venerdì 18 aprile 2025

Strategia del colpo di Stato - Manuale pratico

"Strategia del colpo di Colpo di Stato - Manuale pratico" - L'autore è Edward Luttwak, un esperto militare che è stato anche consigliere di Ronald Reagan, ex presidente degli Stati Uniti. È un super conservatore e militarista. Egli spiega in questo libro come il colpo di Stato non debba essere per forza incentrato sull'utilizzo della forza e delle masse, non un colpo di Stato nel vero senso della parola, ma un tipo di colpo di Stato silenzioso, che si appropri degli apparati dello Stato dal suo interno.

Perché parliamo di questo libro? Perché spiega anche come trattare gli oppositori. Nel capitolo 4 si legge che è essenziale evitare spargimenti di sangue, perché questo può avere ripercussioni negative. E qui secondo noi viene la parte migliore.

Ogni individuo che si oppone dovrà operare in perfetto isolamento. Quindi dobbiamo fare ogni sforzo per sopprimere quel genere di notizie. Se qualche resistenza compare, dobbiamo sottolineare con forza che essa viene da gente isolata, ostinata, individui malinformati e disonesti, che non sono affiliati a nessun gruppo o partito importante.

Il lavoro costante sul tema dell'isolamento farà apparire la resistenza inutile e pericolosa. Inoltre si legge ancora «faremo uso di selezione adatta di frasi sgradevoli, per esempio anti-americanismo, anti-nato, antisemitismo, oppure aggiungiamo noi, complottista, novax, sciachimista, paranoico ossessionato».

In queste frasi qualcuno si è forse riconosciuto?

La deriva antidemocratica di questo paese si rivela oggi in tutta la sua drammaticità, laddove i cittadini sono vieppiù privati dei loro storici diritti costituzionali e sono anche perseguiti penalmente, se si mostrano pericolosi per il mantenimento dello status quo, laddove lo Stato democratico è stato col tempo svuotato dei suoi veri originali princìpi ed è stato sostituito dalla forza bruta della repressione.

Guarda il video:

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Le nubi che non ci sono più

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Range finder: come si sono svolti i fatti

martedì 18 marzo 2025

Arrivederci!

A breve sarò fuori dai giochi. Infatti devo scontare 12 mesi di reclusione in seguito ad una condanna comminata poiché segnalai, nel 2016, che Valeria Solesin era viva. A questi dodici mesi potrebbero aggiungersene altri, poiché le condanne si susseguono a ritmo incalzante. Quindi vi devo salutare. Il blog verrà aggiornato da mio fratello Antonio.

Un abbraccio!

Rosario Marcianò

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venerdì 7 marzo 2025

"Esci dal Matrix" - Il libro di Morris San

Si intitola “Esci dal Matrix” il recente libro di Morris San. Di primo acchito, si potrebbe pensare ad una fra le tante pubblicazioni sul Nuovo ordine mondiale, sul sistema di dominio politico e sociale costruito in questi ultimi decenni. Ciò è in parte vero: il testo si inserisce in quel filone saggistico che smaschera e denuncia i meccanismi di controllo con cui è condizionata e pilotata la popolazione. E’ anche un’analisi incisiva dei retroscena relativi alla politica planetaria e nazionale, all’economia, soprattutto finanziaria, al mercato del lavoro, alla tecnologia, all’istruzione, al mondo dei “media”.

Nonostante ciò, la fatica di Morris San si differenzia da altri lavori all’apparenza simili per almeno due ragioni che riteniamo pregi: è scritto in modo semplice ed accessibile a tutti, portando il lettore a capire il motivo di scelte politiche ed economiche che sembrano irrazionali, se viste dal punto di vista di cittadini dotati di buon senso. Sono decisioni che, invece, risultano consequenziali, una volta guardate secondo la prospettiva di coloro che controllano quasi tutto il mondo: così, ad esempio, si capisce perché il futuro dei centri urbani è nelle cosiddette “città dei quindici minuti”. Si comprende più in generale che i diversi piani delle classi dirigenti, dietro una facciata di progresso, eguaglianza, giustizia, tutela dell’ambiente etc. (Agenda 2030), nascondono i soliti obiettivi delle “élites”: aumentare la loro ricchezza ed accrescere a dismisura il loro potere, anche attraverso crisi sociali, economiche, “sanitarie” nonché guerre orchestrate dietro le quinte.

Un’altra peculiarità di “Esci dal Matrix” è la corposa parte dedicata alle risoluzioni pratiche, ai consigli su come vivere o sopravvivere in un contesto dove i ricchi saranno sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri e numerosi, dove la libertà sarà un miraggio. Chi ha più dimestichezza con la tecnologia potrà tentare di reinventarsi un’attività lavorativa, nel momento in cui i sistemi di “intelligenza artificiale” faranno scomparire mestieri e professioni; chi, invece, ha attitudini tradizionali, potrà provare a divenire più o meno autosufficiente, allontanandosi dalle città per riscoprire antiche pratiche di sussistenza. Tutti dovranno ingegnarsi ed adoperarsi per preservare la loro libertà e il loro benessere.

Ci corre l’obbligo di essere sinceri: non sappiamo fino a che punto le strade prospettate dall’autore saranno del tutto percorribili in avvenire. Se dovesse diventare obbligatoria l’identità digitale con annessi e connessi (reddito programmato, credito sociale, punture… ), se l’”establishment” decidesse di eliminare ogni realtà “anti-sociale”, anche chi si è ritirato in campagna o in una regione montana, si potrebbe trovare di fronte ad un “aut aut”, ossia “O ti sottometti al sistema o per te è finita”. A quel punto solo i più forti non cederanno, i più forti e coloro che credono che alla fine il vero disastro non sia perdere la vita ma l’anima. A proposito di questo aspetto, apprezziamo il fatto che Morris San, nel capitolo VII del libro, “Saremo sempre più soli, ma Dio esiste”, offra una visione spirituale dell’intero quadro.

Alla fine, vada come vada, si può sottoscrivere quanto afferma il filosofo tedesco Martin Heidegger: “Ormai solo un dio ci può salvare”.

Il libro "Esci dal Matrix" è disponibile a questo link.

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sabato 8 febbraio 2025

“Filamenti tossici” piovono dal cielo: intervista a Christian Oesch, Presidente dell’Associazione Svizzera WIR

Nel 2014 pubblicammo i risultati relativi alle analisi da noi commissionate sui cosiddetti "filamenti di ricaduta". Analisi eseguite dal laboratorio francese "Analytika", in spettrometria e che confermarono l'origine artificiale di tali materiali aviodispersi. Oggi, a distanza di dieci anni, un laboratorio svizzero ha eseguito nuovi esami: essi aggiungono un'ulteriore tessera all'annosa questione. Non si tratta quindi di "innocue tele di ragno volante", così come vaneggiato da "pezzi da 90" come il sedicente "controllore dei fatti" (o "fact checher"), David Alehandro Anzil Puente ed altri luminari dell'informazione ufficiale, ma di materiali altamente tossici, prodotti con il preciso scopo di fungere da vettori per sostanze chimiche di vario genere. Secondo Christian Oesch, Presidente dell’Associazione Svizzera WIR, che ha finanziato le nuove analisi sui campioni di filamenti di ricaduta, le fibre contenevano oltre 30 diversi composti chimici, molti dei quali sono altamente nocivi e infiammabili.

Tra i composti identificati si annoverano derivati del benzene (noto oncogeno), epossidi e derivati dell’istamina, alcuni dei quali sono noti per essere pericolosi per la salute umana e l’ambiente. Alcune dei composti rilevati non sono elencati in alcun archivio di dati: ciò suggerisce che potrebbero essere di recente sviluppo o sperimentali. La struttura cava delle fibre potrebbe fungere da meccanismo di trasporto per sostanze chimiche, rilasciando lentamente tossine nell’ambiente, come dimostrato nei brevetti rilasciati. È stata anche individuato l'alluminio in concentrazioni elevate, il che potrebbe indicare una dispersione per via aerea.

La ricerca è stata condotta ricorrendo a molteplici metodi scientifici ad alta tecnologia per determinare sia la struttura fisica sia la composizione chimica delle fibre. Le tecniche analitiche applicate includono:

• Spettroscopia infrarossa a trasformata di Fourier con riflessione totale attenuata (FTIR-ATR) per esaminare la struttura molecolare.
• Gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) per l’identificazione precisa dei composti chimici.
• Analisi elementare mediante spettrometria di massa ad accoppiamento induttivo (ICP-MS) per rilevare tracce di elementi nel materiale.
• Microscopia elettronica a scansione dotata di raggi X a dispersione di energia (SEM-EDX) per studiare la struttura fine e la composizione a livello microscopico almeno a risoluzione nanometrica.

La composizione chimica delle fibre non corrisponde ad alcuna seta di ragno. Le fibre sono cave all’interno, altamente strutturate e si fondono con i metodi di combustione tradizionali ed inoltre contengono composti chimici di sintesi che hanno applicazioni industriali, ma non che si trovano in natura. Il contatto diretto con la pelle o gli occhi potrebbe causare irritazioni, reazioni allergiche o ustioni chimiche. L’esposizione respiratoria potrebbe causare risposte infiammatorie, potenzialmente in grado di influire sulla funzionalità polmonare. Alcuni composti rilevati (ad esempio derivati ​​del benzene, epossidi) sono noti per essere cancerogeni.

L'intervista completa al Dr. Christian Oesch e tradotta in italiano da Andrea Caldart per quotidianoweb.it, può essere letta a questo link.

Qui e qui i nostri due articoli, pubblicati nel 2014 e nel 2017 sul blog Tanker enemy.

Qui e qui le due interviste concesseci dal Dottor Bernard Tailliez (titolare del laboratorio "Analytika"), ormai purtroppo scomparso.

Ringraziamo l'amico nonché collaboratore Nicola Giannoni per la segnalazione.

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mercoledì 25 dicembre 2024

L’invasione delle sfere nel novembre-dicembre 2024

A partire soprattutto dal 18 novembre 2024 è occorsa un’ondata di avvistamenti relativi a droni e sfere presumibilmente di plasma, all’inizio in New Jersey poi in altri stati della Federazione, ma anche in molti altri paesi (Russia, Cina, Regno Unito, Germania, Italia...) Le varie testate giornalistiche e le autorità si riferiscono a questi oggetti con il termine in parte generico, in parte depistante di “droni”: non sono sempre piccoli velivoli senza pilota, ma anche globi luminosi che semmai droni ed elicotteri sembrano intenti a studiare e ad intercettare. Ricordano i “foo fighters” che “ronzavano” attorno agli aerei sia degli Alleati sia dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale. Entrambi gli schieramenti pensavano fossero armi segrete del nemico. La vera natura delle sfere è comunque molto controversa, giacché il plasma, che in atmosfera si manifesta, ad esempio, nei fulmini, è fenomeno effimero. Le segnalazioni hanno suscitato una ridda di ipotesi che ci limitiamo a riportare, senza proporre interpretazioni definitive, perché il quadro globale non è ancora ben delineato: servono ulteriori indagini, raccolte di dati, testimonianze ed analisi per giungere a conclusioni probabili.

Vediamo quali sono gli scenari che sono stati prospettati.

1. I velivoli avvistati sarebbero tutti terrestri, frutto di tecnologie avanzatissime e segrete. E’ congettura poco verosimile: infatti non si capisce, perché questi ordigni dovrebbero essere fatti volare in aree densamente abitate e non in zone militari “ad hoc” lontano da occhi indiscreti. Non ha neanche senso sperimentare aerei ipertecnologici, causando l’intervento dell’aviazione militare.

2. Gli U.F.O. sarebbero oggetti di civiltà dello spazio e sarebbero impegnati a monitorare siti di rilevanza strategica e ad impedire che i vertici militari compiano azioni volte a far scoppiare la Terza guerra mondiale. E’ lo scenario evocato da molti contattisti o da qualche ufologo fautore dell’ipotesi extraterrestre: la credibilità dei contattisti è molto scarsa. E’ una congettura poco plausibile, perché inscena una dialettica tra buoni (gli extraterrestri) e cattivi (i governi) che è manichea e che non ha visto né vede riscontri credibili; semmai nel passato (si veda “Ufologia eretica” vol. I e II), l’avvistamento di globi luminosi ha spesso preceduto lo scoppio di conflitti, lo scatenarsi di rovinosi sismi e di eruzioni vulcaniche. In molti casi, come nel teatro di guerra ucraìno-russo, gli U.A.P. sono registrati dai radar e scorti dai piloti di caccia, ma sembra che essi assistano senza intervenire e senza schierarsi.

3. Gli U.F.O. (per lo più sfere) si aggirano presso installazioni strategiche ed altri siti sensibili con fini poco chiari, come è sovente accaduto, mentre i militari cercano di intercettarli e neutralizzarli, senza riuscirci. E’ molto difficile, però, che siano velivoli provenienti da lontani pianeti, piuttosto paiono oggetti criptorrestri, cioè di “civiltà non umane” (come le definisce David Grusch) che presubilmente hanno le loro basi da tempo immemorabile sui fondali oceanici (alcune sfere sono, infatti, emerse dall’oceano) o nelle viscere della Terra. Questa è l’interpretazione che sembra più accreditata.

4. Sarebbe tutta una pantomima inscenata dagli esecutivi per diffondere la paura tra la popolazione e creare il consenso attorno ad un governo unico mondiale che difenderebbe le nazioni da un nemico esterno, come anticipato decenni fa da Wernher Von Braun e dalla sua collaboratrice Carolin Rosyn. Il presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan (in carica fra il 1981 ed il 1988), in occasione di un discorso tenuto nell’assemblea generale delle Nazioni Unite, esortò la comunità internazionale a coalizzarsi, a superare dissidi per affrontare una non meglio precisata minaccia proveniente dallo spazio. Anche se la paura è strumento usato per dominare e controllare l’umanità, la situazione che stiamo esaminando sembra più complessa ed articolata, non riconducibile solo ad un’operazione psicologica occulta.

Infine si nota una somiglianza tra l’ondata di segnalazioni risalenti alla fine del XIX secolo, quando soprattutto negli Stati Uniti centrali ed occidentali furono visti aeromobili simili a dirigibili, le cosiddette “airships”, singolari ed improbabili velivoli con eliche ed impennaggi, la cui origine e natura non è mai stata chiarita. Sembra che gli ultraterrestri abbiano inscenato un carosello a base di sfere brillanti per adattarsi all’immaginario dei tempi odierni, sebbene non si possa escludere una strana manifestazione tecnologica o biotecnologica, non tanto un camuffamento percettivo, per opera di forze criptoterrestri ed infraterrestri. Molto curioso, stando ai resoconti, che non si riesca a rilevare la firma termica di questi oggetti, quando sia il plasma sia i sistemi propulsivi generano calore; sono anche segnalate interferenze con apparecchiature elettriche ed elettroniche. Sono particolari enigmatici all’interno di una questione di per sé enigmatica.

Stiamo comunque assistendo ad un fenomeno piuttosto noto nella Xenologia: la novità consiste nel fatto che si è intensificato e che è concomitante in varie regioni del mondo. Forse questi eventi preludono a svolte decisive, ma non intendiamo riferirci a un contatto con “popoli delle stelle”, bensì ad iniziative non molto rassicuranti per opera degli apparati. Sia come sia, il 2025 ci riserverà delle sorprese: temiamo non positive.

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martedì 5 novembre 2024

Come si generano le false scie di condensazione

Il TMC-65 si basa sulle idee del meteorologo francese Henri Dessens che, sul finire degli anni cinquanta del XX Secolo, intuì che per creare nubi era sufficiente generare calore al suolo con dei braceri che, condensando in quota, avrebbe indotto precipitazioni piovose. Dai cento bruciatori del «meteotron», piantati come pali sul circuito di un esagono regolare, cento fiamme scaturivano contemporaneamente, al segnale dello scienziato d'oltralpe. Bastavano trenta secondi affinché all’interno di questo esagono di 3200 metri quadrati i pali si trasformassero in un braciere.
Qualche anno dopo i sovietici, sfruttando gli studi di Dessens, misero a punto i primi prototipi di "generatori di pioggia". Essi erano costituiti da una serie di reattori accopiati che, alla bocca di scarico, vedevano posizionati degli ugelli che spruzzavano acqua gelida in pressione. Quest'acqua, finemente nebulizzata, a contatto con l'aria estremamente calda prodotta dai reattori, produceva vapore che, salendo in quota, formava rapidamente nubi temporalesche. Successivamente l'apparato venne perfezionato e fu possibile renderlo trasportabile.



Il progetto venne in seguito acquisito dagli Stati Uniti, che incaricarono la N.A.S.A. di mettere a punto sistemi ancora più efficienti. Ad oggi questi ordigni sono adoperati per indurre nubifragi. L'analisi delle immagini da Radar Doppler, allorquando ci sono di mezzo i TMC-65, mostrano immancabilmente celle temporalesche che assumono la curiosa conformazione conica. E' la pistola fumante.



Fatta questa breve premessa, passiamo alla questione che più ci interessa e cioé: "Come si formano quelle scie che sono spacciate per 'contrails' o 'scie di condensazione'?" L'idea "geniale" parte proprio dal TMC-65 o "Taurus Molecolar Clouds": nebulizzare in atmosfera materiale igroscopico additivandolo ad acqua fredda e spruzzarlo in prossimità dell'uscita dei gas di scarico dei turbofan, in modo da ottimizzare la diffusione dei composti in atmosfera e facilitarne la dispersione tramite dispositivi idonei e sistemi ad alta pressione installati sugli aerei. Questa metodica consente di stoccare in una delle stive del velivolo commerciale (posta generalmente al di sotto del piano passeggeri) un enorme quantitativo di liquido, composto da acqua e metalli igroscopici in soluzione. Un complesso sistema di distribuzione provvede quindi a convogliare i fluidi attraverso la stiva sino ai piani alari, per raggiungere poi i diffusori, posizionati - come detto - nella zona terminale delle gondole motore, nelle immediate vicinanze dei gas di scarico prodotti dai motori dell'aereo. In questo modo chi osserva l'aeromobile da lontano, crede di vedere delle scie di condensazione prodotte dai turbofan, quando in realtà la genesi del fenomeno è ben diversa.
Tra i comburenti adoperati annoveriamo in primo luogo il boroidruro di alluminio: è composto chimico con la formula Al(BH4)3. Si tratta di un composto volatile, piroforico, liquido che è comunemente usato come combustibile per razzi, additivo per carburanti aeronautici e come agente riducente nei laboratori.

Il boroidruro di alluminio è formato dalla reazione tra sodio boroidruro con cloruro di alluminio, secondo la seguente formula:

3Ca(BH4)2 + 2 AlCl3 --> CaCl2 + Al(BH4)3

Come tutti i boroidruri, questo composto è un donatore di idruro. Il boroidruro di alluminio reagisce con l’acqua, rilasciando idrogeno. Per mezzo di questa reazione (ed anche sulla base del principio di funzionamento del TMC-65 spiegato prima) si genera una scia che, pur non essendo dovuta propriamente al fenomeno della condensazione, può essere scambiata da occhi inesperti per una "contrail" o "scia di condensazione". Ovviamente, trattandosi - in questi casi - di acqua additivata a metalli igroscopici, il risultato finale sarà la riduzione dell'umidità atmosferica ed il dissolvimento di eventuali "cumuli da bel tempo) naturalmente formatisi nelle giornate soleggiate.

Approfondimento qui.

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