giovedì 22 novembre 2018

Centri di potere e rapporti di forza nell'attuale società



“Centri di potere e rapporti di forza nell’attuale società”: il titolo e l’argomento possono sembrare impegnativi, eppure l’intero discorso si potrebbe compendiare in poche parole, ricordando che il potere è sempre ed è sempre stato prepotenza e prevaricazione, anche e soprattutto quando si ammanta, con immensa ipocrisia, di paludamenti ‘democratici’.

Nondimeno molte cose sono cambiate rispetto al passato: nei decenni e secoli trascorsi ogni tanto operava l’uomo politico che aveva a cuore, almeno, in una certa misura, il benessere della collettività; oggigiorno l’intera classe “dirigente” è formata da un’accozzaglia di demagoghi intenti a perseguire solo i loro turpi interessi. Un tempo agiva qualche statista che non era privo di cultura e di intelligenza: egli, pur tra numerose contraddizioni, riusciva ad imprimere un indirizzo alla politica nazionale; al giorno d'oggi ministri e sottosegretari sono una banda di farabutti rozzi ed arroganti, inetti a tal punto che non sanno neanche allacciarsi le stringhe delle scarpe. Sono fantocci manovrati da burattinai cinici, apolidi, spregiudicati.

Quali sono i centri di potere nell’odierno scenario? In primo luogo, i media ufficiali come quelli pseudo-indipendenti, instancabili produttori di notizie false o distorte (oggi sono definite “fake news”) volte a pilotare l’opinione pubblica, a plasmarne il pensiero, cioè, in definitiva la totale incapacità di pensare.

Un altro apparato molto influente è la magistratura, tribunale dell’inquisizione che persegue gli psico-reati, mentre manda assolti i veri criminali. Le forze dell’ordine e l’esercito sono poi altri cardini della dominazione: sono il braccio armato della tirannide, come garanti della repressione.

Come dimenticare poi le strutture bancarie e le multinazionali che dettano l’agenda e ‘suggeriscono’ leggi e norme funzionali ai loro biechi scopi di profitto. Al cospetto di questi soggetti, partiti, movimenti e sindacati contano un po’ come il due di coppe. Lo stesso governo, con i vari dicasteri, è un semplice esecutore di ordini impartiti da organi sovranazionali sia pubblici sia nascosti (logge, ordini “religiosi”, società segrete, agenzie di “intelligence”, ossia il complesso del “deep State”).



Sebbene talora queste “corporazioni” siano in conflitto tra loro per la spartizione dei fondi, denaro estorto ai sudditi con mille balzelli uno più iniquo dell’altro, formano uno schieramento compatto e pressoché impenetrabile, grazie ad una fittissima rete di collusioni e di appoggi reciproci. La mafia, in questo contesto, è la bassa manovalanza del sistema: si pensi al traffico di stupefacenti gestito in gran parte dalla C.I.A. e, per così dire, appaltato alla criminalità organizzata.

Che cosa è mutato rispetto al tempo trascorso? Molto, ma, in sintesi, possiamo individuare questi cambiamenti: il potere è sempre più centralizzato e capillare, disponendo di spaventosi strumenti tecnologici che rafforzano la già forte burocrazia. Oggi chi può sfuggire al controllo? Nel Medioevo un servo della gleba vessato poteva emanciparsi dal feudatario, dandosi alla macchia.

Che cosa è mutato rispetto al tempo trascorso? Tranne rare eccezioni, l’atteggiamento del popolo nei confronti dell’establishment.

Un esempio: nei “Promessi sposi”, Manzoni evidenzia la dialettica tra oppressori ed oppressi. Gli umili sanno che i primi pensano al loro tornaconto, nulla o pochissimo aspettandosi dal governo; l’aristocrazia ricorre per lo più alla coercizione per affermare le sue prerogative, mentre oggi il ceto dominante occulta la sua natura liberticida dietro una falsa cortina di “libertà”, soffocando ogni residuo diritto con una politica paternalistica ma fraudolenta. Oggi i sudditi tendono a fidarsi delle istituzioni: questo spiega perché la decisione di estendere le vaccinazioni obbligatorie a quasi tutte le categorie e fasce d’età è percepita come un’iniziativa davvero tesa a preservare la salute, laddove è un progetto di sterminio. Questo spiega perché quasi tutti sono riluttanti ad ammettere che gli Stati possano perpetrare, in modo diretto o indiretto, i crimini più orrendi: il deliberato avvelenamento della popolazione e dell’ambiente attraverso la geoingegneria clandestina, gli inceneritori - definiti, in modo truffaldino "termovalorizzatori", le discariche, gli organismi geneticamente modificati, i campi elettromagnetici etc.



Addirittura, per perseguire i loro inconfessabili scopi, legati in particolare all’Agenda 21, la feccia globalista non esita, in questi ultimi tempi, a provocare incendi in California ed altrove, usando armi ad energia diretta. I roghi, che spesso distruggono solo auto e case, lasciano, invece, intatta la vegetazione, sono evidentemente appiccati per mezzo di laser montati su aerei. Le fiamme fondono il metallo e non aggrediscono il legno o la plastica: ciò denota il loro carattere anomalo, artificiale. I sovrani dell’ancien règime si accontentavano di ingrandire il territorio del regno, di conquistare regioni ricche di risorse, di concludere alleanze strategiche, di accrescere il loro prestigio sullo scacchiere europeo, ma il loro obiettivo prioritario non era certo danneggiare il popolo su cui regnavano. I sovrani ed i loro ministri potevano essere insipienti; oggi chi governa è un delinquente.

Qualsiasi decisione assunta dalle istituzioni, mentre pare finalizzata a migliorare le condizioni della comunità, è una polpetta avvelenata. Prendere coscienza che lo Stato, qualunque sia il colore politico dell’esecutivo, è sempre e comunque impegnato ad agire contro i cittadini non è facile, perché implica l’abilità di capovolgere interi schemi di pensiero. Tuttavia è l’unico modo per salvare il salvabile, se non è troppo tardi.

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giovedì 8 novembre 2018

Guerra climatica: un'ammissione importante dal CNR



E' scritto nel Vangelo che la "verità va gridata dai tetti". Antonio Raschi, Direttore dell'Istituto di Biometeorologia, CNR sede di Firenze, non proclama ai quattro venti il vero, ma almeno, pur all'interno di un discorso convenzionale e, in parte, depistante, insinua un riferimento quanto mai esplicito alla "guerra climatica" in atto ormai da decenni, con una frase eloquente: "Siamo al centro di un esperimento planetario di cambiamento del clima del quale non sappiamo bene gli effetti sul lungo periodo". Il sintagma "esperimento planetario" è quanto mai significativo, adombrando un insieme di attività coordinate e gestite da un potere sovranazionale. Il movimento degli occhi ed il tono della voce tradiscono un po' di timore, ma si vede che il Dottor Raschi sentiva la necessità di sputare il rospo. Che il cenno alla geoingegneria criminale sia avvenuto in un noto programma televisivo, piuttosto che in un semplice convegno, rende il tutto ancora più incisivo, perché, come ci insegna Mc Luhan, il medium è già messaggio. Speriamo che altri seguano l'esempio dello specialista: l'audacia da lui dimostrata fa risaltare ancora di più la vigliaccheria e l'omertà di figure tanto osannate quanto deprecabili, ad esempio gli esponenti dell'intera "classe dirigente".



[1] Antonio Raschi è nato a Firenze nel 1955. Agronomo, è ricercatore del CNR dal 1982. Nel 1985 e nel 1989 ha lavorato come ricercatore ospite presso l'Institute of Ecology dell'Università di Edimburgo. I suoi principali interessi scientifici sono l'ecofisiologia delle piante, i cambiamenti globali e lo sviluppo rurale. Dal 2009 è Direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR_IBIMET). Ha preso parte a numerosi progetti europei ed è stato delegato di cinque progetti COST. E' autore e co-autore di più di cento articoli scientifici peer-reviewed.

Articolo correlato: Antonio Raschi, il coraggio di parlare

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"Siamo al centro di un esperimento planetario di cambiamento del clima del quale non sappiamo bene gli effetti sul lungo periodo". Questa affermazione del Professor Antonio Raschi deve essere interpretata correttamente: come dimostrato dalla mimica, NON è una richiesta di consenso alla prosecuzione delle operazioni di geoingegneria clandestina, ma un grido d'allarme lanciato a chi vuole e può capire. In un sussulto di dignità, Raschi ha cercato di avvertire del pericolo mortale che incombe sul pianeta, se non si prenderà presto coscienza della "guerra climatica" in atto. Qualsiasi altra interpretazione, che chiama in causa presunte ed inverosimili questioni giuridiche, è destituita di ogni fondamento. Raschi è un ricercatore e non un giurista, inoltre il sistema che perpetra crimini di ogni tipo, è sempre e comunque al di sopra della legge oppure usa la "legge" come strumento di dominio. I tribunali sono deboli con i forti e forti con i deboli: agiscono contro gli oppositori, ora applicando norme assurde ora calpestando le regole che garantirebbero i diritti dei cittadini. Tutte le elucubrazioni su "sovranità individuale", "richiesta di consenso" sono sogni ad occhi aperti, masturbazioni cerebrali, utili sul piano pratico come una stufa d'estate. Questo è quanto.


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