sabato 19 dicembre 2020

All'arme (seconda ed ultima parte)

Poiché non si poteva trovare la giustizia, si è inventato il potere. (B. Pascal)

A questo punto, riconosciuta tale premessa, si tratta di vedere in che modo si potranno affrontare le insidie, in primo luogo le venefiche pseudo-vaccinazioni, che si profilano all’orizzonte.

Subito richiameremmo l’attenzione sul fatto che non bisogna lasciarsi incantare dalle sirene della Rete. Questi finti alfieri della verità si limitano a denunciare la situazione creatasi, senza mai prospettare possibili rimedi, inoltre adoperano un linguaggio ambiguo dove l’inganno del potere si insinua sotto mentite spoglie. Si pensi al sintagma “dittatura sanitaria”: è una dicitura fallace, perché, se siamo tutti d’accordo che è ormai stato instaurato un regime totalitario comunque deprecabile, dobbiamo, invece, dichiarare che di “sanitario” non ha alcunché. Una vera tirannide sanitaria agirebbe con metodi coercitivi e persino brutali, ma con il vero intento di tutelare i cittadini: ad esempio, ordinerebbe l’immediato smantellamento delle antenne 5G che irradiano letali campi elettromagnetici oppure eseguirebbe un controllo draconiano della filiera alimentare per evitare che il cibo sia contaminato dai metalli (provenienti dalla geoingegneria clandestina) e da mille altri veleni.

In realtà, Giuseppi e il suo entourage, per considerare solo l’Italia, “difendono” la salute con misure tanto assurde quanto dannose (vedi il caso delle mascherine supertossiche) e con gli pseudo-vaccini. Insomma gli imbroglioni hanno a cuore la vita degli Italiani, come un allevatore ha a cuore la vita degli agnelli, quando si avvicina la Pasqua. Purtroppo la campagna di pseudo-vaccinazione non subirà battute d’arresto, nonostante i già non infrequenti casi di reazioni avverse anche gravi. I bugiardi, oltre a rendere le pseudo-immunizzazioni de facto obbligatorie, attribuiranno decessi ed effetti collaterali ad una mutazione del fantomatico virus, proponendo ed imponendo altri finti antidoti necessari, secondo loro, per scampare al falso contagio.

Poi il crescendo rossiniano è destinato a sfociare in una “nuova normalità” che della passata situazione conserverà ben poco: le scuse più disparate giustificheranno le mascherine, le distanze di “sicurezza”, i veleni nelle vene, le restrizioni, le chiusure etc. Chi tenterà di sfuggire allo stato di polizia, alle “immunizzazioni” di massa sarà rincorso, accerchiato, escluso, perseguitato.

Di fronte a prospettive così allarmanti, bisogna imbracciare le armi e per armi intendiamo la creazione di una rete volta al sostegno reciproco con il fine di sopravvivere, quando probabilmente i dissidenti non potranno più contare sui pochi servizi e gli esigui emolumenti su cui finora si è fatto affidamento. Meglio non trastullarsi con illusioni come le criptomonete: forse non è lontano il giorno in cui varrà molto di più un canestro di frutta e verdura che diecimila euro in banca. Bisognerà dunque, se ne saremo capaci, tessere relazioni di mutua solidarietà ed assistenza (anche sanitaria): ognuno, secondo le sue risorse e competenze, potrà aiutare gli altri oppositori e, nel contempo, essere sostenuto.

Intanto – dispiace dirlo, ma succederà – i credenti nel dio “Covid19”, prima o poi, moriranno come mosche o, nel migliore dei casi, a causa delle pozioni atte a modificare il corredo genetico, saranno ridotti ad esseri malaticci, a schiavi malvivi alle dipendenze di tecnocrati straricchi e strapotenti. Certo, rincresce che bambini ed adolescenti, ignari della ferocia che il sistema coltiva in sé dietro una facciata di benevolenza, saranno falciati o, nelle più rosea delle ipotesi, trasformati in soldatini ubbidienti. Nel “Corano” è scritto che “chi salva una vita umana è come se avesse salvato l’intera umanità”. Proveremo a salvare qualcuno, prima che si abbatta la “grande tribolazione”, ma dobbiamo ammettere che non è facile: quanti adulti, cui è stato spiegato per filo e per segno quali sono i veri scopi della spuria pandemia, continuano a farsi abbindolare dai media di regime e dagli “scienziati” organici alla tirannide! Varie insigni tradizioni ci avvisano che siamo prossimi ad una fase decisiva come d’altronde si possono intravedere i segnali di una crisi epocale. Perciò “chi ha orecchie per intendere, intenda”. “Freccia prevista vien più lenta”, scrive Dante. Forse in extremis qualcuno la potrà schivare, concludiamo noi.

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giovedì 17 dicembre 2020

All'arme! (prima parte)

Siamo ormai in un vicolo cieco: ma come e perché ci siamo arrivati? Sembra un argomento che esula, tuttavia, per capire per quale ragione siamo ormai sull’orlo del baratro, non ci si può esimere dall’accennare ad un problema fondamentale, ossia la controversia circa il determinismo vs determinismo alias destino vs libero arbitrio. Sono innumerevoli quelli che, dimostrando più superbia che vigore di pensiero, liquidano la questione, pontificando: “Il fato non esiste; tutto dipende dalle scelte umane”.

Nessuno può avere l’ultima parola su un tema tanto spinoso, così non possiamo asserire che è vero il contrario. Lo scrittore francese Paul Valery irrideva i sostenitori del determinismo, perché, a suo parere, credevano nel nesso causale, in una catena di antecedenti che determinano una serie di conseguenze. Non siamo così ingenui da scambiare il post hoc (dopo di ciò) con il propter hoc (a causa di ciò), nondimeno siamo inclini a considerare almeno come ipotesi plausibile quella formulata dallo scienziato Vittorio Marchi. Marchi, pur essendo un esponente della filosofia riconducibile al “Tutto è Uno”, con tutti i pregi ed i limiti di questo orientamento, sul soggetto in esame è chiaro. Egli scrive: “Se, infatti, la mente dell’uomo fosse già sufficientemente evoluta, ogni accadimento avverrebbe nell’ambito di un continuo presente. Se tuttavia ciò non accade, è solo perché la mente limitata dell’uomo collega e segue gli eventi che avvengono nello stesso ‘tempo’ in ritardo, quindi in forma di successione, mentre in realtà tutto accade nello stesso istante”. E’ evidente che tale posizione teorica tende ad escludere il libero arbitrio che lo scienziato, non a caso, nega. D’altronde sempre Marchi osserva: “Il tempo è quell’artificio che usiamo per far sì che tutte le cose non avvengano simultaneamente, quando in realtà esse sono già avvenute, nel mondo del Pensiero (Spirito)”. Insomma, conclude Marchi: “E’ già tutto scritto”.

Ecco che subito si muovono le solite obiezioni: la fisica quantistica, cui si ancorano non di rado tendenze New age, ha distrutto il determinismo, sostituendolo con il probabilismo. A parte che della fisica quantistica esistono molteplici interpretazioni incompatibili fra loro e non tutte tali interpretazioni sostengono pure l’idea della libera volizione, bisogna ricordare che probabilismo non è sinonimo di libertà nelle scelte, perché ciò implica una direzione razionale, mentre il probabilismo consuona con il caos e l'irrazionalità.

Non solo! Se riflettiamo sul fenomeno tipico del mondo quantistico definito “sincronicità”, esso non depone certo a favore della dottrina del libero arbitrio. Sulla base della “sincronicità”, “tutte le strutture e gli eventi nell’Universo sono soltanto una complessa trama di particelle che si muovono nel ‘tempo’ e per le quali il passato e il futuro, per il principio della sovrapposizione degli opposti, sono solo un eterno presente” (V. Marchi). Così abbiamo dimostrato che il concetto di libertà non si può fondare sulle acquisizioni, comunque spesso controintuitive, della meccanica quantistica la cui cornice teoretica è di natura matematica, non etica.

Certo, qualcuno eccepisce, nel modo seguente: “Bisogna che tutti ci focalizziamo sul pensiero positivo, se vogliamo evitare che gli eventi precipitino”. Non è questa la sede per smentire o, almeno, ridimensionare questo luogo comune: ci limitiamo a notare che il richiamo alla massa critica per quanto riguarda il “pensiero positivo” non ha alcun fondamento. Infatti il pensiero, la coscienza prescindono dalla quantità, dal numero: teoricamente basterebbe anche che una sola persona concentrasse la sua volontà creativa e favorevole su un preciso fine per imprimere una svolta al corso degli avvenimenti. Ci sembra che ciò non sia accaduto né stia per accadere.

Quindi riprendiamo le frasi con cui abbiamo esordito. Siamo ormai in un vicolo cieco, ma come e perché ci siamo arrivati? Ci siamo arrivati, perché, del tutto o in parte, piaccia o no, la Storia è predeterminata. A questo punto, riconosciuta tale premessa, si tratta di vedere in che modo si potranno affrontare le insidie, in primo luogo le velenose pseudo-vaccinazioni, che si profilano all’orizzonte. In questi anni, occupandoci di geoingegneria clandestina, abbiamo sempre coniugato, nei limiti del possibile, gli aspetti inerenti alla ricerca e alla denuncia, con quelli che riguardano la prassi, ossia il “che fare?”. Proveremo a rispondere quanto prima.

Fonte: V. Marchi, La vertigine di scoprirsi Dio, Cesena, 2014

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sabato 12 dicembre 2020

Ritratto dell'attivista, ossia del dissidente (seconda parte)

Goethe scrive che “il mondo progredisce solo grazie a coloro che si oppongono”. Ecco perché la nostra società si è arenata, anzi regredisce ogni giorno di più, giacché regna il conformismo: pochi si oppongono, non tanto per obbedire al Diktat del “pensiero” unico, ma per abbracciarne entusiasti la vuota ideologia. E’ davvero un’ideologia vuota, in quanto neppure animata da impulsi vitali, per quanto diabolici e distorti, come quelli che infiammarono gli animi di gerarchi e sudditi nei regimi totalitari.

E’ una Ideenkleid strumentale costruita solo per soggiogare e circuire l’individuo massificato: non esprime una concezione del reale, sia pure nefanda. Viene a taglio un messaggio che abbiamo ricevuto da un amico: “Si è tentati di ridere dei tanti movimenti e associazioni che confidano nelle denunce, raccolte firme, petizioni e quant'altro, rivolte ai giudici e ai tribunali contro questo regime e i suoi soprusi. Tuttavia la Storia ci insegna anche che, prima o poi, questi regimi crollano e arriva per tutti la resa dei conti. Questo anche grazie a quei pochissimi che in ogni campo, nonostante tutto, rimangono incorrotti e continuano a fare il loro lavoro con coscienza. Oggi i potenti e gli arroganti credono che il loro trionfo sia prossimo, ma sono sicuro che, proprio quando saranno lì lì per mettere l'ultima carta sulla vetta, tutto il castello crollerà rovinosamente su di loro. [...] Il Signore in cui credo sta proprio dalla parte di chi è perseguitato e calunniato, essendolo stato anche Lui fino alla croce”. Questo messaggio evoca i campioni del nostro tempo, i guerrieri della luce, rispetto ai quali i pusilli rivelano tutta la loro infimità.

Consideriamo en passant il problema delle "vaccinazioni" più o meno obbligatorie: quanti oggi si sgolano contro le inoculazioni coatte, dichiarano che mai e poi mai si faranno iniettare una miscela tossica nelle vene! Li vediamo già in coda per ricevere la loro dose di “antidoto”: quando non essere vaccinati significherà non poter acquistare né vendere, tutta la loro determinazione a combattere contro la dittatura pseudo-sanitaria diventerà acquiescenza. Li vediamo già docili come agnelli pronti per essere macellati. I vili, i traditori sono legioni.

La società è guasta non solo a causa dei depravati, che, in fondo, sono una minoranza, ma a motivo di tutti quei mediocri, quegli ignavi che di per sé non sono malvagi, ma inetti, perché non si schierano, perché non prendono posizione, perché non osano avversare chi comanda. L’uomo non è solo antiquato, come osserva il filosofo tedesco Anders, essendo stato sostituito dalla tecnologia, dagli automi e dagli androidi che sono più efficienti, più produttivi, più veloci. L’uomo – dicevamo – non è solo antiquato, è anche castrato: gli è stata sottratta l’energia vitale, è stato privato persino dell’istinto di autoconservazione.

Ridotto ad un’ombra di sé stesso, ad una larva l’uomo di oggi si aggira fra le macerie di un mondo insensato. Il senso è stato sostituito dalla chiacchiera (Heidegger docet), da discorsi fatui su argomenti futili; il senso è stato surrogato da appendici tecnologiche, miseri, anche se rutilanti ammennicoli dati in cambio dell’autenticità…

Crediamo che in tempi remoti, come attestano molte tradizioni, l’umanità fosse migliore, poi fu pervertita. Qualcuno obietterà: si cerca un capro espiatorio, per deresponsabilizzare l’umanità. No, non la deresponsabilizziamo, ma ridimensionamo il suo ruolo, nel bene e nel male. Diversamente ci si allinea alla pericolosa retorica dei mondialisti che mirano a decimare la popolazione, pure con i loro diabolici “immunizzanti”, perché la considerano uno sbaglio di natura. Sono gli stessi che delirano di “immunità di gregge”. Certo, perché considerano il popolo un gregge, le cui pecore agiscono e reagiscono in modo gregario. Purtroppo i farabutti intendono non solo macellare le pecore più mansuete, ma soprattutto sgozzare le pecore nere. Fuor di metafora, gli scellerati al governo colpiscono in modo indiscriminato per sbarazzarsi di quei pochi intelligenti che smascherano le ignominiose nefandezze del sistema, per eliminare i pochi resistenti che svergognano i criminali travestiti da benefattori. Ecco, mai generalizzare: accanto agli stolti, tra gli stolti, non con gli stolti, il cui numero è infinito, come ci insegna Seneca, vive anche qualche individuo accorto. Esistono gli omunculi, ma anche gli Uomini; esistono le donnicciole, ma anche le Donne.

Leggi qui la prima parte: Ritratto dell'attivista, ossia del dissidente (prima parte)

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mercoledì 9 dicembre 2020

Mascherine supertossiche e scie tossiche: curiosi parallelismi

Siamo al corrente del fatto che indossare la mascherina è insalubre e potenzialmente letale, poiché causa ipercapnia ed ipossia. Portare la mascherina può anche provocare malattie del sistema respiratorio [1] (polmoniti batteriche). Si consideri poi che le museruole immesse sul mercato contengono biossido di titanio e fluoro. Ma non basta! Ora spunta un rapporto di analisi che evidenzia che, nelle mascherine fornite dall'amorevole Stato, ai docenti, al personale A.T.A. ed agli allievi di ogni ordine e grado, sono presenti anche vari metalli tra cui alluminio, bario, cromo, ferro, manganese, nichel, rame, zinco. Tra l'altro, coincidono con gli ingredienti tipici delle famigerate "scie tossiche". Singolare coincidenza... Non è poi così difficile capire perché da decenni siamo avvelenati con questi metalli diffusi in ogni dove.

E’ tutto interconnesso: da alcuni anni, si decanta la possibilità di somministrare farmaci (anche pseudo-vaccini che modificano il corredo genetico) a distanza e di dosarli, usando apposite frequenze. Insomma, un quadro inquietante qui appena tratteggiato. Approfondiremo il tema, appena possibile.

[1] Occorre, infatti, considerare che l'uso della mascherina causa ipercapnia ed acidosi, determinati dall'aumento di CO2 nel sangue e che riducono la saturazione di ossigeno nel sangue, esponendo il soggetto con maggiore facilità ad ogni tipo di aggressione batterica o virale. Questo ancor più in individui che sono affetti da difficoltà respiratorie per motivi cardiaci, broncopolmonari anche a genesi allergica o psicosomatica. L'acidità favorisce inoltre lo sviluppo di cellule tumorali. Sono frequenti anche cefalea e capogiri, indotti da questo stato. Infine l'umidità che si forma al di sotto della mascherina è in grado di produrre dermatiti micotiche e di aumentare l'eventuale carica batterica e/o virale altrimenti inerte, poiché essa si accumula negli alveoli polmonari del soggetto.

Qui la schermata di parte del rapporto di analisi. NOTA: Il committente ed il laboratorio sono stati volutamente oscurati su richiesta degli interessati.

Articolo correlato: I compagni di BaAl

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sabato 28 novembre 2020

Ritratto dell'attivista, ossia del dissidente (prima parte)

Chi sono gli attivisti contro la geoingegneria clandestina e, più in generale, contro quelli che abbiamo definito “crimini governativi”? Abbiamo provato a tracciarne un ritratto di cui pubblichiamo la prima parte.

Eruditi… una volta pullulavano, oggi siamo circondati da ignoranti laureati. Quasi sempre sono laureati in materie scientifiche. Sono dei beoti, protervi depositari ed araldi dei dogmi accademici. Sono anche sovente persone di successo, ma consideriamo che lavorano per conto delle diaboliche multinazionali o comunque sono integrate in un sistema perverso. Oggigiorno chi è organico all’establishment, chi aderisce, volente o nolente, al modello politico-economico egemone, trova un impiego remunerativo e intraprende una carriera costellata di promozioni; gli altri di solito sono condannati alla sottoccupazione o alla disoccupazione, ad essere emarginati.

Nel mondo attuale chi miete insuccessi, nonostante, anzi a causa dei suoi talenti, delle sue capacità, è un individuo autonomo ed arguto. Gli stolti, gli indottrinati, i corrotti insegnano nelle università, dirigono importanti aziende, conducono programmi televisivi, possono vantare uno status prestigioso. Parafrasando il Messia, diremmo: “Beati i falliti, perché essi otterranno il riconoscimento del loro valore!”. E il vero valore non è nel denaro che guadagni, nei titoli e nelle onorificenze che collezioni, negli incarichi di “responsabilità” che ti sono affidati; il vero valore è nella caratura intellettuale ed etica. La reale grandezza è inversamente proporzionale all’apprezzamento che la nostra società sudicia e rozza riserva a ciascuno di noi.

Chi è magnificato è una nullità; chi è vilipeso è spesso un individuo eccezionale, è un’eccezione che va contro le regole assurde e inique imposte dalla casta tecnocratica. Colloquia con un anziano agricoltore di un villaggio, con un bimbo che ruzza in un prato, con una donna semplice che ha cresciuto dei figli, con un operaio temprato dalla fatica: ti elargiranno perle di sapienza, esempi di abnegazione, spunti per riflettere.

Colloquia con un accademico, con un funzionario, con un “esperto”, ne caverai solo luoghi comuni, banalità, pregiudizi inculcati da diseducativi educatori. Pensano di essere furbi, ma sono talmente babbei che abboccano ogni volta all’amo, ad esempio della falsa pandemia: increduli nei confronti delle verità, sono, però, altrettanto creduli nei rispetti delle menzogne.

L’umanità attuale è spezzata in due: gli schiavi che comandano da un lato, i liberi che sono oppressi dall’altro.

Ci siamo espressi con certa durezza nei confronti dei negazionisti e, più in generale, del campione della specie homo sapiens sapiens (?) che essi rappresentano. Il nostro giudizio non cambia, nondimeno dobbiamo confessare che il biasimo non è pronunciato a cuor leggero: infatti ci doliamo nel vedere una società snaturata a tal punto da essere più degna di compassione che di condanna.

Quale sentimento poi si prova verso bambini ed adolescenti, vittime di vittime-carnefici? Essi sono inconsapevoli ed inermi di fronte alle astuzie del sistema che, mentre li carezza con una mano, con l’altra li bastona. Eppure, a volte, si ha un atteggiamento duplice: da un lato si commisera la sorte di costoro, dall’altro si è insofferenti, perché le opportunità di coltivare il discernimento sono offerte a queste ultime generazioni come alle precedenti. Sono poche le occasioni, ma non mancano: sono libri, sono eventi, sono maestri, sono incontri, ma essi li ignorano oppure, se si imbattono in queste chances di crescita, le schivano, più per ignavia che per paura.

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lunedì 23 novembre 2020

Enclave

Noi corriamo spensierati verso il precipizio, dopo esserci messi dinanzi agli occhi qualcosa che ci impedisca di vederlo. (B. Pascal)

E' frequente che ci si occupi di quisquilie, mentre il mondo crolla: quanto più profondi sono i cambiamenti, radicali ed irreversibili, tanto più gli uomini diventano superficiali. Succede anche spesso che lo sguardo si appunta verso oggetti che non occupano la parte più importante del campo visivo: pensiamo, ad esempio, al recente conflitto tra Azeri e Armeni per il controllo del Nagorno-Karabakh o Artsakh: nell’indifferenza internazionale si è consumata una strage che ha ridisegnato l’assetto della regione caucasica. L’Artsakh, enclave a stragrande maggioranza armena, è stata, nell’arco di poche settimane, quasi del tutto conquistata dall’esercito azero, armato soprattutto da Turchia ed Israele. E’ stata siglata una pace umiliante per gli Armeni, mentre l’Azerbaigian ha conseguito una vittoria importante. L’accordo è stato firmato sotto l’egida dei Russi, di Putin (o chi per lui) che ha agito, dimostrandosi campione della Realpolitik: infatti, in base all’intesa tra i belligeranti, un contingente russo vigilerà sul rispetto della pace ed aprirà un corridoio tra l’Azerbagian ed il Naxçıvan, regione azera, confinante con la Turchia ed isolata dal resto dell’Azerbaigian.

Che gli Armeni siano stati sconfitti nell’arco di poche settimane si spiega con il sostegno blando di Mosca che non si è certo adoperata per arginare l’avanzata azera, mentre ha de facto consentito che Baku portasse quasi a termine l’invasione per poi proporsi come arbitro tra le parti.

Quanto è accaduto è istruttivo: ci insegna, anzi ci conferma, che la condotta dei potenti è improntata a spregiudicatezza, non ispirandosi ad ideali. Come attendersi dunque la “salvezza” dal liberatore di turno, quando costui è un figuro scaltro ed opportunista, anche se dietro la facciata di oppositore del Nuovo ordine mondiale? Il destino degli Armeni, già vittime nel 1915-16 di un genocidio su cui pesa il negazionismo (quello vero!) dei Turchi, è potente metafora della sorte che tocca e toccherà all’umanità superstite, un’umanità accerchiata, ultima roccaforte di valori e principi schiacciati dalla feccia globalista e dalla massa alleata, volente o nolente, con il potere. E’ una minoranza tanto perseguitata, quanto ignorata proprio come gli Armeni, popolo indoeuropeo che parla una lingua con molti termini simili a quelli dell’inglese, prima nazione cristiana, sopravvissuta miracolosamente fino ad oggi alla pressione ottomana ed islamica.

Succede spesso che lo sguardo si appunta verso oggetti che non occupano la parte più importante del campo visivo: è anche il caso delle cosiddette “scie chimiche”. Questi solchi, mentre tutto cambia (in peggio), continuano a scavare la pelle del cielo, ma pochissimi se ne accorgono. Eppure, se i soliti noti seguitano a spargere veleni nella biosfera, significa che la biogeoingegneria illegale riveste un ruolo strategico nel controllo e nella degradazione genetica della popolazione.

Giustamente ci si preoccupa dei vaccini di nuova concezione, quelli che saranno proposti o imposti per “proteggerci” dal mai isolato SARS-CoV2 e dai suoi “eredi”: non si comprende, però, che è tutto intrecciato, tutto programmato da molto tempo. Non solo, ci si arrocca su posizioni che rivelano egocentrismo: che cosa c’interessa di quello che avviene lontano, fuori dalla porta di casa nostra? Si è spesso egocentrici e poco lungimiranti: il governo, che ha sempre lesinato aiuti alle più diverse categorie, da qualche mese profonde indennizzi (a quali condizioni è facile immaginare) per commercianti ed imprenditori colpiti dalla crisi dovuta alla falsa pandemia. Quanti, però, si avvedono che è un "rimedio" peggiore del male? Ci si abitua ad essere sovvenzionati dallo Stato, chiudendo le proprie attività, senza più lavorare, ma la “cuccagna” non potrà durare per sempre.

Eppure, se non ci si decide uniti a diffondere la verità ed a contrastare senza remore l’ipocrita violenza del sistema, si rischia la capitolazione.

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martedì 17 novembre 2020

Julie, Scie chimiche

Pubblichiamo la recensione di un motivo composto dalla giovane cantautrice siciliana Julie. Il pezzo non è un capolavoro, ma è godibile e si apprezza soprattutto per il rimando alle cosiddette “scie chimiche”: è un cenno che Julie introduce per richiamarsi ad un problema reale ed indiscusso. E’ una questione che, in tempi di FINTA pandemia, non si deve e non si può ignorare.

Venerdì 4 settembre è stato pubblicato "Scie chimiche", il singolo d’esordio della giovanissima cantautrice siciliana Julie. La produzione uscirà per Carioca Records e sarà distribuita da Artist First.

‘Scie chimiche’ è un motivo pop dalle note spensierate e romantiche in grado di trasportare l’ascoltatore in un mondo musicale allegro e frizzante, mettendolo subito in una propensione positiva. Il ritmo è coinvolgente e il testo racconta di un amore giovanile vissuto con la leggerezza dell’adolescenza.

Tuttavia, dopo un ascolto più attento, si può cogliere un dualismo costante fra elementi che si contrappongono: il dolce e l’amaro di una storia d’amore ormai giunta al termine, la guerra e la pace, il giorno e la notte, il presente e il passato, la terra e l’universo, la prigionia e la libertà. […]

Biografia

Julie è al secolo Giulia Scroppo nasce nella primavera del nuovo millennio. Cresciuta a Campofranco (CL), piccolo centro dei Monti Sicani dove , sin da piccola, dimostra la sua indole artistica, prendendo lezioni di danza, cantando e recitando in vari spettacoli della compagnia teatrale locale. […]

Una volta maggiorenne, Giulia scopre il pianoforte e si ritrova a comporre le sue prime canzoni che sono incise e curate presso il Master Play Studio con Leo Curiale che ne cura gli arrangiamenti. A luglio 2020 firma per Carioca Records e i prossimi mesi vedranno la pubblicazione di due singoli.

Julie nelle sue canzoni è semplice ma mai banale. E’ leggera come un bacio che lascia il segno, senza filtri e diretta. Gioiosa e solare, canta di sé e dei suoi sogni con leggiadria ed emozione.

Fonte: expartibus.it

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venerdì 30 ottobre 2020

La parcellizzazione del potere nella società contemporanea

Tutte le persone che incontriamo ci insegnano qualcosa, alcune a non essere come loro. (Anonimo)

Nel mondo non è che volgo. (N. Machiavelli)

La devozione nei confronti del potere è un sacrilegio. (Anonimo)

Fino a qualche tempo fa, gli individui in grado di pensare erano perseguitati e denigrati per lo più dal sistema con le sue varie propaggini, ossia soprattutto la truce setta dei disinformatori alias negazionisti, gli esponenti della “scienza” ufficiale, la “giustizia”, le forze della coercizione, i “giornalisti” a cottimo… In questi ultimi tempi, però, l’oppressione si è come diffusa nei vari strati della società. Inoltre non sono solo gli attivisti contro la geoingegneria clandestina ed il signoraggio bancario, i temi più spinosi tra quelli oggetto di aspra censura, ad essere attaccati: è sufficiente, infatti, non aderire all’ideologia oggi dominante, il covidiotismo, per essere bersagliati più dall’uomo della strada che dalle istituzioni. A tale proposito, risultano profetiche le analisi di Foucault cui dedicammo un articolo tempo fa: è un testo quanto mai attuale che per questo motivo rilanciamo. Veramente si accappona la pelle, a leggere certe riflessioni sullo zelante cittadino diventato gendarme pronto, ad esempio, a biasimare, se non a punire chi non indossa la mascherina. E’ il segno comunque di una spaventosa degradazione della società ormai retta sulla superstizione, l’oscurantismo, l'intolleranza.

Nelle sue ultime opere, il filosofo e storico francese Michel Foucault (1926-1984), analizzando la “fisica” dei poteri, ne enuclea una componente fondamentale. Egli non interpreta tanto il potere nella società contemporanea come luogo da cui si dipartono gli ordini e le regole del comportamento, individuale e collettivo, piuttosto è visto come disseminato nel consorzio umano.

Esso si alimenta, più che attraverso una repressione diretta, per mezzo dei meccanismi di censura e di autocensura che vengono indotti negli stessi soggetti, garantendo la stabilità dello status quo. Così l’establishment si rafforza mediante l’autocontrollo del singolo, ormai ridotto a mero strumento. Secondo Foucault, la sollecitudine antropologica che, a partire dal XVIII secolo e definitivamente con il trascendentalismo kantiano, trasforma l’uomo nel contempo nel soggetto e nell’oggetto del sapere, non celebra l’avvento di un mondo finalmente civile, ma annuncia la prossima morte dell’uomo...

E’ sintomatico che il “cittadino” stia diventando in questi ultimi decenni il censore di se stesso, oltre che il ferreo vigile degli altri. La pratica della delazione che la propaganda istiga con messaggi in cui si incita a denunciare il nuovo capro espiatorio, l’evasore fiscale (oggi chi rifiuta di portare la mascherina o la visiera), si tradurrà in una spontanea confessione di delitti reali o presunti?

Ci pare che questa sia la tendenza: il “cittadino” è schierato in modo del tutto inconsapevole con l’autorità che lo schiaccia, a tal punto che il potere centrale può quasi dissolversi, delegando ai singoli psico-agenti l’amministrazione della “giustizia”. Nella Londra sconvolta dai tumulti dell’agosto 2011, sono stati impeccabili sudditi di Sua Maestà, ad affiancare le forze dell'ordine nella caccia ai saccheggiatori. Gli sguardi dei Londinesi si sono così assommati agli obiettivi delle telecamere, formando un gigantesco occhio, simile a quello di un’abnorme mosca bionica. La perfida Albione, ritratta da Orwell, popolata di sicofanti, è il vestibolo del “mondo nuovo”.

Pare che il senso della subordinazione sia stato introiettato, fino a stratificare una “seconda natura”. Nei nuclei familiari, nelle relazioni interpersonali, nelle interazioni educative… si esprimono rapporti di forza e conflitti: agisce in ognuno di noi una forma di sado-masochismo? E’ comunque uno snaturamento antropologico: la celebrazione illuminista dell’uomo si infila in un vicolo cieco ed itera l’impasse in cui era venuto a trovarsi Nietzsche con l’illusorio vagheggiamento dell’Übermensch.

Tramontato Dio, è sorto il nuovo astro, lo Stato, uno Stato diffuso in modo capillare: non più istituzione verticalizzata, ma trasversale alla società. Intanto, mentre l’amministrazione centrale può eclissarsi, il potere disperso, parcellizzato in una miriade di regioni individuali, si concentra e consolida: la coercizione è ancora necessaria, ma sono alcune minoranze non integrate ad essere sottoposte alla costrizione ed alla punizione; la maggioranza si castra e bandisce (ed impone) il modello della castrazione. Quanto più si è allineati, da un punto di vista sia “culturale” sia comportamentale, con l’ideologia dominante, tanto più ci si sente appagati. L’unica identità possibile è nell’identificazione con il complesso indifferenziato della collettività.

Ciò spiega il successo del “pensiero” unico incarnato dalla “scienza” televisiva: tale “pensiero” elementare, schematico, acritico, soddisfa da un lato il bisogno filisteo della sicurezza conoscitiva (le cose sono razionali, spiegabili e sono come le presenta il divulgatore "scientifico") sia, nell’equazione tra sapere e potere, consente di condividere una frazione del potere, non più appannaggio di gerarchie esterne. Intanto la rinuncia alla creatività ed all’indagine personale ingrossano le legioni degli schiavi-padroni, degli ignoranti laureati. Come Luigi XIV, il cittadino benpensante può oggi dichiarare: "L’Etat c’est moi". "Sono io che denuncio l’evasore e chi non indossa la mascherina. L’azione del singolo precede l’azione del potere primario, la cui apparente latitanza e debolezza spronano l’intraprendenza del “cittadino”.

Vero è che, se il potere è in ogni dove ed abita in ognuno, i centri di resistenza risiedono dappertutto, in quanto l’opposizione coincide con ciò che Foucault denomina l’elemento “plebeo” presente, in linea teorica, in ciascun individuo ed in ciascun gruppo. Tuttavia si ha l’impressione che questo “nocciolo” sia stato ormai, nella stragrande maggioranza dei casi, disintegrato.

L’ultima frontiera rischia di essere l’autodenuncia, neppure per aver trasgredito una delle innumerevoli, assurde, draconiane norme dettate dal sistema, ma semplicemente per il fatto di esistere, delitto di lesa maestà. La vaporizzazione sarà autoinflitta.

Fonte: La parcellizzazione del potere

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domenica 25 ottobre 2020

A.I. : Artificial intelligence o Arconti infami?

Viviamo in una foresta di simboli. (C. Baudelaire)

La storia insegna, ma non ha scolari. (A. Gramsci)

Ci occupiamo di nuovo della FALSISSIMA pandemia da COV-SARS-2, perché è un argomento tabù proprio come la biogeingegneria illegale. Questa volta sfioriamo il lato simbolico-esoterico del tema, dopo aver affrontato le sfaccettature medico-biologiche, i risvolti economici e sociali (ristrutturazione degli apparati produttivi, eliminazione del contante, ipertrofia delle prassi e delle norme finalizzate al controllo dei cittadini trasformati in schiavi…) su cui comunque resta ancora molto da dire, vista la centralità del problema e considerato che pochissime fonti forniscono analisi veritiere. Infatti anche tra l’informazione “indipendente”, è diffusa e radicata la bugia secondo cui il fantomatico virus davvero è all’origine di contagi e persino di morti, sebbene poi siano criticate le misure adottate dai governi per combattere la finta epidemia. Ogni riferimento a Diego Fuffaro, ai suoi depistanti discorsi sulla dittatura “terapeutica”, è voluto.

A volte abbiamo accennato alla filigrana cifrata degli eventi: persino la geoingegneria clandestina non è scevra di qualche adombramento simbolico, quando, ad esempio, sono disegnate delle scie a forma di A o raffiguranti il 666. Proprio perché la maggior parte della popolazione è ignara dei valori cifrati nascosti dietro situazioni all’apparenza normali, la setta mondialista non esita a disseminare simboli che di solito servono ad una comunicazione in codice tra gli adepti.

Non sembra casuale, in questo quadro esoterico, se anche l'attuale falsa pandemia si ammanta di un linguaggio allegorico: così il termine “coronavirus” è anagramma di “carnivorous”, mentre il vocabolo “covid19”, contrazione di “Coronavirus Disease 2019”, ufficialmente si riferisce al fatto che il presunto patogeno all’origine della fantomatica forma influenzale fu "isolato" nel 2019 [1], probabilmente allude all’”intelligenza” artificiale cui è stato affidato, immessi dei dati ad hoc, il compito di orchestrare la tragica farsa che sta stravolgendo la società, la politica e l’economia mondiale. La A e la I, iniziali di artificial “intelligence” sono rispettivamente la prima e la nona lettera dell’alfabeto inglese… Anche molti degli articoli pubblicati sulle testate di regime sono generati medianti algoritmi: se, infatti, si usa un motore di ricerca, digitando una città ed il numero di “contagiati”, di “tamponi”, di “positivi”, di “decessi” etc., con buona probabilità si troverà un articolo con quella città e quei particolari numeri. E' l'algoritmo che li crea in base alla chiave di ricerca. Sono proprio dei genii... del male.

Si accennava alla A tracciata dagli aerei militari. A che cosa allude? Non è facile capirlo: alcuni vedono nella A l’iniziale di “anarchia”, ma ci pare ipotesi poco plausibile, invece qualche studioso ha ventilato la congettura che sia un riferimento agli Arconti. Nel Quarto Vangelo (l’originale fu vergato in greco) è scritto che “Satana è l’Arconte di questo mondo”: la parola greca Archon (Άρχον) è mal tradotta con “Principe”. E’ uno dei tanti esempi di una resa approssimativa del testo biblico: queste versioni erronee o, per lo meno, imprecise consuonano, a nostro avviso, con un proposito censorio. I traduttori hanno voluto eliminare dalla scena della storia umana gli Arconti ed il loro perverso influsso sull’umanità, sicché essi sono relegati in alcuni libretti gnostici talvolta frammentari, libretti che pochissimi conoscono e ancora meno leggono. Che cosa si intende per Arconti? Nelle dottrine gnostiche, tradizioni di solito escluse dall’orizzonte culturale, quando non diffamate, gli Arconti sono gli dei inferiori che governano i sette cieli ed i sette pianeti, rappresentando e dando origine alle varie fasi della degradazione dell’essere, mediante la quale è spiegata l'origine del mondo sensibile dove domina il Male.

[1] In realtà il COV-SARS-2 non è mai stato isolato. Ne abbiamo conferma ufficiale da questo che è uno dei documenti più importanti sino ad ora reperiti. Qui si palesa la serafica confessione del CDC: il documento si intitola "CDC 2019-new coronavirus (2019-nCoV)", un pannello diagnostico RT-PCR in tempo reale. E' stato creato il 13 luglio 2020 e, sommerso da una montagna di parole inutili, a pagina 39, campeggia un sottotitolo: "Caratteristiche delle prestazioni e prestazioni analitiche". L'ultimo paragrafo della pagina nella seconda frase recita: "Poiché nessun virus 2019-nCoV isolato-quantificato è attualmente disponibile...". Affermano in definitiva di non aver mai identificato il COV-SARS-2. Non possono provare la sua esistenza. Tuttavia, continuano a fingere di individuare qualcosa che ammettono non esistere.

Nota lessicale: il "coronavirus" è il supposto patogeno, laddove "covid19" propriamente designa la "malattia".

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domenica 11 ottobre 2020

Qualcosa non quadra

Non intendiamo come la maggior parte della gente non riesca a capire che sta assistendo ad una farsa: anziani ospitati in speciali residenze o ricoverati negli ospedali muoiono, ufficialmente, a causa del coronavirus, visto che nessuna terapia è per loro efficace, mentre se “si ammala” un politico, un calciatore, un attore o un cantante famoso, pur colpito da una forma particolarmente aggressiva del morbo, dopo un paio di giorni esce sulle proprie gambe dal nosocomio, saltando come un grillo. Alla celebrità – spiegano i media di regime – è stato somministrato un farmaco portentoso! La massa non comprende che qualcosa non quadra?

Dove sono poi tutti questi morti a causa del Covid-19? Si vocifera di decessi, ma è sempre perito un amico del cugino del cognato del prozio del consuocero... Se in un ambiente di lavoro operano cento persone e di queste cento nessuna muore e forse un paio si buscano una rinite o una faringite, significa che questo Coronavirus non è così letale, a differenza di quanto gridato dalla stampa e dalla televisione, di quanto paventato dai peones.

E’ ovvio: si continua a morire – i Greci, consci del destino che attende tutti, pur avendo a disposizione il termine “anthropos” (uomo), definivano quasi sempre gli uomini “mortali”: si defunge per mille motivi, per innumerevoli malattie ed in incidenti, ma quasi tutti i decessi, attraverso statistiche fraudolente, sono attribuiti al fantomatico patogeno. Il popolino non si avvede che la presunta pandemia è un alibi per una girandola di iniziative una più nefasta dell’altra: dalle "mascherine FIAT" obbligatorie anche all’aperto alle inoculazioni “anti-influenzali”, dallo stravolgimento del “sistema educativo” alla distruzione della struttura produttiva non controllata dalle multinazionali…

Non solo! Lo Stato che, direttamente o indirettamente, ammorba i cittadini con il nanoparticolato degli inceneritori, con il percolato delle discariche con cui sono inquinati i suoli agricoli e le falde acquifere, con i miasmi ed i rifiuti degli stabilimenti, con i composti nocivi usati in moltissimi processi industriali, con i residui dell’agricoltura e della zootecnia, con i perniciosi ingredienti delle scie chimiche, con le scorie nucleari, con gli additivi dei carburanti per autoveicoli ed aerei, con farmaci dai mille effetti collaterali, con le “polveri” dei poligoni militari, con vaccini venefici, con i micidiali campi elettromagnetici etc. etc., all’improvviso si sveglia, si ravvede e combatte strenuamente per arginare i focolai di una supposta epidemia?

Non ci si accorge che qualcosa non quadra? Quando mai le istituzioni, di là dalle falsissime dichiarazioni ufficiali, hanno avuto a cuore la salute dei cittadini? Non hanno sempre anteposto interessi economici e strategici al benessere della popolazione? Per quale ragione i vari governi, sempre pronti ad innalzare le soglie di veleni ritenute tollerabili per legge nell’acqua e negli alimenti (vedi il caso Atrazina in Italia settentrionale), ora sono diventati così solleciti nel tutelare la salute di tutti noi?

Virgilio scrive nell’Eneide: Timeo Danaos et dona ferentes, ossia “Temo i Greci anche quando portano doni”. Ora l’esecutivo, elargisce con sospetta generosità, mascherine, antidoti “antiinflulenzali”, esami diagnostici e paccottiglia simile; promette aiuti economici, sovvenzioni, sgravi fiscali per resuscitare un’economia morta e sepolta.

Possibile che così pochi subodorino l’inganno nascosto dietro questa improvvisa, esibita liberalità? Ancora una volta siamo costretti a constatare che l’uomo medio non ha appreso alcunché né dagli autori classici né dagli scienziati veri: si lascia spaventare da cifre inventate, da immagini fittizie, da notizie spurie. Il popolo ormai non osa neppure usare il buon senso. Osserva Manzoni: “Il buon senso c’era, ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”. Ecco: oggi, mutatis mutandis, si ha paura, anzi terrore del “pensiero” comune che è l’imbecillità del sistema eretta a unico modo di essere e di agire.

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mercoledì 7 ottobre 2020

Seguiamo la... scia

E’ un panorama avvilente, poiché anche i pochi che hanno capito in realtà hanno capito ben poco. Continuano a “ragionare” secondo i preconcetti del “pensiero” unico dominante, anche quando credono di adoperare il discernimento. Ad esempio, seguitano a considerare i numeri che i media di regime propalano come se fossero numeri reali, un tot di positivi, un tot di asintomatici, un tot di malati, un tot di decessi… Semmai obiettano che asintomatico non è sinonimo di contagioso e sostengono che la crescente quota di positivi è legata ad un incremento nel numero dei tamponi. Non centrano il bersaglio. Non hanno compreso che questo turbinio di cifre è creato da un’”intelligenza” artificiale e che i numeri (in particolare il 9, il numero 11, il 6, il 2, il numero 8), sia isolati sia come somme, adombrano valori simbolici, rispondono ad esigenze, per così dire, occulte. Sono cabale! I tamponi: è evidente che non servono ad identificare un presunto coronavirus [1] correlato alla presunta patologia tanto strombazzata. Semmai sono finalizzati ad individuare precisi corredi cromosomici, connessi a particolari linee di sangue, ascendenze, ai gruppi umani con l’RH negativo. Sappiamo che la cricca tecnocratica è ossessionata dal DNA, dalle manipolazioni genetiche: le stesse vaccinazioni non mirano certo a “proteggere” da certi patogeni, ma a ricombinare il DNA e l’RNA, una volta riconosciuti certi marcatori genetici, appunto con i tamponi e con gli esami sierologici. Oggi tutti, tanto gli “esperti” quanto i profani, disquisiscono di virus e di tamponi.

Rammentiamo che non si è ancora trovato l’accordo all’interno della comunità scientifica (senza dimenticare che molti “scienziati” sono maghi neri) su che cosa sia davvero un virus: qualcuno ritiene sia un “organismo” ai confini della vita, qualcun altro reputa sia una nanostruttura del tutto artificiale, altri pensa coincida con un esosoma, ossia un complesso multiproteico presente nelle cellule che, al termine del processo di trascrizione, ha il compito di eliminare gli mRNA usati, ottenendone nucleotidi da riciclare per formare nuovo mRNA. Forse hanno ragione e torto un po’ tutti, giacché interrogarsi su che cosa sia un virus è come chiedersi quale sia il confine tra organico ed inorganico, quale sia l’origine della vita, domande cui nessuno ha fino ad oggi fornito risposte esaurienti e definitive, mentre sono state formulate ipotesi più o meno plausibili, come su altre questioni fondamentali.
Che pensare dunque della situazione attuale? Che, se vogliamo scoprire indizi, se intendiamo raccogliere qualche tessera per comporre un mosaico pur sempre parziale, bisogna convincersi di ciò: per comprendere l’attualità, bisogna esplorare l’antichità. Leggiamo o rileggiamo la Bibbia e, più in generale, i testi antichi, le opere della Tradizione: vi enucleeremo interessanti cenni al sangue, alle stirpi, al nesso tra etnie e potere, tra lingue e gruppi sanguigni (si pensi ai Baschi presso cui l’RH negativo tocca il 30-35 per cento ). Leggiamo saggi di autori pionieristici. Leggiamo o rileggiamo il Libro di Enoch, non a caso espunto dalla Bibbia ebraica e da quella cristiana, eccezion fatta per le chiese monofisite che annoverano Enoch fra i canonici.

Ripensiamo alla geoingegneria clandestina, in particolare al suo versante biotecnologico e genetico, alla smart dust che, come gli “antidoti” ricombinanti, quelli di nuova generazione, crea un’interfaccia tra biologico e sintetico. Ripensiamo al Morgellons, la sindrome provocata dalle nanostrutture diffuse con le chemtrails, nanostrutture che interagiscono con particolari frequenze elettromagnetiche. Consideriamo gli scopi del Transumanesimo, il cross over tra naturale ed artificiale, obiettivo dichiarato, ad esempio, di uno psicopatico e megalomane come Elon Musk. Allora potremo intuire gli aspetti salienti dell’agenda mondialista.

E’ evidente che le prossime vaccinazioni, obbligatorie o comunque preclusive dell’accesso ad una serie di servizi, sono finalizzate a distinguere l’umanità in gruppi con peculiari caratteristiche genetiche: in modo da eliminarne alcuni e preservarne altri oppure per meri fini conoscitivi, in vista poi di altre azioni? Non lo sappiamo, ma sappiamo che non basta seguire la “scia di denaro” per gettare un po’ di luce su certi piani segreti delle “élites” criminali: oggigiorno è necessario seguire la… “scia di sangue”.

[1] Non esiste alcun test contro il coronavirus. La PCR è un metodo di amplificazione del DNA in vitro, messo a punto dal biochimico Kary Mullis nel 1992 e per cui è stato insignito del Nobel! Lo stesso Mullis ha sostenuto a più riprese che la PCR polymerase chain reaction NON può essere stata pensata né adoperata come test diagnostico. Oltretutto la tipologia precisa di Coronavirus implicata nella presunta "pandemia" non è ancora stata isolata (e dubitiamo che ciò avverrà mai, come del resto è già tristemente successo per la correlazione tra HIV e sindrome da immunodeficienza acquisita), quindi a che cosa punterebbe il test, che in realtà è uno strumento di analisi genetica?

[2] Con fattore Rh ci si riferisce ad uno specifico antigene proteico sulla superficie dei globuli rossi, l'antigene D. Se una persona possiede questo fattore si dice che il suo gruppo, relativamente al sistema Rh, è Rh positivo (Rh+), se invece i suoi globuli rossi non lo presentano, il suo gruppo sanguigno è definito Rh negativo (Rh-). Nel 1940 Karl Landsteiner e Alexander S. Wiener scoprirono il fattore Rh sui globuli rossi di una specie di primati, il Macacus rhesus. Gli RH negativi appartengono ad un gruppo di Homo sapiens sapiens in una certa misura differente dal resto dell'umanità. Perché esistano questi due gruppi non è noto: da un punto di vista "evolutivo" è un enigma, giacché tale differenza implica problemi nel caso di gravidanza. Infatti il fattore Rh è la causa di una patologia che in passato era molto comune nei neonati, l'eritroblastosi fetale. Durante l'ultimo mese di gravidanza vi è un passaggio di anticorpi, utili per il nascituro, dal sangue della madre a quello del feto, ma gli anticorpi prodotti contro il fattore Rh possono essere dannosi. Se una donna Rh negativa alla prima gravidanza partorisce un bambino Rh positivo, è probabile che i globuli rossi del feto con l'antigene Rh entrino nel circolo sanguigno materno; il corpo della madre reagisce producendo anticorpi contro l'antigene estraneo che rimarranno presenti nel suo sangue. In caso di una seconda gravidanza, gli anticorpi prodotti possono essere trasferiti nel sangue del feto e, nel caso esso sia Rh+, tali anticorpi attaccheranno i globuli rossi fetali distruggendoli. Tale reazione può essere mortale prima o dopo la nascita o portare gravi problemi al sistema nervoso del nascituro. Oggi, i pericoli che corre un eventuale secondo figlio sono arginati attraverso exsanguinotrasfusione o iniettando alla madre Rh-, entro 72 ore dal primo parto, anticorpi specifici che riconoscono e bloccano l'antigene Rh che dal feto passa alla madre. Questo processo deve essere ripetuto con ogni gravidanza successiva alla prima esposizione della madre all'antigene Rh.

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venerdì 7 agosto 2020

Transizione: è solo questione di tempo



Che periodo tumultuoso, decisivo! Eppure quanti hanno veramente capito che siamo ormai prossimi ad una transizione verso un nuovo, orribile, spaventoso mondo? Niente sarà come prima: la pseudo-pandemia ha gettato le basi per la società del futuro. Quanti hanno veramente compreso? Non Diegito, l’erudito che è ancora fossilizzato in un’analisi vetero-marxiana e che ciancia di “nuova razionalità politica”? Dov’è la razionalità in questa folle corsa verso il baratro? Dov'è la politica, quando i padroni del vapore sono pazzi? E’ indubbio: l’informazione pseudo-indipendente, con le sue ambiguità, con il suo sguardo miope, è più dannosa della propaganda promossa dal regime: non offre mai risoluzioni, limitandosi ad una diagnosi spesso discutibile dei problemi, inoltre è attardata in ingenue interpretazioni economiche e strategiche.

Putin (o chi per lui) annuncia che presto la Federazione russa avrà il suo vaccino ed ecco che molti abboccano. Si illudono che colui voglia preservare la popolazione dell’ex Unione sovietica dai velenosi “antidoti” occidentali progettati per alterare il genoma umano, di concerto con le nanostrutture diffuse da decenni tramite la biogeoingegneria clandestina. Vogliamo ricordarci che l’agenda è globale, planetaria, proprio come quella che sta alla base delle operazioni chimiche nella biosfera?

Qualche ricercatore annuncia che la lattoferrina può essere utile contro il coronavirus e quanti restano incantati! Se fino a ieri eravamo sicuri che il coronavirus è solo il virus della rinite (impropriamente definita raffreddore): sarà stato modificato in laboratorio o no? Non lo sappiamo, ma sappiamo che le morti non sono state causate da questo presunto patogeno, bensì dalle vaccinazioni, dai campi elettromagnetici del 5G e da “terapie” deliberatamente letali. Allora che senso ha farneticare di cure con l’eparina e veleni simili? I medici una volta dicevano: “Hai il raffreddore? Se non lo curi, ti durerà una settimana; se lo curi, ti durerà una settimana”.

Quante chiacchiere! Ora parecchi si concentrano sulla vicenda dei verbali classificati e poi declassificati con numerosi omissis. Sì, è una questione importante, ma pensate che gli Italioti, anche si dovesse scoprire che il Comitato “tecnico-scientifico” ed il governo deliberarono di accoppare, con il pretesto del virus “cinese”, migliaia di persone, soprattutto pensionati, si ribellerebbero contro questi criminali, chiedendone la testa? No, perché la massa non capisce un fico secco: basta un Mentina qualsiasi ad affermare che non è vero quello che è scritto nei verbali ed i peones subito tornano a preoccuparsi di come personalizzare la museruola.

Ormai siamo prossimi a quella che, mutuando un termine dell’Astrofisica, si definisce singolarità, ossia un cambiamento epocale e forse irreversibile. La “nuova normalità” sarà ipertecnologica: sarà il sistema basato sulla “sorveglianza” e sulla “punizione”, come scrive Foucalt. Chi non accetterà il vaccino con i vari richiami, chi non accetterà di integrarsi in un apparato gestito in toto dall’”Intelligenza” artificiale, sarà escluso dal consorzio post-umano, tagliato via come un ramo secco. A poco o a nulla serviranno le comunità parallele basate su un’economia equa, non predatoria. L’establishment le tollererà fino a quando saranno marginali, ma, se dovessero diventare più influenti, le schiaccerebbe. Inoltre dipendono sempre dalla tecnologia e dall’energia di cui hanno il monopolio i potenti. Resta la possibilità di rifugiarsi in qualche zona lontana dalle città per vivere come gli antichi cacciatori-raccoglitori. Tuttavia decenni di geoingegneria e di altre azioni distruttive hanno inquinato e contraffatto gli ambienti naturali: così, anche prescindendo da altri ostacoli e dal controllo ormai capillare di ogni individuo, non sarà una passeggiata.

Cacciatori-raccoglitori… All’improvviso qualcuno decise di modificare geneticamente dei cereali primitivi e di avviare la cosiddetta “rivoluzione neolitica”: la nascita e la diffusione dell’agricoltura si rivelarono alla fine catastrofiche, perché portarono alla specializzazione del lavoro ed alla stratificazione sociale, con una classe dirigente (aristocratici, sacerdoti, funzionari) ed un ceto di lavoratori, semiliberi o schiavi. Et voilà: sorsero gli Stati (“Ogni Stato è una dittatura”, A. Gramsci”), i gruppi umani si divisero tra oppressori ed oppressi fino alla situazione odierna nella quale sedicenti “democrazie” perpetuano il feroce potere di dinastie degeneri formate da degenerati.

Ormai siamo prossimi a quella che si definisce singolarità: all’improvviso qualcuno ha deciso di modificare geneticamente homo sapiens sapiens, segnalando questa scelta con un codice simbolico su cui non ci soffermiamo, perché argomento complesso, ma aveva ragione Baudelaire ad affermare che “la Natura è una foresta di simboli”. Lo è pure la Storia, solo che pochi scorgono questi segni criptati, quasi nessuno è in grado di decifrarli.

Resterebbero tanti altri soggetti da trattare, ma poi l’articolo diventerebbe troppo lungo. Si può comunque concludere, ripetendo che davvero la biogeoingegneria è il fulcro di molte questioni: a chi non se ne occupa, mancheranno sempre le tessere fondamentali per completare il mosaico. Tra poco, sul terreno fertilizzato dalle scie tossiche, saranno sparse le sementi della “nuova umanità”, destinata a diventare concime. Chi si salverà, non lo dovrà certo ad un cambio di governo: anche dovesse cadere l’esecutivo Conte, la cricca non ha già programmato di rimpiazzarlo con Draghi? Il visconte dimezzato andrà a dirigere qualche associazione di usurai, pardon una banca. Bando alle illusioni ed ai “salvatori” da strapazzo: avvocati starnazzanti, divulgatori beoti, fanatici ed ottusi, politicastri (ogni riferimento a Vittorio Sgarbi NON è casuale) che pensano solo ad ottenere i voti necessari per continuare a godere di immensi privilegi, demagoghi arancio-vestiti...

Chi si salverà (se si salverà) appartiene non alla “nuova umanità”, ma ad un’umanità nuova, rinnovellata dalla consapevolezza che il vero progresso non è quello tecnologico, soprattutto dalla coscienza di essere coscienza.


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martedì 28 luglio 2020

3D



Solo un dio ci potrà salvare. (M. Heidegger)

Non saranno gli uomini a risolvere i problemi dell'umanità (Anonimo)

Avevamo ragione anche quando avevamo “torto”, ossia pure quando le nostre conclusioni potevano sembrare esagerate. Anni fa, nel descrivere l’agenda mondialista, indicammo tre obiettivi principali che sono anche tre fasi temporali: il denaro, il dominio e la distruzione.

I primi due scopi sono stati conseguiti: ora resta da centrare l’ultimo bersaglio, la distruzione dell’umanità e del pianeta. Distruggere è molto più facile che costruire: ecco perché il compito è stato affidato ad incapaci corrotti ed avidi, definiti impropriamente “politici”. Essi non sono pazzi, ma criminali al soldo di criminali.

A che cosa servono le iniziative dei vari governi? A disgregare il ceto medio, ad affossare artigiani, piccoli e medi imprenditori, mentre le multinazionali si arricchiscono sempre più. La recente clausura ha generato giganteschi guadagni per le corporations, mentre ha impoverito e fatto fallire migliaia di lavoratori autonomi.

A che cosa serve la geoingegneria clandestina? In primo luogo a devastare tutto, a causare degenerazioni genetiche negli esseri viventi, a creare una sinergia micidiale assieme ai vaccini, ai campi elettromagnetici del 5G, agli innumerevoli veleni somministrati con i mezzi più disparati.

Qual è il fine ultimo della cricca? Accoppare un gran numero di persone, rendere schiavi i superstiti e radere al suolo gli ultimi ruderi di civiltà: si pensi solo a come è stata ridotta una già agonizzante scuola, con allievi presto ridotti a polli da batteria.

E’ il momento di capire una buona volta che le “risoluzioni” prospettate sono peggiori degli abnormi problemi. Purtroppo molti ancora pensano che qualche giornalista possa divulgare la verità. I giornalisti sono ciambellani dei potenti; se non sono briganti, sono ignoranti.

Purtroppo ancora moltissimi si affidano alla “politica”: sperano che questi nuovi partitini, brulicanti come insetti in un assolato campo estivo, possano portare qualche beneficio alla popolazione. Illusi! Chi dovremmo votare? Gianluigi Pappagone colluso con fondazioni che favoriscono l’immigrazione di massa? Diegito, il filosofastro che, pur citando spesso Karl Marx, non ricorda che, secondo il filosofo tedesco, la “democrazia” rappresentativa non è democrazia? Sara Cunial? Il generale Puppalardo? Massimiliano Lillo Musso, l’azzeccagarbugli siculo?

Siamo chiari: i politicastri sono tutti uguali, tutti demagoghi, tutti voltagabbana, sì anche Sgarbi che cavalca, insieme con tanti altri, l’onda del malcontento contro l’esecutivo Ar-conte solo per continuare a sedersi su uno scranno parlamentare in saecula saeculorum. Non lasciamoci ingannare dai suoi discorsi dai contenuti spesso condivisibili, sebbene non privi di ambiguità: Sgarbi è un brillante oratore, ma oratore rima con imbonitore.

Ammettiamo pure che qualcuno abbia buone intenzioni; le nostre perplessità rimangono. In primis, nessuno fra i movimenti dell’ultima ora ha inserito nel suo programma la lotta contro la “guerra climatica”, semmai qualche fumosa promessa relativa ad un ripensamento sui vaccini e sui rapporti con l’Unione europea. Oltre non si va.

Comunque ammesso e non concesso che qualche aspirante al Parlamento sia degno di fiducia, anche quando avrà ottenuto il 2 per cento dei consensi, come potrà agire? Per ignavia o per incompetenza o per interesse, alla fine la sua setta finirà nel gruppo misto; i quattro gatti del partitino, dal nome altisonante, finiranno a sbafarsi il fritto misto a prezzo politico ammannito nei ristoranti per deputati e senatori. Pare sia squisito…


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