell'etere in modo che speciali ricevitori di tipologia ADS-B siano in grado di identificare la posizione del target trasmittente. Le informazioni di posizione del target sono presenti in messaggi di tipo Mode S extended. Il messaggio trasmesso dal target è di tipo broadcast, in quanto il trasmettitore non è interessato a chi riceve il messaggio. La tecnologia è "automatic" in quanto il messaggio contenente le informazioni per la localizzazione del target viene spedito periodicamente senza l'intervento diretto di operatori né necessariamente è sollecitato dall'esterno. Inoltre, la tecnologia ADS-B si intende cooperativa in quanto, come in un radar secondario di sorveglianza, si richiede una collaborazione attiva da parte del target per l'effettiva individuazione dello stesso.


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mercoledì 19 settembre 2018

Una Hollywood planetaria



Scrive il filosofo Jean Baudrillard: “E’ nella sfera dell’informazione che si vede più chiaramente l’evento cortocircuitato dal suo ritorno-immagine immediato. L’informazione è sempre già data. In caso di catastrofe, i giornalisti ed i fotoreporter sono sul posto prima dei soccorsi. Se potessero, ci sarebbero già prima della catastrofe – e la cosa migliore sarebbe addirittura inventare o provocare l’evento per avere la precedenza, se non l’esclusiva. Intercorre una grossa differenza tra l’evento che avviene (che avveniva) nel tempo storico e quello che avviene nel tempo reale dell’informazione. Alla pura gestione dei flussi e dei mercati sotto il segno di una deregulation planetaria, corrisponde l’evento mondiale o piuttosto il non-evento mondializzato: i Mondiali di calcio, l’anno 2000, la morte della Principessa Diana, Matrix etc. Che questi eventi siano o non siano fabbricati, ad orchestrarli è l’epidemia silenziosa delle reti di informazione: fake events”. J. Baudrillard, Il patto di lucidità o l’intelligenza del Male, 2006).

Il pensatore francese coglie nel segno: nella società attuale l’avvenimento in sé perde rilevanza empirica per slittare nella sfera della finzione e della simbologia. Così un accadimento come il crollo del viadotto Morandi presto trapassa nella dimensione mediatico-romanzesca con ampio ricorso ad espedienti narrativi: crisis actors, filmati dove gli automezzi compaiono dal nulla e scompaiono come in una pellicola di fantascienza, aggiunta di aneddoti… E’ paradossale che il fatto, arricchito di ingredienti fantastici ed inverosimili, sia recepito ancora dalla massa teledipendente come fatto e non come opera narrativa.

Non si rintraccia solo l’esigenza, per opera del sistema, di nascondere la verità, annebbiando l’avvenimento dietro una cortina fumogena di stratagemmi romanzeschi, ma soprattutto la necessità di confezionare un evento che promuova una serie di reazioni nell’opinione pubblica in un effetto domino. Una branca della Glottologia è la Pragmatica, il settore che studia gli atti determinati dalla comunicazione: il linguaggio non è volto solo a trasmettere messaggi, bensì a provocare un feedback.



Ci si esprime per ordinare, per commuovere, per convincere, per ammonire, per ottenere qualcosa, persino per spaventare: nel mondo odierno in cui la comunicazione si realizza per lo più attraverso le immagini, anzi per mezzo di rutilanti ma vuoti simulacri, i media ufficiali enfatizzano nel racconto aspetti iconici e cromatici di grande impatto emotivo: l’autocarro della Basko, la rosa tatuata su una spalla di uno dei feriti (?), la sequenza reiterata del ponte con i monconi, i resoconti immaginosi dei “testimoni”… Di là dagli interessi politici, strategici ed economici, interessi che l’orchestrazione del collasso implica, si afferma il bisogno di penetrare nel subconscio creando delle scosse psicologiche del tutto equivalenti a quelle procurate dai colpi di scena che costellano un teleromanzo o un lungometraggio d’azione. Ha ragione Baudrillard: oggigiorno la tragedia, ad esempio una guerra, ha perso il suo carattere di massacro reale per fissarsi nel “puro calco della teoria e della pratica cinematografiche. Ciò cui assistiamo, annichiliti sulle nostre poltrone, non è come un film, ma è precisamente un film” con adeguati sceneggiatura, montaggio, regia. […] “La guerra sul terreno diviene un gigantesco effetto speciale, il cinema diviene il paradigma della guerra e noi la immaginiamo ‘reale’, quando è solo lo specchio della sua essenza cinematografica”.



Quali sono le risposte che la Hollywood planetaria, il complesso dei media mainstream, mira a conseguire? In primo luogo un atteggiamento rinunciatario, l’assuefazione al Male, l’insensibilità, l’acquiescenza: così si possono tranquillamente incendiare le foreste primarie, perpetuare lo sfruttamento dei diseredati, sterminare e snaturare etnie, portare all’estinzione migliaia di specie animali e vegetali, ammorbare la biosfera con le chemtrails, senza che alcuno reagisca; la vera reazione che gli apparati si prefiggono è la NON-REAZIONE. Uomini ridotti a larve, ad automi, asserviti ad una tecnologia non neutra come un coltello, che si può usare per uccidere o per tagliare un frutto, ma in sé dannosa, anzi mortale (si pensi al 5G).

Qual è la via d’uscita, se esiste? Baudrillard suggerisce di sabotare in ogni modo possibile la téchne. Il neo-luddismo che egli propugna ci porterebbe ad un’era pre-industriale in cui perderemmo quasi tutte le comodità per recuperare un barlume di coscienza. Il suo consiglio, però, naufraga se è diretto a chi non interessa un fico secco della coscienza, perché non sa neppure che cosa sia.



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venerdì 14 settembre 2018

Strana epidemia di polmonite nella Bassa Bresciana



Un focolaio di polmonite, stando alle fonti ufficiali, si è diffuso nella Bassa Bresciana. Quale potrebbe essere l’origine del contagio su cui le autorità sanitarie brancolano nel buio? Vediamo qualche “coincidenza”: i carburanti avio cosiddetti "verdi" sono e sono stati fonti di contaminazione batterica, da Montichiari per anni hanno decollato i velivoli della compagnia irlandese Ryanair, mentre attualmente partono gli aerei della Easyjet.

I comuni interessati sono Carpenedolo, Montichiari, Calvisano, Remedello, Acquafredda, Ghedi, Isorella, Visano e Montirone: sono tutti sulle direttrici di decollo/atterraggio dei due aeroporti della zona.

A Montichiari (Brescia) è ubicato l'Aeroporto di Brescia-Montichiari che un tempo apparteneva ad un'unica struttura militare comprendente anche il vicino aeroscalo di Ghedi. La proprietà è passata poi dall'Aeronautica militare al demanio civile; l'aerostazione passeggeri fu inaugurata il 16 marzo 1999. Attualmente lo scalo è la principale base di smistamento della corripondenza aerea di Poste Italiane.

L'aeroporto Luigi Olivari di Brescia-Ghedi è un’installazione militare ad uso del 6º Stormo dell'Aeronautica Militare) equipaggiato con Tornado IDS. Secondo il programma N.A.T.O. di condivisione nucleare, a Ghedi sono conservate 20-40 bombe atomiche B61-3, B61-4 e B61-7,[1] di potenza variabile e massima di 340 chilotoni. Il comandante della base è il colonnello Luca Maineri che ha avvicendato Davide Re il 5 luglio 2017.

Batteri killer sono presenti nei carburanti avio, come evidenziato da Tanker enemy in questo articolo del 2014. Il sorvolo a bassa quota di centinaia di aerei al giorno può senza dubbio innescare una letale contaminazione per "ricaduta".



Di seguito una cronaca

Non sembra scemare l'epidemia di polmonite che sta colpendo la Bassa Bresciana: solo nella giornata di martedì si sono registrati diciassette nuovi casi negli ospedali di Montichiari e Manerbio, facendo salire il numero delle persone infette a 256. E’ una cifra destinata a gonfiarsi: secondo le previsioni degli epidemiologi, nei prossimi giorni si arriverà a quota 300.

Resta ancora da scoprire che cosa abbia originato il proliferare dell'infezione batterica. Le indagini delle autorità sanitarie si sono allargate: sotto osservazione non ci sono più solo la rete idrica e i pozzi privati. I tecnici dell’ARPA hanno cominciato a compiere verifiche mirate nelle aziende siderurgiche della zona rossa che comprende i comuni di Carpenedolo, Montichiari, Asola, Remedello, Calvisano, Acquafredda, Visano e Isorella.

Sotto osservazione, in particolare, le torri di raffreddamento delle imprese siderurgiche: proprio lì potrebbe essersi insediato il batterio che ha causato l'epidemia. […] Tra la fine dell'estate e l'autunno del 2016, anche Parma si trovò a fronteggiare un'emergenza simile a quella che sta vivendo il Bresciano. All'epoca, le verifiche dell'autorità sanitarie individuarono il batterio della legionella, che diede avvio a un'epidemia di polmonite, proprio all'interno di una torre di evaporazione di un grande insediamento industriale.

Si tratta di una delle tante piste seguite: campionamenti e indagini riguardano anche il fiume Chiese, che martedì si è misteriosamente tinto di giallo, le torri d’irrigazione ad uso agricolo e pure i fanghi sparsi in questo periodo nei moltissimi campi della zona maggiormente colpita dall'emergenza.

Fonte: Epidemia di polmonite- Sotto osservazione aziende e campi

Articolo correlato: Colonie di batteri killer nei carburanti avio: la contaminazione arriva dal cielo

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Lo Stato intende definitivamente mettere il bavaglio ai fratelli Marcianò, attraverso l'impiego illegittimo di volgari azioni di "Giustizia", laddove le "parti offese" sono i negazionisti affiliati al C.I.C.A.P. Questo vile attacco ha portato alla prima incredibile condanna nel mese di dicembre 2017, alla quale è seguita una seconda, nell'aprile 2018 e ne seguiranno altre! In tutti i casi quali le "parti lese" sono famigerati disinformatori, impegnati in opera di discredito a nostro danno ma paradossalmente attori di processi penali contro di noi. Tutto ciò implica spese enormi per difendersi e da soli non ce la possiamo fare. Abbiamo bisogno del Tuo sostegno, anche piccolo. E' una battaglia per la libertà. Aiutaci. Grazie!



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venerdì 7 settembre 2018

Nuovo clamoroso caso di sindrome aerotossica



Un considerevole numero di passeggeri di un A-380 della Emirates [2], in volo da Dubai (Emirati Arabi Uniti), ha accusato i classici sintomi da "fume event" [1]. Il fenomeno, conosciuto come "sindrome aerotossica", è in modo pervicace occultato dalle autorità governative nonché dalle compagnie aeree, sicché, allorquando si verifica un nuovo episodio, l'evento viene descritto come "di origine misteriosa" oppure si ammanniscono all’opinione pubblica le ipotesi più bislacche.

Il caso dell'A-380 è rilevante, giacché questo tipo di velivolo non aspira l'aria che è poi immessa in cabina dalle gondole motore, ma da bocchette apposite, poste sui lati della fusoliera. Il fatto che il "fumo in cabina" si sia verificato ugualmente, implica che l'aria contaminata da sostanze neurotossiche (che provocano nausea, vomito, febbre, capogiri, cefalea, problemi neurologici più o meno seri e talora la morte) proviene direttamente dall'esterno e non da improbabili oli lubrificanti sfuggiti al sistema di filtraggio. [1] Ciò significa che l’aereo ha attraversato uno strato chimico, ossia una zona dell’atmosfera con alta concentrazione di composti nocivi rilasciati dai famigerati aviogetti impegnati, notte e giorno e a tutte le latitudini, nelle attività di “guerra climatica”. [2] Da notare che incredibilmente anche la Dottoressa Gatti ha sollevato la questione sul suo profilo Facebook.

Di seguito una cronaca.

Un volo della compagnia Emirates Airlines, proveniente da Dubai, con circa 500 persone a bordo, è stato messo in quarantena all’atterraggio all’aeroporto JFK di New York. Molti passeggeri (100 secondo i media statunitensi), hanno accusato malori durante il volo.

L’aereo è atterrato a New York alle 9:10 di mattina ora locale di mercoledì 5 settembre 2018. Il personale sanitario, insieme con gli agenti di polizia, ha così posto i passeggeri in quarantena. Il velivolo è stato fatto sostare in una zona ad hoc del JFK dove esperti e paramedici hanno cercato di arginare la situazione, sottoponendo ad esami i viaggiatori.

In una nota, la compagnia Emirates ha dichiarato che dieci persone - tre passeggeri e sette componenti dell’equipaggio del volo EK 203 - sono state ricoverate in ospedale, in quanto bisognose di cure mediche. Altri nove viaggiatori sono stati sottoposti a controlli medici e dimessi successivamente, mentre al resto delle persone è stato permesso di partire dopo screening eseguiti dalle autorità sanitarie. [...]

Le principali ipotesi circa la causa dei malori sono due: intossicazione alimentare o epidemia di influenza. (sic) [...]

Un A-380 della Emirates, diretto a Dubai, ripreso mentre sorvola illegalmente ed a bassa quota il centro abitato di Sanremo.

Fonti:

- Dubai-New York aereo in quarantena: centinaia di passeggeri con febbre e tosse
- Emirates airline: Passengers sick on Dubai-New York flight


[1] Non bisogna farsi trarre in inganno dal termine “fume che in italiano non si traduce con “fumo”, bensì con vapore o esalazioni. Questo significa che gli incidenti rientranti sotto la statistica di “fume events” non sempre e non necessariamente significano “fumo in cabina”. Precisato ciò, ricordiamo che comunque gli effetti sulla salute umana dei miasmi tossici respirati in cabina possono spaziare in un’ampia gamma: da disturbi lievi a vere e proprie patologie a carico del sistema respiratorio e cardio-circolatorio.

[2] Ottobre 2012: “La Lufthansa alle prese con il problema dei fume events sull’A380”: questa il titolo apparso sulla stampa di settore. L’aerolinea tedesca aveva comunicato che un insolito numero di eventi di vapori in cabina era occorso nella sua flotta di A380, in particolare sui voli decollati da Singapore. Dal momento che molti dei casi erano avvenuti sui voli di ritorno per la Germania la compagnia sospettava che le condizioni meteorologiche che solitamente caratterizzano la regione tedesca potevano aver giocato un ruolo determinante.


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