Perché con un pretesto ogni volta differente gli alberi nei centri abitati sono sempre più spesso massacrati? Si adduce qualsiasi scusa per sradicare ulivi, platani, pini, pioppi, magnolie, cipressi ed altre specie arboree che abbelliscono i viali ed i parchi cittadini, donando ombra, frescura ed ossigeno? Gli alberi assorbono anche parecchi inquinanti, ma i criminali che amministrano molti comuni italiani hanno deciso di perpetrare la strage degli alberi: le loro radici si propagano troppo e spaccano l’asfalto; a causa dei nubifragi (artificiali) molte piante rischiano di cadere e di provocare danni e vittime; gli alberi ai lati delle carreggiate sono pericolosi in caso di incidenti automobilistici…
E’ vero che la gestione del verde pubblico è sovente poco oculata, per usare un eufemismo, ma quante volte giganti rigogliosi e sani sono sradicati senza motivazione alcuna? Nei prossimi mesi assisteremo al taglio indiscriminato delle essenze arboree, semmai sostituite da qualche misero cespuglio, se non da orribili cippi e transenne, perché la vegetazione scherma i campi elettromagnetici, in particolare le onde millimetriche del mortale 5G, il sistema di nuova generazione, decantato da Gigetto di Maio come il non plus ultra del progresso.
E’ un sistema ufficialmente promosso per facilitare ed accelerare le comunicazioni e per rendere i vari servizi più efficienti, quando in realtà, come le altre iniziative delle istituzioni, persegue obiettivi malevoli, in primo luogo irradiare le popolazioni con frequenze dannose alla salute. Si aggiungono così alle vaccinazioni coatte, alle radiazioni nucleari, al nanoparticolato degli inceneritori, ai composti tossici delle chemtrails etc.
Biechi interessi economici e scopi inconfessabili si congiungono in questo genocidio mascherato dietro la retorica delle “magnifiche sorti e progressive” (T. Mamiani): miliardari appalti a favore dei gestori di telefonia mobile, accordi con società cinesi, fiumi di denaro sulla pelle nostra. Sono state inutili le comunque timide iniziative parlamentari volte a chiedere una moratoria del 5G, sulla base specialmente di rigorosi studi condotti dall’Istituto Ramazzini; è stato inutile l’appello lanciato da scienziati di tutto il mondo per tentare di fermare questa carneficina. I vari politicanti, burattini della feccia mondialista, procedono imperterriti ed incuranti di proteste, studi scientifici, interrogazioni parlamentari…
Abbattere gli alberi significa, tra le altre cose, aggravare il problema della siccità già di proporzioni colossali in molte aree del pianeta: si riduce, infatti, la traspirazione dal fogliame, fenomeno alla base, insieme con l’evaporazione, del ciclo dell’acqua. Il caldo estivo così diventerà sempre più torrido e si porteranno all’estinzione specie dell’avifauna che trovano nel verde cittadino il loro habitat. L’aria sarà sempre più contaminata, i centri urbani sempre più squallidi, ma Gigetto potrà finalmente divertirsi ad usare un veicolo senza conducente!
Se veramente la Megera con le trecce, Bario Tozzi e tutti gli pseudo-ecologisti fossero davvero preoccupati dell’ambiente, si opporrebbero alla mattanza degli alberi che, tra l’altro consumano il tanto vituperato (da loro) biossido di carbonio; invece cianciano di cambiamenti climatici e/o di riscaldamento globale solo per abbindolare l’opinione pubblica e incolparla di ogni nefandezza. Intanto Gigetto è di una goffaggine proverbiale e la sua auto rigorosamente elettrica, rigorosamente radiocomandata si è andata a schiantare contro un pino, l’ultimo rimasto…
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