Fact checkers
Che cosa ci indispettisce di più della “pandemia”? L’ulteriore imbarbarimento subìto dal codice italiano e, più in generale, dalla cultura: sorvoliamo sui vari orrendi anglicismi, per soffermarci su uno che è detestabile in sommo grado, perché non esplicita solo uno spaventoso grado di decadenza linguistica, ma pure la distorsione cognitiva e concettuale cui è sottoposto il modo di ragionare. Ci riferiamo a “fact checker”, sintagma quanto mai cacofonico, il cui maggiore difetto consiste, però, nell’essere veicolo del convincimento che siamo al cospetto sic et simpliciter dei cosiddetti “fatti”, laddove Nietzsche ci rammenta che non esistono “i fatti, ma le interpretazioni”. Così taluni individui, tra cui Sotto un Puente, dal basso della loro tracotante ignoranza, possono stabilire la differenza tra vero e falso, tra un “fatto” e una fola. Sì, è uno sfregio del nostro idioma, ma soprattutto un insulto al pensiero, una volgare banalizzazione nell'analisi del “reale”, dovuta all’ideologia dominante con cui perfetti beoti si arrogano il diritto di dispensare la “verità”, di relegare nell’ambito delle leggende urbane tutte le idee che contraddicono l’idiota Ideenkleid del sistema. Insomma, millenni di filosofia da Eraclito a Heidegger ed oltre, gettati alle ortiche in un istante da una ciurmaglia di pennivendoli che mentono, sapendo di Me nt a na.
Ecovillaggi
Intanto molti non hanno ancora capito che non è più tempo di progetti, se non di quelli riguardanti il tentativo di sopravvivere forse al di fuori delle aree urbane, sempre che sia possibile. Molti non hanno capito che il ritorno alla tanto agognata normalità è un’utopia. Molti credono che dovranno e potranno affrontare le coercizioni e le traversie future con gli strumenti attuali: la tecnologia, in primis la Rete e la telefonia, il denaro e le leggi a tutela del cittadini. Reputiamo che siano degli illusi: forse una ristretta minoranza riuscirà a preservare delle risorse e degli spazi d’azione in grado di consentire di cavarsela per un paio di anni fino a quando verranno gli extraterrestri a salvarli…
Sono atteggiamenti molto diffusi. Tralasciando quegli imbecilli che affermano che tutto dipende dal pensiero: “Sei tu che crei la realtà”, amano ripetere, i rimanenti sono persuasi che alla fine, quando la situazione sarà disperata, interverrà un deus ex machina. Dimenticano che, dagli albori della storia ad oggi, interi popoli, intere civiltà o almeno gruppi umani più o meno consistenti o singoli individui sono stati vilipesi, torturati, uccisi e nessun alieno ha mai mosso un dito; dimenticano che, mentre noi per ora possiamo ancora sorseggiare un caffè (rigorosamente a casa), in questo inferno dorato, milioni di esseri senzienti sono massacrati. “Il peggio è già accaduto”, scrive Heidegger. Come dissentire?
Abbiamo agito quando i Palestinesi – è solo un esempio – erano cotti vivi con le bombe al fosforo o con le armi ad energia diretta? Siamo scesi in piazza a manifestare? Abbiamo indetto uno sciopero fiscale? Abbiamo invocato il rispetto dei diritti umani? Al limite, abbiamo firmato qualche ridicola petizione. Ora, però, che l’esecutivo vuole imporre il “grief pass”, parecchi si indignano e si mobilitano! Le petizioni… Quella attuale è l’unica epoca in cui anche le buone intenzioni si tramutano in atti riprovevoli: molti elargiscono denaro ad enti “filantropici”, “ecologisti”…, non sapendo che sono gli stessi a creare i problemi che poi fingono di voler combattere. Sono problemi che non saranno mai risolti in modo da poter continuare a spillare baiocchi ai soliti sciocchi. Tutto è all’insegna del paradosso e soprattutto dell’ipocrisia e delle illusioni.
Labirinto
Giustamente parecchi continuano a cercare un confine netto tra bene e male, tra verità e menzogna, ma non è così facile trovarlo. Le poche verità oggigiorno sono frammiste alle bugie, intrecciate ad esse in modo quasi inestricabile, il bene stesso è annidato in qualche raro interstizio ben mimetizzato sulla superficie nera del male. Come si può pretendere che un individuo comprenda che la cospirazione contiene altre cospirazioni, che ad ingannarlo non sono soltanto i pennivendoli e i politicastri, ma pure i vari agenti di controllo, in sembianze di ricercatori indipendenti?
Come si può pretendere che un individuo capisca che anche le “buone” notizie sono cattive notizie? In fondo, se Essi vincono, vincono; se perdono, vincono. Come si può pretendere che un individuo comprenda che la finzione ha preso il posto della “realtà”?
L’uomo normalmente si aggira in un dedalo, perché l’universo è indecifrabile, ma oggi vaga addirittura in un dedalo di specchi deformanti… senza filo di Arianna. Nell’antichità l’intellettuale poteva fare assegnamento sulla filosofia, nel Medioevo sulla teologia, nell’età moderna sulla scienza; oggi la scienza e la filosofia sono, tranne pochissime eccezioni, talmente decadute che si sono convertite nel contrario, in ignoranza ideologica. Mancano punti di riferimento: ogni tanto si trova un fragile appiglio… Ci si affida a persone inaffidabili, si delega non solo l’azione ma pure il pensiero, quel poco che ne rimane.
Fantapandemia
Mai il potere era riuscito a diffondere ed inculcare un modo ambivalente, illogico di presentare i “fatti”: ad esempio, i “vaccini” salvano la vita, ma non la salvano; una dose non basta, ne occorrono due, poi tre, poi una ogni sei mesi. Tra poco saranno venduti farmaci per curare non si sa che cosa, ma chi ci garantisce che non saranno aggiunti ad essi altri veleni, ad esempio l'aspartame, come già avviene con gli integratori oppure l'ossido di ferro, aggiunto ai farmaci contro i sintomi da Parkinson, quando la malattia è proprio indotta dall'ossido di ferro?
E’ come un feuilleton: ogni capitolo è sempre più inverosimile, ma il lettore medio non nota le incongruenze narrative, le esagerazioni, anzi più le vicende diventano romanzesche, contorte e truculente, più egli si appassiona, perché, in una certa misura, l’individuo è animato da pulsioni masochistiche.
Abbiamo anche notato che tra i “desti” un’esigua minoranza riesce a capire che le teorie elaborate da due o più fra i maestri tanto venerati sono in reciproca contraddizione. Sono “vere”, anziché falsificabili, solo perché le hanno escogitate tali pensatori o scienziati che sono “contro” il sistema: che poi le varie asserzioni, già spesso deboli di per sé, collidano con quelle degli altri, non ha alcun rilievo.
Geoingegneria criminale
Alla fine questo grottesco romanzo della “pandemia” ha distratto da uno dei problemi per eccellenza, la geoingegneria illegale; essa, mentre chi per un motivo chi per un altro si perde nei meandri di questa narrazione, séguita a causare immani disastri. Ogni giorno. La “guerra climatica” e la frottola del biossido di carbonio sono le carte che il potere si giocherà e già ora le sta giocando, qualora la fantapandemia non dovesse funzionare più. Non perdiamo, però, la speranza: “ci salverà l’entropia” (sic).
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