Le procedure di lavaggio e controllo delle turbine (in principal modo delle palette delle ventole principali) sono divenute molto frequenti e scrupolose, per via dei numerosi incidenti verificatisi negli ultimi anni, dovuti ad un eccessivo logoramento delle componenti facenti parte dei propulsori nei Jet moderni. Ufficialmente la causa della notevole nonché prematura usura delle palette-turbofan - che, ricordiamo, sono realizzate in resistente titanio - è addebitata al sale marino ed alla sabbia. In realtà le ragioni vanno ricercate altrove, poiché a) I velivoli impegnati nelle operazioni di "inseminazione igroscopica delle nubi basse" effettuano frequenti e costanti voli a bassa quota, sotto i 6000 piedi, a quota cumulo; b) entrano nelle scie rilasciate da altri aerei; c) usano combustibili che rilasciano particolato altamente corrosivo [1]. Inoltre c'è da considerare che alcuni aeromobili impiegano ancora ugelli di irrorazione posti nella parte anteriore della gondola motore, proprio davanti alle pale del fan principale della gondola motore, che sono quelle, guarda caso, che subiscono l'usura maggiore. Se in un primo tempo i dispositivi approntati per lo "spraying" erano posizionati, come detto, nella parte frontale del turbofan, successivamente sono stati spostati nella zona posteriore, subito sopra l'aerea di uscita dei gasi di scarico, così da un lato, per diminuire l'impatto sulle componenti dei Jet-fan e, dall'altro, per dare l'idea che le scie prodotte siano "contrails".
Purtroppo, oltre alle conseguenze drammatiche sul ciclo dell'acqua nella nostra atmosfera, sul clima in generale nonché agli ecosistemi, le modifiche apportate ai velivoli civili per poter operare geoingegneria clandestina, hanno prodotto anche vittime.
Il 17 aprile 2018 un Boeing 737-700 della Southwest Airlines 1380, impegnato nella tratta da New York a Dallas, Stati Uniti, subì un grave danno al motore sinistro dopo essere partito dall'aeroporto LaGuardia di New York. Si verificò il cedimento strutturale (dovuto ad usura) della sezione esterna (fan principale) del motore (turbofan), come evidenziato dalle foto.
I detriti del propulsore danneggiarono la fusoliera, provocando una rapida depressurizzazione dell'aereo dopo aver divelto un finestrino della cabina passeggeri. L'equipaggio attivò una procedura di discesa d'emergenza ed atterrò all'aeroporto Internazionale di Philadelphia. Una sfortunata passeggera fu parzialmente risucchiata fuori dall'aereo e decedette per le gravi lesioni subìte. Altri otto passeggeri riportarono ferite lievi. Il 737 riportò importanti danni.
Altri episodi si sono verificati negli anni precedenti. Tutti, con buona probabilità da addebitare alla presenza di nanoparticolato corrosivo in atmosfera.
[1] Il particolato Welsbach è una mistura molto abrasiva, poiché contiene ossido di alluminio e silicio. Questi composti nella scala di Mohs, che misura la durezza, sono secondi solo al diamante. La polvere Welsbach, le cui dimensioni si aggirano intorno al micron ed anche meno, tende a depositarsi su qualsiasi superficie ed anche sugli apparati di un aereo che si trovi a volare attraverso questa "sabbia" definita "condensa". I meccanismi lubrificati, usati negli stabilizzatori orizzontali e verticali, negli alettoni, nei flaps, nei sistemi di atterraggio possono essere danneggiati dai metalli abrasivi dispersi con le chemtrails. Riteniamo che il volo Alaska 261 incappò in circostanze imprevedibili. Quel volo attraversava ogni giorno aree pesantemente irrorate, come la costa occidentale degli Stati Uniti o la regione sopra Dallas, in Texas. Pensiamo che il volo 261 della Alaska Airlines sia un esempio di questa circostanza.
Fonte: askanews.it
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