giovedì 12 gennaio 2023

Neoplasie e ripetitori di telefonia mobile

L’esposizione alle radiazioni dei “ripetitori” (più correttamente Stazioni radio base) può essere responsabile di oltre 7.000 decessi a causa di tumori? Secondo una ricerca che arriva dal Brasile, i fatti parlano da soli. Lo studio ha dimostrato l’esistenza di un collegamento diretto tra i decessi per cancro e le reti mobili cellulari nella zona di Belo Horizonte, la terza città del Brasile.

Da che cosa deriva questo collegamento diretto?

Oltre l’80% di coloro che sono deceduti a causa di determinati tipi di tumori risiedevano a circa 500 metri fra le centinaia di ripetitori di telefonia cellulare che popolano la città.

I tumori oggetto della ricerca (prostata, seno, polmoni, reni, fegato, encefalo) sono quelli associati all’esposizione ai campi elettromagnetici. Si tratta di una questione molto scottante e riguarda in primis chi usa i cellulari e persino chi non li adopera. Coloro che evitano la tecnologia mobile o che si premurano di indossare gli auricolari per proteggersi dalle radiazioni dannose, sono comunque soggetti ai campi elettromagnetici dei ripetitori.

Lo studio brasiliano è isolato?

Studi relativi ai ripetitori per reti mobili, ricerche che hanno valutato la relazione tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche e le neoplasie, sono state condotte anche nella città di San Francisco, oltre che in Austria, Germania ed Israele. Tutte le indagini sono giunte alla medesima conclusione: vivere in prossimità di apparati radiobase aumenta il rischio di cancro da 2 a 121 volte, a seconda del tipo di patologia diagnosticata.

Adilza Condessa Dode, uno degli ingegneri e coordinatrice dello studio brasiliano, si rivolge a coloro che sono preoccupati dalle radiazioni dei ripetitori e spiega che il Brasile non è di certo il solo paese a trovarsi in questa situazione: “I livelli di radiazione sono alti e pericolosi per la salute umana. Più vicini si vive ad un’antenna, maggiore sarà l’esposizione al campo elettromagnetico”.

Lo studio si è concentrato solo su una città del Brasile, ma ciò vale universalmente: l’Italia stessa ha visto negli anni recenti un proliferare di apparati in rapporto alla sempre maggiore diffusione di cellulari ed alla necessità di maggiore copertura di rete.

La prova schiacciante

Un numero sempre maggiore di ricerche avvalora i risultati dello studio brasiliano. Persino l’Organizzazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Association for Research on Cancer, IARC), dopo avere esaminato diversi dossiers, ha concluso e sottolineato che le onde elettromagnetiche, incluse le radiazioni emesse dalle stazioni radio-base, hanno possibili effetti oncogeni.

Perché i ripetitori delle reti mobili sono così pericolosi?

Il rischio dipende dalla costante attività delle stazioni: emettono campi da radiofrequenza pulsata. Innumerevoli studi indipendenti hanno dimostrato che le emissioni a radiofrequenza causano un danno biologico irreparabile all'organismo degli esseri viventi. Ancora, oltre al cancro, possono essere annoverate altre conseguenze relative all’esposizione: mutazioni genetiche, disturbi della memoria, ostacoli all’apprendimento, insonnia, sindrome da deficit di attenzione, sbalzi ormonali, disturbi cerebrali, sterilità, demenza, complicazioni cardiache etc.

NOTA: Lo studio che vi abbiamo riportato risale al 2013. L'articolo originale, appparso sulla stampa brasiliana, fece a suo tempo scalpore, sollevando un mare di polemiche sicché immediatamente si attivarono i negazionisti di mestiere. Alla fine il rapporto scientifico, su pressione delle lobbies della telefonia mobile, fu rimosso dalla Rete. Comunque un aggiornamento, risalente al 2021, è ancora reperibile qui. Ad ogni modo e per precauzione abbiamo archiviato il materiale sui nostri server.



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1 commento:

  1. neanche un commento a questa notizia, seppure datata. Evidentemente fa paura perchè ormai tutti possediamo uno smartphone appiccicato addosso anche quando usciamo e non riusciamo più a farne a meno, e allora meglio non sapere tutto, "tanto di qualcosa bisogna pure morire".

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