Eruditi… una volta pullulavano, oggi siamo circondati da ignoranti laureati. Quasi sempre sono laureati in materie scientifiche. Sono dei beoti, protervi depositari ed araldi dei dogmi accademici. Sono anche sovente persone di successo, ma consideriamo che lavorano per conto delle diaboliche multinazionali o comunque sono integrate in un sistema perverso. Oggigiorno chi è organico all’establishment, chi aderisce, volente o nolente, al modello politico-economico egemone, trova un impiego remunerativo e intraprende una carriera costellata di promozioni; gli altri di solito sono condannati alla sottoccupazione o alla disoccupazione, ad essere emarginati.
Nel mondo attuale chi miete insuccessi, nonostante, anzi a causa dei suoi talenti, delle sue capacità, è un individuo autonomo ed arguto. Gli stolti, gli indottrinati, i corrotti insegnano nelle università, dirigono importanti aziende, conducono programmi televisivi, possono vantare uno status prestigioso. Parafrasando il Messia, diremmo: “Beati i falliti, perché essi otterranno il riconoscimento del loro valore!”. E il vero valore non è nel denaro che guadagni, nei titoli e nelle onorificenze che collezioni, negli incarichi di “responsabilità” che ti sono affidati; il vero valore è nella caratura intellettuale ed etica. La reale grandezza è inversamente proporzionale all’apprezzamento che la nostra società sudicia e rozza riserva a ciascuno di noi.
Chi è magnificato è una nullità; chi è vilipeso è spesso un individuo eccezionale, è un’eccezione che va contro le regole assurde e inique imposte dalla casta tecnocratica. Colloquia con un anziano agricoltore di un villaggio, con un bimbo che ruzza in un prato, con una donna semplice che ha cresciuto dei figli, con un operaio temprato dalla fatica: ti elargiranno perle di sapienza, esempi di abnegazione, spunti per riflettere.
Colloquia con un accademico, con un funzionario, con un “esperto”, ne caverai solo luoghi comuni, banalità, pregiudizi inculcati da diseducativi educatori. Pensano di essere furbi, ma sono talmente babbei che abboccano ogni volta all’amo, ad esempio della falsa pandemia: increduli nei confronti delle verità, sono, però, altrettanto creduli nei rispetti delle menzogne.
L’umanità attuale è spezzata in due: gli schiavi che comandano da un lato, i liberi che sono oppressi dall’altro.
Ci siamo espressi con certa durezza nei confronti dei negazionisti e, più in generale, del campione della specie homo sapiens sapiens (?) che essi rappresentano. Il nostro giudizio non cambia, nondimeno dobbiamo confessare che il biasimo non è pronunciato a cuor leggero: infatti ci doliamo nel vedere una società snaturata a tal punto da essere più degna di compassione che di condanna.
Quale sentimento poi si prova verso bambini ed adolescenti, vittime di vittime-carnefici? Essi sono inconsapevoli ed inermi di fronte alle astuzie del sistema che, mentre li carezza con una mano, con l’altra li bastona. Eppure, a volte, si ha un atteggiamento duplice: da un lato si commisera la sorte di costoro, dall’altro si è insofferenti, perché le opportunità di coltivare il discernimento sono offerte a queste ultime generazioni come alle precedenti. Sono poche le occasioni, ma non mancano: sono libri, sono eventi, sono maestri, sono incontri, ma essi li ignorano oppure, se si imbattono in queste chances di crescita, le schivano, più per ignavia che per paura.
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